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…è il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante…

WORKSHOP. ABILITA’ E COMPETENZE SPECIFICHE DEL DOCENTE TUTOR: dal rapporto con l’impresa al monitoraggio degli esiti. Dott. Girolamo D’Alleo Psicologo del lavoro Esperto gestione e sviluppo risorse umane. …è il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la

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Presentation Transcript


  1. WORKSHOP ABILITA’ E COMPETENZE SPECIFICHE DEL DOCENTE TUTOR: dal rapporto con l’impresa al monitoraggio degli esiti Dott. Girolamo D’Alleo Psicologo del lavoro Esperto gestione e sviluppo risorse umane …è il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante…

  2. FORMAZIONE DOCENTI Da qualche anno nella normativa relativa alle azioni di formazione destinate al personale della scuola si evince una nuova idea di formazione in servizio: - gli interventi formativi sono caratterizzati da percorsi completi che vanno dall'analisi dei bisogni sino alla valutazione dei risultati - le azioni sono diversificate rispetto alle differenti necessità di carattere organizzativo, specialistico/disciplinare o di settore - i percorsi formativi vengono integrati delle tecnologie della comunicazione e dell'informazione - vengono promosse nuove figure professionali nel campo della formazione

  3. FORMAZIONE DOCENTI • IL DOCENTE PROFESSIONISTA • Si sta assistendo al passaggio da modelli di input basati sulle competenze degli insegnanti a modelli di output centrati sul docente inteso come: • un professionista colto, il quale domina i nuclei fondanti delle discipline (conoscenze dichiarative: quadri concettuali, connessioni, linguaggi; conoscenze procedurali, metodologiche, immaginative, rappresentative) • un professionista riflessivo, che ritorna periodicamente sulle esperienze quotidiane per cogliere relazioni, possibili rapporti, dinamiche profonde, conflitti, fantasie che animano gli studenti • - un professionista creativo, in grado di combinare in modo originale le variabili delle situazioni educative, adattando le alle proprie strategie comunicative • un tecnicoche dimostra padronanza delle strategie di trasmissione culturale, di informazione e comunicazione, di sviluppo della relazione educativa. • Le azioni formative devono svilupparsi attraverso programmazioni caratterizzate da continuità e sistematicità che permettano agli insegnanti di trasferire quanto appreso nella pratica educativa e didattica. • Nascono così nuove figure professionali destinate ad occuparsi di questi processi in modo continuativo e competente, come il tutor, già esistente nel sistema formativo aziendale e citato da qualche tempo anche nei documenti del MIUR che si occupano di formazione.

  4. IL TUTOR

  5. TUTOR TUTOR Il termine, nell'accezione dominante, si rifà alle istituzioni scolastiche britanniche, ma è di origine latina. Deriva, infatti, dal verbo tutari, che significa proteggere, difendere, custodire. Proprio per sottolineare la dimensione forte del termine, esso viene usato in botanica per indicare il sostegno a cui si appoggiano le giovani piante, per garantirne e indirizzarne la crescita.

  6. TUTOR tutor aziendale, tutor scolastico, tutor universitario, web-tutor, tutor di rete, studenti tutor, tutor di classe, tutor di stage, tutor della formazione,... Il tutor, qualunque sia la sua collocazione, è quell'operatore che agisce in sistemi di apprendimento nel senso di facilitatore delle dinamiche individuali o all'interno del gruppo, di guida per il processo di apprendimento, di orientatore nel percorso formativo, di assistente al percorso formativo individuale, di agevolatore dei rapporti con nuovi “oggetti” formativi o in nuovi percorsi. Il termine, che rimanda alle funzioni educative antiche del mentore, è oggi meno "guida affettiva" e più "guida pragmatica": conoscendo nel dettaglio il sistema in cui opera consiglia lo studente nel suo percorso riducendo le possibilità di dispersione.

  7. TUTOR • Diversi sono i luoghi e i momenti della formazione in cui è presente il tutor: • nelle Università di diversi paesi stranieri è da tempo presente una figura di tutor. (Legge 19 Novembre 1990 n° 341 "riforma degli ordinamenti didattici universitari”) (professori, ricercatori, peer tutoring). • nei collegi privati e in quelli statali. Il tutor cura la persona, è il suo consulente, la sua guida e il suo sostegno. • Nella formazione a distanza il percorso didattico, agito per lo più in situazione di autoapprendimento, è supportato da funzioni tutoriali a sostegno della motivazione, della comunicazione didattica, del consolidamento dell'apprendimento. • Nelle aziende è assai diffuso l'impiego del tutor nei corsi di formazione volti a qualificare, aggiornare, riconvertire personale interno.

  8. Il tutor tra scuola, formazione professionale e azienda Il tutor è una figura funzionale ad assicurare il necessario raccordo tra l’apprendimento sul lavoro e la formazione esterna (D.M. Lavoro  8/4/98). In Italia l’attività di tutoraggio non è novità assoluta, lo prevedeva già l’art.16 della legge n. 196 del 24.6.97. Negli anni seguenti alcuni assessorati alla formazione hanno introdotto la figura del Tutor nei corsi di formazione professionale rivolti ai giovani che hanno concluso la Scuola dell’Obbligo. Questa figura innovativa e significativa ha determinato una svolta culturale; infatti, operando sulla crescita e la valorizzazione del giovane, ha spostato l’attenzione della didattica dall’insegnante all’allievo. Il giovane è divenuto soggetto protagonista del proprio percorso formativo/educativo, quindi progressivamente critico e consapevole del percorso realizzato e delle possibili scelte future.

  9. Il tutor tra scuola, formazione professionale e azienda L’idea di introdurre la figura del Tutor è nata come risposta pedagogica per affrontare, sul piano relazionale ed educativo, il disagio dei giovani allievi e dei loro insegnanti; nel tempo però tale figura si è andata connotando anche come elemento risolutivo per superare gli ostacoli che si frappongono ai processi di apprendimento. Il Tutor è un moltiplicatore di risorse didattiche, una risorsa da utilizzare per acquisire direttamente, attraverso una progettazione concordata, competenze tecniche di insegnamento e programmazione.

  10. Il tutor tra scuola, formazione professionale e azienda La figura del tutor aziendale in paesi come Francia, Danimarca, Germania e Austria è uno dei punti fondamentali dei loro sistemi formativi. In questi paesi infatti, esiste una lunga esperienza di apprendistato. In Francia c’è una distinzione ben precisa tra “maestri di apprendistato” (che giuridicamente appaiono nel contratto di lavoro) e “ tutore “ in tutti gli altri contesti della formazione. In Germania e Austria ci sono tre livelli di tutoraggio: responsabile di formazione, maestro di apprendistato e tutore ausiliare. Sono previsti, legittimandone la figura, albi professionali per le figure del tutor. Il ruolo del Tutor è complesso poiché gioca contemporaneamente su tutti i fronti che compongono l’istituzione formativa, ponendosi come elemento di collegamento tra di essi. Si occupa di coinvolgere le famiglie, si confronta e collabora con le Istituzioni, le Associazioni e le forme di aggregazioni che si occupano dei giovani, contribuendo inoltre all’orientamento e allo sviluppo individuale dei giovani facilitando forme autonome di rilettura e ridefinizione di se.

  11. Il tutor tra scuola, formazione professionale e azienda Legge n° 144 del maggio 1999 Con l’introduzione del Nuovo Obbligo Formativo il tutor è divenuto una figura professionale centrale, di riferimento e di raccordo per i ragazzi, per le famiglie e per gli Insegnanti, segue il giovane dal momento dell’accoglienza nel centro di formazione fino all’inserimento nel mondo del lavoro, attraverso un progetto personale che viene aggiornato progressivamente, parallelamente al processo di apprendimento e professionalizzazione. 

  12. ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO • Orientare gli studenti attraverso la conoscenza del mondo del lavoro • Far acquisire competenze attraverso esperienze nel mondo del lavoro L’attività di tirocinio presso le Aziende è finalizzata a far acquisire competenze non solo tecniche e professionali, ma anche competenze di base e trasversali. L’alternanza scuola – lavoro è intesa, infatti, come integrazione di due modi diversi di apprendere.Il tirocinio in azienda è da intendersi, dunque, nell’eccezione di learning by doing

  13. Competenze Esiti formativi Attività Metodologia ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO Orientarsi nel mercato del lavoro • Conosce le attività delle Aziende e delle Imprese del settore afferenti al loro corso di studio • Conosce le figure professionali impiegate nelle attività delle Aziende e le relative competenze • Visite aziendali in presenza del tutor aziendale e del tutor scolastico • Incontri in Azienda con rappresentati delle diverse figure professionali in presenza del tutor aziendale e del tutor scolastico • Progettazione delle visite con il tutor d’azienda • Preparazione, in classe, alla visita degli studenti attraverso la presentazione dell’Azienda • Visita aziendale • Somministrazi-one di un questionario per rilevare il feed – back da parte degli studenti • IPSIA • Via Monte Grappa, 1 • MONZA • www.ipsiamonza.it

  14. ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO Competenze Esiti formativi Attività Metodologia • Lavorare in èquipe • Accettare le opinioni altrui dimostrando disponibilità al confronto • Rispettare le regole e i tempi • Custodire ed utilizzare in modo appropriato il proprio materiale di lavoro • Utilizzare il linguaggio appropriato alla situazione comunicativa • Scegliere ed utilizzare gli strumenti di lavoro più idonei • Elaborare, schematizzare e comunicare dati e informazioni • Orientarsi nel mondo del lavoro • Legge tabelle e grafici • Costruisce tabelle e grafici • Conosce le procedure necessarie per accedere al mercato del lavoro e i soggetti che facilitano l’incontro tra domanda e offerta • Conosce le principali caratteristiche del mercato del lavoro • Distingue le caratteristiche principali dei contratti di lavoro • Conosce diritti e doveri delle parti nel rapporto di lavoro subordinato • Interpretare le principali voci presenti in un documento retributivo • Lezioni in classe • Attività presso le Aziende • Tirocini • Individuare le aziende afferenti al settore di specializzazione • Individuare i tutor: aziendali e scolastici • Definire le figure professionali interessate al progetto • Disaggregare il profilo professionale per individuare gli ambiti di attività ed enucleare le competenze di base, trasversali e professionali • Aggregare le competenze in relazione all’ambito di attività • Progettare unità formative per l’acquisizione delle competenze attraverso un percorso integrato scuola – mondo del lavoro • Definire le attività proprie della scuola e quelle proprie delle aziende • Monitoraggio delle attività e verifiche in situazione IPSIA Via Monte Grappa, 1 MONZA www.ipsiamonza.it

  15. Il tutor tra scuola, formazione professionale e azienda • Legge n° 53 del 28 marzo 2003 (art. 4) • ALTERNANZA SUOLA-LAVORO • Nei percorsi in alternanza il sistema tutoriale è preordinato alla promozione delle competenze degli studenti e al raccordo tra l‘istituzione scolastica o formativa, il mondo del lavoro e il territorio. L‘assistenza tutoriale personalizzata per gli studenti in alternanza è svolta dal tutor formativo interno e dal tutor esterno. • Il tutor formativo interno, designato dall’istituzione scolastica o formativa, svolge il ruolo di assistenza e guida degli studenti che seguono percorsi in alternanza scuola-lavoro e verifica, con la collaborazione del tutor esterno, il corretto svolgimento del percorso in alternanza. • Il tutor formativo esterno favorisce l’inserimento dello studente nel contesto operativo, lo assiste nel percorso di formazione sul lavoro e fornisce all’istituzione scolastica o formativa ogni elemento atto a verificare e valutare le attività dello studente e l’efficacia dei processi formativi. Lo svolgimento dei predetti compiti non comporta comunque oneri a carico dell’istituzione scolastica o formativa. • I compiti svolti dal tutor interno sono riconosciuti, ai fini del relativo specifico compenso, in sede di contrattazione collettiva. • La previsione del sistema tutoriale, relativamente alla formazione professionale, rappresenta norma di principio per la legislazione regionale.

  16. LE COMPETENZE SPECIFICHE

  17. COMPETENZE TECNICO-PROFESSIONALI • Conoscenza della normativa vigente sull’obbligo scolastico e formativo • Conoscenza sulle offerte degli altri sistemi formativi • Conoscenza della normativa inerente al tirocinio • Conoscenza degli aspetti legislativi del rapporto di lavoro e sulla sicurezza • Conoscenze di base di informatica  • Conoscenze per preparare e gestire un progetto formativo • Conoscenze di base inerenti ad una certificazione di qualità (es.crediti formativi, Attestati) • Possedere una cultura di base riguardo alledinamiche di gruppo

  18. COMPETENZE ORGANIZZATIVE • Capacità di curare gli aspetti organizzativo–didattici • Capacità di predisporre e rispettare gli adempimenti amministrativi relativi alle attività formative • Saper riprogettare un piano formativo in relazione ad esigenze particolari, eventi esterni, necessità contingenti • Sapere gestire il tempo di lavoro per ottimizzare l'efficienza • Essere in grado di utilizzare tecniche di monitoraggio e valutazione nelle diverse fasi di apprendimento

  19. COMPETENZE RELAZIONALI AREA DELLE MOTIVAZIONI PSICOLOGICHE • Essere ben inserito nel contesto scuola • Possedere un orientamento all’aggiornamento delle proprie competenze professionali • Saper esercitare azioni di cambiamento e di innovazione • Inclinazione e disponibilità ad interessarsi ai problemi di terzi in situazioni di svantaggio e/o di difficoltà • Saper favorire l'instaurarsi di un rapporto di fiducia con l'altra persona • Essere in grado di rispettare la reciprocità delle aspettative

  20. COMPETENZE RELAZIONALI AREA DELLA COMUNICAZIONE E DELLA RELAZIONE • Saper interagire costruttivamente nei rapporti all’interno e all’esterno della scuola • Saper interagire efficacemente con persone in situazioni professionali e di ruolo molto diverse • Possedere padronanza della comunicazione verbale e non verbale • Sapere ascoltare • Saper interpretare i bisogni di formazione e sapervi rispondere in modo efficace • Saper motivare, animare, dirigere, gratificare • Essere in grado di creare un clima piacevole per l’apprendimento • Essere in grado di creare un rapporto empatico • Essere in grado di attivare strategie operative che creino consenso • Essere in grado di fornire un efficace feed-back verso il tirocinante

  21. Il tutor tra scuola, formazione professionale e azienda Prevenire la dispersione scolastica e formativa in conformità alla normativa sull’obbligo scolastico ed obbligo formativo Valorizzare le esperienze personali dell’alunno in un clima di fiducia e reciproco scambio Stimolare nell’alunno i processi personali di scelta, l’autovalutazione delle competenze, la ridefinizione di modalità comportamentali poco efficaci, la rimotivazione personale FINALITA’ Fare la diagnosi della domanda e dei bisogni individualizzati dello studenteFornire informazioni mirate alle esigenze e alle caratteristiche individualiValutare il livello di competenze apprese e approfondite dallo studente all’inizio del progettoProcedere alla stesura di un piano formativoControllo, verifica, valutazione continua ATTIVITA’

  22. Il tutor tra scuola, formazione professionale e azienda Facilitare il passaggio dei giovani all’interno del nuovo sistema integrato fra istruzione e formazione professionale Potenziare nell’alunno competenze trasversali per favorire passaggi tra i diversi canali formativi FINALITA’ Conoscere tutte le possibili offerte formative presenti ed operanti sul territorio Interagire efficacemente con le organizzazioni e i rappresentanti del mondo del lavoro (istituzioni ed attori locali, agenzie formative, enti pubblici, associazioni di categoria) Determinare definizioni comuni: competenze, finalità, obiettivi, strategie Stimolare le relazioni tra i partecipanti al progetto esterni ed interni Gestire il controllo dei contenuti e della congruenza delle varie fasi di scambio scuola-lavoro Prendere decisioni in merito alle eventuali riprogrammazioni didattiche e/o formative-professionali Facilitare il superamento di un eventuale psicologico legato al cambiamento dell’ambito formativo Agire efficace sostegno nelle fasi di transizione e di forte disorientamento dello studente ATTIVITA’

  23. RAPPORTI INTERNI RAPPORTI CON I COLLABORATORI  Instaurare un rapporto di fiducia/collaborazione attraverso frequenti incontri Essere guida e riferimento nei confronti dei colleghi che condividono il piano di progetto Condivisione del sistema complessivo della valutazione e certificazione

  24. RAPPORTI INTERNI RAPPORTI CON I TIROCINANTI  Assistere lo stagista nella fase di presentazione del progetto Proporsi come guida, punto di riferimento e di supportoProporsi come risolutore di conflitti personali ed interpersonaliGuidare lo stagista nelle modalità di apprendimentoAffiancare lo stagista nel superamento delle problematiche

  25. RAPPORTI ESTERNI RAPPORTI CON IL TUTOR AZIENDALE  Instaurare rapporti di fiducia e di estrema collaborazione Condividere l’attuazione delle varie fasi del progettoVerificare l’applicabilità dei sistemi di valutazione e certificazione

  26. MONITORAGGIO E VALUTAZIONE

  27. VALUTAZIONE EX-ANTE Efficace ANALISI DEI BISOGNI FORMATIVI Verifica COERENZA INTERNA DEL PROGETTO DOCENTE TUTOR TUTOR AZIENDALE Precisa ANALISI DELLA MANSIONE

  28. VALUTAZIONE IN ITINERE Al fine di controllare l'andamento e i risultati intermedi: utilizzo di questionari, test di profitto, al fine di valutare la metodologia utilizzata e il livello di apprendimento raggiunto. Definizione (ri-definizione) PIANO DI LAVORO con obiettivi e risultati intermedi SCHEDA MONITORAGGIO CRITICITA’ E DISFUNZIONI DEL PROCESSO DOCENTE TUTOR Definizione CALENDARIO e modalità svolgimento ATTIVITA’ SCHEDA MONITORAGGIO e VALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO TUTOR AZIENDALE

  29. VALUTAZIONE FINALE Al termine dell'intervento, da realizzare come confronto fra le finalità e gli obiettivi dell'intervento e i risultati ottenuti per valutare la qualità delle attività svolte e dei prodotti, l'acquisizione di abilità, lo sviluppo di nuovi atteggiamenti. DOCENTE TUTOR SCHEDA VALUTAZIONE TIROCINANTE SCHEDA VALUTAZIONE TUTOR AZIENDALE SCHEDA VALUTAZIONE La valutazione degli effetti a lungo termine richiede la raccolta di dati a distanza nel tempo per approfondire e valutare gli effetti dell’apprendimento, nonché le ricadute nel lungo periodo

  30. I COMPITI DEL TUTOR

  31. PRIMA DELLO STAGE Tutor interno Tutor aziendale • Conosce e condivide obiettivi e finalità  • Stima le aspettative dei partecipanti • Raccoglie e promuove direttamente offerte formative da parte delle aziende • Organizza la fase operativa con il tutor aziendale • Controlla che le aziende disponibili siano in grado di sostenere le proposte formative  • Definisce gli obiettivi aziendali • Definisce gli obiettivi formativi personalizzando l'esperienza  • Partecipa al gruppo di progetto • Pianifica le operazioni aziendali • Predispone

  32. DURANTE LO STAGE Tutor interno Tutor aziendale • Presenta gli alunni alle aziende coinvolte  • Si assicura che lo studente si inserisca adeguatamente nell'attività lavorativa  • Controlla l'andamento dell' attività svolta dallo studente  • Mantiene rapporti con il tutor aziendale  • Accoglie l'allievo e lo propone all'azienda  • Affianca e controlla l'attività dello studente  • Assegna le attività  • Propone soluzioni alternative ai problemi  • Evidenzia i responsabili dell'azienda  • Discute il lavoro svolto dall'allievo  • Responsabilizza l'allievo 

  33. DOPO LO STAGE Tutor interno Tutor aziendale • Collabora alla valutazione dell'esperienza  • Controlla il raggiungimento delle aspettative  • Coinvolge l'intero gruppo sull'esperienza complessiva  • Redige la relazione finale  • Prende parte alla verifica sia sommativa che formativa • Organizza gli schemi di verifica insieme al tutor scolastico: • - comportamento rispetto alle regole • - sapersi porre di fronte alle persone ed ai problemi

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