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MISURE DI LABORATORIO

ACUSTICA DEGLI EDIFICI. MISURE DI LABORATORIO. Jacopo Del Carlo. Le qualità acustiche. Per una struttura edile (quale che sia il suo scopo ed i tempi di utilizzo) le caratteristiche acustiche sono nel momento del suo acquisito ed utilizzo : Necessarie. caratterizzanti. Quali qualità?.

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Presentation Transcript


  1. ACUSTICA DEGLI EDIFICI MISURE DI LABORATORIO Jacopo Del Carlo

  2. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  3. Le qualità acustiche Per una struttura edile (quale che sia il suo scopo ed i tempi di utilizzo) le caratteristiche acustiche sono nel momento del suo acquisito ed utilizzo : • Necessarie. • caratterizzanti. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  4. Quali qualità? gli aspetti di protezione sia per via aerea che strutturale dall’esterno del fabbricato: • il traffico; • le precipitazioni atmosferiche; il rumore dall’interno del fabbricato: • il vocio nell’appartamento vicino e nei vani scale • il rumore di calpestio sulle scale e proveniente dai pavimenti vicini • il rumore degli impianti del vicino, • l’utilizzo dell’ascensore ecc. ed infine nell’universo ristretto del nostro appartamento • l’eco di alcune stanze • il rumore di impianti di condizionamento, ventole ecc. tralasciando quelle delle attrezzature che selettivamente decidiamo di operare (computer, lavastoviglie, TV ecc…). STUDIO JACOPO DEL CARLO

  5. Quali qualità? ma a questo aspetto passivo ne esiste uno per così dire attivo: il rumore provocato raggiunge altre persone. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  6. Gestire la progettazione Quali sono dunque le qualità che noi in sede di progettazione dobbiamo gestire? In rapporto all’utilizzo della stanza ed alla sua collocazione dovremo individuare cosa richiedere agli elementi che compongono il manufatto. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  7. Gli elementi da controllare • isolamento dell’involucro inteso come la differenza tra il rumore esterno e quello interno (o viceversa) questo parametro va applicato a facciata, divisori interni (comunicanti con spazi comuni e altre unità immobiliari) ed dai solai, • il rumore proveniente dal calpestio sulle scale come sui solai, • il rumore percepito dalle attrezzature fisse (impianti) • (forse) il riverbero della stanza. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  8. Riepilogo delle grandezze acustiche importanti È chiaro che tramutare queste qualità in numeri è un lavoro abbastanza complesso per il quale, anche all’interno della comunità degli acustici, vi sono occasioni per fraintendimenti. Nel corso del tempo si è quindi inserito una serie di Indici che indicano le principali grandezze. È da notare che non è detto che un solo indice individui una grandezza come l’abbiamo identificata sopra. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  9. Riepilogo delle grandezze acustiche importanti • le lettere D e R con diversi pedici che indicano l’isolamento ma con un diverso trattamento della differenza ottenuta. • un coefficiente di adattamento mira a descrivere le caratteristiche di isolamento rispetto alla qualità del rumore da mitigare. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  10. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  11. Leq,2 Leq,1 o STUDIO JACOPO DEL CARLO

  12. Riepilogo delle grandezze acustiche importanti il rumore proveniente dalle scale o dai solai e legati al rumore generato da impatto abbiamo quale indice utilizzato L anche in questo caso con pedici e indici diversi. In questo caso si viene ad identificare un rumore massimo. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  13. Riepilogo delle grandezze acustiche importanti Infine occorre chiarirsi le idee sulla rumorosità degli impianti che possono essere descritti con parametri quali il livello equivalente ponderato ed integrato in varia maniera. L’indice di Livello è di solito LAeq. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  14. Riepilogo delle grandezze acustiche importanti l’effetto riverbero che può essere indagato come la qualità della stanza nella sua interezza con un tempo in secondi che può essere dettagliato in bande di frequenze, come somma di effetti generati dai singoli elementi di arredamento misurando l’assorbimento (la capacità di eliminare la riflessione) di una singola superficie e se ne riporta con varie metodi la percentuale di energia dispersa. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  15. L’ASSORBIMENTO ACUSTICO STUDIO JACOPO DEL CARLO

  16. Grandezze rilevanti degli edifici e dei prodotti STUDIO JACOPO DEL CARLO

  17. E’ importante comprendere che i limiti riferiti nel D.P.C.M. 05.12.1997, • rappresentano valori minimi di requisito • al di sotto dei quali, per l’isolamento delle partizioni e di facciata, non si può andare, ed • al di sopra dei quali, per il calpestio e per la rumorosità degli impianti, non si deve andare. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  18. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  19. cosa devo normalizzare ? • il fenomeno, • la sorgente da utilizzare, • l’apparecchiatura di misura, • le misure da effettuare • il tipo di normalizzazione da fare • la trattazione matematica per ottenere un indice rappresentativo. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  20. Perché un indice? In effetti a questo tipo di misure può essere richiesto non solo di descrivere in maniera univoca un fenomeno misurato ma anche di rendere tale descrittore confrontabile con altri indici definiti in altre misure. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  21. Normalizzare ? • tipo di fenomeno: rumore aereo – rumore di calpestio • la sorgente da utilizzare: sorgente di rumore omnidirezionale – sorgente di calpestio – sorgente direzionale – l’attrezzatura da sottoporre in studio o sorgenti particolari (esempio Male…..). • Il tipo di rumore da generare: rosa o bianco, le condizioni di esercizio delle attrezzature o i parametri di funzionamento della sorgente di calpestio. • Le apparecchiatura di misura, la configurazione includente i tempi di integrazione, l’ampiezza di banda le eventuali ponderazioni. • La posizione della misura in relazione alla sorgente ed alle superfici riflettenti e non. • Il numero di misure da eseguirsi. • Il tipo e la durata di campionamento. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  22. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  23. Normalizzare ? • La trattazione matematica per bande di frequenza; • La correzione per i dati geometrici/ambientali dell’ambiente di misura esempio il riverbero (rispetto alla legge di SABINE per esempio oppure rispetto alla normale fruizione di un ambiente) oppure la superficie di contatto tra i due ambienti ecc…..; • Altri parametri della stanza di prova quali elementi di interposizione tra la sorgente e la misura, predisposizioni speciali quali il tipo di solaio standard ecc…. • Casi particolari in cui la misura può non essere attendibile (fondo) o da effettuarsi con deviazioni rispetto alla norma. • Tipo di trattazione matematica per ottenere l’indice riepilogativo (un numero unico) ed i vari coefficienti di adattamento. • Metodologia per la presentazione dei dati. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  24. Le misure in laboratorio. • Gli scopi delle misure in ambiente controllato sono quindi: • definire una grandezza di riferimento per un particolare fenomeno legato ad una struttura, un materiale o apparato; • permettere una comparazione tra strutture, materiali o apparati in particolari e definite condizioni di misura; • definire, in via subordinata, il margine di errore insito nella metodologia di misura sia in termini di ripetibilità che in termini di precisione che in termini di riproducibilità STUDIO JACOPO DEL CARLO

  25. Metodi di misura normalizzati: • Dovendo controllare e verificare tutti questi parametri è decisamente interessante a garanzia dell’accuratezza del dato effettuare la misura in laboratorio in condizioni particolarmente controllate. • geometrie o disposizioni particolari dei volumi, • particolari effetti di canalizzazione, • decadimento, assorbimento disomogeneo o risonanza all’interno dell’ambiente di misura o trasmissioni strutturali per vie laterali (cosiddette trasmissioni per fiancheggiamento). • A questo si aggiunge una maggiore precisione degli strumenti, una elevata soppressione del rumore di fondo ed una particolare attenzione alla posa, realizzazione e conduzione degli elementi ed attrezzature da studiare. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  26. Caratteristiche del laboratorio: • Vediamo più in particolare come deve essere costituito un laboratorio: • camera di prova: volumi e dimensioni non devono essere esattamente uguali ma comunque si devono avere volumi non inferiori ai 50 m3. si devono effettuare prove per l’eliminazione di onde stazionarie ed eventualmente sopperire con diffusori; • il tempo di riverberazione: è limitato a seconda delle bande di frequenza e messo in rapporto al volume del laboratorio di misura. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  27. Caratteristiche del laboratorio: • Il rumore di fondo deve essere particolarmente controllato. • La trasmissione strutturale deve essere soppressa e valutata, in base a questa si avrà il massimo dei valori di isolamento misurabili presso quella struttura. • Lo smorzamento legato al rapporto tra le masse tra strutture laterali e in studio ed alle frequenze di prova deve essere verificato. • Le aperture di prova, per solai, strutture verticali o singoli elementi della struttura verticale (porte, griglie ecc…) devono essere di dimensioni standard e in relazione alla prova da effettuare. La collocazione rispetto alle superfici dell’ambiente deve essere verificata. I volumi devono essere adiacenti. • Le predisposizioni quali mura in cui inserire gli elementi di struttura devono avere particolari caratteristiche. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  28. Caratteristiche della realtà di cantiere e di collaudo. • i volumi nascono da esigenze costruttive con particolari rapporti tra le varie superfici interessate dall’attraversamento del rumore; • i giunti, i rapporti tra le masse non sono ovviamente controllate e spesso conosciute; • le distanze tra elementi non sono certo verificate; • la propagazione all’interno della stanza non è immune da effetti particolari; • i rumori esterni agli ambienti di misura sono incontrollabili e non completamente sopprimibili. • In altri termini, le misure di cantiere sono profondamente diverse sia per il grado di affidabilità, ripetibilità ma primariamente misurano tramite una grandezza normalizzata (quindi un parametro confrontabile con altri esiti di misura) la prestazione in una particolare situazione. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  29. Norme di laboratorio: STUDIO JACOPO DEL CARLO

  30. Altre norme di interesse: • Occorre inoltre tenere presente che a queste norme si associano ad altre che possono avere interesse: • UNI EN ISO 354:2003 misure di assorbimento in camera riverberante. Permette di capire il sistema per definire il coefficiente di assorbimento dei vari materiali. • UNI EN ISO 3822–1 (e prima ancora UNI 8955) relative alle prove di laboratorio di installazioni idrauliche. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  31. La rigidità dinamica: • Per chi è costretto alla progettazione di strutture da isolarsi per il calpestio occorre inoltre un dato sulla capacità resiliente dei materiali sottocarico. Questa caratteristica è valutata con la UNI EN 29052 abbinata molto spesso alla UNI 12431 per la definizione della determinazione dello spessore del materiale isolante. • L’utilizzo di questa serve per il calcolo dell’isolamento del calpestio STUDIO JACOPO DEL CARLO

  32. Affidabilità dei dati di laboratorio: recenti verifiche. • La norma 140 – 2 • Errori nella determinazione della rigidità STUDIO JACOPO DEL CARLO

  33. Alcuni esempi di certificato. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  34. STUDIO JACOPO DEL CARLO

  35. I dati di laboratorio e le Linee Guida regione Toscana. I dati da utilizzare: • Rigidità dinamica • Rw • D • ?????? STUDIO JACOPO DEL CARLO

  36. STUDIO JACOPO DEL CARLO

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