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Le strade e la rete idrica di Ercolano

Le strade e la rete idrica di Ercolano. Lezione IX. Le strade di Ercolano. Il quadro urbanistico generale di Ercolano è molto meno noto di quello di Pompei, a causa dell’area limitata che è stato possibile portare alla luce.

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Le strade e la rete idrica di Ercolano

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Presentation Transcript


  1. Le strade e la rete idrica di Ercolano Lezione IX

  2. Le strade di Ercolano • Il quadro urbanistico generale di Ercolano è molto meno noto di quello di Pompei, a causa dell’area limitata che è stato possibile portare alla luce. • Solo 4,5 ha della città antica sono visibili a cielo aperto, circa 1/4 dell’estensione totale della città, stimata in 20 ha. • Un reticolo di strade che si incrociano ortogonalmente. • Almeno tre decumani, con orientamento est-ovest (due visibili oggi), che si incrociano con almeno cinque cardini, con andamento nord-sud (tre visibili oggi). • Il decumano massimo corrispondeva forse al tratto urbano della strada che portava da Napoli a Pompei.

  3. La rete stradale di Ercolano

  4. Il decumano massimo di Ercolano

  5. Uno dei cardini di Ercolano • Da notare, a sinistra, i pilastri di sostegno di un porticato. • L’altezza dei marciapiedi, minore di quella osservata a Pompei.

  6. Una città murata • Come Pompei anche Ercolano era circondata da una cinta muraria, definita parva da Sisenna (frr. 53-54). • Un tratto di queste mura è visibile su lato del mare, nei pressi della Casa dell’Albergo. • Con uno spessore di 2-3 metri, presentano in alcuni tratti un rivestimento in opus reticulatum della prima età imperiale, quando, al di sopra delle mura, ormai inutili, sorsero delle abitazioni. • Nella cinta muraria si apriva una porta ad arco in corrispondenza di ciascun cardine, che, attraverso una stretta rampa, dava accesso al mare.

  7. Il selciato stradale • Come a Pompei, un’accurata pavimentazione delle strade in pietra lavica, che sembra risalire all’età augustea. • Fa eccezione un tratto del cardine V, ripavimentato in calcare bianco davanti alla Palestra. • Tracce evidenti di traffico veicolare nel decumano inferiore, con i caratteristici solchi lasciati dalle ruote dei carri. • Qui con funzione di paracarri erano talvolta reimpiegate alcune metae, gli elementi fissi delle macine granarie. • Tracce minori negli angusti cardini che scendevano al mare, che evidentemente dovevano essere percorsi soprattutto da facchini a piedi e da muli. • In considerazione dell’importanza del porto si suppone comunque un buon traffico anche in queste stradine.

  8. Il selciato di un cardine di Ercolano

  9. Una meta reimpiegata come paracarro

  10. Strade porticate • Spesso le case ercolanesi erano precedute da portici, con colonne in laterizio che poggiavano sull’orlo dei marciapiedi. • Un esempio ben conservato e restaurato davanti alla celebre Casa a Graticcio. • Spesso questi porticati risultano eretti dopo il terremoto del 62 d.C.: forse un espediente per consolidare balconi e ballatoi? • Di fatto questi porticati avevano anche la funzione di ombreggiare i percorsi pedonali.

  11. Il porticato della Casa a Graticcio

  12. Gli impianti fognari • Il cardine III è attraversato da una grande fognatura, che è stata parzialmente esplorata, rivelando un’opera molto avanzata tecnologicamente. • In genere però gli scarichi, come a Pompei, davano direttamente sulla strada. • La minore altezza dei marciapiedi sembra comunque indicare che i problemi di sporcizia e allagamento delle strade qui fossero minori.

  13. Il sistema fognario di Ercolano

  14. L’approvvigionamento idrico • Era assicurato inizialmente da una rete di pozzi, che già a 8-10 m intercettavano la falda acquifera. • In età augustea anche Ercolano venne servita dallo stesso acquedotto che assicurava l’approvvigionamento idrico di Pompei. • Come a Pompei, un sistema di condutture di piombo convogliava l’acqua nelle fontane pubbliche e in alcune case private.

  15. Un bell’esempio di fontana ercolanese

  16. Una conduttura idrica di Ercolano ancora in situ

  17. L’arredo urbano • Come a Pompei, anche ad Ercolano le botteghe esibivano “insegne”. • Nell’esempio a fianco, in alto un richiamo forse ad un figura religiosa, in basso un’allusione all’attività stessa, con l’immagine di alcune brocche.

  18. Per saperne di più (sull’oggetto delle lezioni VII-IX) • M. Beard, Prima del fuoco. Pompei, storie di ogni giorno, Roma - Bari 2011, pp. 65-98. • R. Étienne, La vita quotidiana a Pompei, Milano 1988 [Studio]. • R. Laurence, Roman Pompeii: Space and Society, London – New York 1994 [Biblioteca digitale ƒ]. • Id., The Organization of Space in Pompeii, «Urban Society in Roman Italy», a cura di T.J. Cornell - K. Lomas, London 1995, pp. 63-78 [DSA Bologna Italia I Ita/36]. • A. Maiuri, Pompei, Novara s.d.6 [DSA Bologna Italia II Pom]. • S. Matsui, La provenienza dell’acqua potabile nell’antica Pompei, «Fasti Online. Document & Research», 2009, disponibile in rete all’indirizzo http://www.fastionline.org/docs/FOLDER-it-2009-162.pdf. 18

  19. Per saperne di più • A. Wallace-Hadrill, Public Honour and Private Shame: the Urban Texture of Pompeii, «Urban Society in Roman Italy», a cura di T.J. Cornell - K. Lomas, London 1995, pp. 39-62 [DSA Bologna Italia I Ita/36]. • P. Zanker, Pompeii. Public and Private Life, Cambridge (Mass.) – London 2000.

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