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Educazione e integrazione scolastica degli alunni con disturbi dello spettro autistico

Educazione e integrazione scolastica degli alunni con disturbi dello spettro autistico. come modello di intervento educativo per le disabilit à.

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Educazione e integrazione scolastica degli alunni con disturbi dello spettro autistico

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Presentation Transcript


  1. Educazione e integrazione scolastica degli alunni con disturbi dello spettro autistico come modello di intervento educativo per le disabilità

  2. “Se persone normali si trovassero su un altro pianeta con creature aliene, probabilmente si sentirebbero spaventate, non saprebbero come fare per adattarvisi e avrebbero sicuramente difficoltà a capire cosa pensano, sentono e vogliono gli alieni e a rispondere a tutto questo. L’autismo è così” (Therese Joliffe)

  3. Premessa operativa • Nel trattamento dell’autismo si devono fare 3 cose: • Educare • Educare • Educare

  4. Perché dobbiamo conoscere l’autismo dal di dentro • Quale è il compito dell’educazione? • “I bambini autistici possono avere turbe del comportamento, problemi di comunicazione, dell’udito e di ritardo mentale; ma essere curati come bambini non autistici con turbe del comportamento, problemi di udito o ritardo mentale è per loro disastroso, perché la ragione delle loro difficoltà è differente” (Peeters, 2005)

  5. Il potere dell’educazione • Modificare circuiti neuronali disfunzionali in una “finestra temporale” nella quale il cervello si può modificare • Una “cura” per il cervello • L’educazione è un diritto, il significato di un’affermazione

  6. Premessa al corsoProtocolli di intervento • Sui DSA sappiamo moltissimo (anche se non tutto) • Non è vero che possiamo fare poco • È vero, al contrario, che abbiamo una grande responsabilità rispetto alla qualità della vita futura dei soggetti con DSA • Sappiamo cosa va fatto e come va fatto (e non possiamo far finta di non saperlo)

  7. Intervento integrato a partire da… • RIFERIMENTO ALLE EVIDENZE SCIENTIFICHE…please • BASTA! con interventi falsamente miracolistici, che fanno perdere tempo prezioso

  8. Intervento integrato a partire da… • ABA • Applied Behavior Analysis (I. Lovaas) • TEACCH • Treatment and Education of Autistic and Communication Handicapped Children (E. Schopler)

  9. Di cosa stiamo parlando? Presentazione generale sul Cosa è…un DSA

  10. La definizione della S.I.N.P.I.A.(Linee guida, 2005) “L’autismo è una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo biologicamente determinato, con esordio nei primi tre anni di vita…….”

  11. La definizione della S.I.N.P.I.A.(Linee guida, 2005) “Le aree prevalentemente interessate sono quelle relative all’interazione sociale reciproca, all’abilità di comunicare idee e sentimenti e alla capacità di stabilire relazioni con gli altri……”

  12. La definizione della S.I.N.P.I.A.(Linee guida, 2005) “L’autismo, pertanto, si configura come disabilità <<permanente>> che accompagna il soggetto nel suo ciclo vitale, anche se le caratteristiche del deficit sociale assumono un’espressività variabile nel tempo.”

  13. Cosa non è • Non è una patologia di origine psicogena • Non è un disturbo della relazione madre-bambino • La madre non ha nessuna responsabilità • Non è una psicosi, ma un disturbo che interviene nello sviluppo • Non è chiusura in sé stessi

  14. Cosa lo causa e cosa è • Cause conosciute, malgrado la resistenza e la diffidenza di alcuni studiosi • Tuttavia per ora è una sindrome definita solo in termini comportamentali • sintomi evidenti tra il 10 e il 20 mese (talvolta rilevazione successiva) • Geni, ambiente, virus, vaccini, alterazioni metaboliche

  15. Cosa lo causa e cosa è • Disordine cerebrale (neurobiologico) di probabile origine genetica • Interruzione del normale sviluppo cerebrale • anomalie nelle strutture o nelle funzioni cerebrali • Non ci sono due bambini con questo disturbo che si comportano allo stesso modo • sottogruppi con lesioni differenti

  16. Disturbi dello spettro autistico Dalla triade alle ipotesi esplicative

  17. Le aree compromesse nei Disturbi dello Spettro Autistico COMUNICAZIONE (gioco, linguaggio, pragmatica) ABILITA’ SOCIALI (relazioni, reciprocità, interazioni) GAMMA DI COMPORTAMENTI (ristrettezza di attività e interessi, stereotipie)

  18. E aggiungerei… • Anomalie percettivo-sensoriali • Uditive • Tattili • Gustative • Olfattive • Visive • Isole di abilità

  19. EPIDEMIOLOGIA • Presente in ogni stato, in tutte le razze, le religioni e i livelli economici • caratteristiche non influenzate da fattori sociali (territorio, cultura, economia) • prevalente rispetto a cancro, diabete, Down • circa 6 casi su 1000 (ultimi studi 1\150 spettro autistico) • maschi più colpiti - 3\1, 4\1

  20. Disturbi Pervasivi dello Sviluppo(disturbi dello spettro autistico)secondo il DSM-IV • Disturbo autistico • Disturbo di Asperger • Disturbo di Rett • Disturbo disintegrativo della fanciullezza • Disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato (autismo atipico)

  21. Le comorbilità • Ritardo mentale (65\80%) • Epilessia (25\30%) • Disturbi del sonno • Comportamenti anomali • Anomalie nell’alimentazione • Disturbi dell’umore

  22. Le teorie esplicative • Socio-affettiva • Teoria della mente • Coerenza centrale • Funzioni esecutive • Teoria della simulazione

  23. Deficit delle funzioni esecutive(Ozonoff) • Operazioni mentali mediate dai lobi frontali che permettono il controllo volontario del movimento e del pensiero • Incapacità ad organizzare elementi di un piano di lavoro • Incapacità a formulare un piano di azione • Incapacità a modificare il proprio piano d’azione • Tendenza a rimanere ancorati a dati percettivi • Incapacità ad inibire risposte impulsive

  24. Teoria della simulazione(Gallese, Rizzolat,Fogassii) • I neuroni specchio • La comprensione della cognizione sociale dipende dall’attivazione di strutture neurali

  25. Processare volti • Riconoscimento del volto umano nello sviluppo tipico • Processare le informazioni dei volti nell’autismo • Le conseguenze: elaborare i volti come le sedie • La cognizione senso-motoria (mente enattiva)

  26. Cosa è la teoria della mente • Capacità di attribuire stati mentali e di inferire su di essi • La capacità di attribuire stati mentali consente di avere • Consapevolezza dei propri stati mentali • Comprensione delle conoscenze e delle credenze degli altri (ciò che pensano) • Comprensione che i comportamenti guidano i pensieri degli altri • Comprensione dell’intenzionalità

  27. Dell’autismo spiega • L’uso limitato di espressioni facciali e gesti (anche per ingannare) • L’interpretazione letterale e la difficoltà d’uso del linguaggio figurato • La difficoltà a comprendere intenzioni, desideri, credenze ed emozioni degli altri • La difficoltà a mantenere l’argomento della conversazione

  28. L’approccio educativo cognitivo-comportamentale per i Disturbi dello Spettro Autistico (e non solo per questi disturbi)

  29. Il processo di apprendimento dei comportamentisecondo il modello ABAdi condizionamento operante (Skinner) S R C • STIMOLO • RISPOSTA (comportamento) • CONSEGUENZA (positiva - negativa) Elaborazione informazione

  30. Utilizzare l’ABC

  31. I principi che sostengono l’apprendimentosecondo l’ABA • Sollecitare, indurre, favorire o modificare dei comportamenti\apprendimenti osservabili con l’erogazione controllata delle azioni educative, relative soprattutto a • Aiutare(intorno allo stimolo, antecedente) • Come, quanto • Rinforzare(intorno alla conseguenza) • Come, quanto

  32. Gli antecedenti • TUTTI gli elementi presenti nell’ambiente precedentemente alla produzione di un comportamento\abilità, a cominciare dall’ISTRUZIONE • Questi elementi influenzano la produzione del comportamento\abilità facilitandolo o, al contrario, inibendolo o bloccandolo

  33. TECNICHE DI GESTIONE DEGLI ANTECEDENTIPrimo: strutturare l’ambiente per far apprendere • Programmazione accurata dell’ambiente di lavoro • Mettere, tenere ordine • Determinare la postazione e il materiale • La concorrenza tra comportamenti alternativi • Un ambiente strutturato facilità l’autonomia • Un ambiente disordinato e disorganizzato ha un effetto frustrante, ansiogeno sul soggetto con DSA, quindi, ostacola l’apprendimento

  34. Secondo Perché è importante imparare a descrivere comportamenti per programmare • Orientiamo la nostra azione sul controllabile • Impariamo a programmare un intervento specifico

  35. Cominciamo ad imparare come rendere chiari (soprattutto a noi) gli obiettivi • Per usare un linguaggio comportamentale, DESCRIVERE • Il comportamento, l’abilità che il bambino saprà usare alla fine del processo di insegnamento • Il contesto, la situazione, le condizioni in cui il comportamento si deve manifestare • Il criterio, cioè il livello prestabilito che ci possa dire che l’obiettivo è stato raggiunto

  36. Esemplificazione di definizione di un obiettivo • È in grado di scrivere (o scriverà) le vocali (comportamento “operativo”) autonomamente sul quaderno (criterio di esecuzione) sotto dettatura della maestra in classe (condizioni), senza che gli errori superino il 10% della prova (criterio di padronanza)

  37. Cosa insegnare I contenuti dell’educazione di un soggetto con Disturbo dello Spettro Autistico

  38. Dal primo giorno • L’enfasi sullo sviluppo delle abilità sociali…che ci deve seguire lungo il nostro percorso

  39. Abilità sociali = …… • Tutte le regole che ci consentono di stare (bene) con gli altri • cooperare, relazionarsi, rispettare le regole della convivenza, della reciprocità e di contesto, rispettarsi, ascoltarsi, e anche evitare di farsi ingannare, raggirare, vittimizzare

  40. Dal primo giorno • L’intersoggettività (neuroni specchio): • Attenzione congiunta • Condivisione di interessi • Condivisione di emozioni • Scambio dei turni (nel gioco, nella conversazione) • Imitazione (Denver model)

  41. A proposito di cosa insegnarele abilità sociali • Anche queste vanno insegnate in modo diretto • Dall’intersoggettività alla complessità delle relazioni e delle regole sociali

  42. Difficoltà nell’interazione • La fatica più improba per un bambino con DSA è cogliere i significati delle interazioni sociali, di ciò che gli altri fanno, dicono, sentono

  43. L’attenzione congiuntarispondere • Dal sesto mese si osserva una comunicazione triadica: • Bambino, madre, oggetto • Il bambino segue lo sguardo della madre verso l’obiettivo della sua attenzione

  44. L’attenzione congiuntainiziare • Intorno ai 10 mesi orienta l’attenzione della madre verso un oggetto attraverso lo sguardo • Guarda un oggetto fuori della sua portata • Guarda la madre • Guarda di nuovo l’oggetto

  45. L’attenzione congiunta • Componenti attentive e affettive • Madre e bambino condividono un interesse e un coinvolgimento reciproco • Potente predittore dello sviluppo • del linguaggio • dell’imitazione • del gioco • del comportamento sociale • della teoria della mente • nel caso di autismo, dell’esito del trattamento

  46. Lo sviluppo dell’imitazione • L’imitazione della protrusione della lingua presente fin dalle prime settimane • Legata alla capacità di rappresentazione mentale dell’informazione sociale • L’imitazione sociale precoce appare compromessa nell’autismo

  47. Programmare Come fissare le tappe di un percorso

  48. Valutare… e ancora valutare

  49. Perché valutare • Perché è controproducente improvvisare • Perché è controproducente stare al traino della classe • Perché è controproducente stare al traino dell’alunno • L’importanza di costruire un percorso ad hoc

  50. Per una valutazione formale • Il PEP-3 • Il LAP • La Vineland • Le prove oggettive

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