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EUTANASIA Definizione dei termini Storia del problema Contesto culturale

Il concetto non è "eutanasia è un bene" o "eutanasia è un male"'. Io come biologo posso affrontare la parte pratica; arrivare a un metodo scientifico per stabilire quando un ammalato ha più interesse a restare in vita o quando gli conviene cessare di vivere. Renato DULBECCO.

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EUTANASIA Definizione dei termini Storia del problema Contesto culturale

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Presentation Transcript


  1. Il concetto non è "eutanasia è un bene" o "eutanasia è un male"'. Io come biologo posso affrontare la parte pratica; arrivare a un metodo scientifico per stabilire quando un ammalato ha più interesse a restare in vita o quando gli conviene cessare di vivere. Renato DULBECCO La vita è nostra, non è affatto un dono di Dio, parola di atea. Siamo noi i padroni del nostro destino, delle nostre scelte, anche di quella, indubbiamente complessa e difficile, di decidere quando morire. Margherita HACK

  2. Ho visto troppe morti terribili, che se avessi potuto, avrei dato io il colpo decisivo per impedire una ulteriore sofferenza (…) Ricordo ancora mia moglie, quando era alla fine, che mi supplicava con gli occhi di esaudire il suo desiderio di "staccare la spina", come si dice, appunto, e non potei farlo; ma da allora ho giurato a me stesso che, se mi capiterà l'occasione, lo farò. Indro MONTANELLI Io ho una gran paura della sofferenza. Per questo dico: meglio che provveda un medico, meglio morire con un po' d'anticipo se quello che ci resta da vivere è solo un martirio. Paolo VILLAGGIO

  3. EUTANASIA Definizione dei termini Storia del problema Contesto culturale

  4. EUTANASIA • Definizione dei termini • dalla buona morte… all’intervento diretto • eutanasia attiva • eutanasia passiva • eutanasia neonatale, eutanasia sociale • accanimento terapeutico

  5. EUTANASIA • Storia del problema • Nell’antichità • ripresa dal nazismo • dibattito attuale

  6. EUTANASIA • Contesto culturale di oggi • comprensione umanitaria • tentativo di legalizzazione • Quali spinte etiche, culturali ed ideologiche?

  7. Secolarizzazione  non sacralità Principio soggettivista relativismo Principio della libertà cultura radicale Principio del piacerecultura edonista Principio dell’utileutilitarismo Principio del maggior beneficio contrattualismo Principio dell’assolutezza della scienza  scientismo

  8. senso della vita? non senso della sofferenza assurdità della morte (realtà ultime) DIGNITA’ DELLA VITA in relazione al qui ed ora

  9. Oscenità della morte Oscenità del dolore Non senso del vivere e del morire

  10. In Francia ai bambini si dice che i nonni defunti sono partiti per un viaggio lontano • in Inghilterra si dice che riposano in un giardino in cui spunta il caprifoglio • Non sono più i bambini che spuntano sotto i cavoli ma i morti che scompaiono tra i fiori

  11. De-sacralizzazione della vita Negazione dell’inviolabilità Plausibilità dell’eutanasia

  12. Manifesto sull’eutanasia (The Humanist, 1974) «Noi crediamo che la coscienza morale sia abbastanza sviluppata nella nostra società per permetterci di elaborare una regola di condotta umanitaria per quanto riguarda la morte e i morenti. Deploriamo la morale insensibile e le restrizioni legali che ostacolano l'esame di quel caso etico che è l'eutanasia. Facciamo appello all'opinione pubblica, illuminata, perché superi i tabú tradizionali e abbia compassione delle sofferenze inutili al momento della morte [ …]. Ogni individuo ha il diritto di morire con dignità».

  13. «Affermiamo che è immorale tollerare, accettare o imporre la sofferenza. Crediamo nel valore e nella dignità dell'individuo, ciò implica che lo si tratti con rispetto e lo si lasci libero di decidere ragionevolmente della propria sorte [ ]. In altri termini bisogna fornire il mezzo di morire "dolcemente, facilmente" a quanti sono afflitti da un male incurabile o da lesioni irrimediabili, giunti all'ultimo stadio. Non può esservi eutanasia umanitaria all'infuorì di quella che provoca una morte rapida e indolore ed è considerata come un beneficio dall'interessato.

  14. È crudele e barbaro esigere che una persona venga mantenuta in vita contro il suo volere e che gli si rifiuti l'auspicata liberazione quando la sua vita ha perduto qualsiasi dignità, bellezza, significati, prospettiva d'avvenire. La sofferenza inutile è un male che dovrebbe essere evitato nelle società civilizzate […]. Raccomandiamo a quanti condividono il nostro parere di firmare le loro "ultime volontà di vita", di preferenza quando sono ancora in buona salute».

  15. Solo la conoscenza scientifica è oggettiva. Questa è incompatibile con la conoscenza soggettiva, pertanto i valori etici sono solo immaginazione e mito. • L’uomo sorto dal caso e dalla necessità è arbitro di sé ed ha solo se stesso come unico riferimento; la ragione scientifica è l’unico destino e non deve risponderne a nessuno. • L’uomo sa finalmente di essere solo, nell’immensità indifferente dell’universo da cui è emerso per caso. • Per cui è immorale accettare o imporre la sofferenza • L’unico valore è la dignità dell’individuo • L’uomo va lasciato libero di decidere della propria sorte: vanno forniti i mezzi di morire dolcemente a quanti sono afflitti da mali incurabili all’ultimo stadio.

  16. Indicazioni etiche sull’eutanasia Rifiuto dell’eutanasia propriamente detta Uso proporzionato dei mezzi terapeutici Cure normali e cure palliative Rifiuto dell’accanimento terapeutico Uso degli analgesici La verità al paziente terminale

  17. Rifiuto dell’eutanasia propriamente detta Non parlare di eutanasia diretta e indiretta (cura del dolore) perché può ingenerare equivoci Non parlare di eutanasia attiva e passiva (omissione di cure) perché può ingenerare equivoci Eutanasia che parte dalla compassione: è falsa pietà Eutanasia definita per legge: obiezione Oltre alle motivazioni di ordine religioso si impone il valore fondamentale della vita umana come valore laico; diritto naturale o, meglio, diritto fondamentale dell’uomo come fondamento dell’etica

  18. Uso proporzionato dei mezzi terapeutici Diritto a morire in serenità e dignità senza ricorrere a mezzi sproporzionati - in mancanza di altri rimedi è lecito ricorrere a mezzi sperimentali anche se no esenti da rischio - è lecito interrompere tali mezzi (sentito il parere del malato, dei familiari e di competenti) se non hanno efficacia - è sempre lecito accontentarsi di mezzi normali: non si può imporre l’uso di mezzi rischiosi o onerosi - nel caso di morte imminente è lecito rinunciare a trattamenti che prolungano la vita in modo precario e penoso, senza tuttavia interrompere le cure normali

  19. Cure normali e cure palliative • - Quando ogni cura risulta essere inefficace ogni intervento è sproporzionalo e si deve ricercare non la guarigione ma il rispetto verso il paziente • Cure normali: alimentazione, idratazione, (artificiali o meno) pulizia… • - Cure palliative: terapie oncologiche • - Cure di supporto: antidolorifici,… sostegno psicologico, sostegno dell’equipe curante e assistenti volontari

  20. Rifiuto dell’accanimento terapeutico • - Rifiuto dell’accanimento terapeutico nel caso di morte accertata • - Problema della constatazione di morte: (stato di morte cerebrale totale) • - Coma reversibile: obbligo di usare tutti i mezzi a disposizione • - Coma irreversibile: solo cure ordinarie e non straordinarie (sfibranti e onerose) che prolungano l’agonia (sarebbe accanimento) • Prolungare la vita solo artificialmente sarebbe offensivo per il morente e i familiari • Caso del coma irreversibile prolungato che rimane in vita con le sole cure ordinarie Per alcuni vita umana (biologica) e non vita umana personale (relazione); ma questa distinzione fa problema

  21. Uso degli analgesici • È lecito l’uso degli analgesici anche se col rischio di abbreviare la vita in mancanza di altri mezzi • Lecito l‘uso di analgesici che tolgono l’uso della coscienza purché il morente abbia avuto il tempo di svolgere i suoi doveri religiosi e morali • È necessario il consenso del paziente • Occorre proporzionare la somministrazione al dolore per non scadere in eutanasia

  22. La verità al paziente terminale - Diritto all’informazione - Verità come criterio per ogni atto morale - Questa informazione va tenuta in un contesto di comunicazione umana - La verità va commisurata alla capacità del soggetto di riceverla adeguatamente

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