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Obbligo di istruzione e didattica per l’acquisizione di competenze: un lungo cammino

Gavirate 13 marzo 2009. Aldo Tropea. Obbligo di istruzione e didattica per l’acquisizione di competenze: un lungo cammino. L’insuccesso formativo in Italia (a.s. 2007-2008 – tutte le classi). Gli allievi non ammessi alle classi successive (per classe - a.s. 2007-2008).

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Obbligo di istruzione e didattica per l’acquisizione di competenze: un lungo cammino

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Presentation Transcript


  1. Gavirate 13 marzo 2009 Aldo Tropea Obbligo di istruzione e didattica per l’acquisizione di competenze: un lungo cammino

  2. L’insuccesso formativo in Italia (a.s. 2007-2008 – tutte le classi)

  3. Gli allievi non ammessi alle classi successive (per classe - a.s. 2007-2008)

  4. Gli allievi con sospensione di giudizio

  5. Provincia per provincia…

  6. La probabilità di arrivare al diploma secondo collocazione geografica

  7. Qual è stato il risultato degli studenti al primo quadrimestre? (dati “la Repubblica” 2 marzo) In media, il 70% degli studenti ha riportato almeno un’insufficienza In media, il 72% (70% lo scorso anno) degli studenti hanno almeno 1 insufficienza 28,0% 72,0% 60,1 64,5 70,9 59,9 78,1 80,0 77,2 72,0

  8. C’è un altro modo di porre questo problema • Che prescinde dalle cifre e che si pone il problema di come affrontare l’”ospite inquietante” – il nichilismo, la mancanza di senso - che si è installato nelle menti e nei cuori dei nostri ragazzi: • Come posso attivare la molla dell’interesse in questo studente che ho di fronte a me? • Come? Insegnando cosa? Con quali linguaggi e con quali strumenti?

  9. Non di sola scuola…. • Naturalmente le cause del disagio e dell’insuccesso non solo sono interne alla scuola • La mancanza di senso è prima di tutto del mondo adulto • I media ci offrono una rappresentazione del mondo spesso falsa ed edonistica • Ci sono condizioni strutturali ( politiche, sindacali, ecc.) senza di cui è difficile immaginare un cammino percorribile

  10. Tutto questo è vero, però… A CONDIZIONE CHE NON DIVENTI UN ALIBI In altri termini, proviamo ad operare tutto ciò che è in nostro potere come professionisti ed educatori… …non scordandocene quando siamo cittadini aderenti a un partito, a un sindacato, a una associazione

  11. Un docente significativo… La mancanza di formazione personale porta spesso gli adolescenti là dove si spaccia musica,alcool e droga, in quella deriva dell’esistere che è poi quell’assistere allo scorrere della vita in terza persona senza esserne granchè coinvolti, in ritmi sempre più estremi ed estranei…. A queste firme di disagio si è soliti rispondere con un elenco di riforme… L’unico fattore trascurato è il frequente disinteresse emotivo e intellettuale dell’insegnante, con trasmissione diretta allo studente, che tra i banchi di scuola finisce per trovare solo quanto di più lontano e astratto c’è in ordine alla sua vita, in quella calda stagione dove il sapere non riesce, per difetto di trasmissione, a divenire nutrimento della passione e suo percorso futuro (U. Galimberti, “L’ospite inquietante”, p. 40)

  12. L’ampliamento dell’obbligo di istruzione • non è semplicemente un ampliamento quantitativo del periodo di istruzione obbligatoria ma una revisione profonda degli assi educativi e pedagogici del nostro sistema formativo, del modo di fare scuola, della nostra capacità di superare una tradizione culturale che si ostina a considerare suo compito quello di ridurre tutte le intelligenze a una sola. • Il Regolamento individua precisamente nella individuazione e nell’acquisizione di alcune competenze chiave di cittadinanza la leva per superare la situazione per cui il nostro sistema formativo appare così drasticamente inefficace

  13. La sfida è saper affrontare i problemi della società cognitiva • Il divario esistente tra il dichiarato bisogno di qualificazione della manodopera da parte del sistema produttivo e la sottoutilizzazione delle risorse umane. • La crescita esponenziale della qualità della domanda di formazione e la refrattarietà di strati crescenti di popolazione giovanile a lasciarsi coinvolgere nei processi di scolarizzazione. • Il gravissimo ritardo con cui la ricerca didattica e pedagogica si misura con il tema della crisi della parola scritta sequenzialmente organizzata e, più radicalmente, con le nuove modalità dell’apprendere secondo la metafora della navigazione in rete. • La diffidenza con cui si continua a guardare al crescente intreccio della cultura cosiddetta “di base” con quella più strettamente collegata ad un fare professionalmente connotato • Il persistere di una concezione della professionalità docente che ostacola il confronto con le recenti conquiste della psicologia dell’apprendimento: la decisività della metacognizione nella costruzione di percorsi significativi di crescita personale; il rapporto necessario tra il sapere e l’operare; la fondamentale importanza degli ambienti di apprendimento.

  14. Dunque….. • Ciò di cui dobbiamo parlare non è semplicemente un ampliamento quantitativo del periodo di istruzione obbligatoria, ma una revisione profonda degli assi educativi e pedagogici del nostro sistema formativo, del modo di fare scuola, della nostra capacità di superare una tradizione culturale che si ostina a considerare suo compito quello di ridurre tutte le intelligenze a una sola. • Il Regolamento individua precisamente nella individuazione e nell’acquisizione di alcune competenze chiave di cittadinanza la leva per superare la situazione per cui il nostro sistema formativo appare così drasticamente inefficace

  15. IL COMPORTAMENTISMO E L’ASSOCIAZIONISMO rappresentavano le teorie dell’apprendimento delle grandi società industriali di massa Black Box R S L’apprendimento è una risposta allo stimolo ambientale che esclude una rielaborazione del soggetto. Apprendere è dunque l’esperienza che modifica il comportamento, senza che sia necessaria una rielaborazione del soggetto In questo senso, competente è chi conosce ed esegue correttamente istruzioni.

  16. Nell’epoca post-industriale la ricerca educativa invece riconosce tra lo stimolo e la risposta l’esistenza di mediazioni simboliche frutto dell’attività del soggetto. Non più STIMOLO Black Box RISPOSTA ma percezione, attenzione, osservazione, imitazione, memorizzazione, motivazione, metacognizione OUTPUT INPUT

  17. Due cerchi, due triangoli e un arco a tutto sesto? Un cerchio Due cerchi Due cerchi e un triangolo Due cerchi e due triangoli

  18. No, la faccia di un clown !

  19. Gli schemi e le attribuzioni Venerdì scorso Luigi stava andando a scuola Era veramente preoccupato per la lezione di matematica L’ultima volta non era riuscito a tenere la classe sotto controllo l’insegnante di matematica era stato poco gentile a dargli quell’incarico Dopo tutto questi non sono compiti che spettano ad un bidello

  20. L’APPRENDIMENTO LA COMPETENZA il soggetto è attivo nell’apprendimento: non subisce l’esperienza ma la costruisce attraverso le risorse ( conoscitive, tecniche, relazionali, emotive ed affettive) e i processi metacognitivi interni, cioè precisamente attraverso l’operatività della “scatola nera” Non è una dunque una mera esecuzione, quanto l’utilizzazione consapevole in un compito del proprio patrimonio concettuale ristrutturandolo continuamente Un operare tanto più efficace, quanto più aperto all’interrogazione e alla problematizzazione

  21. Sul piano normativo, un percorso lungo e accidentato Art. 6 legge 425 del 10 dicembre 1997 ( riforma Berlinguer degli esami di stato): “ • “Il rilascio e il contenuto delle certificazioni di promozione, di idoneità e di superamento dell'esame di Stato sono ridisciplinati in armonia con le nuove disposizioni al fine di dare trasparenza alle competenze, conoscenze e capacità acquisite, secondo il piano di studi seguito, tenendo conto delle esigenze di circolazione dei titoli di studio nell'ambito dell'Unione europea”

  22. Il DPR 323 attuativo della legge 9 sull’innalzamento dell’obbligo scolastico ( abrogata) • Art. 3 comma 3 Le istituzioni scolastiche, in particolare, promuovono iniziative di: a) accoglienza, analisi delle competenze, consolidamento delle scelte o riorientamento, da realizzare anche attraverso il ricorso a progetti e materiali strutturati adottati o prodotti dai docenti; b) agevolazione del passaggio ad altri indirizzi di scuola secondaria superiore attraverso specifiche attività didattiche, da realizzare anche in collaborazione con le scuole destinatarie dei passaggi (art.4 punto 3) • Art. 4 comma 3 Lo studente che, a conclusione del primo anno della scuola secondaria superiore, sia stato promosso e che richiede il passaggio ad altro indirizzo di studi è iscritto alla classe successiva previo un colloquio presso la scuola ricevente, diretto ad accertare gli eventuali debiti formativi da colmarsi mediante specifici interventi realizzabili all’inizio dell’anno scolastico successivo. Il colloquio sostituisce le prove integrative previste dall’articolo 192 del Testo unico n. 297 del 16/4/4.

  23. L’art. 68 della 144/1999 • Al fine di potenziare la crescita culturale e professionale dei giovani, ferme restando le disposizioni vigenti per quanto riguarda l'adempimento e l'assolvimento dell'obbligo dell'istruzione, e' progressivamente istituito, a decorrere dall'anno 1999-2000, l'obbligo di frequenza di attività formative fino al compimento del diciottesimo anno di età. Tale obbligo può essere assolto in percorsi anche integrati di istruzione e formazione: a) nel sistema di istruzione scolastica; b) nel sistema della formazione professionale di competenza regionale c) nell'esercizio dell'apprendistato 2. L'obbligo di cui al comma 1 si intende comunque assolto con il conseguimento di un diploma di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale. Le competenze certificate in esito a qualsiasi segmento della formazione scolastica, professionale e dell'apprendistato costituiscono crediti per il passaggio da un sistema all'altro.

  24. Art. 6 DPR 257/2000 : il passaggio tra sistemi • 1. Le conoscenze, competenze e abilità' acquisite nel sistema della formazione professionale, nell'esercizio dell'apprendistato, per effetto dell'attività lavorativa o per autoformazione costituiscono crediti per l'accesso ai diversi anni dei corsi di istruzione secondaria superiore. Esse sono valutate da apposite commissioni costituite, all'inizio di ciascun anno scolastico… presso le singole istituzioni scolastiche interessate o reti delle medesime istituzioni. Le commissioni sono composte da docenti designati dai rispettivi collegi dei docenti coadiuvate da esperti del mondo del lavoro e della formazione professionale tratti da elenchi predisposti dall'amministrazione regionale o… dall'amministrazione provinciale. • 2. Le commissioni, sulla base della documentazione presentata dagli interessati e di eventuali ulteriori accertamenti, attestano le competenze acquisite ed individuano l'anno di corso nel quale essi possono proficuamente inserirsi, rilasciando un apposito certificato, che l'interessato può utilizzare per l'iscrizione anche presso altre istituzioni scolastiche. • 3. ...Esso può contenere l'indicazione della necessità di eventuali integrazioni della preparazione posseduta

  25. in uno scenario scenario nuovo , la legge 53 conferma alcune linee essenziali dell’obbligo formativo….. E’ aperta e assistita la possibilità di cambiare indirizzo all’interno del sistema dei licei, nonché di passare dal sistema dei licei al sistema dell’istruzione e della formazione professionale, e viceversa, mediante apposite iniziative didattiche, finalizzate all'acquisizione di una preparazione adeguata alla nuova scelta; PASSAGGI Legge 53 la frequenza positiva di qualsiasi segmento del secondo ciclo comporta l'acquisizione dicrediti certificatiche possono essere fatti valere, anche ai fini della ripresa degli studi eventualmente interrotti, nei passaggi tra i diversi percorsi CREDITI Nel secondo ciclo, esercitazioni pratiche, esperienze formative e stage realizzati in Italia o all'estero… sono riconosciuticon specifiche certificazioni di competenza, rilasciate dalle istituzioni scolastiche e formative; STAGE E TIROCINI

  26. Il contributo della Conferenza unificata Stato-Regioni • Il 19 giugno 2003 determina • la definizione del sistema generale di classificazione delle competenze professionali; • la definizione di criteri generali uniformi di certificazione delle competenze (libretto formativo personale); • la definizione di criteri generali uniformi di accertamento dei crediti (formazione/formazione, formazione/istruzione, istruzione/formazione); • la definizione degli standard formativi minimi delle competenze; Il 15 gennaio 2004 vengono stabiliti gli standard nazionali delle competenze di base Il 28 ottobre 2004 vengono approvati i modelli delle certificazioni intermedie e finali

  27. Le ultime tappe • L’OM 86 e il DM 87 prevedono la possibilità di effettuare rientri nel sitema di istruzione attraverso il riconoscimento delle competenze acquisite nella Fp o sul lavoro • La legge 27 dicembre 2006, n. 296, art 1 comma 622 prevede l’'innalzamento a dieci anni dell'obbligo di istruzione, ma consente che in via provvisoria esso possa essere assolto anche nei percorsi triennali della formazione professionale regionale • Il Regolamento dell’obbligo di istruzione n. 139 del 22 agosto 2007 sancisce il principio che sono stabiliti standard di competenza che debbono essere conseguiti da tutti i cittadini come esito dell’assolvimento dell’obbligo di istruzione • La legge 133/2008 rende permanente la possibilità di assolvere all’obbligo di istruzione nei percorsi triennali, ferma restando il resto della normativa • Il recupero dei debiti ha reso complicata l’attuazione di molte di queste norme

  28. per una didattica centrata sull’acquisizione di competenze C’è tuttavia almeno un punto fermo che ci sembra positivamente acquisito: il focus sul carattere dinamico dell’apprendimento, sulla centralità del soggetto e quindi sul superamento di una concezione solo trasmissiva dell’insegnare sappiamo il concetto di competenza è complesso e che non è facile convenzionare il lessico

  29. Fare centro davvero sul soggetto: questo vuol dire essere “rigorosi” “La competenza non è uno stato od una conoscenza posseduta. Non è è riducibile né ad un sapere, né a ciò che si è acquisito con la formazione. La competenza non risiede nelle risorse (conoscenze, capacità…), ma nella mobilitazione di queste risorse. Qualunque competenza non può essere separata dalle proprie condizioni di messa in opera. La competenza è un saper agire o reagire riconosciuto. Qualunque competenza per esistere necessita del giudizio altrui”(Le Boterf) Ogni buon insegnante sa che il lassismo sta proprio nel richiedere solo qualche nozione memorizzata

  30. UN SECONDO PUNTO FERMO Il documento tecnico assume la Raccomandazione del Parlamento e del Consiglio europei relativa all’istituzione di un Quadro Europeo delle Qualifiche per l’apprendimento permanente. Il QEQ • Individua per tutti i paesi europei la scala degli 8 livelli di qualifica dall’obbligo al Master • Definisce gli esiti di apprendimento in termini di conoscenze, abilità, competenze • Offre una definizione autorevole di conoscenze, abilità e competenze

  31. Le definizioni del QEQ • Esiti di apprendimento: dichiarazione di ciò che un soggetto in apprendimento sa, comprende ed è in grado di fare alla fine di un processo di apprendimento; definiti in termini di conoscenze, abilità e competenze • Conoscenze: il risultato della assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento; costituiscono il corpo di fatti, principi, teorie e pratiche relativi ad un ambito di studio o di lavoro; definite come teoriche e/o pratiche • Abilità: la capacità di applicare conoscenze e di utilizzare il know-how (saper fare) per svolgere compiti e risolvere problemi; descritte come cognitive (uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratiche (che implicano la destrezza manuale e l’utilizzo di metodi, materiali, attrezzature e strumenti) • Competenza: la capacità dimostrata di utilizzare le conoscenze, le abilità e le attitudini personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale; descritte in termini di responsabilità e autonomia.

  32. Privilegiare gli esiti • Significa porre davvero l’accento su ciò che lo studente deve fare • e non (solo) sull’analisi di ciò che l’insegnante deve proporsi

  33. Questa impostazione, accolta dal Regolamento, sta alla base del principio fondamentale dell’equivalenza formativa Il biennio obbligatorio non è unico e con il Regolamento non vengono modificati i diversi curricoli E’ una scelta dettata anche dalla mancanza di un quadro complessivo di riforma, ma che rimarrà fondamentale anche quando esso sarà definito Però tutti i bienni senza distinzione debbono garantire alcune competenze chiave di cittadinanza, anche se con piani di studio diversi. Ciò vale anche per i percorsi sperimentali di istruzione e formazione: è il principio dell’equivalenza formativa

  34. L’equivalenza è garantita da competenze-chiave comuni a tutti i cittadini 1. “Imparare ad imparare” 2. “Progettare” Costruzione di sè • 3. “Comunicare” • comprendere messaggi di genere diverso e trasmessi utilizzando linguaggi e strumenti diversi; • rappresentare eventi, fenomeni, emozioni utilizzando linguaggi, conoscenze e strumenti diversi) • 4. “Collaborare e partecipare” • 5. “Agire in modo autonomo e responsabile” Rapporto con gli altri 6. “Risolvere problemi” 7. “Individuare collegamenti e relazioni” 8. “Acquisire ed interpretare l’informazione” Rapporto con la realtà naturale e sociale

  35. Le competenze di cittadinanza non sono tuttavia “educazioni” separate né affidate ad una “area comune” il carattere unitario del biennio non dipende dall’ampiezza di quella che un tempo si chiamava “l’area comune”, secondo un’ispirazione che assumeva senz’altro come parametro le conoscenze definite nei bienni del liceo, ma dal fatto che tutte le aree concorrono all’acquisizione delle competenze-chiave. Dunque in ogni percorso non si insegneranno le stesse discipline, ma si acquisiranno le stesse soglie cognitive/operative secondo il riferimento ai quattro assi culturali costituiti all’area dei linguaggi, matematica, scientifico-tecnologica, storico-socio-economica, che tendono a coincidere con quelle indicate nell’Accordo del 25 gennaio 2004 della Conferenza Unificata sugli standard formativi minimi relativi alle competenze di base e che fanno riferimento a quelle europee Il curricolo di base non sta a fianco del curricolo elettivo, come accadeva nel vecchio modello disciplinarista (materie comuni+materie d’indirizzo), ma dentro di esso. Questo consente a ciascuno di mantenere la propria identità, avendo tutti però un obiettivo comune.

  36. E’ indispensabile la ripresa del lavoro di progettazione cooperativa • Identificare un’area di progetto ed identificare le attività necessarie per arrivare a un risultato competenze necessarie per il conseguimento dei risultati previsti • Chiedersi quali siano gli apporti delle diverse discipline • Chiedersi quali competenze siano comuni a più discipline E’ fondamentale, per questo, la ripresa del lavoro sia del gruppo di materia sia del Consiglio di classe. Come diceva Piero Romei, il CdC da un lato fissa le regole del setting, il patto formativo che sostanzia l’ambiente di apprendimento; dall’altro utilizza le risorse professionali presenti valorizzando e facendo interagire per quanto possibile le diverse competenze Per quanto possibile , perché l’ottimo è nemico del bene

  37. LA MATRICE DELLA PROGETTAZIONE • Dire che non si tratta di una sperimentazione da attuare, ma di un percorso da costruire non è uno slogan di facile (ma dubbio) effetto, ma una constatazione di fatto. La matrice prospettata dal Regolamento Competenza - Abilità – Conoscenza rappresenta il fulcro di una progettazione didattica affidata alla responsabilità professionale dei docenti

  38. ASSE MATEMATICO 1. Utilizzare le tecniche e le procedure del calcolo aritmetico e algebrico, rappresentandole anche sotto forma grafica 3. Individuare le strategie appropriate per la soluzione dei problemi 4. Analizzare dati e interpretarli sviluppando deduzioni e ragionamenti con l’aiuto di rappresentazioni grafiche e utilizzano consapevolmente gli strumenti offerti dalle applicazioni informatiche 2. Confrontare ed analizzare figure geometriche, individuando invarianti e relazioni

  39. ASSE DEI LINGUAGGI 2. Utilizzare una lingua straniera per i principali scopi comunicativi ed operativi • 1. Padronanza della lingua italiana • Padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire l’interazione comunicativa in diversi contesti • Leggere, comprendere ed interpretare scritti di vario tipo; • Produrre testi di vario tipo in relazione ai differenti scopi comunicativi 3. Utilizzare gli strumenti fondamentali per una fruizione consapevole del patrimonio artistico e letterario 4. Utilizzare e produrre testi multimediali

  40. ASSE SCIENTIFICO-TECNOLOGICO 1. Osservare, descrivere ed analizzare fenomeni appartenenti alla realtà naturale e artificiale e riconoscere nelle sue varie forme i concetti di sistema e di complessità 2. Analizzare qualitativamente e quantitavimaente fenomeni legate alle trasformazioni dell’energia a partire dall’esperienza 3. Essere consapevole delle potenzialità e dei limiti delle tecnologie nel contesto culturale e sociale in cui vengono applicate

  41. ASSE STORICO-SOCIALE 1. Comprendere il cambiamento e la diversità dei tempi storici attraverso il confronto tra epoche ( dimensione diacronica) ed arre geografiche e culturali (dimensione sincronica) 2.Collocare l’esperienza personale in un sistema di regole fondato sul reciproco riconoscimento dei diritti garantiti dalla Costituzione, a tutela della persona, della collettività e dell’ambiente 3. Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio-economico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio territorio

  42. Assi culturali:area linguistica

  43. Assi culturali:area linguistica

  44. Assi culturali:area linguistica

  45. Ci attende un grande lavoro professionale, possibilmente non a corrente alternata di confronto tra queste indicazioni e la realtà del nostro lavoro quotidiano, a partire dalla consapevolezza che si tratta di quel lavoro di ricerca che, come dice David Schoen, costituisce la marca del professionista riflessivo critico: “La conoscenza della pratica nasce quando l’insegnante considera la classe e la scuola come terreni di investigazione intenzionale, utilizzando le conoscenze e le teorie prodotte da altri come materiale generativo per interrogativi ed interpretazioni. In questa prospettiva l’insegnante apprende e genera una conoscenza della pratica interagendo all’interno di comunità di ricerca per teorizzare e ricostruire il proprio lavoro e connettersi a questioni di carattere più generale (pedagogiche, sociali, culturali e politiche)”

  46. Il problema aperto Far agire le competenze di base degli assi all’interno di compiti di realtà, superando la tradizionale impostazione per cui lavorare in un progetto, in un laboratorio, nello sviluppo di un prodotto è altra cosa dalla impostazione delle competenze disciplinari chiamiamole “Uda” “Moduli” o come si voglia: il problema è questo

  47. Alcune attenzioni • La discussione non deve vertere a priori sull’esattezza tecnica delle declaratorie: è proprio compito della sperimentazione verificarle • In ogni caso, le conoscenze non vanno considerate come meri elenchi di argomenti memorizzati ma legate ad una specifica azione che ne dimostri l’assimilazione ( “individua”“sa correggere”, “sa pianificare”, “sa eseguire”…) • Le abilità rappresentano un saper fare legato ad un compito di realtà e possono riguardare uno o più ambiti disciplinari; la loro “taglia”, in rapporto alla “taglia” delle competenze rappresenta uno dei punti più delicati • Una competenza fa riferimento ad un insieme di abilità e di conoscenze che vengono messe in atto nella esecuzione di un compito complesso, secondo le definizioni del QEQ

  48. Ritorniamoci un momento… • Conoscenze: il risultato della assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento; costituiscono il corpo di fatti, principi, teorie e pratiche relativi ad un ambito di studio o di lavoro; definite come teoriche e/o pratiche • Abilità: la capacità di applicare conoscenze e di utilizzare il know-how (saper fare) per svolgere compiti e risolvere problemi; descritte come cognitive (uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratiche (che implicano la destrezza manuale e l’utilizzo di metodi, materiali, attrezzature e strumenti) • Competenza: la capacità dimostrata di utilizzare le conoscenze, le abilità e le attitudini personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale; descritte in termini di responsabilità e autonomia.

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