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Corso 4a – La Memoria: processi e modelli

Corso 4a – La Memoria: processi e modelli. La codifica dell’informazione Il modello tradizionale della memoria di Atkinson e Shiffrin Il modello della memoria di lavoro di Baddeley Il modello dei sistemi di memoria di Tulving Oblio e distorsione dei ricordi

evan
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Corso 4a – La Memoria: processi e modelli

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  1. Corso 4a – La Memoria: processi e modelli La codifica dell’informazione Il modello tradizionale della memoria di Atkinson e Shiffrin Il modello della memoria di lavoro di Baddeley Il modello dei sistemi di memoria di Tulving Oblio e distorsione dei ricordi Strategia di apprendimento e memoria: la preparazione degli esami

  2. The memoryis… • Memory is about  • encoding, storage, and retrieval. • the brain, especially the hippocampus and parietal and frontal lobes.

  3. Introduzione • La memoria ha la funzione di permettere agli organismi di trarre vantaggio dall’esperienza passata. • Nel corso dell’evoluzione si sono selezionati, però, diversi modi per realizzare tale obiettivo e lo studio della memoria umana ha permesso di frazionare la nostra capacità di ritenere nuove informazioni portando all’individuazione di diversi sistemi di memoria.

  4. Capitolo 1 • La codifica dell’informazione

  5. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e ENCODING CODIFICA IMMAGAZZINAMENTO RECUPERO encoding storage retrieval La memoria I 3 stadi della memoria • I 3 stadi della memoria: • Codificazione = imprimere nella mente, immettere nella memoria (encoding); • Immagazzinamento = tenere a mente, ritenzione, mantenere in memoria (storageretention); • Recupero = ricordo, recuperare dalla memoria (retrieval)

  6. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e La memoria La natura attiva e dinamica • La memoria èla capacità di conservare nel tempo le informazioni apprese e di recuperarle quando servono in modo pertinente. • Ogni nuova esperienza comporta dei cambiamenti nei circuiti nervosi, rafforzandone alcuni e indebolendone altri, così da creare nuovi circuiti nervosi. • Anche ricordare qualcosa è un processo attivo e dinamico che modifica il ricordo stesso, dipendente dalla storia di ciascun individuo. • La memoria è un sistema in continuo divenire,non un’informazione morta.

  7. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e La memoria I limiti della memoria • La memoria è limitata • in termini quantitativi • circa il numero d’informazioni che possiamo immagazzinare • in termini di durata • molti apprendimenti decadono dopo un certo periodo di tempo • Quindi è strettamente connessa con l’OBLIO. • Il fatto di dimenticare costituisce un grande vantaggio e una fortuna, in quanto elimina dalla mente molte informazioni superflue e irrilevanti e, in tal modo, lascia spazio per nuovi apprendimenti. • Shereshevkii studiato dal neurofisiologo Alexander Luria non riusciva a dimenticare nulla comportando un disadattamento all’ambiente, e un’incapacità a discriminare ciò che è importante da ciò che è insignificante.

  8. Capitolo 2 • Il modello tradizionale della memoria di Atkinson e Shiffrin

  9. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Le metafore sulla memoria • Gli psicologi cognitivi hanno ottenuto una grande quantità di dati importanti sulla memoria attraverso lo studio di soggetti mnemonisti, amnesici e normali. • Ma come vengono organizzati questi dati per capire come funziona la memoria? • Le differenze principali tra queste interpretazioni alternative sono centrate sulla metafora usata per concettualizzare la memoria. • Nancy Waughe Donald Norman (1965) hanno proposto un modello della memoria basato sulla distinzione tra 2 strutture della memoria: • lamemoria primaria, che mantiene temporaneamente l’informazione per l’uso corrente, e • la memoria secondaria, che mantiene l’informazione permanentemente, o almeno per un tempo molto lungo.

  10. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Il modello tradizionale di memoria • Atkinson e Shiffrin(1977) proposero una metafora alternativa, multiprocesso o multimomodale che è un modello input-output composto da tre componenti: • il registro sensoriale(RS): sistema a capacità elevata ma di rapido decadimento • la memoria a breve termine (MBT) • la memoria a lungo termine (MLT)

  11. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Figura del modello di Atkinson e Shiffrin

  12. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria D G H P s i c o l o g i a G e n e r a l e J B M Riquadro con contrassegno Riquadro con lettere W Z P La scoperta di Sperling:il registrosensoriale • Sperling (1960) dimostrò l’esistenza di un tempo di ritenzione molto al di sotto di quello considerato proprio della memoria a breve termine, ipotizzando un’ulteriore unità di memorizzazione nella quale l’informazione viene fissata in un registro sensoriale. • Procedura del resoconto parziale • vengono presentate visivamente, per soli 50 millisecondi, 9 lettere disposte su 3 righe e 3 colonne. • un suono di diversa altezza indica quale riga deve essere nominata = stima del numero totale di lettere disponibili nel registro sensoriale.

  13. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Procedura di resoconto parziale di Sperling • Vengono presentate visivamente per 50 millisecondi 9 lettere, disposte su 3 righe e 3 colonne. Un suono di diversa altezza indica quale riga deve essere nominata. • Sperling stimò il numero totale di lettere che erano disponibili nel registro sensoriale moltiplicando la media delle lettere ricordate dopo il segnale sonoro per tre (per questo la scala in figura va da 0 a 9). • I dati mostrano che il registro sensoriale è un sistema a capacità elevata ma di rapido decadimento.

  14. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e La Memoria a Breve Termine • Memoria a breve termine (MBT)  • conserva le informazioni per circa mezzo minutoe ha una capacità limitata. • Esempio: far fare due compiti cognitivi a un soggetto = dimostrazione dei limiti della MBT • Miller (1956)  • Il magico numero 7±2 per indicare la quantità di unità di informazioni diverse che si possono ricordare dopo una singola prestazione e in assenza di ripetizioni. • Tecniche di raggruppamento (chunk) per formare unità di informazione complesse.

  15. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e La memoria a breve termine e il cuscinetto di reiterazione • Brown (1958) e Peterson e Peterson (1959)  • Idearono una tecnica consistente nel far fare due compiti cognitivi a un soggetto e nel mostrare che lo spazio, più o meno grande, della MBT occupato da uno dei due rendeva difficile l’esecuzione dell’altro compito. • verificarono che in presenza di compiti distrattori (compiti d’interferenza) i soggetti non erano in grado di ricordare neppure tre informazioni dopo 18 secondi. • Marshet al. 1997 • In condizioni particolari tale volatilità può diventare molto elevata e la MBT può durare anche solo 2 secondi. • Per esempio, se state ripetendo un numero nuovo di telefono dopo averlo letto dall’elenco e un compagno nello stesso momento vi dice l’indirizzo della persona in oggetto, è probabile che non riusciate a finire di comporre il numero sulla tastiera a causa di questa interferenza. • Il cuscinetto di reiterazione (rehearsal buffer) • Per evitare il rapido deterioramento delle informazioni, esse vanno ripetute con frequenza per mantenerle presenti nel cosiddetto cuscinetto di reiterazione. • Le informazioni ripetute abbastanza a lungo sono trasferite nella memoria a lungo termine; le altre sono rimpiazzate da nuovi stimoli.

  16. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e La Memoria a Lungo Termine • Memoria a lungo termine (MLT) • MLT = nozione ingenua di memoria • La probabilità che le informazioni passino dalla MBT alla MLT è in funzione: • della reiterazionedelle informazioni nella MBT; • dell'integrazione e organizzazione del materiale in strutture organizzate (esperimento di Mandler). • Il modello sequenzialedi Aktinson e Shiffrin privilegia la dimensione della durata temporale del ricordo ma non tiene conto di altre importanti variabili della memoria. • La stessa distinzione fra MBT e MLT non va intesa in modo dicotomico e discreto. • Ricerche recenti condotte su pazienti con MBT danneggiata ma MLT sana hanno mostrato che la sequenzialità non è una condizione indispensabile. • Inoltre, si è provato che non è la semplice ripetizione ad aumentare la probabilità di passaggio alla MLT, bensì l’elaborazione e l’integrazione del materiale in strutture organizzate già operanti nella MLT

  17. Capitolo 3 • Il modello della memoria di lavoro di Baddeley

  18. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Memoria di Lavoro di Baddeley 1/3 • Baddeley (1992)  • Ha approfondito la comprensione della MBT e ha chiamato questo stadio memoria di lavoro(ML) in quanto conserva temporaneamente le informazioni e nello stesso procede a una loro elaborazione attiva. • La ML concerne il presente ed è stata fatta coincidere con la coscienza in senso stretto. • La ML è articolata in 4 sottosistemi distinti.

  19. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Diagramma della memoria di lavoro (Baddeley, 2000) Esecutivo centrale Taccuino Visuo-spaziale • Tampone • episodico • Circuito • fonologico Semantica visiva Memoria episodica a lungo termine Linguaggio Sistemi fluidi Sistemi cristallizzati

  20. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Memoria di Lavoro di Baddeley 3/3 • L’esecutivo centrale (central executive)  controlla i dati provenienti dai due sottosistemi e svolge funzioni essenziali come il controllo attentivo delle azioni. • È un sistema flessibile per il controllo e la regolazione dei processi cognitivi richiesti dalla situazione. • Collega le informazioni provenienti dalle diverse fonti in episodi coerenti, coordina i sottosistemi, orienta le risorse attentive a disposizione in modo selettivo, è in grado di cambiare i piani di reiterazione e attiva momentaneamente la memoria a lungo termine.

  21. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Memoria di Lavoro di Baddeley 2/3 • Il circuito fonologico (fonologicalloop)  concerne il parlato conserva l’ordine in cui le parole sono presentate. È suddiviso in 2 componenti: • Il magazzino fonologico (phonologicalstore)  • In grado di trattenere le tracce acustiche per circa 2 secondi • Il sistema articolatorio (articulatory system)  • Reitera le tracce acustiche a livello subvocale. È inoltre caratterizzato da: • l’effetto della similarità fonologica le paroleche sono simili a livello fonologico sono ricordatepeggio. • l’effetto della lunghezza delle parole  una sequenza di parolecorte è riprodotta piùfacilmente di una di parolelunghe. • l’effetto della soppressione articolatoria la memoria del materiale verbale è danneggiata soprattutto a livellosintattico se si richiede alle persone di ripetere nello stesso tempo e in continuazione qualcosa di irrilevante ad alta voce come “hi-ha”, poiché tale comportamento blocca il processo di reiterazione.

  22. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Memoria di Lavoro di Baddeley 2/3 • Il taccuino visivo-spaziale(visuospatialsketchpad) è adibito all’elaborazione e al mantenimento dell’informazione visiva e spaziale, nonché delle immagini mentalied è composto da: • nascondiglio visivo (visual cache) ha la funzione di conservare le informazioni concernenti la forma e i colori; • scrivano interno(innerscribe) è implicato nella reiterazione attiva delle informazioni riguardanti lo spazio e i movimenti, soprattutto quelli del corpo.

  23. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Memoria di Lavoro di Baddeley 3/3 • Il tampone episodico (episodic buffer)  sottosistema schiavo, di più recente introduzione, ha la funzione di collegare insieme informazioni provenienti da diverse parti in modo da comporre un episodio coerente, nonché di combinare singoli elementi per costruire strutture più articolate a partire dalle informazioni visive, come la memoria di una storia o della scena di un film.

  24. Capitolo 4 • Il modello dei sistemi di memoria di Tulving

  25. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Il modello dei sistemi di memoria • Tulving(1972; 1985) ha proposto un frazionamento della MLT, distinguendo 3 differenti sistemi • memoria episodica • memoria semantica • memoria procedurale Suggerisce l’ esistenza di sistemi di memoria separati deputati all’organizzazione e all’immagazzinamento dell’informazione relativa a eventi con una precisa collocazione nel tempo (ad es., “cosa avete mangiato a pranzo ieri?”, “chi e stata la prima persona che avete visto questa mattina?”), e di un sistema che viceversa memorizza l’informazione senza un riferimento temporale specifico (“chi erano i due psicologi che per primi proposero il modello della memoria dei tre magazzini?”, “cosa si intende per mnemonista?”).

  26. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Figura dei sistemi di Memoria MEMORIA Memoria sensoriale Memoria a brevetermine Memoria di lavoro Memoria a lungo termine Memoria esplicita (dichiarativa) Memoria implicita (non dichiarativa) Episodica Semantica Procedurale Apprendimento associativo Apprendimento non associativo Autobiografica Priming (percettivo- semantico) Condiziona-mento classico Abilità motorie Sensibilizzazione Assuefazione Eventi personali specifici Significati Conoscenze generali Coscienza anoetica Coscienza noetica Coscienza autonoetica

  27. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e La memoria episodica • La memoria episodica • conserva le informazioni relative ad eventi o episodi inseriti nel loro contesto temporale e spaziale, direttamente esperiti dal soggetto, con ricchezza di dettagli ed archiviati in riferimento temporale agli altri eventi autobiografici già depositati. • Ad esempio, la memoria episodica può conservare il ricordo di quella volta che andammo al ristorante ed il cameriere inciampò versando la carne al ragù sul vestito della signora seduta al tavolo affianco al nostro; lei si arrabbiò molto, soprattutto quando il cameriere non si sbrigava a portarle lo smacchiatore; poi la signora si alzò ed andò via urlando, con il suo vestito bianco macchiato di rosso sulla spalla destra; c’era molta gente nel ristorante e tutti iniziarono a ridere; ci divertimmo molto, nonostante quella sera fossimo un po’ preoccupati perché il giorno dopo dovevamo sostenere un esame difficile; era una serata molto calda e dopo cena facemmo una passeggiata.

  28. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e La memoria semantica • La memoria semantica  • conserva le informazioni in maniera indipendente dal contesto in cui le abbiamo apprese e le archivia all’interno della preesistente struttura cognitiva, ponendole in relazione semantica alle altre informazioni presenti. • Ad esempio, io so cos’è un ristorante, so che al ristorante ci si va per mangiare, so che la carne al ragù è un cibo, che è cucinato con la salsa di pomodoro, che il pomodoro è un vegetale, che anche la rosa è un vegetale, ma che questa, a differenza del pomodoro è un fiore e così via. Posso anche sapere di aver sostenuto quel difficile esame in quel giorno di giugno e sapere che a giugno in genere fa caldo, senza naturalmente ricordare niente dell’interrogazione. Insomma, la memoria semantica si riferisce alle nostre conoscenze generali, comprese le parole, le regole di comportamento, i concetti astratti, una regola della grammatica greca, ma anche l’indirizzo di casa ed il proprio numero di telefono. • Nelle prime fasi dell’esistenza, le conoscenze semantiche si formano a partire da ripetute esposizioni personali ad una particolare esperienza, da cui viene astratta una conoscenza generale. • Ripetuti incontri con un cane ci permettono di sapere che il cane ha quattro zampe, abbaia, ecc. • Una volta acquisite, le conoscenze semantiche si svincolano dalla situazione in cui sono state apprese. • Ad esempio, possiamo conoscere il teorema di Pitagora senza necessariamente ricordare quando l’abbiamo imparato.

  29. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e La demenza semantica • Paziente affetta da demenza semantica  • la conoscenza residua delle funzioni degli oggetti dipendevadall’uso che ne faceva personalmente: • riferiva che la brocca era un oggetto che serviva a mettercidentroi fiori, così come l’utilizzava nella propria casa, ma aveva dimenticato la sua funzione, tipica, di contenitore di liquidi (Snowden, 2002).

  30. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e La dipendenza della memoria episodica da quella semantica • Tulving (1995) e la dipendenza della memoria episodica da quella semantica  • ha dimostrato che la frequente origine esperienziale delle conoscenze semantiche non vuol dire tuttavia che esse derivano dalla memoria episodica. • L’immagazzinamento delle informazioni nei due sistemi è organizzato in maniera seriale a partire dalla memoria semantica, per cui esse debbono prima essere elaborate dal sistema semantico e solo successivamente possono entrare in quello episodico. • Un’informazione può entrare nel magazzino semantico senza essere passata per quello episodico. • Vi sono esempi clinici di soggetti con grave amnesia episodica che, tuttavia, sono in grado di acquisire nuove conoscenze semantiche, mentre non sarebbe possibile il contrario (Tulving, 2001). • Non si può ricordare in maniera episodica, quindi, ciò che non ha preliminarmente acquisito un significato nel contesto delle nostre conoscenze precedenti.

  31. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e La memoria autobiografica • Memoria autobiografica  • È spesso utilizzata in maniera intercambiabile con quella episodica, tuttavia la memoria autobiografica comprende anche una memoria semantica personale che include, invece, i fatti autobiografici, che non differiscono sostanzialmente dagli altri fatti relativi al mondo (Kopelmanet al., 1989; Cermak, O’Connor, 1983). • Possiamo conoscere informazioni relative al nostro passato, come il nome dei colleghi di lavoro o dei compagni di classe delle scuole superiori, allo stesso modo in cui conosciamo, ad esempio, fatti storici, come il nome dei sette re di Roma. • Incidentalmente, va notato come la memoria semantica personale può essere danneggiata più gravemente di quella relativa a personaggi pubblici, nonostante ciò possa sembrare paradossale.

  32. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e La memoria procedurale • La memoriaprocedurale(Tulving, 1985, 1983)  • si riferisce all’apprendimento di associazioni tra stimoli e risposte, comprese quelle che implicano complesse configurazioni dello stimolo e sequenze di risposta. • Sono apprendimenti che avvengono lentamente e non comportano una rappresentazioneinterna ma producono direttamente i loro effetti sul comportamento, in maniera automatica, rigida ed inconsapevole. • Contiene le informazioni sul come vanno fatte le cose e permette l’acquisizione, la ritenzione e l’utilizzo di abilità motorie, percettive e cognitive. • Ad esempio, possiamo essere bravissimi ad andare in bicicletta senza per questo ricordare quando e dove l’abbiamo imparato (memoria episodica), né saper spiegare come facciamo a rimanere in equilibrio (memoria semantica). Lo facciamo e basta. • La memoria procedurale, dunque, non è accompagnata da alcuna consapevolezza ed è quindi definita anoetica.

  33. MLT: Memoria procedurale • La memoria procedurale  • riguarda la conservazione delle abilità e delle procedure con cui fare le cose. • È una forma implicitadi memoria (in particolare, negli aspetti motori) che ha sede prevalente nei gangli basali nel cervello. • Le persone, di solito, hanno difficoltà a spiegare verbalmente ciò che essi sono cacaci di fare e come lo fanno. La soluzione più semplice per loro è far vedere come si fa  valore ostensivo della memoria procedurale. • È valutabile solo attraverso l’esecuzione delle attività in oggetto.

  34. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e MLT: Memoria dichiarativa • La memoria dichiarativa  • concerne la conservazione delle conoscenze circa fatti che possono essere acquisiti in una volta sola e che sono direttamente accessibili alla coscienza. • È una memoria esplicita che ha sede nell’ippocampo e nella corteccia temporale.

  35. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Memoria per fare e per conoscere • La distinzione fra memoria procedurale e memoria dichiarativa è stata riferita alla differenza fra il sapere cosa (knowingthat) e il sapere come (knowinghow) • Sindrome di Korsakoff grave conseguenza cerebrale dell’alcolismo prolungato che determina una dimostrata cattivacodifica. • Questi soggetti che soffrono di amnesia anterograda e di confabulazione, non sono più in grado di generare nuovi ricordi a livello dichiarativo ma sono ancora in grado di conservare ricordi a livello procedurale (per esempio, sono capaci di costruire il puzzle noto come Torre di Hanoi).

  36. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Amnesia • MBT vs MLT  • Disturbo MLT (amnesia classica) • da lesione bitemporale • da lesione mammillo-talamica (esKorsakov) • Disturbo MBT (parietali sx inf.) • Episodica vs Semantica  • Disturbo episodica (amnesia classica) • Disturbo semantica (afasie) • Retrograda e Anterograda  • Retro: incapacità a memorizzare esplicitamente materiale vecchio. • Antero: incapacità a rievocare esplicitamente materiale nuovo.

  37. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Torre di Hanoi

  38. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e La memoria implicita ed esplicita • Memoria esplicita • di informazioni consapevolmente apprese. A questa si applicano la nozione quotidiana di oblio. • Memoria implicita  • Rilevabile solo grazie a sofisticati paradigmi sperimentali o esaminando pazienti con lesioni cerebrali. • Si mostra che un compito precedente (leggere delle parole), ha degli effetti su un compito successivo, non necessariamente di memoria, per esempio, completare parole o frasi. • Noi non ci rendiamo affatto conto di questo tipo di interferenza dovuta all’attivazione anticipatoria(priming) di un’area di conoscenze.

  39. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Disturbi della memoria implicita ed esplicita • Recentemente si è riusciti, studiando pazienti con danni cerebrali, non solo a separare memoria implicita ed esplicita, ma anche a localizzare le aree del cervello deputate alle due funzioni. • La memoria implicita interessa l’apprendimento motorio, come quando impariamo i movimenti di uno sport (che, infatti, sono impermeabili all’oblio e, quindi, difficili da correggere). • È discutibile se si debbano estendere le nozioni quotidiane di memoria e oblio a questi processi che implicano forme di recupero, di interferenza e di cancellazione che sono automatiche e fuori dal controllo cosciente di una persona. • Peraltro, pazienti con gravi forme di amnesia per informazioni esplicite riescono ad acquisire e conservare ricordi nella memoria implicita attraverso il priming e l’apprendimento motorio. Inoltre tali soggetti presentano dei gravi deficit nella memoria esplicita ma non in quella implicita.

  40. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e La memoriaepisodica e semantica 1/3 • Memoria episodica  • Riguarda ciò che noi ricordiamo. • Quello che noi intendiamo abitualmente per memoria ed oblio, coincide con la memoria episodica. • Memoria semantica • Riguarda ciò che noi sappiamo. • Sono entrambe memorie a lungo termine. • Mentre il ricordo implica sempre conoscenza, non vale la relazione inversa.

  41. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e La memoriaepisodica e semantica 2/2 • La memoria episodica evolutivamente compare in seguito alla memoria semantica. • Gli uccelli e i mammiferi hanno conoscenze ricche ed articolate sul mondo esterno (memoria semantica), ma pressoché nulle sulle loro esperienze personali (memoria episodica). • La memoria di cui ci parlano i poeti e i letterati classici è sempre la memoria episodica, che infatti si colora di tinte affettive (ed evoca emozioni come nostalgia, tristezza, melanconia, felicità ecc.).

  42. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e La memoriaepisodica e semantica 2/2 • I due sistemi, semantico ed episodico, operano serialmente: • l’informazione, per entrare nella memoria episodica, deve passare per quella semantica. In effetti, è esperienza comune che una persona ignorante in un certo ambito non può organizzare in memoria alcune informazioni (e, ovviamente, non avendole conservate non può nemmeno dimenticarle: spesso gli studenti agli esami dicono che non ricordano, ma spesso non ricordano non avendo mai appreso). • I due sistemi interagiscono nel mantenere le informazioni, anche se il recupero può avvenire tramite uno solo dei due sistemi, come ha dimostrato sperimentalmente Tulving e come è emerso dagli studi con pazienti con lesioni cerebrali.

  43. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e La coscienza anoetica, noetica e autonoetica • La memoria procedurale possiede una coscienzaanoetica • è caratteristica anche delle piante, di animali molto semplici e, perché no, di macchine capaci di accrescere la propria conoscenza (ad esempio i computer). • La memoria semantica, costituita da rappresentazioni consapevoli delle proprie conoscenze, è una memoria noetica • Permette la consapevolezza introspettiva delle proprie conoscenze sul mondo. • È posseduta anche da animali poco evoluti e dai bambini molto piccoli. • La memoria episodica possiede una coscienza autonoetica  • È l’unica che permette di risperimentare in maniera consapevole il proprio passato (Tulving, 2002), possedendo una caratteristica che la rende straordinaria: la «consapevolezza della propria identità e della propria esistenza in un tempo soggettivo, che si estende dal passato, attraverso il presente, al futuro». • La coscienza autonoetica non soltanto ci permette di essere consapevoli dei contenuti delle nostre esperienze passate, ma ci consente anche di riviverle in riferimento a noi stessi, in una sorta di viaggio nel tempo, che assume la caratteristica soggettiva di “io ricordo”, “io so”.

  44. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e La funzione cronestesica • La funzione tipicamente umana della cronestesia  • La coscienza autonoetica permette anche di immaginarci nel futuro (Tulving 2002), capacità neurocognitiva, tipicamente umana, che permette la consapevolezza della dimensione temporale dell’esistenza e la possibilità di pensare il tempo soggettivo. • La cronestesia è prerequisito sia della memoriaepisodicache della capacità di immaginare il futuro. • K.C. era totalmente incapace di ricordare episodi del proprio passato, ma anche di immaginare il proprio futuro. Se gli veniva chiesto di descrivere il proprio stato mentale quando cercava di ricordare il passato, K.C. rispondeva: «Vuoto», la stessa risposta che forniva quando gli veniva chiesto di immaginare il proprio futuro. • Tulving ritiene che la cronestesia sia una funzione mediata dai lobi frontali e che sia specifica della specie umana. • L’emergenza di questa abilità ad un certo punto dell’evoluzione avrebbe avuto un grosso ruolo nel produrre lo sviluppo della cultura e della civilizzazione. • Emerge tardi nell’evoluzione della specie, come una sorta di “abbellimento” (così come lo definisce l’autore, Tulving, 2002) della memoria semantica, reso possibile dalla capacità di viaggiare nel tempo.

  45. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e La memoria episodica in età evolutiva • Cronestesia e memoria episodica in età evolutiva  • La capacità di viaggiare nel tempo e, di conseguenza, della memoria episodica così come definita da Tulving, si svilupperebbe soltanto intorno ai 4 anni. • Gopnick e Graf (1988) fecero apprendere a dei bambini di età compresa tra i 3 ed i 5 anni il contenuto di un cassetto attraverso tre modalità differenti. Ad alcuni fu mostrato direttamente, ad altri fu invece riferito verbalmente e ad altri ancora furono dati dei suggerimenti in modo che lo indovinassero da soli. Mentre non ci furono differenze di età nella capacità di conoscere il contenuto del cassetto, solo i bambini di 5 anni furono capaci di riferire come lo avessero appreso, mentre quelli di 3 anni risposero a caso. Insomma sapevano “cosa” (conoscenza semantica), ma non ricordavano il contesto dell’apprendimento. • L’incapacità dei bambini più piccoli a ricordare la fonte degli apprendimenti sembra confermata anche da un altro esperimento in cui a bambini di 4 e 5 anni vennero insegnati i nomi di colori sconosciuti. Tutti i bambini mostrarono di impararli, ma quelli di 4 anni non ricordavano che gli fossero stati insegnati quello stesso giorno e sostenevano di averli sempre conosciuti (Taylor et al., 1994). • I bambini più piccoli sembrano poter ricordare i “fatti” ma non il contesto in cui li hanno appresi.

  46. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e L’amnesia infantile • L’amnesia infantile Gli adulti non potrebbero viaggiare indietro nel tempo oltre i 4 anni perché gli eventi precedenti sarebbero stati esperiti in assenza di una coscienza autonoetica sufficientemente sviluppata per permettere l’immagazzinamento episodico delle esperienze (Wheeleret al., 1997). • Gli adulti sembrano avere pochi o nessun ricordo personale (memoria episodica) relativo ai primi anni di vita, nonostante in questo periodo vengano apprese la maggior parte delle cose che sappiamo del mondo (memoria semantica) senza che queste vengano poi dimenticate successivamente. • I nostri ricordi episodici sembrano invece aumentare notevolmente per il periodo che va dai 3 ai 6 anni di età, che corrisponderebbe a quella in cui si sviluppa, come abbiamo visto, la memoria episodica.

  47. Memoria Memoria dei significati degli episodi • 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria 1° Immagine: Episodio senza significato Confronto Riscoperta di significati 2° Immagine: Episodio con significato in mancanzadi concordanza P s i c o l o g i a G e n e r a l e in caso didi concordanza La relazione tra percezione e memoria nel modello di Tulving

  48. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Memoria La memoria prospettica • Memoria prospettica è la memoria per gli eventi futuri e il ricordarsi di compiere un’azione comporta un piano complesso che Brandimonte(1991) ha distinto in 6 fasi: • formazione delle intenzioni; • ricordare che cosa fare; • ricordare quando farlo; • ricordarsi di compiere l’azione; • compiere l’azione nel modo stabilito; • ricordarsi di avere compiuto l’azione per non ripeterla. • La memoria prospettica evidenzia un problema generale della memoria  • La memoria non è un magazzino in cui sono riposti degli oggetti che prendiamo quando ne abbiamo bisogno. È piuttosto una biblioteca di cui dobbiamo imparare le strategie di catalogazione e immagazzinamento se vogliamo poi recuperare quello che ci serve.

  49. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Sonde per il recupero • Esempio:quante volte abbiamo avuto l’impressione di avere un nome sulla punta della lingua? • Il recupero è agevole solo se immagazziniamo con determinate strategie: • strategie di codifica = vengono messe in atto in fase di elaborazione del materiale (reiterazione o raggruppamento); • strategie di recupero = vengono attivate nel momento in cui serve un’informazione. • La diversità di ricordo si spiega anche con l’esistenza di un doppio sistema di codifica, uno verbale e l’altro immaginativo • Meccanismo della doppia codifica di Paivio = mnemotecnica dei loci • un sistema adottato fin dall’antichità per ricordare meglio. Essa consiste nell’individuazione di un numero di luoghi lungo un percorso noto in quanto abituale. • Si tratta di una tecnica che è tanto più utile, quanto più il materiale da ricordare è frammentario e non organizzato.

  50. 1. La codifica dell’informazione • 2. Il modello tradizionale • 3. Il modello della memoria di lavoro • 4. Il modello dei sistemi di memoria • 5. Oblio e distorsione • 6. Strategia di a5prendimento e memoria P s i c o l o g i a G e n e r a l e Memoria Schema della doppia codifica • Lo schema dei più • la doppia codifica, immaginativa e verbale, permette un miglior ricordo. Legenda: Al = alto valore di immagine; BI = basso valore di immagine.

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