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LABORATORIO DI SCIENZE

NON SOLO SCIENZE. LABORATORIO DI SCIENZE. classe. 1B. Acqua. A.s. 2009/2010. Calore. Aria. Indice. SOFFIO D’ ARIA MOVIMENTO MOLECOLARE TERMOSCOPIO VOLTAMETRO TEMPIO DI ALESSANDRIA TRE CANDELE ESTINTORE AD IDROLITINA. By Lucia e Gaia. ESTINTORE AD IDROLITINA.

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Presentation Transcript


  1. NON SOLO SCIENZE LABORATORIO DI SCIENZE classe 1B Acqua A.s. 2009/2010 Calore Aria

  2. Indice SOFFIO D’ ARIA MOVIMENTO MOLECOLARE TERMOSCOPIO VOLTAMETRO TEMPIO DI ALESSANDRIA TRE CANDELE ESTINTORE AD IDROLITINA By Lucia e Gaia

  3. ESTINTORE AD IDROLITINA • Due becher uno piccolo e uno grande • Acqua • Candela • Fiammiferi • Una bustina di idrolitina ( acido tartarico e bicarbonato di sodio) Materiale

  4. Procedimento • Attaccare con un po’ di cera la candela al becher più grande • Accendere la candela • Nel becher piccolo mettere un piccolo quantitativo di acqua ed aggiungere una bustina di idrolitina • Osservare l’effervescenza che si sviluppa • Appoggiare il becher piccolo al grande • Osservare la candela

  5. Conclusione L’idrolitina sciolta in acqua produce grandi quantità di anidride carbonica. Avvicinando il becher alla candela la CO2 che è un gas più pesante si porta verso il basso e spegne la candela per soffocamento. L’ anidride carbonica non alimenta una fiamma per questo motivo è una sostanza estinguente. By Cristian e Asya

  6. IL MOVIMENTO DELLE MOLECOLE Materiale • Due contenitori • Acqua • Colorante – blu metilene • Fornellino

  7. PROCEDIMENTO • Scaldare l’acqua • Mettere in una bacinella l’acqua fredda e nell’altra l’acqua calda • Mettere alcune gocce di colorante nelle due bacinelle • Osservare che il colorante nell’acqua calda si espande, nell’acqua fredda questo non succede

  8. CONCLUSIONE Le molecole d’acqua riscaldate hanno una agitazione molecolare molto elevata di conseguenza trascinano le molecole di colorante che immediatamente si espandono. Le molecole d’acqua non sottoposte a riscaldamento hanno una agitazione molecolare minore per cui trascinano più lentamente le molecole di colorante. By Matilde, Larissa e Lorenzo F.

  9. IL TEMPIO DI ALESSANDRIA D’EGITTOLa porta automatica Il tempio di Alessandria d’Egitto fu progettato e costruito da Erone. Erone visse ad Alessandria nel I secolo a.C. dove fondò una scuola di ingegneria meccanica, i cui corsi erano sulla matematica applicata. Scrisse molti libri sulla meccanica, ottica e matematica.

  10. MaterialieProcedimento • Modellino tempio di Alessandria d’ Egitto • Fuoco • Accendere il fuoco nel braciere antistante il tempio • Le porte del tempio si apriranno da sole • Spegnere il braciere • Aspettare un tempo congruo • Le porte del tempio si chiuderanno da sole

  11. Conclusione L’aria presente nel contenitore sottostante il braciere si dilata, aumenta il suo volume, quindi obbliga l’acqua presente nel congegno a passare nel secchio che diventa più pesante del contrappeso questo determina l’apertura delle porte. Spento il braciere l’aria si restringe creando uno spazio che viene occupato dall’acqua presente nel secchio. Il secchio risulta più leggero del contrappeso di conseguenza le porte si chiudono. By Anna, Barbara e Giorgia

  12. IL VOLTAMETRO Materiale • Voltametro di Hoffman • Una soluzione di acido solforico ( H2SO4) • Un trasformatore • Una ciabatta • Provette di vetro • Un legnetto • Un accendino

  13. IL VOLTAMETRO Procedimento • Mettere la soluzione acido solforico nel voltametro • Osservare lo sviluppo di bollicine dagli elettrodi verso l’alto • Aspettare circa dieci minuti • Osservare il livello di acido nei due tubi e nella ampolla centrale • Raccogliere i due gas nelle provette di vetro • Testare con la fiamma i due gas

  14. IL VOLTAMETRO Conclusione Il voltametro è un strumento fatto da tre tubi di vetro comunicanti. Alla base dei due tubi laterali sono presenti due placche metalliche, gli elettrodi, collegate a due cavi elettrici. Il passaggio della corrente elettrica determina una reazione chimica che sviluppa dei gas. Precisamente determina l’elettrolisi dell’acqua quindi si sviluppa idrogeno ( H2 ) e ossigeno ( O2 ) in un rapporto 2 a1 cioè l’idrogeno è il doppio dell’ossigeno.

  15. IL VOLTAMETRO Successivamente si procede a riconoscere i due gas con il saggio della fiamma. La provetta con l’ossigeno viene avvicinata ad un bastoncino che possiede la brace e la fiamma e la si ravvicina perché l’ossigeno è un gas comburente. La provetta con l’idrogeno viene avvicinata alla fiamma e si verifica una reazione rumorosa con la produzione di gocce di acqua presenti sul fondo della provetta. Elettrolisi: fenomeno per cui l’energia elettrica scende dalle sostanze chimiche trasformandole in altre By Lorenzo C. Simone

  16. LE TRE CANDELE MATERIALE • Tre candele di diversa lunghezza piccolo, medio e grande • Tre barattoli di diversagrandezza piccolo, medio e grande • Tre piattini • Fiammiferi PROCEDIMENTO • Accendere le candele • Attaccare le candele ai piattini facendo sciogliere un po’ di cera • Mettere con molta delicatezza e attenzione i barattoli capovolti sulle candeleaccese • Candela piccola – barattolopiccolo Candela media -barattolo medio Candela grande –barattolo grande

  17. CONCLUSIONE Aria è un miscuglio di gas ( azoto, ossigeno, gas rari e anidride carbonica). La combustione è una reazione chimica che necessita di un innesco, la fiamma, del combustibile , la candela, e del comburente , l’ossigeno. Il barattolo dove la candela si spegne per primo quello piccolo in quando si è intrappola meno aria di conseguenzameno ossigeno che risulta essere l’elemento importante per la combustione By Noemi, Kada e Isa

  18. Termoscopio Materiale Il termoscopio Struttura di vetro formata da due ampolle collegate da un tubicino. Nella prima ampolla è presente un liquido colorato, nella rimanente parte aria e fumi del liquido cioè una miscela gassosa.

  19. Termoscopio Procedimento • Scaldare le mani ed appoggiarle con delicatezza sulla prima ampolla • Osservare il liquido che sale • Mettere le mani sull’ampolla superiore • Osservare il liquido che scende

  20. Termoscopio Conclusione Il termoscopio presenta all’interno un liquido ma anche una miscela gassosa formata da aria e fumi del liquido di conseguenza il calore delle mani viene trasmesso al gas che si dilata. Il gas dilatato aumenta di volume ma non ha molto spazio quindi inizia a spingere il liquido che è costretto a risalire il tubicino per portarsi nell’ampolla superiore. In realtà anche il liquido aumenta il proprio volume, ma la dilatazione dei gas è di gran lunga maggiore di quella dei liquidi By Salvatore, Gabriele e Jacopo

  21. SOFFIO D’ARIA MATERIALE • Due palline di plastica • Filo • Sostegno PROCEDIMENTO • Legare il filo alle palline • Attaccare le palline al sostegno lasciando una certa distanza • Ipotizzare di soffiare tra le due palline cosa succederà • Ipotizzare di soffiare prima di una pallina cosa succederà • Soffiare tra le due palline • Osservare le due palline che si avvicinano e si toccano • Soffiare prima della pallina • Osservare la pallina che si allontana

  22. CONCLUSIONE L’aria è costituita da “PARTICELLE”. Quando l’aria è ferma queste particelle si muovono caoticamente in tutte le direzioni e con la stessa velocità. Quando però una parte d’aria è in movimento in una direzione, allora le sue molecole spingeranno molto nella direzione del movimento e poco o non più nelle altre direzioni. Quando noi soffiamo tra le due palline, le particelle d’aria tra esse si spingeranno pochissimo sulle pareti delle palline perché saranno spinte in avanti dal nostro soffio. Ma l’aria che sta dalla parte delle palline è aria ferma e quindi continua a spingere in tutte le direzioni e per questo motivo le palline finiscono per baciarsi. In condizioni normali l’aria spinge in tutte le direzioni. Quando la particelle d’aria tra le palline sono “SOFFIATE”via, la spinta delle particelle d’aria all’esterno fa “BACIARE” le palline. By Mirko, Riccardo e Milena

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