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Processi culturali e comunicativi. Modelli comunicativi A cura di Mihaela Gavrila

Processi culturali e comunicativi. Modelli comunicativi A cura di Mihaela Gavrila. Domande Chi ? Dice che cosa ? Attraverso quale canale ? A chi ? Con quale effetto ?. Filoni di ricerca Analisi degli emittenti Content analysis Analisi dei mezzi tecnici Analisi dell’audience

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Processi culturali e comunicativi. Modelli comunicativi A cura di Mihaela Gavrila

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Presentation Transcript


  1. Processi culturali e comunicativi. Modelli comunicativi A cura di Mihaela Gavrila

  2. Domande Chi ? Dice che cosa ? Attraverso quale canale ? A chi ? Con quale effetto ? Filoni di ricerca Analisi degli emittenti Content analysis Analisi dei mezzi tecnici Analisi dell’audience Analisi degli effetti della comunicazione Gli elementi costitutivi della comunicazioneLo schema di Lasswell (1948)

  3. Domande Chi comunica con chi? Perché si comunica? Come avviene la comunicazione? Su quali temi? Quali sono le conseguenze? Ambiti di ricerca Emittenti e riceventi Funzioni e scopi Canali, linguaggi, codici Contenuti, riferimenti, tipi di informazione Intenzionalità, feedback Gli elementi costitutivi della comunicazioneD.McQuail

  4. Modelli della comunicazione Fondamenti della comunicazione: definizioni, paradigmi e modelli

  5. Modello • Modellos.m. 1. L’oggetto o il termine atto a fornire un conveniente schema di punti di riferimento ai fini della riproduzione o dell’imitazione, talvolta dell’emulazione: copiare fedelmente il m.; il Petrarca è stato per lungo tempo il m. preferito dei poeti d’amore; con funzione attributiva: uno scolaro m. #La persona che posa davanti … G. Devoto, C.G. Oli Nuovo vocabolario illustrato della lingua italiana, Milano, Selezione dal Reader’s Digest, 1987 Ia edizione Fondamenti della comunicazione: definizioni, paradigmi e modelli

  6. I modelli della Comunicazione • In generale è possibile operare una distinzione fondamentale relativa ai differenti tipi di modelli • modelli lineari modelli circolari

  7. Alcune domande sui modelli • A quale paradigma della comunicazione appartiene? • È presente il feedback? • Quali sono gli elementi della comunicazione presenti nel modello? • Quali sono le loro caratteristiche? • Quali sono i modelli che considerano il contesto della comunicazione? • Quali sono le principali evoluzioni dei modelli comunicativi? • Quali sono i modelli che descrivono il passaggio da una struttura lineare ad una circolare?

  8. Teoria ipodermica • Modello comunicativo • Comportamentismo = S R • Postulati impliciti • Uniformità della natura umana • Ereditarietà dei meccanismi biologici • Accento sui processi non-razionali • Ordine sociale come società di massa

  9. Teoria ipodermica • Apre verso un approccio critico alla società di massa • Isolamento psicologico degli individui • Sviluppo di relazioni impersonali • Libertà da obblighi sociali informali e vincolanti • Divisione del lavoro

  10. Comportamentismo Watson, 1919 Psychology from the standpoint of a behaviorist 1925 Behaviorism • Ogni atto individuale viene inteso come un comportamento assimilato ad una reazione complessa alle sollecitazioni provenienti dall’ambiente; tale reazione può essere scomposta in risposte semplici (r) ciascuna associata a stimoli semplici (s) in una relazione causale di tipo lineare secondo lo schema SR

  11. Comportamentismo • Ogni atto individuale, dunque, è solo apparentemente libero, essendo in realtà un comportamento direttamente imputabile a determinanti specifiche, esterne al soggetto agente e indipendenti dalla sua volontà, che possono essere variamente manipolate

  12. Modello ipodermico Il comportamentismo – behaviorismo  dal termine inglese Behavior = comportamento – è quell’approccio che interpreta i fenomeni psicologici in termini di eventi di natura fisica piuttosto che mentale L’esempio più classico è quello del riflesso condizionato di Pavlov

  13. Modello ipodermico Attraverso un’operazione di parallelismo tra animali e uomini, inizialmente si ritenne che la comunicazione, considerata uno stimolo di massa, potesse attivare un medesimo comportamento in ciascun essere umano che si sottoponeva ad essa

  14. E M R Modello ipodermico • Onnipotenza dei media • Masse atomizzate ed indifese • Uniformità della risposta • Esistenza di un nesso causale • Manipolazione

  15. E Modello S – IV – R La sigla I. V. sta per: Intervening Variables ed indica tutte le variabili intervenienti,cioè tutti quei fattori che intervengono nel processo comunicativo favorendo, oppure ostacolando, la risposta al messaggio - stimolo

  16. Modello matematico informazionale fonte trasmittente ricevente destinatario segnale Segnale ricevuto Fonte del rumore Elementi fondamentali del modello: Input Output Rumore Entropia Ridondanza

  17. Cibernetica 1948 Norbert Wiener pubblica Cybernetics. Control and Communication in the Animal and Machine Fondamenti della comunicazione: definizioni, paradigmi e modelli

  18. Cibernetica • Nel volume vengono delineate • la formulazione teorica della società dell'informazione • il concetto di entropiacome“misura del grado di disorganizzazione di un sistema”

  19. Cibernetica • Evoluzione epistemologica da un universo • armonico • concezione naturale“classica” del mondo • caratterizzato dall’ordine • a un universo • organizzabile • concezione artificiale basata sul disordine

  20. Quadro di base Cibernetica • Passiamo quindi da un modello di mondo non più costituito di materia e energia ma di materia energia ed informazione. • Tutti i fenomeni che cadono sotto la nostra osservazione hanno in comune una caratteristica: contengono informazione. • Con lo sviluppo della cibernetica e della teoria dei sistemi, si comincia a coltivare l’idea che tutta la realtà sociale possa essere descritta ed analizzata in termini di processi di informazione e scambio comunicativo.

  21. Cibernetica Secondo Wiener, il divario storicamente sancito che opponeva le scienze matematiche, fisiche e naturali a quelle antropo-sociologiche non ha motivo di esistere. La comunicazione è il cemento della società. La società non è costituita unicamente da una molteplicità di individui, che si incontrano soltanto per dispute personali e per amore della procreazione, ma in un’intima interazione nell’ambito di organismi più ampi. Fondamenti della comunicazione: definizioni, paradigmi e modelli

  22. Cibernetica 1950 «Il controllo meccanico dell’uomo non può avere successo se noi non conosciamo le intenzioni radicate nell’uomo, e il motivo per cui vogliamo controllarlo.» Norbert Wiener, The Human Use of Human Beings, 1950 Fondamenti della comunicazione: definizioni, paradigmi e modelli

  23. Cibernetica Era la paura il concetto messo in luce stavolta. Se l’informazione è la circolazione della vita e “plasma” le cose, non sarebbe possibile emettere messaggi che potrebbero effettivamente controllare il modo in cui le persone percepiscono il mondo?

  24. Cibernetica

  25. Cibernetica • FEED-BACK • “Ogni evento della comunicazione è inserito in un circuito circolare per cui ogni evento è simultaneamente stimolo, risposta, rinforzo” • Un processo viene controllato da un apparato che usa l’output del processo (il suo risultato) per regolare il suo input (la sua alimentazione) • Se il valore della correzione è regolato bene il processo risulta omeostatico.

  26. La Teoria dell’informazione

  27. Claude E. Shannon • Matematico americano, nato nel 1916 in Michigan, autore della Teoria dell’informazione (The Mathematical theory of Communication) • Ha lavorato come ricercatore presso i Bell Telephone Laboratories Claude Ellwood Shannon, 1916 - 2001

  28. Warren Weawer • Matematico americano, nato nel 1894, professore di matematica presso la Wisconsin University ha tradotto in un linguaggio più idoneo a scopi divulgativi il lavoro di Shannon, con il quale è diventato coautore della teoria matematica. Warren Weaver, 1894 - 1978

  29. La Teoria dell’informazione • La teoria venne presentata al mondo sotto forma di due memorie scritte da Claude Shannon, dei laboratori della Bell Telephone, e pubblicate su Bell System Technical Journal nel luglio e nell’ottobre del 1948. Le memorie erano costituite da un insieme di teoremi che trattavano il problema dell’invio di messaggi da un punto a un altro in modo rapido, economico e efficiente. Nella sua forma pura, la teoria dell’informazione è stata la scoperta di un ingegnere. I suoi successi pratici più cospicui si sono avuti nelle trasmissioni televisive a colori, nella progettazione dei sistemi radar di avvistamento a grande distanza, nella ricostruzione dei messaggi provenienti da lontani veicoli spaziali. Trattando l’informazione in termini definiti chiaramente, ma del tutto astratti, Shannon riuscì a generalizzarla, stabilendo leggi che sono rimaste valide non soltanto per pochi tipi di informazione, ma per ogni tipo e ovunque. • Jeremy Campbell (giornalista e scrittore inglese) L’uomo grammaticale Fondamenti della comunicazione: definizioni, paradigmi e modelli

  30. Modello matematico informazionale segnale Segnale ricevuto destinatario fonte ricevente trasmittente Fonte del rumore

  31. Modello comunicativodella teoria dell’informazione • L’attenzione è focalizzata • dal punto di vista metodologico, sulla scomposizione del processo comunicativo nei suoi elementi costitutivi • dal punto di vista tecnico, sull’efficienza del processo comunicativo • dal punto di vista dell’efficacia comunicativa, sulla capacità diffusiva delle comunicazioni di massa di trasmettere a vasti pubblici “gli stessi contenuti”

  32. Modello comunicativodella teoria dell’informazione • Si distingue tra informazione come misura della possibilità di scelta nella selezione di un messaggio e significato del messaggio • Il significato del messaggio è sostanzialmente irrilevante • La codificazione è un problema di misura dell’informazione e riguarda il numero di alternative necessarie a definire l’evento senza ambiguità e ridurre l’incertezza contenuta nel segnale

  33. Misura dell’informazione • Si valuta in termini di bit (binary digit) • se le alternative sono 2 il messaggio vale 1 bit • se sono 4 vale 2 bit • se sono 8 vale 3 bit • L’informazione va quindi considerata come proprietà statistica della sorgente dei messaggi • Il segnale trasmesso è sempre ridondante perché contiene sempre più alternative di quante sarebbero strettamente necessarie per ridurre l’incidenza del rumore.

  34. Modello semiotico-informazionale (Eco-Fabbri e altri 1965)

  35. Modello semiotico - informazionale Centrali in tale modello sono i fattori relativi a: Codice Significante Sottocodice Significato Decodifica Decodifica aberrante

  36. La decodifica aberrante • Incomprensione o rifiuto del messaggio per assenza di codice • (il messaggio è segnale fisico non decodificato o “rumore”)

  37. ?? La decodifica aberrante • Incomprensione per disparità dei codici

  38. La decodifica aberrante • Incomprensione del messaggio per interferenze circostanziali

  39. La decodifica aberrante • Rifiuto del messaggio per delegittimazione dell’emittente Guerriglia semiologica

  40. linkStuart Hall • Direttore del Center of Contemporary Cultural Studies (CCCS) famoso come “Scuola di Birmingham” • Lancia la rivista Working Papers in Cultural Studies (1972) • Teorico del modello Encoding/Decoding (1973) in cui si ribadisce il concetto di negoziazione del significato e si inaugura la ricerca sulle dinamiche di fruizione mediatica da parte del pubblico

  41. linkEncoding/Decoding Model • Tre ipotetiche posizioni di lettura che determinano tre differenti modalità di decodifica :la posizione dominante egemonica (lettura preferita) • la posizione negoziata • la posizione “di opposizione”

  42. linkEncoding/Decoding Model • Fonte S. Hall 1980 • Si attua una lettura “preferita” quando il telespettatore “prende il significato connotato da, diciamo, un telegiornale o una rubrica di attualità direttamente e nella sua interezza e decodifica il messaggio nei termini del codice attraverso il quale è stato codificato”

  43. linkEncoding/Decoding Model • Fonte S. Hall 1980 • L’uso del codice negoziato sottende un atteggiamento duplice: • “accordare la posizione privilegiata alle definizioni dominanti degli eventi, pur riservando il diritto di attuarne un uso più negoziato legato a condizioni locali”

  44. linkEncoding/Decoding Model • Fonte S. Hall 1980 • Nella posizione di opposizione il telespettatore comprende la lettura preferita costruita e proposta, ma ridefinisce “il messaggio all’interno di una qualche cornice di riferimento alternativa” • Nel caso precedente avevamo fenomeni di distorsione della comunicazione, mentre qui non si crea distorsione, ma si attiva la volontà di porre in rilievo le contraddizioni che una lettura contro le regole del codice egemonico comporta.

  45. Il modello semiotico-enunciazionale I simulacri sono proiettati e riconosciuti Enunciatore Enunciatario Enunciatario empirico Enunciatore empirico Testo Enunciatore Enunciatario Produzione di simulacri testuali

  46. Il modello semiotico-testuale(Eco-Fabbri 1978) • I destinatari non ricevono messaggi singoli riconoscibili, ma insiemi testuali • I destinatari non commisurano i messaggi a codici riconoscibili come tali ma a insiemi di pratiche testuali. • I destinatari ricevono sempre molti messaggi sia in senso sincronico che diacronico

  47. Il modello semiotico-testuale(Eco-Fabbri 1978) • Si attenua ulteriormente l’asimmetria dei ruoli di emittente e ricevente. • Si concentra l’attenzione sulla natura testualizzata dell’universo delle comunicazioni di massa • Si ancora la competenza comunicativa al patrimonio di testi sedimentati che orientano il processo di “anticipazione della comprensione”

  48. Primo modello di Schramm (1954) codif. fonte segnale decod. destinatario

  49. Modello di Jakobson (‘56) • F. emotiva: mette in rilievo l’espressività del mittente • F. conativa: intenzione del mittente di mutare il comportamento del destinatario • F. referenziale: traccia i confini del discorso sulla realtà contestuale • F. poetica: enfatizza l’espressività del messaggio puntando sui suoi fattori di coerenza • F. fàtica: sottolinea il significato che assume il canale, es. il marchio • F. metalinguistica: esalta gli elementi di corredo e di precisazione del discorso Contesto (Funzione referenziale) Messaggio (Funzione poetica) Mittente Destinatario (Funzione emotiva) (Funzione conativa) Canale (Funzione fàtica) Codice (Funzione metalinguistica)

  50. Secondo modello di Schramm (1954)

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