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rischio biologico

rischio biologico. rischio biologico. La normativa vigente prevedeva una sorveglianza sanitaria per alcuni rischi biologici quali ad esempio : la leptospirosi, l'anchilostomiasi, tubercolosi ........ di cui al D.P.R 303/56. rischio biologico. • Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81;

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Presentation Transcript


  1. rischio biologico INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  2. INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  3. rischio biologico • La normativa vigente prevedeva una sorveglianza sanitaria per alcuni rischi biologici quali ad esempio : la leptospirosi, l'anchilostomiasi, tubercolosi ........ di cui al D.P.R 303/56 INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  4. rischio biologico • Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81; • Linee – guida per le misure d’isolamento in ospedale – CDC, Atlanta (U.S.A.), 2007. INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  5. rischio biologico DEFINIZIONE DI AGENTE BIOLOGICO (ART. 267 – D.LGS. 81/08) Si definisce agente biologico: • qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato • coltura cellulare • endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni,allergie o intossicazioni" INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  6. CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI • Gli agenti biologici sono ripartiti nei seguenti quattro gruppi, a seconda del rischio di infezione (ex. art.268 del D.Lgs. 81/08): • • agente biologico del gruppo 1: • un agente che presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani; • • agente biologico del gruppo 2: • un agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaga nella comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche; INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  7. CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI • agente biologico del gruppo 3: • un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e • costituisce un serio rischio per i lavoratori; l’agente biologico può propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche; • • agente biologico del gruppo 4: • un agente biologico che può provocare malattie gravi in soggettiumani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche oterapeutiche. INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  8. rischio biologico Trasmissione diretta: • Per via cutaneo-mucosa (mal. veneree): direttamente con il rapporto sessuale • Per via aerea (influenza, TBC, etc.): in questi casi si ha l’emissione di goccioline di saliva, che raggiungono parlando o tossendo i 30-90 cm e starnutendo anche i 2-3 m • Con le mani contaminate (brucellosi): da contatto con latte o prodotti abortivi infetti • Per inoculazione da aggressione (rabbia) INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  9. rischio biologico Trasmissione indiretta: • Acqua: importante veicolo per: malattie oro-fecali (es.: epatite A), malattie “balneari” (otiti,congiuntiviti) • Aria: le goccioline di saliva essiccate (“nuclei di goccioline”) possono viaggiare col vento • Oggetti: massimo rischio per strumenti odontoiatrici e chirurgici, siringhe con ago cavo, rasoi, spazzolini, asciugamani • Alimenti INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  10. rischio biologico L’insorgenza di questo tipo di malattie é correlata alle condizioni igieniche e socio-economiche,specie per quanto attiene alla “fecalizzazione ambientale”. Le modalitá di trasmissione si riassumono nelle 5 “F”: • faeces (feci) • fingers (dita) • foods (alimenti) • flies (mosche) • fomites (suppellettili) La semplice igiene personale (lavare mani ed alimenti) assicura un buon livello di prevenzione primaria. INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  11. rischio biologico INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  12. I dati SIROH-SIOP fra i pazienti che afferiscono alle strutture sanitarie (Dati SIROH-SIOP 1999-2000) • HBV 4,45% • HIV 1,9% • HCV 28,5% INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  13. La prevalenza negli operatori sanitari esposti (Dati SIROH-SIOP 1999-2000) • HBV 2,3% • HIV 0,2% • HCV 1% INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  14. Il rischio di siero-conversione negli operatori sanitari • Il rischio di sieroconversione per HBV (in assenza di adeguate profilassi) varia dal 5% al 30%. • Il rischio di sieroconversione per l’ HCV varia tra lo 0,43% dei dati SIROH al 1,8% dei dati CDC (esposizione percutanea). • Il rischio di sieroconversione per esposizione percutanea ad HIV è stimato (SIROH) pari allo 0,31% INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  15. DATI DI PREVALENZA NELLA POPOLAZIONE • In Italia la percentuale di persone della popolazione generale portatore: • del virus dell’epatite B (HbsAg) è del 1- 2 % • del virus del epatite C (anti-HCV) • va dal 3 % al 16 % a secondo delle varie aeree geografiche, più elevato al sud; • tra 0.5% e 1 % tra le giovane reclute; • del 40% negli anziani oltre i 60 anni. • del virus dell’AIDS (anti-HIV) del 0.1 % ( uno su mille) INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  16. Infortunio biologico 90 % • Studi eseguiti sugli operatori sanitari indicano che il 90 % di trasmissione di infezione certa avviene con lesioni da punta (in genere ago cavo) o da taglio (es. bisturi ovviamente imbrattato di sangue). Il restante 10% di trasmissione di infezione avviene per contaminazione di mucose (congiuntive, mucose orale e nasale) o di cute lesa (cause inapparenti). 10% INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  17. i liquidi biologici sospetti di potere trasmettere malattia • Sangue, secrezioni vaginali, sperma, tessuti solidi (biopsie, pezzi chirurgici), liquido pleurico, cerebrospinale, sinoviale, peritoneale, amniotico, pericardico INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  18. Altri liquidi biologici quali • urine • lacrime • sudore • vomito • saliva • ed ogni altro fluido biologico . INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  19. Valutazione del rischio biologico Pinf = P xF x E • Pinf = probabilità di contrarre l’infezione (malattia ) • P = probabilità che il soggetto fonte sia infetto • F= frequenza dei contatti utili tra soggetto fonte ed esposto • E = efficacia di trasmissione INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  20. La valutazione del rischio • effettuare una valutazione del rischio biologico; • individuare le misure atte alla riduzione dello stesso; • classificare il personale in relazione all'esposizione; • consentire una sorveglianza efficace ed efficiente. INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  21. Le Raccomandazioni e i dispositivi di protezione individuale • Le misure di contenimento e i conseguenti livelli di contenimento del rischio di trasmissione dell’infezione debbono essere applicate in base alla natura delle attività, alla valutazione del rischio per i lavoratori ed alla natura dell’agente biologico in questione INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  22. Le Raccomandazioni e i dispositivi di protezione individuale • Centers for Disease Control (CDC) di Atlanta INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  23. Le precauzioni standard • Precauzioni standard sono destinate all’assistenza di tutti malati indipendentemente dalla loro diagnosi o presunto stato d’infezione. • Precauzioni basate sulle vie di trasmissione sono destinate all’assistenza di pazienti riconosciuti o sospetti di essere infetti con patogeni altamente trasmissibili, o epidemiologicamente importanti, diffusi per via aerea o con goccioline o attraverso il contatto con la cute o con superfici contaminate, per i quali sono richieste ulteriori precauzioni oltre a quelle standard. INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  24. Le precauzioni standard • Precauzioni standard se destinate all’assistenza di tutti malati indipendentemente dalla loro diagnosi o presunto stato d’infezione. • Le Precauzioni Standard sono utilizzate per ridurre il rischio di trasmissione di microorganismi da fonti, note o non identificate. • Costituiscono l’insieme di misure di barriera e di comportamenti atti a prevenire e contenere i germi a diffusione ematogena (epatite B e C, AIDS, ecc...) e via aerea INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  25. Le precauzioni standard • Le Precauzioni Standard prevedono l’adozione di misure barriera quali: • mascherine con visiera o occhiali protettivi • camici • guanti INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  26. Le precauzioni standard Si adottano per tutte le matrice biologiche • Sangue intero o frazionato • Liquido peritoneale, pleurico, pericardico, cerebrospinale, sinoviale, amniotico • Secrezioni vaginali e spermatiche • Latte materno • Tessuti solidi • Saliva in campo odontoiatrico • Secreti ed escreti le matrice biologiche INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  27. Le precauzioni standard I Dispositivi di protezione Individuale • Guanti • Camici specifici • Maschere, semimaschere • Occhiali protettivi e schermi facciali INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  28. GUANTI INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  29. VISIERE INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  30. Malattie aerotrasmessetubercolosi Numero di casi e incidenza • Nell’ultimo cinquantennio (1955-2008), il numero annuale di casi di TBC registrati dal sistema di notifica nazionale è passato da • 12.247 a 4.418; il tasso grezzo annuale è passato da 25,26 casi per 100.000 abitanti a 7,41 (Figura 2.1), con un decremento pari • a circa il 64% del numero di casi e di circa il 71% dell’incidenza. • Dal 1955 al 1981, la frequenza di TBC nella popolazione italiana si è ridotta progressivamente e drasticamente fino a raggiungere • nel 1974 un tasso di incidenza di tubercolosi al di sotto di 10 casi per 100.000 abitanti. • Negli ultimi venticinque anni il trend è stato sostanzialmente stabile, oscillando sempre intorno ai 7 casi per 100.000 abitanti (solo • nel 1996 il tasso di incidenza torna ad avvicinarsi al valore soglia dei 10 casi per 100.000 abitanti). INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  31. Malattie aerotrasmessetubercolosi INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  32. Malattie aerotrasmessetubercolosi INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  33. Malattie aerotrasmessetubercolosi Incidenza ogni 100'000 abitanti < 10 10-24 25-49 50-99 100-250 > INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  34. Malattie aerotrasmessetubercolosi INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

  35. Rischio biologico LE PRECAUZIONI DA CONTATTO • In aggiunta alle PRECAUZIONI STANDARD le precauzioni per la trasmissione da contatto devono essere attuate per l’assistenza a pazienti con sospetta o certa infezione Tubercolare cutanea. • Esse sono: Collocare il paziente in stanza singola o con pazienti affetti dalla stessa Patologia Indossare il camice di protezione e i guanti monouso quando si entra nella stanza • Sostituire i guanti dopo l’effettuazione di procedure • Rimuovere il camice ed i guanti prima di uscire dalla stanza • Eseguire il lavaggio delle mani (si rimanda alle specifiche procedure • aziendali) • Limitare i trasferimenti del paziente • Orientare la scelta su presidi e materiali monouso o per i quali sia possibile procedere a trattamento di disinfezione e/o sterilizzazione • Prevedere l’utilizzo personalizzato di fonendoscopio e sfigmomanometro. • (Si rimanda al documento aziendale su misure di isolamento e lavaggio mani) INTRODUZIONE AL RISCHIO BIOLOGICO

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