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Le persone nelle cooperative: una centralità da mantenere

Le persone nelle cooperative: una centralità da mantenere. Brescia, 18 dicembre 2010. La dichiarazione sull'identità cooperativa. ,

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Le persone nelle cooperative: una centralità da mantenere

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Presentation Transcript


  1. Le persone nelle cooperative: una centralità da mantenere Brescia, 18 dicembre 2010

  2. La dichiarazione sull'identità cooperativa • , DEFINIZIONE: Una cooperativa è un'associazione autonoma di persone che si uniscono volontariamente per soddisfare i propri bisogni economici, sociali e culturali e le proprie aspirazioni attraverso la creazione di un'impresa a proprietà comune, controllata democraticamente. • VALORI: Le cooperative si fondano sui valori dell'autosufficienza, dell'auto-responsabilità, della democrazia, dell'eguaglianza, dell'equità e della solidarietà. Fedeli allo spirito dei padri fondatori, i soci delle cooperative aderiscono ai valori etici dell'onestà, della trasparenza, della responsabilità sociale e dell'altruismo.

  3. I principi cooperativi • 1° Principio Adesione libera e volontaria.2° Principio Controllo democratico da parte dei Soci. 3° Principio Partecipazione economica dei soci • 4° Principio Autonomia e indipendenza • 5° PrincipioEducazione, formazione e informazione • 6° Principio Cooperazione tra cooperative • 7° Principio Impegno verso la collettività

  4. Cosa sono le cooperative Organizzazioni che mettono insieme e coordinano gli interessi di più soggetti Organizzazioni che nascono dal basso su libera iniziativa dei fondatori Organizzazione che si basano sul principio secondo cui l’unione fa la forza Organizzazioni governate in modo democratico

  5. A quali problemi rispondono le cooperative? Problemi della società a cui altri soggetti non rispondono o faticano a rispondere Problemi di singoli individui che da soli non riuscirebbero a affrontare Problemi di natura sociale (disoccupazione, economie fragili, problemi sociali)

  6. Problemi della società a cui altri soggetti non rispondono o faticano a rispondere Ad es cooperative sociali Problemi di natura sociale (disoccupazione, economie fragili, problemi sociali) Ad es. cooperative di produzione e lavoro o cooperative sociali Problemi di singoli individui che da soli non riuscirebbero a affrontare Ad es. cooperative agricole cooperative di consumo cooperative di credito

  7. Il quadro in cui opera oggi la cooperazione Cambiamento dei bisogni Il superamento dei mercati protetti Aumento concorrenza Ad es. settore agricolo, settore edile, settore sociale Rischio depauperamento immagine cooperativa

  8. 1 Il superamento dei mercati protetti

  9. La terza fase della crisi economica 2008 Crisi delle banche 2009 Crisi della finanza pubblica 2010 Crisi del welfare

  10. …aspettando la quarta…

  11. Il debito pubblico in Italia (Il Sole 24 Ore 15 dicembre 2010) • Nuovo record per il debito pubblico italiano, che nel mese di ottobre ha raggiunto i 1.867,398 miliardi di euro, contro gli 1.844 miliardi del mese di settembre

  12. FONDI STATALI DI CARATTERE SOCIALE (Bilancio di previsione dello Stato - milioni di euro)

  13. Con gli appalti "ad personam"i Comuni sprecano 2 miliardi • 17 dicembre 2010 L'Authority diffida i sindaci: basta affidamenti diretti. I prezzi spuntati con queste gare sono spesso poco convenienti. Con la trattativa privata si spende l'8% in più. Milano prima in classifica: procedura "rapida" in 63 casi su 100.. Niente bando anche per la manutenzione degli edifici. A Roma mancati risparmi per 34 milioni, a Torino per 13

  14. 2 L’aumento della concorrenza • 13.12.2009 Il prezzo del latte al consumo è, in media, di 1,35 euro mentre al produttore viene pagato meno di 30 centesimi al litro, neppure il prezzo della produzione.In dieci nni i redditi degli agricoltori in Italia sono crollati del 30% • 10.12.2010 Una ricerca rileva che il 48% dei piccoli imprenditori deve fare fronte al problema della concorrenza sleale.. Tra i soggetti che fanno concorrenza sleale nel complesso prevalgono i lavoratori in nero (artigiani abusivi) e gli hobbysti (41%), seguono con percentuale quasi uguale le imprese italiane (40%), a distanza le imprese straniere (19%). Nelle costruzioni prevalgono gli abusivi e i lavoratori in nero (45% del totale di chi ha denunciato concorrenza sleale) seguiti dalle imprese italiane (35%) e da quelle straniere (20%). • 7.2.2009 Forlì Convegno Legacoop sociali «Occorre attrezzarsi per un adeguato presidio del territorio, perché la concorrenza proveniente dalle cooperative "spurie", ma anche da imprese di grande consistenza, si affaccia con sempre maggiore insistenza nelle nostre zone»,

  15. Le grandi sfide Da organizzazioni buone a organizzazioni capaci Da organizzazioni democratiche a organizzazioni responsabili Da organizzazioni consolidate a organizzazioni innovative Da organizzazioni single stakeholder versus organizzazioni multistakeholder

  16. Da organizzazioni buone a organizzazioni capaci

  17. Persone buone: il prevalere delle gestione informali “…si abbiamo qualche problema economico anche se le cose vanno bene al momento…c’è una situazione cresciuta troppo in fretta di gestione che non abbiamo saputo gestire bene…ti faccio un esempio che è una persona che conosci. Lei è la referente delal Casa di risposo di (XXX) è una casa da 36 posti piccola ma che potrebbe fare de buoni utili. Ho scoperto che come centro di costo siamo sotto di 45mila euro.

  18. Con il calcolo delle rette avremmo dovuto essere in utile e invece siamo andati in rosso. Dopo ho scoperto che (la referente) si era accordata con alcuni famigliari che dicevano di avere problemi economici di farsi pagare entro la fine dell’anno, se non che gli anziani sono morti e lo scoperto è rimasto e adesso è difficile recuperare i soldi. (…) Lei è molto brava nelle relazioni ma diciamola tutta che ha la terza media,

  19. (…) di gestione non capisce assolutamente niente e fino che eravamo piccoli e in convenzione con il Comune poteva anche andare ma adesso che abbiamo acquistato e devo pagare ogni mese un mutuo di 14 mila euro non si può più andare avanti così. Paghiamo il fatto che in cooperativa si entra perché si conosce qualcuno o in via informale. Non va più bene”

  20. La selezione del personale • “siamo in 35 soci sono tutte brave persone ma hanno una mentalità da educatori non da imprenditori, bravissimi fino a che si tratta di lavorare con i ragazzi ma adesso che il problema è quello di decidere se investire per l’acquisto di una struttura nostra è un disastro. Nessuno si vuole assumere il rischio di aumentare le quote sociali e di prendere un prestito in banca.

  21. Vorrebbero che fosse il comune o la regione a pagare tutto garantito perché questa è la cultura. Molti sono spaventati secondo me anche perché non capiscono le dimensioni dell’investimento e le clausole del prestito che sarebbero molto favorevoli. (..) penso che se vogliamo passare da una struttura che vende servizi all’ente pubblico a una che ha un progetto di sviluppo proprio dovremmo avere dei soci con un’altra mentalità

  22. Il problema della confusione dei ruoli • “la cooperativa ha assunto due direttori negli ultimi sei mesi ma entrambi sono fuggiti. Io non voglio dire niente ma in parte li capisco. Il nostro presidente e la vicepresidente sono abituati a fare tutto loro. Per diversi motivi si era pensato di assumere un direttore anche per fare fronte alle nuove richieste di lavoro che non possono piùessere gestite in modo amatoriale.

  23. “…l’ultimo direttore ha avuto uno scontro molto forte perché lui era il responsabile della gestione del personale ma i soci a cui non andava qualcosa del nuovo modello di organizzazione che voleva introdurre andavano dal presidente che gli diceva di continuare come prima perché magari si conoscono da tanto o anche per non evitare semplicemente problemi. (…) alla fine penso fosse diventato impossibile lavorare e si era creato un blocco decisionale totale anche nelle cose più banali..”

  24. Il problema della “piattezza organizzativa”: le aspettative di carriera

  25. Diventare organizzazioni capaci • A) promuovere lo sviluppo della cultura dell’imprenditorialità cooperativa • B) migliorare i sistemi di selezione e qualificazione del personale (contratto psicologico, analisi delle competenze, bilanci di competenze, formazione a aggiornamento sui problemi) • C) definire i ruoli e le responsabilità in modo chiaro • D) disporre delle professionalità e delle competenze adeguate alla gestione delle attività • E) progettare organigrammi e processi che premiano merito e responsabilità

  26. Da organizzazioni democratiche a organizzazioni democraticamente responsabili

  27. La democrazia demotivante: il caso della cooperativa SS di Asolo • Ogni socio vota il bilancio ma la maggior parte no lo sa nemeno leggere. C’è un grandissimo divario di informazioni tra il presedente e i suoi collaboratori e la base sociale. Rispetto a tante scelte semplicemente i soci non sanno cosa dire perché non conoscono i problemi. L’anno scorso in assemblea di bilancio ci hano detto che eravamo in perdita e che diversi servizi lavoravano sottocosto.

  28. Poi magari vai in sede e nei corridoi qualcuno dice che non è vero e che non siamo in grado di proporre prezzi competitivi. In questo modo però alle persone non si può chiedere di farsi carico dei problemi all’improvviso e tutti dovrebbero cambiare modo di lavorare senza sapere nemmeno perché. Le assemblee rischiano di farle deserte se continua così..”

  29. La cultura della responsabiltà • “per la pultura e il lavaggio dello ambulanze abbiamo dovuto esternalizzare il servizio perché con la convenzione con la Regione non ci stava più il prezzo del servizio. Allora si è deciso che il personale che faceva questo servizio si sarebbe costituito in una piccola cooperativa autonoma. L’operazione è stata pilotata dall’alto e chi prima magari era dipendente della cooperativa A è diventato socio della cooperativa B

  30. “i nuovi soci sono soprattutto immigrati diversi pakistani e un paio di italiani. E’ un disastro perché non c’è la cultura della cooperativa. Sono persone abituate a eseguire ordini senza assumersi una responsabilità non ne sono capaci. Lavorano sempre aspettando gli ordini da parte di qualcuno altrimenti aspettano. Il problema è che non c’è un idea di cosa è una cooperativa li è stato fatto un errore grandissimo .Adesso stiamo pensando a riinternalizzare il servizio ma diversi soci sarebbero propensi a cambiare proprio il personale e lasciare la nuova cooperativa al suo destino.

  31. Democrazia e responsabilità: soci che controllano soci • “svolgiamo attività di gestione di musei on e centri culturali qui in città il nostro personale è composto per lo più da lavoratori che hanno perso il posto nella piccola media industria. Non è sempre così facile fare capire che i soci sono i primi responsabili della cooperativa alle volte prevale il punto di vista individuale della cura dei piccoli spazi che sono garantiti dal tipo di attività che svolgiamo

  32. Ad esempio le pause caffè la mattina si arriva sul posto di lavoro con il turno che inizia alle sette e mezza o alle otto. Prima c’è il caffè da prendere insieme e non prima dell’orario di lavoro ma a orario iniziato. E’un abitudine ma molti soci non si rendono conto che i tempi sono cambiati e ci possono essere problemi con questo tipo di mentalità. Il problema è anche che chi avrebbe responsabilità di fare funzionare meglio le cose lascia correre per quieto vivere e per non crearsi troppi nemici

  33. “in parte è per superficialità o perché magari ci sono problemi più importanti da risolvere ma in parte è perché in una cooperativa i posti di potere sono votati questa storia di una testa un voto che rischia di diventare deleteria. Se sono un presidente o un consigliere con delega sul personale e devo riprendere qualcuno che poi mi deve rivotare può essere un disincentivo. Non ne parliamo mai di queste contraddizioni ma è un modo sbagliatissimo di affrontare le cose.

  34. La democrazia senza competenze: iI consigli di amministrazione eletti sulla base del principio di rappresentanza. Il caso di cooperativa di lavoro • Il nostro consiglio è paralizzato. C’è una difficoltà a prendere decisioni terribile e in questo momento così delicato rischiamo di affondare per questo motivo. I consiglieri sono tutte brave persone ce ne è uno solo che è sepre negativo su tutto ma gli altri si sono presi anche la responsabilità di accettare la carica. Solo mancano di visone di capacità di decidere

  35. “li capisco anche perché si tratta di prendere decisioni su investimenti importanti e non tutti se la sentono di fare certi passi così frenano ma questo non va bene. Chi sa leggere un bilancio tra i consiglieri? Ma non so forse due o tre dipende cosa significa sapere leggere un bilancio a un certo livello forse il vicepresidente.

  36. “il criterio di scelta dei consiglieri è stato quello della rappresentanza delle diverse anime della cooperativa. Per ogni settore si è deciso di avere almeno un rappresentante. Certo così si è privilegiato il principio di democrazia rispetto a quello di professionalità ma era anche difficile scegliere diversamente altrimenti soci delle squadre di lavoro non avevano nessun in consiglio e nemmeno gli spedizionieri. Se va bene non lo so una volta sicuramente si adesso forse bisognerebbe valutare anche le competenze dei consiglieri, ma tutto non si può avere.”

  37. I criteri di elezione dei consiglieri di amministrazione in un campione regionale di cooperative sociali

  38. La paura del conflitto L’elezione del presidente nella cooperativa Alpha Beta di Rho • “il presidente è sempre stato la persona che era disponibile oppure quella di cui i soci avevano più fiducia per esperienza e come conosceva la cooperativa fondamentalmente. No non abbiamo mai votato un programma ma sempre le persone non credo ci sia questa cultura nel mondo delle cooperative. (…) Devo dire anche la verità che o avrei anche paura di votare i programmi perché c’è il rischio di spaccare la cooperativa se si presentano de candidati con idee diverse

  39. “…un’altra cooperativa con cui collaboravamo si è spaccata sulla storia del presidente, c’erano due candidati con idee diverse e il conflitto si è polarizzato. Io penso che la parola stessa cooperativa abbia in sé il rifiuto di risolvere le divergenze di idee attraverso il conflitto. Altrimenti avremo costituito una Spa o una Srl.”

  40. Il problema dell’egualitarismo • Abbiamo un problema molto forte di turnover dei giovani. La maggior parte delle persone che entrano sono laureate prima c’erano gli aducatori con o senza titolo e forse era anche una generazione diversa. Oggi le persone che entrano in cooperativa anche giustamente hano alcune ambizioni di carriera. (..) Noi abbiamo da sempre perseguito una politica di livellamento degli stipendi e è stato un elemento identitatario molto forte fino ad oggi stipendi bassi per tutti indifferentemente dall titolo di studio

  41. “da qualche mese è iniziata però una discussione se possiamo ancora permetterci questo modello o no rischiamo che la gente capace se ne vada via o peggio che non si avvicini nemmeno più alla cooperativa anche se abbiamo una bella immagine sul territorio ma non si può fare finta che l’adesione delle persone sia solo valoriale i valori sono essenziali ma anche un minimo riconoscimento di quello che le persone sanno fare .

  42. Diventare organizzazioni responsabili • A) Il problema della cultura della partecipazione/curare e rendere possibile il coinvolgimento dei soci • B) Il problema delle motivazioni alla partecipazione /selezione e formazione dei soci • C) Il problema del “doppio controllo” separare la funzione di indirizzo e controllo da quella di management • D) Il problema delle competenze /le cooperative necessitano di persone competenti • E) Il problema della paura delle divisioni/ introdurre modelli di governance più realistici legge di Borda • F) Il problema dell’egualitarismo /migliorare i modelli di gestione delel risorse umane (contratti psicologici, selezione, formazione)

  43. Il metodo di Borda • Il metodo di Borda è un sistema di votoponderato. I suoi primi impieghi sono molto antichi, poiché fu utilizzato dal Senato romano fino all'anno 105. Fu formalizzato nel 1770 da Jean-Charles de Borda.

  44. Il procedimento • Si sceglie un numero n inferiore o uguale al numero dei candidati. Ogni elettore costruisce allora una lista di n candidati in ordine di preferenza. Al primo della lista si attribuiscono n punti, al secondo n - 1 punti, e così di seguito, fino all'n-esimo della lista che si vedrà attribuire 1 punto. Il risultato di un candidato è la somma di tutti i punti che gli sono stati attribuiti. Il candidato, o i candidati, i cui punteggi sono i più elevati vincono le elezioni. • Nel caso in cui n = 1, si ritrova il sistema discrutinio maggioritario a un turno. • Nel caso in cui n è molto grande e ciascuno può fermare la sua lista dove vuole, si ritrova il sistema di voto per approvazione. In effetti, per n grande, i candidati che sono votati ricevono quasi lo stesso numero di punti, mentre i candidati non classificati si vedono attribuire zero punti. Esempio: se, in una elezione dove n = 10, l'elettore compila un elenco di solo tre candidati, essi si vedranno attribuire rispettivamente i voti di 10, 9 e 8 (o, in modo proporzionale, i voti di 1, 0,9 e 0,8), ossia tre voti vicini di 1, mentre gli altri candidati otterranno un voto pari a 0. • Quando il sistema di voto obbliga a classificare tutti i candidati, si può diminuire di 1 il numero dei punti attribuiti a ciascuno: il primo della lista ottiene n - 1 punti, il secondo n - 2 punti e così via, fino all'ultimo che riceve 0 punti. Così il punteggio di ogni candidato è un numero compreso tra 0 e (n - 1)v, dove v è il numero di suffragi espressi.

  45. Da organizzazioni single stakeholder versus organizzazioni multistakeholder

  46. I circoli interni di qualità: un caso di fallimento innovativo • “…dobbiamo assolutamente uscire dalla morsa delle gare di appalto che ci stanno strozzando. Abbiamo messo in piedi due gruppi di lavoro tra i soci lavoratori per pensare a nuove idee. Ci è venuta in mente quella di fornire servizi di derattizzazione che sembrava un settore dove non c’è molta concorrenza e stiamo pensando anche a altre idee.”

  47. Le risorse in due gruppi di cooperative multi e single stakeholder: Il bilancio per voci

  48. I lavoratori

  49. Diventare organizzazioni multistakeholder • A) assumere come focus gli interessi della comunità e non solo quelli dei soci • B) differenziare i consigli di amministrazione e le basi sociali • C) coinvolgere i beneficiari diretti dei servizi • D) collaborare con organizzazioni e altre realtà del territorio

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