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CONTROLLORI A LOGICA PROGRAMMABILE

CONTROLLORI A LOGICA PROGRAMMABILE. Prof. ALESSANDRO DE CARLI Dott. Ing. Vincenzo Suraci ANNO ACCADEMICO 2011-20012 Corso di AUTOMAZIONE 1. STRUTTURA DEL NUCLEO TEMATICO: CONTROLLORI LOGICI RETI LOGICHE E PLC STRUTTURA DEI PLC PROGRAMMAZIONE DEI PLC GRAFCET ESEMPI.

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CONTROLLORI A LOGICA PROGRAMMABILE

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  1. CONTROLLORI A LOGICA PROGRAMMABILE Prof. ALESSANDRO DE CARLI Dott. Ing. Vincenzo Suraci ANNO ACCADEMICO 2011-20012 Corso di AUTOMAZIONE 1

  2. STRUTTURA DEL NUCLEO TEMATICO: • CONTROLLORI LOGICI • RETI LOGICHE E PLC • STRUTTURA DEI PLC • PROGRAMMAZIONE DEI PLC • GRAFCET • ESEMPI

  3. CONTROLLORI LOGICI

  4. produzione manuale ETEROGENEITÀ E QUANTITÀ DI PRODOTTO • La produttività di un sistema controllato dipende dalla quantità del prodotto realizzata per unità di tempo, che a sua volta è collegata alla eterogeneitàdella produzione del sistema controllato nonché alle modalità con cui è stata resa operativa l’automazione. automazione Flessibile automazione programmabile GRANDE varietà di prodotto MEDIA varietà di prodotto automazione rigida PICCOLA 1 102 1 102 103 104 103 104 quantità di prodotto quantità di prodotto

  5. ORIGINI DEI CONTROLLORI LOGICI I controllori logici furono realizzati per poter fare evolvere la produzione di serie da manuale ad automatizzata. La loro realizzazione dipendeva dalle tecnologie disponibili. Attualmente, con lo sviluppo dei circuiti elettronici a larga integrazione e dei dispositivi di elaborazione digitale di tipo dedicato, i controllori logici sono realizzati con tecnologie elettroniche. Sulla base della realizzazione i controllori logici possono essere di tipo: • cablato quando l’elaborazione della logica di controllo è ottenuta impiegando relè e porte logiche opportunamente connesse (reti logiche) • programmabile quando l’elaborazione è effettuata sulla base di un algoritmo di controllo espresso tramite un programma (PLC)

  6. APPLICAZIONE DI RETI LOGICHE E DEI CONTROLLORI A LOGICA PROGRAMMABILE (PLC) • Prima della applicazione delle azioni di intervento al sistema da controllare bisogna verificare che sussistano tutte le condizioni che assicurino il corretto funzionamento e il corretto impiego del sistema controllato. • La verifica viene effettuata sulle variabili di consenso. • Tale verifica viene effettuata rendendo operativo un programma in grado di elaborare dati e informazioni di consenso fornite da una opportuna strumentazione installata nel sistema da controllare e nell’ambiente in cui opera il sistema controllato. • Sulla base delle informazioni ricevute, il programma di attivazione deve fornire come risultato la decisione di attivare le azioni di intervento.

  7. APPLICAZIONE DI RETI LOGICHE E DEI CONTROLLORI A LOGICA PROGRAMMABILE (PLC) • Tutte le informazioni devono essere formulate in logica binaria e le elaborazioni collegate alle decisioni espresse in logica binaria. • In molte applicazioni per la elaborazione, per la ricezione delle informazioni provenienti dalla strumentazione e per la trasmissione dei risultati della elaborazione agli attuatori vengono utilizzati o reti logiche rigidamente programmate oppure dispositivi in grado di effettuare le elaborazioni richiese sulla base di un programma dedicato. Questi ultimi dispositivi sono comunemente indicati come PLC, ossia Controllori a Logica Programmabile. • La differenza sostanziale fra rete logica e controllori a logica programmabile sta nella rapidità di elaborazione e nella flessibilità di programmazione.

  8. INSERIMENTO DI UNA RETE LOGICA o DI UN CONTROLLORE A LOGICA PROGRAMMABILE • Con il termine “comandi” sono indicati gli interventi: • diretti effettuati da un operatore; • indirettiricavati da un programma di elaborazione. COMANDI VARIABILI DI ATTIVAZIONE VARIABILI DI CONSENSO ELABORAZIONE DEL PROGRAMMA DI ATTIVAZIONE SISTEMA DA CONTROLLARE ELABORAZIONE E APPLICAZIONE DELLE AZIONI DI INTERVENTO MODALITÀ DI CONTROLLO STRUMENTAZIONENECESSARIA PER L’ELABORAZIONE DEL PROGRAMMA DI ATTIVAZIONE AMBENTE IN CUI OPERA IL SISTEMA CONTROLLATO RETE LOGICA oppure PLC

  9. RETI LOGICHE E PLC

  10. RETI LOGICHE • Le reti logiche sono circuiti di elaborazione di tipo digitale realizzati con opportuni circuiti elettronici in grado di svolgere funzioni di tipo logico (AND, OR, NOT, NAND, NOR, XOR, XNOR) e caratterizzati dal fatto che in ogni istante i valori delle variabili di uscita dipendono dai valori delle variabili di ingresso e/o di alcune variabili di configurazione. • Le variabili di ingresso devono essere codificate in forma binaria e così pure le variabili di uscita e le variabili di configurazione. 0 0 0 0 0 0 1 1 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 1 0 1 1 0 0 1 1 1 0 0 0 0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 0 0 1 1 1 0 1 0 0 1 0 AND OR NOT NAND NOR XOR XNOR

  11. CLASSIFICAZIONE DELLE RETI LOGICHE Le reti logiche sono classificate in: • reti combinatorie, quando ad ogni istante t le variabili di uscita sono funzioni solo delle variabili di ingresso presenti nello stesso istante t; • reti sequenziali, quando le variabili di uscita ad un certo istante t dipendono sia dalle variabili di ingresso allo stesso istante t sia dalle variabili di ingresso in istanti precedenti t’ < t; • reti sincrone, quando l'elaborazione avviene ad istanti discreti e prestabiliti dal clock di sistema; • reti asincrone, quando l'elaborazione avviene a flusso continuo, ovvero il simbolo d’uscita si modifica solo quando si verifica una modifica del simbolo d’ingresso.

  12. RETI LOGICHE • Per tutte le variabili coinvolte nella elaborazioni, i valori da prendere in considerazione sono sempre solo quelli che vengono raggiunti dopo che si è esaurito il transitorio. • La contemporaneità fra l’applicazione delle variabili di ingresso e la disponibilità delle variabili di uscita in una rete logica combinatoria è solo teorica in quanto tutte le elaborazioni richiedono un intervallo di tempo finito per l’esecuzione e tutti i circuiti presentato un transitorio. • Quando tale transitorio è trascurabile rispetto al comportamento dinamico del sistema da controllare, le reti logiche combinatorie possono essere considerate reti istantanee.

  13. DEFINIZIONE DI PLC - NORME IEC 61131.3 • Il PLC è un sistema elettronico a funzionamento digitale, • destinato all’uso in ambito industriale, • utilizza una memoria programmabile per l’archiviazione interna di istruzioni orientate all’utilizzatore • implementazione di funzioni logiche, di sequenziamento, di temporizzazione, di conteggio e calcolo aritmetico, • controlla, mediante ingressi ed uscite sia digitali che analogici, vari tipi di sistemi semplici e/o complessi. .

  14. PROGRAMMABLE LOGIC CONTROLLER (PLC) • Il PLC esegue un programma in cui elabora i segnali digitali ed analogici provenienti da dispositivi di misura e fornisce come risultato il valore delle variabili di attivazione degli attuatori. PROGRAMMA VARIABILI DI CONSENSO VARIABILI DI ATTIVAZIONE PLC ATTUATORI DISPOSITIVI DI MISURA

  15. PROGRAMMABLE LOGIC CONTROLLER (PLC) • Con la progressiva miniaturizzazione della componentistica elettronica e la diminuzione dei costi si è molto esteso il campo di applicazione dei PLC che è utilizzato in numerose apparecchiature di impiego corrente. Arduino BasicAtom BasicX PLC Embedded Linux

  16. CARATTERISTICHE DI UN PLC Il PLC è un controllore con architettura general-purposededicata alle elaborazioni di tipo logico e idonea ad un ambiente industriale. Le principali caratteristiche: • Affidabilità (ad es. 24/7, ridondanza x3, sicurezza certificata) • Espandibilità (sostituzione/aggiunta nel rack di moduli) • Semplicità di programmazione (toolsdk+ gui, manuali) • Riusabilità della logica di programma (linguaggi standard) • Interoperabilità tra dispositividi produttori diversi (i/f hwe sw)

  17. CONFRONTO FRA RETI LOGICHE E PLC • Le reti logiche possono realizzate con relè elettromeccanici oppure con circuiti elettronici a larga integrazione o infine con micro controllori o microprocessori. • elaborazione di funzioni logiche definite rigidamente e collegate al tipo di contatto del relè o allo stato di conduzione dei circuiti elettronici nonché al cablaggio o alla realizzazione del circuito; • programmazione rigida in quanto ogni modifica del programma comporta modifiche al cablaggio o alla struttura del circuito; • affidabilità dipendente da componenti elettro-meccanici o dai circuiti elettronici; • connessioni ai dispositivi di misura e agli attuatori ingombranti, difficili da realizzare e gestire, • guasti e manomissioni difficili da individuare.

  18. CONFRONTOFRA RETI LOGICHE E PLC • I PLC invece hanno le seguenti caratteristiche: • sono utilizzati per ottenere lo stesso comportamento ingresso-uscita di una rete logica; • le singole elaborazioni sono eseguite secondo un programma istruzione dopo istruzione seriale e NON in parallelo; • il limite di applicabilità è dato dalla durata del tempo di elaborazione ed ai vincoli temporali imposti dalla necessità di una corretta applicazione dell’azione di controllo.

  19. RETI LOGICHE e PLC nei SISTEMI COMPLESSI • Nell’Automazione di un sistema complesso, le reti logiche e i PLC vengo impiegati con finalità differenti a livello di campo, a livello di coordinamento e a livello di conduzione. • Al livello di campo, le reti logiche e/o i PLC vengono utilizzati per verificare che l’attivazione delle azioni di intervento sui singoli elementi controllati sia compatibile con i vincoli di sicurezza rispetto all’integrità dell’elemento sottoposto all’azione di controllo, all’ambiente e alle persone. • Tale verifica è ottenuta mettendo a punto un programma che, sulla base dei dati e delle informazioni raccolte dalla strumentazione (variabili di consenso), conferma (variabili di attivazione) che le azioni di intervento possono essere effettivamente applicate.

  20. RETI LOGICHE e PLC nei SISTEMI COMPLESSI • Al livello di coordinamento, la rete logica o il PLC vengono essenzialmente utilizzati per effettuare le elaborazioni che assicurano la sequenzializzazione e la corretta applicazione delle variabili di controllo agli elementi controllati al livello di campo. • Quando le elaborazioni devono essere effettuate con vincoli temporali molto stringenti vengono di preferenza utilizzate le reti logiche. • Al livello di conduzione, il PLC viene essenzialmente utilizzato per gestire i programmi che rilevano la presenza di guastio allarmi e che impongono le conseguenti modalità di intervento.

  21. RETI LOGICHE e PLC nei SISTEMI COMPLESSI • I PLC, come dispositivi di acquisizione dati, di elaborazione di programmi e di trasmissione dei messaggi di consenso sono molto diffusi nei sistemi controllati e consentono di garantire l’operatività di un sistema controllato. • Con le reti logiche viene di prevalenza effettuata l’elaborazione di un programma rigidamente prefissato che prevede l’esecuzione di un insieme di operazioni in logica binaria. • Le reti logiche vengono oggigiorno realizzate attraverso: • FPGA (Field Programming Gate Array) • ASIC (Application SpecificIntegrated Circuit)

  22. CLASSIFICAZIONE DEI PLC • Dal punto di vista costruttivo i plc sono classificati nella maniera seguente: • mPLC, quando gli ingressi e le uscite sono tutte digitali e inferiori a 64 e la memoria inferiore a 2 kbyte; • PLC di medie dimensioni, quando gli ingressi e le uscite possono essere digitali e analogiche, in numero inferiore a 512 e la memoria dell’ordine di decine di kbyte; • PLC di grandi dimensioni, quando i predetti limiti sono superati. • I mPLCsono in genere monoblocco, gli altri componibili a moduli secondo le esigenze. STRUTTURA MODULARE DI UN PLC mPLC PLC MEDI PLC GRANDI

  23. ESEMPIO DI INSERIMENTO DI UN PLC IN UN ARMADIO ESEMPIO DI PANNELLO OPERATORE

  24. STRUTTURA DEI PLC

  25. ASPETTO FISICO DI UN PLC ALIMENTATORE INDICATORI LED ESPANSIONE DI MEMORIA CPU MODULI INOUT/OUTPUT MODULI INOUT/OUTPUT MODULI INOUT/OUTPUT INTERFACCIA OPERATORE CONNESSIONE RETE BATTERIA TAMPONE

  26. SCHEMA A BLOCCHI FUNZIONALI DI UN PLC BATTERIA TAMPONE ALIMENTATORE VAC / VDC CPU MODULI I/O E DEDICATI INTERFACCE DI COMUNICAZIONE (SERIALI, ETHERNET, BUS DI CAMPO, REMOTE, DI SERVIZIO, INTERNE) RTC (REAL TIME CLOCK) UNITÀ DI MEMORIA SISTEMA DI CONNESSIONE MECCANICA (GUIDA DIN PANNELLO, RACK, FRONTE QUADRO, PIASTRA …)

  27. BLOCCHI FUNZIONALI DI UN P L C • il rack con alimentatore ebus di alimentazione e di trasmissione dei dati relativi ai moduli che lo compongono + bus per l’alimentazione degli altri moduli e lo scambio di dati; • il modulo di elaborazione (microprocessore + scheda madre) • il modulo contenente la batteria tampone e la memoria ram ad accesso rapido necessaria per contenere i dati da elaborare; • il modulo contenente la memoria non volatile (eepromo similari) per contenere il programma e il salvataggio dei dati in condizioni di emergenza; • i moduli di connessione ai dispositivi di misura; • i moduli di connessione agli attuatori; • i moduli di connessione alla rete di telecomunicazione; • i moduli con funzionalità prefissata (contatori, regolatori PI+D, controlli assi) • il modulo di connessione con le periferiche operatore (stato del PLC) al PLC può essere collegato un pannello di visualizzazione per l’operatore

  28. SEZIONE DI INGRESSO/USCITA • Le schede input/output specializzate sono: • regolatori standard PI+D; • schede per il conteggio veloce (lettura dell’uscita di un encoder); • schede per la lettura e il controllo della temperatura; • schede di lettura degli estensimetri; • schede per il controllo assi - le schede controllo assi hanno la peculiarità che gli algoritmi da rendere operativi per realizzare una buona modalità di impiego del motore controllato sono in genere sofisticati e devono essere eseguiti con un elevato passo di campionamento e spesso hanno una CPU dedicata.

  29. SEZIONE DI INGRESSO • Gli elementi utilizzati per un efficace interfacciamento con il sistema da controllare sono: • stadio di isolamento realizzato in genere con optoisolatori; • utilizzazione di contatti a vite per velocizzare le procedure di installazione dei moduli; • visualizzazione dello stato per il debugdel programma di elaborazione (ad es. tramite l’uso di LED) INPUT

  30. SEZIONE DI INGRESSO • interfacciamento con i sensori adattato alle possibili caratteristiche del segnale di uscita, che può essere: • DC 5 - 12 - 24 - 48 v; • AC 110 - 280 v; • per i segnali in alternata occorre uno stadio di rettificazione (ponte a diodi) • e di livellamento (condensatori elettrolitici di livellamento);

  31. SEZIONE DI USCITA • Relè - componente elettromeccanico a solenoide, che permette di gestire elevate potenze con piccoli segnali di comando; • Triac - è un relè allo stato solido che permette di gestire elevate potenze con piccoli segnali di comando e con limitata dissipazione di calore; • Transistor – componente elettronico per amplificazione di piccoli segnali.

  32. STRUTTURA DEI PLC MEMORIA

  33. INPUT C P U OUTPUT EEPROM PROGRAMMA ROM SISTEMA OPERATIVO RAM DATI SCHEMA DELLA UNITÀ DI ELABORAZIONE DI UN PLC ARCHITETTURA CLASSICA • Esempio pratico • PIC - Programmable Interface Controller

  34. ORGANIZZAZIONE DELLA MEMORIA NEI PLC • La memoria di un PLC è suddivisa in memoria ROM e memoria RAM. • memoria ROM (Read Only Memory) o PROM (Programmable ROM) di sola lettura in cui risiede il sistema operativo (Basic I/O System - BIOS) • memoria EPROM (ErasableProgrammable ROM), EEPROM (Elettrically EPROM) per contenere il programma da elaborare, eventuali costanti e parametri. (P)ROM VERGINE (P)ROM NON MODIFICABILE CPU LETTURA SCRITTURA CPU (E)EPROM MODIFICABILE (E)EPROM VERGINE CANCELLAZIONE LETTURA SCRITTURA

  35. ORGANIZZAZIONE DELLA MEMORIA NEI PLC • memoria RAM (Random Access Memory) per memorizzare il valore attuale delle variabili e alcune parti del programma scritto in (E)EPROM (caching). SCRITTURA RAM INATTIVA SPEGNIMENTO RAM ATTIVA CPU LETTURA ALIMENTAZIONE

  36. ORGANIZZAZIONE DELLA MEMORIA NEI PLC • La memoria RAM viene utilizzata per immagazzinare: • i dati provenienti dal sistema da controllare; • i risultati intermedi delle elaborazioni; • i datida inviare agli attuatori; • I dati dei programmi di supervisione dedicati al controllo delle attività del PLC; • i dati dei programmi di elaborazione dei programmi utente; • i dati dei programmi di comunicazione con altri PLC o con l’apparato da controllare; • i dati dei programmi di diagnostica interna del PLC stesso quali ad esempio il controllo di parità della memoria per la gestione degli errori e l’IRQ di watchdog.

  37. ORGANIZZAZIONE DELLA MEMORIA NEI PLC • TIPOLOGIE DI MEMORIE ROM (READ ONLY MEMORY) • La memoria ROM viene scritta con processi dedicati una sola volta. Viene generata una maschera ed essa viene stampata sul circuito. Ogni modifica della ROM, implica modificare la maschera a discapito della versatilità del processo di produzione. • La memoria PROM viene scritta una sola volta bruciando dei fusibili che attivano la rete logica. Si creano quindi delle ROM vergini che vengono «bruciate» • La memoria EPROM può essere riscritta più volte. Il processo di scrittura avviene elettricamente con un processo noto con breakdown a valanga in cui si applica una tensione di programmazione molto superiore a quella di funzionamento. La cancellazione avviene attraverso l’uso di raggi ultravioletti, in maniera manuale. • La memoria EEPROM può essere cancellata elettricamente, facilitando pertanto il processo di aggiornamento del firmware del controllore.

  38. ORGANIZZAZIONE DELLA MEMORIA NEI PLC • TIPOLOGIE DI MEMORIE RAM (RANDOM ACCESS MEMORY) • La memoria RAM può essere letta e scritta a blocchi e non necessariamente in serie come la EEPROM. • La memoria SRAM (Static RAM) una volta scritta entra in idlee non richiede ulteriore alimentazione. Ma se non alimentata può perdere le informazioni immagazzinate pertanto NON è come una EEPROM. E’ molto veloce, consuma poco, di semplice progettazione ma di bassa densità e quindi di alto costo per Mbyte. • La memoria DRAM (Dynamic RAM) viene alimentata periodicamente per evitare la perdita di dati. E’ discretamente veloce, è energivora, ma ha una densità altissima e quindi meno costosa per Mbyte della SRAM.

  39. ORGANIZZAZIONE DELLA MEMORIA NEI PLC • Le memorie SRAM sono molto veloci, consumano poco, ma sono costose e difficili da integrarepertanto sono solitamente usate per le memorie cache, dove elevate velocità e ridotti consumi sono le caratteristiche fondamentali. • asyncSRAM (SRAM asincrona): tali memorie lavorano in modo asincrono rispetto al clock della CPU e ciò comporta stati di attesa della CPU (wait state) per l'accesso. Viene utilizzata come cache di secondo livello; • sync SRAM (SRAM sincrona): tali memorie lavorano in sincronia con il clock della CPU. Hanno quindi tempi di attesa molto ridotti (o annullati). Viene utilizzata come cache di primo livello;

  40. MEMORIE EEPROM RIMOVIBILI SmartMedia RS-MMC Secure Digital xD CompactFlash PLC MMC

  41. ORGANIZZAZIONE DELLA MEMORIA RAM AREA TEMPORIZZATORI T0- T15 AREA PI+D P0- P3 AREA INGRESSI 32 word da 16 bit I0- I31 AREA UTENTE 512 word da 16 bit W0- W511 AREA CONTATORI C0- C15 AREA USCITE 32 word da 16 bit U0- U31

  42. ORGANIZZAZIONE DELLA MEMORIA RAM • AREA INGRESSI formata da 32 word da 16 bit indirizzabili da i0 a i31. Per ingressi di tipo digitale ad un bit, ciascun bit di ogni word può essere così indirizzato ix:ydove: • i indica che la word è dell’area ingressi; • x indica l’indirizzo della word (0-31) • y indica il bit da indirizzare (0-15) • AREA USCITE formata da 32 word da 16 bit indirizzabili da u0a u31 ciascun bit di ogni word può essere così indirizzato: ux:ydove: • uindica che la word è dell’area ingressi; • x indica l’indirizzo della word (0-31) • y indica il bit da indirizzare (0-15) N.B.: 1 nibble = 4 bit ; 1 byte = 8 bit ; 1 Word = 16 bit ; 1 Double Word = 32 bit

  43. ORGANIZZAZIONE DELLA MEMORIA RAM AREA UTENTE costituita da 512 word da 16 bit indirizzabili da W0a W511 per ciascuna è possibile l’indirizzamento del singolo bit. AREA TEMPORIZZATORI costituita da 16 word da 16 bit indirizzabili da T0a T15 AREA CONTATORI costituita da 16 word da 16 bit indirizzabili da C0a C15 AREA PI(D) riservata a 4 strutture PI+D indirizzabili da P0a P3

  44. STRUTTURA DEI PLC SCHEDE DI I/O

  45. ALIMENTATORE ATTUATORE CON PROTOCOLLO DI TRASMISSIONE IN INGRESSO DISPOSITIVI DI MISURA CON USCITA ANALOGICA E MULTIPLEXER DISPOSITIVO DI MISURA CON PROTOCOLLO DI TRASMISSIONE IN USCITA ATTUATORE CON INGRESSO ANALOGICO ATTUATORE CON INGRESSO DIGITALE MOTORE A PASSOATTUATORE DISPOSITIVO DI MISURA CON USCITA DIGITALE SENSORE CON USCITA ON/OFF PLC CONFIGURATO A MODULI SCHEDA INPUT SCHEDA INPUT SCHEDA INPUT SCHEDA INPUT SCHEDA OUTPUT SCHEDA OUTPUT SCHEDA OUTPUT SCHEDA OUTPUT MEMORIE NON VOLATILI MEMORIE RAM MICROPROCESSORE CONNESSIONE RETE

  46. ALIMENTATORE • L'alimentatore è utilizzato per fornire l'energia elettrica a tutte le schede del PLC. Fornisce le tensioni a +5V necessarie alle schede elettroniche, le tensioni a +/-12V, le altre tensioni necessarie, sempre in corrente continua. Può essere interno o esterno al PLC. • CPU • La CPU è una scheda complessa basata su un microprocessore con un sistema operativo proprietario, e con una zona di memoria a disposizione del programma di automazione. Sono a 4 bit (logiche), 8 bit (somma), 16 bit (moltiplicazione) ma anche 32 e 64 bit (floating). • La memoria programmabile è spesso esterna come ad esempio nel caso di memoria EEPROM. Il vantaggio di una memoria esterna è legata alla semplicità di programmazione o di modifica dello stesso. • La CPU durante il funzionamento a regime, colloquia con tutte le schede connesse sul BUS del PLC, trasferendo dati e comandi sia verso il mondo esterno, sia dal mondo interno.

  47. Una delle caratteristiche peculiari delle CPU dei PLC è la loro capacità di poter gestire le modifiche del programma di gestione del processo durante il normale funzionamento (on-the-flyprogramming). Questa possibilità è estremamente utile nel caso di impianti che devono essere sempre attivi. • All'interno della CPU sono varie parti, tra cui • unità di gestione, ovvero informazioni di gestione del PLC stesso, impostate dal costruttore e trasparenti all'utente; • archivio di temporizzatori e contatori funzionali all'operatività del PLC; • memorie di stato, cioè le informazioni in ingresso ed i comandi in uscita dal processo; • memoria utente, in cui vengono scritti i programmi che il PLC deve eseguire; • interfaccia per il dispositivo di programmazione, che comunica con gli strumenti di programmazione; • bus dati, (comando + indirizzi) per la veicolazione dei dati fra le varie parti e con l'esterno della CPU.

  48. SCHEDE DI INGRESSO DIGITALI Le schede di ingresso digitali sono utilizzate per il monitoraggio di grandezze fisiche rappresentate in forma digitale, cioè di tensioni a due valori (ad esempio 0-5V, oppure 0-24V). Ogni scheda può gestire 2N(2,4,…,64,ecc.) ingressi digitali differenti. I segnali dal campo vengono fatti arrivare con cavi elettrici fino alla morsettiera della scheda ed ogni singolo canale è opportunamente protetto da fusibili di adeguato amperaggio. SCHEDE DI USCITA DIGITALI Le schede di uscita digitali sono utilizzate per i comandi di attuatori digitali. Ad esempio un relè è un attuatore digitale, in quanto può avere soltanto due stati stabili: diseccitato, o eccitato. Altro esempio di attuatore digitale è una valvola a due stati: aperta o chiusa (ad es. elettrovalvola). Anche nel caso di schede di uscita digitali, si possono gestire un numero 2N di uscite.

  49. SCHEDE DI INGRESSO ANALOGICHE • Questo tipo di schede di ingresso permettono il monitoraggio di grandezze elettriche il cui valore può variare entro un intervallo. • Le grandezze in gioco sono in tensione o in corrente. Ad esempio sono disponibili schede di ingresso analogiche in corrente, con un intervallo variabile tra 4 e 20 mA. • Molti produttori di PLC rendono disponibili schede con ingressi analogici: • Termoresistenze Pt100/Pt1000 • Termocoppie T, J, K, ecc. • Queste schede sono disponibili con varie risoluzioni (8-12-14-16 bit) e con 1 o più (2N) ingressi distinti disponibili in morsettiera o con connettore. CHROMEL ALUMEN termo-resistenze in platino (Pt), in cui la resistenza alla temperatura di 0 °C è pari rispettivamente a 100 Ω e 1000 Ω. EFFETTO Seebeck ECONOMICHE NON LINEARI POCO ACCURATE (+/- 1°C) FERRO COSTANTANA RAME COSTANTANA

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