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LA DIETA NEL DIABETE

LA DIETA NEL DIABETE. Prof. Paolo Polidori Università di Camerino. La Patologia. Il diabete mellito costituisce una delle principali malattie sociali in Italia per la diffusione e per i problemi ad esso associati.

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LA DIETA NEL DIABETE

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Presentation Transcript


  1. LA DIETA NEL DIABETE Prof. Paolo Polidori Università di Camerino

  2. La Patologia Il diabete mellito costituisce una delle principali malattie sociali in Italia per la diffusione e per i problemi ad esso associati. Il diabete è in aumento in molte popolazioni del mondo: negli USA si stima che interessi il 7.3% della popolazione totale.

  3. La Sintomatologia Il diabete mellito è un disordine del metabolismo caratterizzato da un’elevata concentrazione di glucosio nel sangue dovuta o ad una carenza di insulina o all’azione ridotta di insulina. I più comuni sintomi del diabete sono aumento della sete, aumento della fame, eccessiva minzione, talora perdita di peso, visione sfuocata, stanchezza e, nella carenza grave di insulina, chetoacidosi (manifestazioni acute).

  4. Conseguenze del Diabete Se non precocemente diagnosticato e curato, il diabete può portare a complicanze gravi come nefropatie, cecità e malattie cardiovascolari. Prevenire o ritardare la comparsa del diabete nelle persone geneticamente predisposte è oggi possibile con adeguati programmi terapeutici, cambiamenti dell’alimentazione, esercizio fisico e altre opportune abitudini di vita.

  5. Classificazione del Diabete Mellito Il diabete mellito (DM) può essere classificato in 4 forme clinicamente diverse: • Diabete mellito insulino-dipendente (tipo I) • Diabete mellito non insulino-dipendente (tipo II) • Diabete mellito gestazionale (GDM) • Diabete associato ad altre patologie (diabete secondario)

  6. Diabete Mellito Insulino-Dipendente (tipo I) Il DM tipo I è caratterizzato da un’inadeguata secrezione di insulina a causa di un processo autoimmunitario che provoca la quasi totale distruzione nel pancreas delle cellule  delle isole di Langerhans. Il DM tipo I può a sua volta essere suddiviso nella classica forma ad insorgenza giovanile ed in una forma che colpisce invece soggetti al di sopra dei 30 anni.

  7. Diabete Mellito non insulino-dipendente (tipo II) E’ la forma più frequente in età avanzata e la sua insorgenza è spesso correlata all’obesità ed a bassi livelli di esercizio fisico. Si tratta di una patologia caratterizzata dal precoce invecchiamento delle cellule pancreatiche. L’ereditarietà del DM tipo II svolge un ruolo decisamente maggiore rispetto al DM tipo I.

  8. Diabete Mellito Gestazionale (GDM) Si instaura nelle ultime fasi di gestazione, 2° e 3° trimestre, quando aumentano i livelli degli ormoni insulino-antagonisti e si sviluppa resistenza all’insulina. Ciò si verifica nel 2-7% di tutte le gravidanze. Normalmente questa forma di diabete scompare dopo il parto, anche se un’elevata percentuale di donne con una storia di GDM sviluppano un DM tipo II.

  9. Diabete Mellito secondario Perché si manifesti è necessaria la perdita di oltre l’80% delle isole di Langerhans presenti nel pancreas. Nei Paesi occidentali il DM secondario rappresenta lo 0.3-0.5% di tutte le forme di diabete. La frequenza sale nelle popolazioni con elevato consumo di alcol. Alcune patologie del pancreas producono resistenza all’insulina e possono portare al DM secondario: pancreatite, fibrosi cistica, ecc.

  10. Intervento Dietetico nel DM Gli obiettivi principali della dieta per il DM sono: • Aiutare i pazienti a raggiungere e mantenere un miglior controllo metabolico; • Prevenire le complicanze acute a lungo termine; • Migliorare lo stato generale di salute attraverso una corretta alimentazione;

  11. Distribuzione dei Principi Nutritivi In condizioni normali non esistono presupposti per porre grosse limitazioni alla dieta di un diabetico, fuorché la necessità di mantenere un peso adeguato. Tale regola vale soprattutto per i diabetici obesi, per i quali sarebbe opportuna una riduzione di calorie fino al raggiungimento del peso ideale. La perdita di peso provoca infatti un marcato miglioramento della tolleranza ai carboidrati ed una riduzione della posologia degli ipoglicemizzanti.

  12. Terapia Dietetica per Soggetti Diabetici In seguito alla scoperta dell’insulina (1921), cioè da quando per i pazienti diabetici non fu più necessaria una dieta rigorosissima, le raccomandazioni per l’alimentazione hanno subito continui cambiamenti. Attualmente non esiste più una “alimentazione per diabetici” unica, ma una serie di linee guida personalizzate in base alle singole esigenze di vita del paziente.

  13. Andamento Storico Raccomandazioni per Diabetici (% calorie)

  14. Indirizzi Dietetici per Diabetici Le attuali indicazioni dietetiche suggeriscono un apporto energetico distribuito tra 50-60% di carboidrati, 10-20% proteine, 30% lipidi (max 10% saturi), con 2 importanti raccomandazioni: non superare i 300 mg di colesterolo al giorno e limitare il consumo di sale, in quanto può interferire con il metabolismo glicemico. Si consigliano 3 pasti principali (colazione, pranzo, cena) con 2-3 spuntini per i soggetti insulino-dipendenti, nessuno spuntino per i soggetti non insulino-dipendenti, che di solito risultano essere in sovrappeso.

  15. Apporto Proteico per Diabetici I LARN raccomandano per l’adulto un apporto proteico di 0.8-1 g/kg di peso corporeo. Questo apporto deve essere suddiviso tra: • Proteine di origine animale, soprattutto pesce, coniglio, pollo e tacchino; • Proteine di origine vegetale, soprattutto legumi e cereali; Il totale dell’apporto proteico deve essere circa il 10-20% del fabbisogno calorico giornaliero.

  16. Apporto Lipidico per Diabetici I medici raccomandano di ridurre la quota lipidica in quanto esiste un’associazione tra diabete e malattie del metabolismo lipidico (ipertrigliceridemie, ipercolesterolemia, ecc.). Si raccomanda che non oltre il 30% dell’energia giornaliera totale provenga da grassi, di cui non oltre il 10% dai grassi saturi. Il colesterolo alimentare non dovrebbe superare i 300 mg al giorno.

  17. Apporto Glicidico per Diabetici Le attuali linee guida raccomandano che il contributo dei carboidrati al fabbisogno energetico giornaliero sia pari al 50-60%, di cui l’80% deve essere fornito soprattutto da amidi ed il 20% deve essere in forma di zuccheri semplici presenti in frutta, latte, fruttosio, e per i diabetici non obesi anche in gelati e dolci. Da ricordare l’assunzione di fibra alimentare, che riducendo l’indice glicemico riduce l’assorbimento intestinale degli zuccheri.

  18. Indice Glicemico L’iperglicemia post prandiale rappresenta il problema più importante nel trattamento del Diabete Mellito. L’indice glicemico è un metodo per valutare le diverse risposte glicemiche ai cibi contenenti carboidrati, ossia l’aumento della glicemia in seguito all’ingestione di una dose equivalente (50 grammi) di alimenti ricchi in carboidrati. Quale alimento di riferimento si usa in pane bianco.

  19. Indice Glicemico di alcuni Alimenti

  20. Apporti in Fibra e in Frutta Si consiglia di assumere giornalmente 20-40 g/die di fibra proveniente da fonti alimentari diverse quali verdure, legumi, cereali e frutta. E’ dimostrato che l’assunzione di fibra in quantità > 20 g/die svolge un’azione ipolipidemizzante e ipocolesterolemizzante. La frutta è un alimento ricco in fibra, ma contiene anche zuccheri semplici, ragion per cui fino a pochi anni fa il consumo era ristretto alle mele e pochi altri frutti.

  21. Contenuto energetico e di zuccheri di alcuni frutti

  22. Bevande Consentite -1 ACQUA Rappresenta la bevanda base per i soggetti diabetici, non esiste alcun motivo per limitarne l’assunzione, se non la presenza di particolari patologie renali o gastriche. TEA E CAFFE Non sono vietati purché vengano poco zuccherati.

  23. Bevande Consentite -2 BIBITE COMUNI E’ sconsigliato il consumo di bevande gassate, che contengono quantità consistenti di zucchero, ed anche dei succhi e delle spremute di frutta, ai quali si deve preferire la frutta fresca. BEVANDE ALCOLICHE Quantità moderate di alcol sono tollerate, ai pasti e non a digiuno (150-200 mL); si consigliano vini secchi e non vini dolci o liquorosi o spumanti.

  24. Alimenti Dietetici per Diabetici - 1 EDULCORANTI L’assunzione di edulcoranti in sostituzione del saccarosio quali dolcificanti riducono l’assunzione di energia e di glucosio nel sangue. Alcuni edulcoranti quali isomaltitolo e mannitolo a dosi > 10-20 g/die possono avere effetti lassativi. La Legge impone l’indicazione in etichetta di questi edulcoranti, da consigliare soprattutto ai pazienti diabetici ed obesi.

  25. Alimenti Dietetici per Diabetici - 2 Esiste sul mercato una vasta gamma di prodotti alimentari appositamente studiati per diabetici: pane, pasta, grissini, fette biscottate, gelati, cioccolato, a basso contenuto di amidi e nei quali il saccarosio è stato sostituito del tutto o parzialmente con una più abbondante componente proteica o con altre sostanze dolcificanti come il fruttosio o il sorbitolo.

  26. Conclusioni Il consumo degli alimenti studiati per diabetici non è determinante: basterebbe seguire una dieta semplice ed equilibrata. L’uso di questi alimenti può consentire al diabetico di soddisfare piccoli peccati di gola e permettergli così di consumare un quantitativo leggermente superiore di quegli alimenti il cui apporto deve essere di norma limitato (pasta, pane, grissini, dolci, ecc.).

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