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I PRODOTTI CHIMICI E LA CASA

I PRODOTTI CHIMICI E LA CASA. INFORMAZIONI DI BASE SUL PERICOLO PER L’UOMO. 1 – Introduzione - Problemi riscontrati nelle attività domestiche. La casa: chi non ha mai avuto a che fare, anche fuori della normale attività lavorativa, con attività domestiche? .

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I PRODOTTI CHIMICI E LA CASA

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Presentation Transcript


  1. I PRODOTTI CHIMICI E LA CASA INFORMAZIONI DI BASE SUL PERICOLO PER L’UOMO

  2. 1 – Introduzione - Problemi riscontrati nelle attività domestiche

  3. La casa: chi non ha mai avuto a che fare, anche fuori della normale attività lavorativa, con attività domestiche? • Chiunque si dedica alla quotidiana gestione della casa, cioè ordine, pulizia, preparazione dei pasti, ecc. , o agli hobbies preferiti, o alla manutenzione del cortile o del giardino di casa, ha la necessità di venire a contatto con prodotti chimici che hanno lo scopo di aiutare a rendere più efficaci le nostre azioni. 

  4. Secondo alcuni la casa è il principale luogo di lavoro nel mondo, ed anche qui, come in tutti i luoghi di lavoro, il processo di razionalizzazione ed automazione è ai nostri giorni incessante.  L’impiego di prodotti chimici è cresciuto fortemente negli ultimi trent’anni, sia per la tendenza ad una maggior pulizia, sia per la rincorsa a volte nevrotica a risultati di maggior effetto.  A questo contribuisce la spinta pubblicitaria, molto forte in questo mercato caratterizzato da grande concorrenza. 

  5. Alcuni prodotti, anche lungamente commercializzati, e quindi alla portata di tutti, si possono rivelare veri e propri veleni per chi ne fa uso improprio, e ne sono prova i frequenti incidenti che si verificano all’interno delle mura domestiche.  Ogni anno in Italia si verificano ben 2. 700. 000 infortuni in casa, di cui 8. 500 mortali, lo stesso numero di morti che avvengono per incidenti stradali.  Più della metà degli incidenti è subito dalle donne, il 14% da bambini piccoli.  In particolare sono al terzo posto, con circa 11. 000 casi ogni anno, le intossicazioni provocate da ingestione, inalazione e contatto di prodotti usati comunemente. 

  6. Spesso tali prodotti non contengono le necessarie informazioni di sicurezza, anche se molto è stato fatto in questi anni per una corretta informazione dell’utente. Le principali cause di incidenti sono infatti :  • mancata custodia di prodotti nocivi in luoghi protetti  • insufficiente etichettatura  • contenitori inadeguati per una completa sicurezza  • insufficiente conoscenza dei prodotti  • scambio con prodotti commestibili 

  7. Un altro problema è che alcuni prodotti dannosi sono vietati solo in alcuni paesi, e non in altri, oltre al fatto che le direttive EU che impongono alcune restrizioni vengono recepite ed attuate non da tutti i paesi europei. 

  8. Ma, anche non tenendo conto delle intossicazioni accidentali, bisogna tenere conto che un’intera categoria , cioè le donne che lavorano in casa, è esposta quotidianamente a sostanze più o meno nocive manipolate durante l’attività lavorativa, la convivenza e confidenza con le quali porta spesso ad un uso incurante dei rischi, nonostante l’esistenza di prodotti sempre più energici . Le casalinghe sono infatti le più affette da dermatiti sia come irritazioni che come allergie, provenienti dal migliaio di prodotti per l’uso domestico. 

  9. Da una statistica effettuata su donne, i casi di affezione bronchiale sono il doppio tra le casalinghe che tra le donne impiegate fuori casa.  Lo stesso si può dire per le intossicazioni e gli avvelenamenti. • Bisogna sapere inoltre che, sebbene il nostro organismo sia dotato di meccanismi di disintossicazione, in condizioni di sovraccarico tali meccanismi non funzionano adeguatamente, e le sostanze estranee si accumulano, provocando intossicazione dopo un tempo più o meno lungo.  • Questa è la ragione per cui gli effetti non sono così facilmente attribuibili alle cause.

  10. La natura funziona allo stesso modo, riuscendo a smaltire ma solo in tempi lunghi le sostanze dannose.  • Molto raramente si tiene nel dovuto conto l’impatto ambientale che deriva dall’uso indiscriminato di prodotti nocivi, con danneggiamento delle nostre risorse naturali. 

  11. L’obiettivo del corso è: • Dare un contributo alla migliore conoscenza dei prodotti chimici che usiamo in casa, allo scopo di rendere più sicuro il loro uso • Cercare di far capire come sia possibile ridurli, ed in alcuni casi di sostituirli con prodotti di simile efficacia, e meno nocivi all’uomo ed all’ambiente.  • La scommessa sta allora nell’individuare con esattezza i veri pericoli, senza creare eccessivi allarmismi, e senza creare un facile "business" alternativo.  

  12. Da parte del consumatore si chiede buon senso, volontà di dosare e possibilmente ridurre con consapevolezza i consumi, unendo al rispetto per la propria salute quello per la natura. 

  13. prenderemo in esame tre tipi principali di attività: • cura della casa, • cura e manutenzione dell’esterno (orto, giardino, cortile), • attività del tempo libero.  

  14. 2 - Tipi di attività2. 1  - In casa2. 1. 1  - Pulizia e trattamento di tessuti e pelli2. 1. 2  - Pulizia e trattamento di superfici2. 1. 3  - Insetticidi, disinfettanti e deodoranti2. 1. 4  - Cosmesi e farmaci2. 2  - In giardino2. 2. 1  - Fertilizzanti2. 2. 2  - Pesticidi2. 3  - Nel tempo libero2. 3. 1  - Prodotti vernicianti

  15. In casa-Pulizia e trattamento di tessuti e pelli Detersivi generali per tessuti

  16. I detersivi naturali, cioè i saponi, sono stati progressivamente soppiantati, per il lavaggio dei tessuti, dai detersivi sintetici, in particolare dagli anni ‘50.  Questi prodotti, pur continuando ad esistere come saponi di toeletta, sono stati sostituiti dai detersivi sintetici a causa del fatto che in presenza di acque dure i saponi tendono a formare precipitati, cioè composti insolubili, e quindi a non fare la caratteristica schiuma. 

  17. I detersivi per tessuti contengono, oltre ai tensioattivi (media 15%), attivi nella rimozione dello sporco, altre sostanze che hanno vari scopi, tra cui quello di mantenere efficiente l’azione dei tensioattivi.   Tali prodotti sono: i cosiddetti "builders", che hanno in particolare lo scopo di addolcire l’acqua e disperdere lo sporco. 

  18. I BUILDERS (1) Essi sono costituiti essenzialmente da: • Tripolifosfati (media 10%), che sequestrano i metalli, impedendo la precipitazione di sali insolubili.  Il loro effetto è accresciuto dalla contemporanea presenza di silicati.  

  19. I BUILDERS (2) Sbiancanti, che possono essere: • candeggianti, come il perborato di sodio (media 25%), che a caldo (60-70°C) libera perossido di idrogeno (acqua ossigenata) che ha effetto sbiancante.  Purtroppo, sopra gli 80°C il perborato si decompone troppo velocemente danneggiando i tessuti, e sotto i 60°C non agisce, necessitando di attivatori e stabilizzanti, che sono sali di calcio che agiscono in presenza di alta percentuale di polifosfati.  • Insieme o al posto dei candeggianti chimici si introducono spesso particolari enzimi (circa 1%), che hanno azione a bassa temperatura, cioè sotto i 60°C.  

  20. I BUILDERS (3) • Azzurranti ottici, che danno solo un maggiore effetto visuale al bianco dei tessuti, ma senza effetto candeggiante: poiché la luce contiene anche delle radiazioni non percepibili dai nostri occhi( radiazioni ultraviolette), questi composti le trasformano in radiazioni visibili, così la luce che proviene dal bucato lavato con azzurranti è più intensa e a noi sembra di vedere più bianco) additivi ( dal 20% in su), che si aggiungono spesso solo per aumentare il peso del prodotto.  • Questi composti sono sali (generalmente solfati) che danno al bucato maggiore ruvidezza, inoltre lasciano una massa vischiosa e poco solubile intasando i pozzi neri.  

  21. I BUILDERS (4) • Ammorbidenti, usati per togliere la ruvidezza ai tessuti; sono costituiti da tensioattivi cationici (5-15%) e alcoli, che si attaccano alle fibre dando al bucato una maggiore morbidezza.  

  22. Indice di pericolo- Tensioattivi anionici • I tensioattivi anionici possono entrare a contatto per inalazione delle polveri, per contatto o per ingestione.  Provocano o rinforzano le allergie, attaccano la parte grassa e protettiva della pelle, tolgono lo strato di grasso e la corrodono, producendo dermatiti.  • Per ingestione provocano vomito, nausea, diarrea, dolori allo stomaco e all’addome.  Risulta pericolosa l’ingestione di dosi superiori a 1 g per kg di peso corporeo, per i tensioattivi anionici, mentre i non ionici sono meno tossici. 

  23. Indice di pericolo- Tensioattivi anionici (2) • I saponi invece sono considerati non tossici, anche se anch’essi hanno effetto irritante sulle mucose digestive.  E’ da tenere presente anche il rischio di inalazione della schiuma nei polmoni, con possibilità di soffocamento. • In particolare i detersivi per lavastoviglie hanno una tossicità molto maggiore di quella dei detersivi a mano, anche per la forte alcalinità.  Se viene ingerita anche una piccola quantità di prodotto possono aversi danni seri, come gravi lesioni emorragiche, mentre anche per contatto con la cute si possono avere lesioni gravi. 

  24. Tensioattivi cationici: il rischio Il più importante, il benzalconio cloruro, presenta un certo grado di tossicità.  Si ritiene che concentrazioni tra 0,1 e 0,5% siano in grado di dare irritazione delle mucose oculari, mentre a livello cutaneo sono irritanti concentrazioni di 10%.  A più gravi casi determina collasso, paralisi muscolari, alterazioni epatiche e renali. 

  25. Enzimi: il rischio per l’uomo Purtroppo anche questi non sono innocui.  Per la loro capacità di attaccare lo sporco di natura proteica, possono attaccare anche la pelle o penetrare nei polmoni.  Gli enzimi impediscono una rapida guarigione della pelle screpolata e possono creare allergie. 

  26. Ammorbidenti: il rischio • Oltre che alla presenza dei tensioattivi cationici, di cui si è già parlato, questi prodotti contengono anche alcol, in particolare alcol isopropilico (5%).  • Questo alcol è più tossico dell’alcol etilico, ma la sua pericolosità si osserva per ingestione di almeno 200 ml in un bambino e 2 litri nell’adulto, cosa abbastanza improbabile.  • Ha comunque un effetto irritante sulla mucosa dello stomaco e maggiore effetto depressivo sul SNC dell’alcol etilico. 

  27. Candeggianti commerciali • Sono prodotti per smacchiare e candeggiare i tessuti.  Possono contenere sodio ipoclorito, perborato, acido cloridrico.  • La candeggina commerciale ad esempio contiene, oltre al sodio ipoclorito, anche perborato e acido cloridrico al 15%.  Questi prodotti vengono usati anche per la pulizia delle superfici.  • L’ipoclorito di sodio, la comune varechina, è molto usato.  Agisce come ossidante sulle macchie colorate trasformandole in sostanze incolori.  Si trova nei prodotti sbiancanti in concentrazione dal 3 al 7 % . 

  28. I candeggianti: rischi per l’uomo • Nel caso del perborato sodico, in caso di ingestione il boro viene rapidamente assorbito, e anche se non è ancora ben noto il meccanismo di azione, si sa che vengono colpiti l’apparato digerente, con vomito e diarrea, il SNC con cefalea, agitazione , il rene con nefropatia, la cute con lesioni ed eritemi.  Nel bambino la dose tossica dell’acido borico è di 0,2 g per kg di peso corporeo, quella letale di 0,4 g per kg.

  29. I candeggianti: rischi per l’uomo (2) • Ipoclorito di sodio :è irritante per contatto, la sua dose letale per ingestione è per un bambino di pochi ml.  Attualmente è ancora più pericoloso perché i prodotti commerciali in cui si trova contengono sostanze profumate, per togliere lo sgradevole odore.  Così manca un elemento utile di allarme, con maggiore rischio per contatto o inalazione accidentale.

  30. Al contatto dell’ipoclorito con sostanze acide si sviluppa gas cloro, che è uno dei più potenti tossici. Il cloro è una delle sostanze più pericolose per la facilità con cui distrugge il tessuto polmonare portando ad edema.  Il suo odore acuto può essere percepito anche a basse concentrazioni, con bruciore agli occhi, al naso.  Per maggiori concentrazioni si ha sensazione di soffocamento, secrezioni anche emorragiche, fino allo spasmo e alla morte per edema polmonare. E nelle case le sostanze acide sono molto frequenti.  Al contatto dell’ipoclorito con ammoniaca si può sviluppare clorammina, gas molto irritante, che in alte concentrazioni può portare dalla faringite alla polmonite chimica. 

  31. Smacchiatori  • Gli smacchiatori liquidi sono miscele di solventi organici, efficaci soprattutto per le macchie di grasso.  • Quelli in pasta sono un impasto di solventi con adsorbenti in polvere tipo magnesia, cellulosa.  I principali solventi sono: tricloroetilene, tricloroetano, cloroformio, tetracloroetilene.  

  32. Pulizia delle pelli • I prodotti spray contengono propellente e sostanze impregnanti al silicone.  • Per le calzature si usano cere sciolte in trementina ed emulsioni oleose contenenti cere in benzina ed acqua.  • Gli autolucidanti contengono polimeri sciolti in glicole; gli impermeabilizzanti sigillano le fibre del cuoio senza però chiudere i pori. 

  33. Pulizia e trattamento delle superfici

  34. Detersivi multiuso e abrasivi per superfici La differenza tra detersivi multiuso e abrasivi sta nell’azione più efficace per questi ultimi nel togliere lo sporco per strofinio. • Gli abrasivi in polvere o liquidi contengono soprattutto granelli di quarzo o marmo, poco tensioattivo (3%), ed alcuni contengono anche candeggianti, costituiti da 1-2% di dicloroisocianurato di sodio, prodotto che libera cloro.  • I detersivi multiuso contengono invece molto più tensioattivo (10-14%), fosfati (5%), urea (5%) e disinfettanti a base di prodotti di condensazione ammina - aldeide.  

  35. Detersivi per stoviglie • E’ accertato che in un anno una persona ingerisce mediamente da 0,1 a 1 g di tensioattivi, che rimangono sui piatti appena lavati.  In alcuni paesi c’è anche l’usanza di lavare i piatti e riporli senza risciacquo.  

  36. Detersivi per piatti a lavaggio manuale Sono meno aggressivi di quelli per lavastoviglie.  • Essi contengono 10-20% di tensioattivo, e per il resto fosfati, essenze profumate, alcol, coloranti, e alcuni contengono sostanze protettive per la pelle.  • Alcuni contengono anche tensioattivi cationici che hanno l’effetto di dare lucidità alle stoviglie, eliminando l’effetto provocato dalle macchie che lascia l’evaporazione dell’acqua. • Quelli in polvere contengono sali anche per il 50-80%, come carbonato, silicato, solfato, citrato di sodio. 

  37. Detersivi per lavastoviglie Fanno una pulizia più profonda, a temperatura più alta (50-60°C) ed hanno azione igienizzante.  • Sono in genere molto alcalini perché contengono soda caustica, fosfati (6%) e sostanze cloranti come il dicloroisocianurato di sodio (2%) che distrugge i batteri. • Le macchine lavastoviglie contengono anche resine scambiatrici per addolcire l’acqua e prevenire le incrostazioni calcaree che a lungo andare rovinano i meccanismi.  • Le resine necessitano di sale da cucina alla fine per essere ripristinate. • Ai detersivi per lavastoviglie viene sommata poi l’azione dei "brillantanti", che contengono un alto contenuto di tensioattivi non ionici (20-50%) allo scopo di evitare la formazione di ombre calcaree dovute all’evaporazione delle gocce d’acqua sui piatti.  Contengono inoltre alcol isopropilico (20%) e acidi come l’acido citrico (20%) per annullare l’effetto alcalino dei detersivi. 

  38. Detersivi speciali per altre superfici

  39. I detersivi per forni Contengono, spesso in forma spray, soda caustica (15%) assieme a tensioattivi e solventi organici (10%).  Questi prodotti servono a togliere le incrostazioni sulle pareti dei forni.  L’uso di questi prodotti provoca tosse ed infiammazione della pelle e delle mucose. 

  40.   I detersivi per vetri e specchi • Contengono tensioattivi anionici con solventi organici come glicoletere o isopropanolo (10%).  • Il tensioattivo ha lo scopo di facilitare la bagnabilità del vetro per l’attacco allo sporco, il solvente quello di sciogliere lo sporco.  • Il glicoletere è molto usato anche per la sua alta velocità di evaporazione.  Purtroppo questa sostanza contiene quasi sempre piccole quantità del glicol corrispondente (glicol etilenico o glicol butilenico) che ne fanno aumentare la pericolosità.  • Attualmente sono molto in uso i prodotti multiuso, cioè adatti a qualsiasi tipo di superficie.  Possono contenere anche ammoniaca e fosfati. 

  41.   I detergenti per metalli • Hanno il compito di asportare il sottile strato di ossido o di solfuro nel caso dell’argento, che si forma sul metallo rendendolo opaco. • Il trattamento per l’argento è diverso da quello di altri metalli o leghe.  Per asportare lo strato di solfuro si usano creme a base di tensioattivi, tiourea e acido cloridrico, che, togliendo lo strato di solfuro, asportano anche un sottile strato di metallo . • Per gli altri metalli si usa un preparato di tensioattivi (15%), terra argillosa e benzina (35%).  Spesso si usa anche acido fosforico concentrato (3-40%). 

  42. Rischi per l’uomo • I detergenti per metalli, specie per l’argento, oltre a tensioattivi, contengono tiourea e acido cloridrico, che, togliendo lo strato di solfuro, asportano anche un sottile strato di metallo .  Queste creme sono tossiche.  La tiourea è valutata sospetta di cancerogeneità. 

  43. I derugginanti •  Contengono acido fosforico concentrato (40%), acido cloridrico, alcoli e fosfati di zinco ed alluminio. 

  44. Detersivi per lavabi e WC

  45. I detersivi per disgorgo lavabi Sono tra i prodotti più tossici.  • Contengono soda caustica(70 - 100 %) che ha il compito di saponificare i residui grassi e mandare in soluzione prodotti cheratinosi come i capelli.  • Contengono anche granuli di alluminio o zinco (2%),che in ambiente alcalino sviluppano idrogeno.  Per evitare una possibile esplosione si aggiunge nitrato di sodio (15%) che con idrogeno forma ammoniaca.  • I gas favoriscono la rimozione degli ingorghi.  Questo prodotto sviluppa molto calore, ed è molto aggressivo. • Se il prodotto è allo stato liquido, può contenere anche ipoclorito di sodio, che sviluppa meno calore. 

  46. I disincrostanti per calcare ed acidi urici nel WC Sono prodotti acidi o alcalini.  • Quelli acidi in polvere contengono bisolfato di sodio (87%) e acido solfammico, oppure se liquidi contengono acido cloridrico e fosforico (20-30%), solforico, formico, oltre a tensioattivi (7%).  • Quelli alcalini contengono, oltre al tensioattivo (4%) , ipoclorito di sodio (67%), assieme a formaldeide, fenoli o clorofenoli. 

  47. Detersivi e lucidanti per pavimenti

  48. I detersivi autolucidanti per pavimenti Contengono, oltre a cera, polimeri acrilici ricavati per sintesi da prodotti del petrolio, sciolti in solventi idrosolubili come glicoletere.  • Essi formano sul pavimento una pellicola di plastica, che dà l’effetto di lucidità: il guaio è che per eliminarla bisogna usare detersivi e prodotti molto aggressivi, come ammoniaca e solventi.  • Inoltre dalla loro evaporazione dal pavimento escono i vapori che vengono inalati.  • Infatti questi prodotti non richiedono risciacquo, e le sostanze chimiche rimangono sul pavimento.  

  49. Le cere sintetiche per pavimenti Sono polimeri dal petrolio, come copolimeri stirolo-acrilato in concentrazione maggiore ed emanano un odore che non è salutare.  • Per i mobili in legno vengono usati prodotti lucidanti di sintesi, che contengono solventi organici come xilolo, toluolo, tricloroetilene.  • Alcuni detersivi per pavimenti contengono anche solventi organici per eliminare possibili residui di cera. 

  50. Insetticidi, disinfettanti, deodoranti

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