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Capitolo IV. La teoria del debito pubblico

Capitolo IV. La teoria del debito pubblico. IL DEBITO PUBBLICO. In che senso un debito pubblico crescente costituisce un problema per un’economia? Da quali fattori dipende la crescita del debito?. CHE COS’È IL DEBITO PUBBLICO.

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Capitolo IV. La teoria del debito pubblico

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Presentation Transcript


  1. Capitolo IV. La teoria del debito pubblico

  2. IL DEBITO PUBBLICO • In che senso un debito pubblico crescente costituisce un problema per un’economia? • Da quali fattori dipende la crescita del debito?

  3. CHE COS’È IL DEBITO PUBBLICO • E’ una variabile di stock, pari alla cumulata dei saldi di bilancio (flussi) di uno stato dalla sua formazione al momento attuale • E’ costituito sia da moneta che da titoli obbligazionari

  4. DEBITO PUBBLICO E DISAVANZO Dt Bt-1 Bt t-1 t+1 t t Bt = Bt-1 + Dt = S Ds S=t° Dt = Gpt + INTt - Tt = Dpt + INTt

  5. Spiegazione teoriche delle funzioni del debito pubblico • Funzione di stabilizzazione • Redistribuzione degli oneri di spese pubbliche tra diverse generazioni • Realizzazione di una distribuzione ottimale delle aliquote fiscali (tax smoothing) • Eliminazione di cause di fallimento del mercato, attribuibili alla presenza di incompletezza di mercati

  6. Stabilizzazione Legata all’economia keynesiana (ad es. modello IS-LM) pone l’accento sul ruolo dello strumento fiscale nell’influenzare il livello dell’attività economica e/o dei prezzi

  7. Redistribuzione degli oneri di spese pubbliche tra diverse generazioni Il finanziamento della spesa pubblica con debito anziché con imposte consentirebbe di fare partecipare le generazioni future agli oneri di decisioni prese dalle generazioni presenti. Tesi, molto popolare, che parrebbe applicarsi al caso di spese in conto capitale che presentano una produttività pluriperiodale. In realtà la tesi è controversa e dipende dalla soluzione che si dà al quesito se l’onere del debito pubblico si trasmette alle generazioni future (v. più oltre dibattito su Ricardo) .

  8. Realizzazione di una distribuzione ottimale delle aliquote fiscali (tax smoothing) • Proposta da Barro nel 1979 all’interno della teoria della tassazione ottimale • Per evitare distorsioni prodotte dalle imposte sarebbe ottimale una distribuzione delle aliquote fiscali costante nel tempo • Il debito pubblico realizza tale obiettivo evitando inasprimenti o riduzioni troppo brusche delle aliquote in presenza di shock alla spesa indotti da fattori esogeni, come guerre, calamità, ecc.

  9. Eliminazione di cause di fallimento del mercato dovute a incompletezza di mercati • Il debito pubblico consente agli operatori economici di realizzare transazioni, in particolare di assicurazione, rispetto a possibili eventi futuri, che diversamente, a causa dell’incompletezza dei mercati finanziari, non sarebbero possibili. • L’emissione di debito pubblico potrebbe essere un modo per consentire composizioni ottimali dei portafogli • Lo stato agirebbe quindi come innovatore finanziario.

  10. TEOREMA DELL’EQUIVALENZA RICARDIANA • Prestito e imposta sono strumenti equivalenti di finanziamento di spese straordinarie • Entrambi gravano esclusivamente sulle generazioni presenti

  11. DEBITO PUBBLICO GENERAZIONI FUTURE E DISTRIBUZIONE DELL’ONERE

  12. EQUIVALENZA TRA PRESTITO E IMPOSTA - 50 - 1000 = 0,05

  13. DEBITO PUBBLICO GENERAZIONI FUTURE E DISTRIBUZIONE DELL’ONERE

  14. TEOREMA DELL’EQUIVALENZA RICARDIANA Per le generazioni future è solo un trasferimento da chi paga le imposte a chi riceve interessi (prestito dalla mano destra alla sinistra Melon)

  15. TEOREMA DELL’EQUIVALENZA RICARDIANA Un’idea curiosa di De Viti de Marco: L’ammortamento “democratico” del debito Se il debito è perpetuo ed equidistribuito nella popolazione può essere fatto scomparire annullando simultaneamente imposte e interessi.

  16. TEOREMA DELL’EQUIVALENZA RICARDIANA Nell’analisi ricardiana macro si assume una di onere come trasferimento reale di risorse

  17. IL TEORIA RICARDIANA E IL DEBITOI ESTERO • La risposta muta se invece di debito interno si accende un debito estero? • Il debito estero sembrerebbe più pericoloso…

  18. DEBITO ESTERO E GENERAZIONI FUTURE E DISTRIBUZIONE DELL’ONERE

  19. DEBITO ESTERO E GENERAZIONI FUTURE E DISTRIBUZIONE DELL’ONERE Nel caso di debito estero sembrerebbe venire meno la compensazione tra mano destra e mano sinistra Gli interessi sono pagati all’estero Ma se guardiamo all’inizio, nel caso di debito estero si ha un’immissione di risorse che non c’è nel caso di debito interno. Quindi il debito estero è equivalente a quello interno

  20. DEBITO ESTERO E GENERAZIONI FUTURE E DISTRIBUZIONE DELL’ONERE … a meno che le generazioni future non abbiano ricevuto da quelle passate un capitale in eredità sufficiente a pagare gli interessi del debito all’estero (precisazione di Pantaleoni) Ma in tal caso sorge un quesito filosofico generale? Quale diritti hanno le generazioni future ad avere gratuitamente il patrimonio di quelle precedenti? Emerge un problema di equità intergenerazionale

  21. La versione microeconomica della teoria ricardiana A un proprietario terriero, lo stato avanza la richiesta o di un’imposta una tantum di 2 mila sterline o di sottoscrivere un prestito dello stesso ammontare che porta l’interesse del 5%. Ricardo: «Un individuo che possiede 10.000 sterline che gli danno un reddito di 500 su cui deve pagare 100 sterline l’anno quale [imposta per pagare gli] interessi del debito, in effetti possiede solo 8.000 sterline e sarebbe altrettanto ricco sia se continuasse a pagare 100 sterline l’anno, sia se sacrificasse subito, una volta tanto, 2.000 sterline».

  22. La versione microeconomica della teoria ricardiana In questa argomentazione Ricardo ricorre al concetto di “ammortamento dell’imposta”, che non sempre si verifica integralmente

  23. La versione microeconomica della teoria ricardiana Nel Funding System Ricardo scrive: Sarebbe difficile persuadere un tale che possiede 20.000 sterline che un pagamento perpetuo di 50 sterline all’anno comporta lo stesso onere di un pagamento una tantum di 1.000 sterline. Egli avrebbe la vaga idea che le 50 sterline all’anno saranno pagate dai posteri e non da lui; ma se lascia la sua fortuna in eredità a suo figlio e la lascia gravata di un’imposta perpetua, che differenza fa lasciare 20.000 sterline gravate di imposta o 19.000 sterline senza di essa?

  24. La versione microeconomica della teoria ricardiana Qui la nozione di onere pare mutata rispetto alla tesi macro Sono rilevanti altri aspetti: • lo sconto delle imposte future • la lunghezza dell’orizzonte dell’individuo, • l’interesse per gli eredi

  25. La versione microeconomica della teoria ricardiana Vi è qui la quasi completa anticipazione di un celebre saggio di Barro del 1974: Are government bonds net wealth? che ha segnato il dibattito tra keynesiani e teorici delle aspettative razionali

  26. PRECISAZIONI AL TEOREMA DELL’EQUIVALENZA RICARDIANA • Il ricorso al debito anziché all’imposta può ridurre l’incentivo all’accumulazione (Modigliani/Diamond) • Nel caso di ricorso al debito estero i rischi di crisi tendono ad essere più elevati, perché lo stato,se vuole ripagare il debito esistente con l’imposta straordinaria, non ha potere impositivo sugli stranieri

  27. PERCHÉ CI SI DEVE PREOCCUPARE DI UN DEBITO ELEVATO? • Aumenta la spesa per interessi e quindi la pressione fiscale • Possono salire i tassi di interesse (crowding out) • Possono crearsi situazioni di insostenibilità del debito e manifestarsi crisi finanziarie

  28. LIMITI DEL DEBITO PUBBLICO: IL MODELLO DI DOMAR Quali sono le tendenze di lungo periodo del rapporto: • debito/Pil? • spesa per interessi/Pil (onere del debito)?

  29. Ipotesi del modello di Domar • Crescita costante del Pil • Tasso di interesse costante • Politica di disavanzo costante rispetto al Pil

  30. IL MODELLO DI DOMAR Ipotesi: Yt= (1+g)Yt-1 INTt = r Bt-1 Dt = aYt Variabili di interesse: bt= Bt/Ytt = INTt/Yt

  31. IL MODELLO DI DOMAR Bt = Bt-1 + Dt Bt = Bt-1 + aYt Dividiamo per Yt 1 bt-1 Bt Bt-1aYt 1+g = + Yt Yt Yt Bt-1 Yt-1 bt = + a Yt-1 Yt

  32. IL MODELLO DI DOMAR bt-1 bt a = + (1+g) bt = k bt-1 + a k <1 se g >0

  33. Alcuni esempi numerici b0 (=B/Y)= 60% g = -3% a (=D/Y) = 0 B/Y Anni

  34. Alcuni esempi numerici b0 = 60% g = 3% a = 0 B/Y Anni

  35. Alcuni esempi numerici b0 (=B/Y)= 60% g = 3% a (=D/Y) = 3% B/Y Anni

  36. Alcuni esempi numerici b0 = 60% g = 3%a = 1 B/Y Anni

  37. IL MODELLO DI DOMAR Il valore di b di lungo periodo Si pone bt = bt-1= b b b a = + (1+g) a (1+g) se g > 0 b = g

  38. IL MODELLO DI DOMAR L’onere del debito  rbt-1 rBt-1 INTt t = = = Yt (1+g) Yt Nel lungo periodo b = bt-1 r a t = g

  39. IL MODELLO DI DOMAR Ipotesi di disavanzo primario costante rispetto al Pil Dt = bYt + r Bt-1 Yt= (1+g)Yt-1 INT = r Bt-1

  40. IL MODELLO DI DOMAR Bt = Bt-1 + Dt = Bt = Bt-1 + bY t + rBt-1 = Bt = (1+r)Bt-1 + bY t (1+r) bt-1 + b bt = (1+g)

  41. IL RAPPORTO DEBITO/PIL dipende da quattro fattori: bt-1, la politica fiscale del passato r, la politica monetaria corrente g, la crescita dell’economia b, la politica fiscale del governo in carica

  42. IL MODELLO DI DOMAR Un valore non crescente di b è compatibile con un disavanzo primario costante rispetto al Pil solo se g > r Se g<r il controllo di b può essere effettuato solo realizzando avanzi primari

  43. IL MODELLO DI DOMAR Saldo primario che arresta la crescita di b (1+r) bt-1 + b bt = (1+g) pongo bt = bt-1 e ricavo b g - r bt-1 b = 1+ g

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