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La valutazione d’azienda: cenni storici

La valutazione d’azienda: cenni storici.

osman
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La valutazione d’azienda: cenni storici

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  1. La valutazione d’azienda: cenni storici • Nel 1951 nacque L’Union EuropéendesExpertsComptableEconomiques et Financiaries(Unione Europea degli Esperti Contabili Economici e Finanziari c.d. U.E.C.) a cui l’Italia partecipa tramite il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed il Consiglio Nazionale dei Ragionieri. • Scopo di questa associazione , è quello: • promuovere il progresso dei procedimenti di informazione e controllo delle imprese; • assumere iniziative volte a migliorare le condizioni e i metodi di lavoro degli esperti contabili; • favorire l’armonizzazione delle metodologie di lavoro;

  2. La valutazione d’azienda: cenni storici • Nel 1967 dagli iniziali 11 pase membri l’associazione si è allargata a 19 paesi. • Nel 1986, a seguito di un ulteriore allargamento a 32 paesi, la U.E.C. si è unificata al gruppo di studio degli esperti contabili della CEE dando vita alla F.E.E. (FédérationdesExpertsComptablesEuropeens). • La F.E.E. è una delle tre organizzazioni, insieme alla C.A.P.A. (Confederation of Asian Pacific Accountants) e alla I.A.A. (International Accounting Association) riconosciute dall’I.F.A.C. (International Federation of Accountants):

  3. La valutazione d’azienda: cenni storici professionisti professionisti professionisti paesi europei paesi orientali paesiamericani I.F.A.C.. F.E.E. I.A.A. C.A.P.A.

  4. Interventi dell’U.E.C. in tema di valutazione: • Nel 1967 riprendendo il primo intervento in materia di valutazione interviene sull’argomento con nuove «raccomandazioni» cui punti salienti possono essere così riassunti: • Valutare un’azienda = determinare quanto un terzo acquirente potrebbe e sarebbe disposto a pagare per acquistare un’azienda, gestita nelle condizioni più economiche (a prescindere dalle motivazioni specifiche e particolari dei singoli); • La valutazione deve partire dai beni che costituiscono l’azienda e successivamente integrare/ rettificare con la capacità reddituale; • il metodo consigliato in questi casi è il metodo misto in entrambe le sue formulazioni;

  5. Interventi dell’U.E.C. in tema di valutazione: • Nel dicembre 1980 l’U.E.C. interviene nuovamente sull’argomento con sostanziali differenze rispetto alla precedente «raccomandazione»: • Il valore attribuibile all’impresa è soggettivo e dipende dagli scopi dell’investitore; • il corretto valore teorico di un’azienda è rappresentato dall’attualizzazione dei flussi monetari netti futuri generati dall’investimento. Nella pratica tuttavia, seppur concettualmente corretto, tale metodo è scarsamente realizzabile data la difficoltà nella corretta stima delle grandezze di base (flussi monetari netti);

  6. qualora non fosse possibile stimare correttamente i flussi monetari futuri, in sostituzione, può essere validamente utilizzato il metodo dell’attualizzazione dei redditi futuri; • La sostanza patrimoniali con cui l’azienda viene trasferita non è elemento fondamentale ma ausiliario. • i metodi misti vengono criticati perché sommano valori aventi natura diversa e vengono ricondotti a metodo di supporto.

  7. Nella prassi: • Va sottolineato che nonostante il sostanziale mutato orientamento dell’U.E.C., passato da privilegiare metodi misti a metodi finanziari e reddituali, nella prassi l’applicazione del metodo suggerito dall’U.E.C. (attualizzazione flussi monetari, ed in subordine, dei redditi futuri) non è sempre realizzabile data la scarsa pianificazione che caratterizza il tessuto imprenditoriale italiano e dall’incidenza di fattori esterni non controllabili o preventivabili con precisione. • Un’indagine empirica, condotta nel 1979 su un campione rappresentativo di professionisti operanti in tutta Europa, ha evidenziato come i metodi più diffusi e utilizzati fossero i metodi misti in entrambe le sue formulazioni.

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