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ECONOMIA DEL TERRITORIO anno accademico 2008-2009

ECONOMIA DEL TERRITORIO anno accademico 2008-2009. APPUNTI DELLE LEZIONI Lezione 9

melina
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ECONOMIA DEL TERRITORIO anno accademico 2008-2009

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Presentation Transcript


  1. ECONOMIA DEL TERRITORIOanno accademico 2008-2009 APPUNTI DELLE LEZIONI Lezione 9 Cosa s’intende per STRATEGIA? Una definizione univoca non è possibile in quanto il termine è applicabile a infinite fattispecie; quella che sembra meglio adattarsi all’impresa potrebbe consistere nella : “Redazione di un piano d'azione di medio/ lungo termine cui fare riferimento per impostare e coordinare le singole azioni coordinate finalizzate al raggiungimento di uno scopo predeterminato”.

  2. IL PIANO STRATEGICO PER LO SVILUPPO ECONOMICO TERRITORIALE L’ATTIVITA’ DI PIANIFICAZIONE PER LO SVILUPPO ECONOMICO DEL TERRITORIO DECOLLA INTORNO ALLA META’ DEGLI ANNI NOVANTA NEI PAESI ANGLOSASSONI PER ESTENDERSI, IN SEGUITO, AGLI ALTRI PAESI EUROPEI. Attualmente in Italia si contano circa 40 comuni che fanno ricorso a tale metodica e che hanno dato vita a un’apposita associazione .Rete Città Strategiche (www.recs.it) • I contenuti del piano strategico devono essere delineati nell’ambito dei principi generali che fanno capo alla linea politica del territorio. • Le linee guida che si ispirano al piano sono fissate dal soggetto politico nell’ambito della funzione di governo. • Il piano è connesso con il piano urbanistico e con gli altri piani di settore.

  3. ARCHITETTURA DEL PIANO STRATEGICO PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIO

  4. PRINCIPI BASE DEL PIANO STRATEGICO • SOSTENIBILITA’: principio in cui si integrano i sistemi ambientale, economico e culturale. • SUSSIDIARIETA’ RESPONSABILE ED EFFICIENTE: prevede che la responsabilità gestionale del territorio sia affidata al più basso livello istituzionale in grado di assolvere tale compito in modo efficiente. • COMPETITIVITA’: assume, quale scopo della pianificazione, il miglioramento delle risorse e la loro organizzazione sul territorio quali determinanti per la sua attrattività .

  5. L’ELABORAZIONE DELLA VISION In economia aziendale il termine VISION(visione) è utilizzato nella gestione strategica per indicare la proiezione di uno scenario futuro che rispecchia gli ideali, i valori e le aspirazioni di chi fissa gli obiettivi e incentiva all’azione. IN ECONOMIA TERRITORIALE ESPRIME CIÒ CHE IL TERRITORIO, CONSIDERATO NEL SUO INSIEME, INTENDE DIVENIRE ENTRO UN CERTO ORIZZONTE TEMPORALE (NORMALMENTE DI LUNGO TERMINE 10-15 ANNI) PUNTO D’ ARRIVO VERSO CUI TENDONO LE COMPONENTI DEL TERRITORIO

  6. ESEMPI DI VISION

  7. APPROCCI STRATEGICI DIBASE: si individuano tre approcci

  8. IL PERCORSO STRATEGICO PROCURA IL QUADRO DI RIFERIMENTO GENERALE PER LA FISSAZIONE DELLE AZIONI STRATEGICHE. COSTITUISCE UNA SORTA DI ITER LOGICO CHE CI AIUTA AD INDIVIDUARE GLI ASSI STRATEGICI E I PROGETTI INTERSETTORIALI CHE RAPPRESENTANO LA STRATEGIA MEDIATE LA QUALE IL TERRITORIO INTENDE GESTIRE LA SUA EVOLUZIONE. COSTITUISCONO PASSAGGI FONDAMENTALI: • IL CONFRONTO FRA LA SITUAZIONE ATTUALE E TENDENZIALE DEL TERRITORIO CON QUELLA AUSPICATA. • IL CONFRONTO TRA LA STRATEGIA IDEALE E QUELLA REALIZZABILE.

  9. L’ARTICOLAZIONE DEL PERCORSO STRATEGICO

  10. LE TEMATICHE STRATEGICHE IL PERCORSO STRATEGICO INDIVIDUA : • GLI ASSI STRATEGICI CHE INDICANO LE LINEE GENERALI CHE IL PIANO INTENDE ATTUARE; • I PROGRAMMI INTERSETTORIALI CHE DESCRIVONO INIZIATIVE TRASVERSALI ED AMBITI DIVERSI DELL’OFFERTA TERRITORIALE.

  11. SEGUE TEMATICHE STRATEGICHE

  12. GLI INDICATORI DI PERFORMANCE GLI INDICATORI DI PERFORMANCE SI IMPIEGANO PER IL CONFRONTO CON L'ANDAMENTO DI ALTRE AREE GEOGRAFICHE PER L'ESAME DELLA POSIZIONE COMPETITIVA DEL TERRITORIO IN ESAME. POSSONO INOLTRE ESSERE IMPIEGATI PER CONTROLLARE LA QUALITÀ DELL'AZIONE DEL SOGGETTO RESPONSABILE DEL PIANO SI DIVIDONO IN TRE LIVELLI:

  13. Segue INDICATORI DI PERFORMANCE • 1° LIVELLO : INDICATORI RELATIVI ALLE CONDIZIONI ECONOMICHE GENERALI DEL TERRITORIO • livello e variazione prodotto interno lordo per abitante; • livello e variazione del valore aggiunto per occupato e altri indicatori di produttività; • variazione del tasso di occupazione e di disoccupazione; • natalità netta di nuove imprese; • andamento della quota di mercato nei mercati esteri; • nuovi brevetti realizzati in un determinato arco temporale; • entità degli investimenti pubblici e privati realizzati in programmi di innovazione; • formazione raggiunta nelle categorie di età/professionali.

  14. Segue INDICATORI DI PERFORMANCE • 2° LIVELLO: INDICATORI RELATIVI A SPECIFICHE CONDIZIONI DEL TERRITORIO PRIORITARIE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE E PER IL RAFFORZAMENTO DEL LIVELLO DICOMPETITIVITÀ. • dimensione della rete dei trasporti; • sviluppo di spazi greenfield o brownfield per attività industriali; • valore dei nuovi investimenti produttivi nel territorio e nuovi posti di lavoro creati/salvati da tali investimenti; • aree recuperate per attività economiche o sociali; • andamento dei risultati economici di determinate filiere produttive localizzate nel territorio; • immagine percepita del territorio al suo interno e presso i soggetti esterni.

  15. Segue INDICATORI DI PERFORMANCE 3° LIVELLO : INDICATORI FINALIZZATI A MISURARE IL GRADO DI ATTUAZIONE DELLE SPECIFICHE AZIONI O DELLE IDEE PROGETTO PREVISTE NEGLI ASSI STRATEGICI E NEI PROGRAMMI INTERSETTORIALI. COSTITUISCONO IL TIPO DI INDICATORI CHE DESCRIVE NEL MODO PIÙ PUNTUALE LA QUALITÀ DELL'AZIONE DEGLI ATTORI RESPONSABILI DEL PROGETTO STRATEGICO; ESSI, TUTTAVIA, NON POSSONO ESSERE GENERALIZZATI, POICHÉ VANNO DEFINITI SOLO IN RIFERIMENTO AI CONTENUTI DELLA SPECIFICA MISURA CUI SI RIFERISCONO).

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