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UFFICIO DI COORDINAMENTO PER L’EDUCAZIONE MOTORIA, FISICA E SPORTIVA

UFFICIO DI COORDINAMENTO PER L’EDUCAZIONE MOTORIA, FISICA E SPORTIVA. UNA REGIONE in MOVIMENTO SCUOLA PRIMARIA. CLASSE V Attività: GiocoSport Minibasket. Salvatore Vinci. L’infanzia ci consegna dei mini-atleti.

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UFFICIO DI COORDINAMENTO PER L’EDUCAZIONE MOTORIA, FISICA E SPORTIVA

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Presentation Transcript


  1. UFFICIO DI COORDINAMENTO PER L’EDUCAZIONE MOTORIA, FISICA E SPORTIVA UNA REGIONE in MOVIMENTO SCUOLA PRIMARIA CLASSE V Attività: GiocoSport Minibasket Salvatore Vinci

  2. L’infanzia ci consegna dei mini-atleti I bambini, nell’infanzia, passano molto del loro tempo in movimento, in giochi guidati o spontanei, attraverso i quali scoprono e conquistano il mondo che li circonda ricavandone gli stimoli necessari per la loro crescita intellettiva, fisica e motoria. La scuola li trasforma in mini impiegati sedentari La scuola primaria dà sicuramente molto ai bambini, ma obbligandoli a stare per molte ore tra i banchi li priva di gran parte delle attività che loro erano soliti svolgere.

  3. E’ necessario quindi pensare ad una razionale educazione motoria, come componente dell’educazione globale, per fornire quel bagaglio di movimenti necessario allo sviluppo fisico, mentale e relazionale di ogni bambino. Anche perché, paradossalmente, questo è il momento ideale per l’apprendimento 6 – 11 anni = età d’oro della motricità

  4. I muscoli acquisiscono efficienza funzionale ed eseguono con più precisione gli stimoli del sistema nervoso che a 10 anni possiede tutti i requisiti di quello dell’adulto. Progressiva maturazione organico-funzionale Migliora la coordinazione motoria ed il gesto diventa più fluido. Acquisizione degli automatismi. Dal punto di vista psicologico si realizza “l’età della ragione”: si rende conto di essere uno fra gli altri, con gli stessi doveri da svolgere e i genitori non sono più l’unico polo di riferimento.

  5. La fase dai 9 agli 11 anni è un momento magico Ha un’immagine precisa del suo corpo; Migliora l’attenzione, è disinvolto e vuole muoversi secondo motivazioni precise; In questa fase il bambino: È in grado di analizzare il movimento ed è predisposto a perfezionarlo; Scopre il gioco collettivo (tappa fondamentale) e accetta le regole.

  6. … è suscettibile di vocazioni e scelte sportive specifiche. Tuttavia, è opportuno dare ai ragazzi la possibilità di realizzare una iniziazione sportiva a carattere polivalente, in modo che ognuno possa scegliere l’attività che preferisce dopo averne provate alcune.

  7. La “specializzazione precoce” in uno sport non produrrà un “campione”, ma molto spesso un abbandono. Il bambino deve avere il tempo di arricchire il proprio “bagaglio” motorio facendo ciò che lo diverte e senza lo stress della competizione: l’importante è cercare di soddisfare i propri bisogni e le proprie motivazioni. • Fino all’età di 10-11 anni, l’attività sportiva dovrebbe essere soprattutto gioco; la prestazione e l’allenamento puramente tecnico verranno in un secondo momento. Giocosport

  8. Perché il minibasket? Una educazione motoria razionale comprende attività a carattere generale in grado di realizzare i potenziamenti organici e muscolari: correre, saltare, lanciare ed il minibasket racchiude tutto. Il minibasket è un gioco-sport che risponde alle esigenze di crescita psicologica e fisiologica del bambino, inoltre, promuove la sua creatività ed il suo bisogno di socializzazione. Tutto questo utilizzando la palla che è lo strumento principale della nostra proposta e, oggetto che più di ogni altra cosa scatena il desiderio di moto di bambini, ragazzi e …

  9. Il minibasket è un gioco e non è la pallacanestro in miniatura Tutto deve essere riportato alla dimensione dove ai bambini è permesso di avere delle idee, di provare, di capire e di sbagliare. In palestra i bambini devono giocare a  trasformare progressivamente gli schemi motori di base (palleggiare, tirare, passare) in abilità complesse (fondamentali tecnici individuali) attraverso lo sviluppo delle disponibilità motorie individuali”. No a super allenatori No a schemi e tattiche No a preparazione atletica Non devono essere specializzati tecnicamente in modo precoce: c’è tempo dopo!

  10. Il regolamento come strumento pedagogico Le regole hanno la funzione di uniformare e codificare i comportamenti durante il momento ludico: non si può immaginare un gioco senza regole. Il bambino, lentamente, prende coscienza che le regole non sono un fatto restrittivo e autoritario imposto dal docente o dall’istruttore per limitare il suo dinamismo e le accetta come condizione indispensabile per giocare meglio e divertirsi di più. “lo strumento regolamento” va applicato con una progressione adeguata all’età dei bambini e ai loro ritmi di apprendimento, nelle varie situazioni operative e mai in forma solo teorica.

  11. Metodologia e Progressione didattica La metodologia si basa sui seguenti principi fondamentali: a) Spiegazione edimostrazione da parte dell’istruttore (contemporaneità);b) Esperienza pratica dell’allievo (creatività); c) Esperienza pratica dell’allievo sollecitata da una situazione “agonistica” (gioco-gara). La progressione con cui si applica questa metodologia deve essere strutturata in funzione delle quattro grandi regole: NON SI CAMMINA ENON SI CORRE CON LA PALLA IN MANO - (Questa regola si interpreta con il fondamentale del palleggio) LO SCOPO DEL GIOCO E’ MANDARE LA PALLA TANTE VOLTE NEL CANESTRO - (Questa regola si interpreta con il fondamentale del tiro) NON SI GIOCA UNO CONTRO TUTTI - (Questa regola si interpreta con il fondamentale del passaggio) PER OTTENERE LA VITTORIA BISOGNA FAR SEGNARE POCHI CANESTRI AGLI AVVERSARI - (Questa regola si interpreta con il concetto di difesa, ciascuno avrà un avversario da marcare).

  12. Impariamo le 4 regole Giocare a minibasket significa disputare minipartite e i bambini devono essere messi in grado disputarne al più presto. Pertanto, in ogni lezione saranno sapientemente combinati , con ordine di crescente difficoltà, giochi e attività che includeranno in se i vari fondamentali.

  13. Regola n. 1 • NON SI CAMMINA E NON SI CORRE CON LA PALLA IN MANO • per spostarsi con la palla bisogna palleggiare • si palleggia con una sola mano • quando si smette di palleggiare non si può riprendere, ma si deve passare al compagno o tirare a canestro.

  14. Esercizi per il palleggio • Palleggio sul posto • Palleggio a spasso con la palla • Palleggio sulle linee • Palleggia e guarda i numeri (a coppie) con cambio di mano L’obiettivo immediato non è la buona esecuzione del palleggio, è sufficiente ottenere che gli allievi non perdano la palla e che non la guardino sempre. Gli allievi impareranno per imitazione, dai le spiegazioni necessarie mentre dimostri; parla poco.

  15. Giochi per il palleggio Staffetta in palleggio Slalom in palleggio Usare la mano più lontana

  16. Regola n. 2 LO SCOPO DEL GIOCO E’ MANDARE LA PALLA TANTE VOLTE NEL CANESTRO (tiro) Allievi frontalmente a circa tre metri dal canestro, ciascun allievo ha la palla. A turno, tirano a canestro: chi tira recupera la palla e, in palleggio, va in coda alla propria squadra disposta in riga. Vince la squadra che segna per prima un certo numero prestabilito di canestri. Scopo: Sperimentare il tiro da posizione angolata con l’uso del tabellone. Suggerire i distendere bene le braccia

  17. ESERCIZI E GIOCHI DI COMBINAZIONE DELLE PRIME DUE REGOLE palleggio in movimento; Arresto e tiro. Combinazione: Due squadre: Palleggio in avanzamento verso il canestro, arresto e tiro; recuperare la palla e palleggiando rimettersi in coda. Vince la squadra che per prima riesce a fare un certo numero di canestri. Variante a slalom tra gli ostacoli

  18. Regola n. 3 NON SI GIOCA UNO CONTRO TUTTI (passaggio) Gioco: gara di passaggi Cercare di ottenere che gli allievi distendano le braccia e che la palla arrivi ai compagno all’altezza del petto. Suggerire a chi riceve il passaggio di allungare le braccia incontro alla palla per ottenere una buona ricezione

  19. Gioco: passaggi a coppie Gioco: passaggi a 3 Combinazione delle regole 1 e 3: Non si cammina con la palla in mano Non si gioca uno contro tutti Quindi la passo

  20. Giochi di combinazione della regole 1 e 3 Non si cammina con la palla in mano Non si gioca uno contro tutti Quindi palleggio e la passo

  21. ESERCIZI E GIOCHI DI COMBINAZIONE DELLE PRIME TRE REGOLE Variante: come il precedente, ma i ragazzi prima di effettuare il passaggio devono palleggiare per un tratto. Gli allievi sono disposti a coppie. Al via dato dall’istruttore, la prima coppia corre verso il canestro opposto, usando il passaggio. Giunto sotto il canestro uno dei due allievi esegue palleggio, arresto e tiro (massimo tre tentativi). Esauriti i tentativi, i due ripercorrono il campo in senso inverso passandosi la palla per tirare nell’altro canestro. Ovviamente dovrà tirare chi non l’aveva fatto precedentemente. Esauriti i tentativi, la palla viene ripassata alla seconda coppia che ripete quanto fatto dalla prima, e così via. Gli stessi esercizi possono essere eseguiti in 3

  22. Regola n. 4: PER VINCERE FAR SEGNARE POCHI CANESTRI AGLI AVVERSARI GIOCHI: uno contro uno; due contro due; tre contro tre, ecc. In questi giochi trovano applicazione tutte le regole e tutti i fondamentali: palleggio, passaggio, tiro, ecc. Introduzione del concetto di difesa e di attacco Concetto di difesa: — Stare fra avversario e canestro — Rubare la palla e diventare attaccante — Non lasciare far canestro (ostacolare il tiro) — Non urtare o spingere l’avversario (concetto di fallo). Concetto di attacco: — Uso e finalità del palleggio e del passaggio per eludere la difesa avversaria — Non farsi portar via la palla (protezione della palla) — Fare canestro

  23. Proposte per la manifestazione finale

  24. La percezione del corpo

  25. TRATTAMENTO DELLA PALLA, finalizzato al miglioramento del palleggio.

  26. Il passaggio

  27. Vai in palleggio, passa e rimani (navetta) 1 pallone ogni 3 ragazzi

  28. Discesa a tre Facoltativamente si può eseguire la treccia

  29. Il semaforo - palleggio in movimento - arresto - passaggio

  30. Il palleggio in slalom

  31. Il tiro

  32. Il gioco, le regole e il fair play TUTTI CACCIATORI (pallone di spugna) La classe viene divisa in due squadre, riconoscibili dal colore della maglietta; i giocatori si muovono liberamente all’interno di uno spazio adeguato al numero dei giocatori. Al Via l’insegnante lancia la palla nel campo di gioco e chi la prende può cercare di colpire gli avversari in modo diretto. Ogni giocatore colpito vale un punto. Il conteggio del numero degli avversari colpiti è tenuto dal capitano della squadra (che può cambiare di volta in volta) Alcune regole: -si può colpire l’avversario solo direttamente in tutte le parti del corpo fatta eccezione per il viso -i giocatori con la palla in mano, possono fare tre passi per poi o passare la palla al compagno o colpire. -la palla quando rimbalza è vagante perciò il giocatore più rapido se ne impossesserà. -ogni giocatore che esce dallo spazio di gioco fa guadagnare un punto agli avversari. Altre regole possono essere concordate. PALLA RUBATA (pallone di spugna) Due squadre, contraddistinte dalle casacche, si muovono liberamente per tutta la palestra. La squadra A ha la palla e deve passarsela al volo con le mani cercando di fare 10 passaggi per conquistare un punto. Se un giocatore di B intercetta un passaggio inizierà a fare lo stesso. Vince la squadra che riesce a fare più punti. Attenzione perché quando si riconquista la palla dopo averla persa il conteggio dei passaggi riparte da 0. Alcune regole: -la palla può essere tenuta per 5 secondi -i giocatori non possono fare più di tre passi con il pallone in mano -un giocatore può impedire il passaggio intercettando la palla, ma non la può strappare dalle mani all’avversario.

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