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Relatore Mansi Ida : ONG C P S Componenti Barra Alfredo : Reg. Campania

Progetto per il Risanamento Ambientale della città di MBOUR – Senegal “RISANAMENTO AMBIENTALE – RACCOLTA E GESTIONE RIFIUTI”. Regione Campania. Comune di Ravello. Comunità Promozione e Sviluppo. Città di Mbour. Relatore Mansi Ida : ONG C P S

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Relatore Mansi Ida : ONG C P S Componenti Barra Alfredo : Reg. Campania

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Presentation Transcript


  1. Progetto per il Risanamento Ambientale della città di MBOUR – Senegal“RISANAMENTO AMBIENTALE – RACCOLTA E GESTIONE RIFIUTI” Regione Campania Comune di Ravello Comunità Promozione e Sviluppo Città di Mbour Relatore Mansi Ida : ONG C P S Componenti Barra Alfredo : Reg. Campania Crucillà Massimo : Prov. Di Roma Marra Giuseppina :Reg. Campania Pagnozzi Lucia :Reg. Campania Policastro Domenico :Reg: Campania

  2. SENEGAL Capitale : DAKAR - Superficie : Km. 196.192 Repubblica dell’Africa Occidentale. Occupa l’estrema propaggine ovest del continente africano.

  3. è, geograficamente, un paese piatto dal suolo sabbioso, la cui altitudine massima è di mt.130.

  4. Il clima è tropicale secco, caratterizzato da due stagioni : stagione secca : novembre-giugno stagione delle piogge : luglio-ottobre Indipendente dal 1961, è una Repubblica Democratica che negli ultimi anni ha assistito ad un rafforzamento progressivo del pluralismo. Nell’ultimo decennio, è in atto un processo di decentramento: lo Stato trasferisce alle collettività locali (comuni, consigli regionali e comunità rurali) alcune importanti competenze, come l’istruzione, la sanità e la gestione delle risorse idriche. Una caratteristica che contraddistingue la popolazione senegalese, è una forma diffusa di associazionismo comunitario che permette ai membri di ottimizzare e di unire le risorse economiche ed umane.

  5. SITUAZIONE SOCIALE e DIAGNOSI DELLA POVERTA’ Nel gennaio 1994, la svalutazione del franco CFA ha registrato una ripresa dell’economia senegalese, ma senza sostanziale miglioramento delle condizioni di vita. Il Paese, nel maggio 2001, è stato collocato fra i 49 Paesi Meno Avanzati, e classificato, secondo il rapporto UNDP sullo sviluppo umano 2003, al 156° posto su 175 Paesi recensiti. Reddito pro capite (2001) : 356 $USA Popolazione stimata : circa 9,8 milioni, di cui circa il 50% al disotto dei 18 anni ed il 2,5% al disopra dei 65 anni. speranza di vita alla nascita : 52,9 anni. Nel luglio 2001, il Governo ha sottoscritto il programma di azione NEPAD - Nouveau Partenariat pour le Développement de l’Afrique, adottato dall’OUA – Organizzazione per l’Unità Africana.

  6. Nel 2002, ha formulato il Poverty Reduction Strategy Paper, approvato dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario, che evidenzia il profilo della povertà disegnato con i dati raccolti nel 1994, dall’inchiesta ESAM-I “Enquête Sénégalaise Auprès des Ménages” e attualizzato nel 2001, con i dati elaborati da : ESAM-II–2001 : attraverso questionari “ QUID” « Questionnaire Unifié des Indicateurs de Développement » (inchiesta riferita a 12 mesi con tre passaggi comprendenti più visite presso i nuclei familiari) EPPS : « Enquête Participatives de Perception de la Pauvreté » (condotta sullo stesso campione di ESAM-II con interviste, storie di vita, analisi, per capire come il popolo percepisce il benessere e la povertà).

  7. DIMENSIONE e CARATTERISTICHE DELLA POVERTA’ Secondo l’EPPS, i principali segni di povertà sono : vla difficoltà nella nutrizione, vla mancanza di cure sanitarie, vla mancanza di un alloggio decente. Analisi ESAM-I (2400 calorie/giorno/adulto) : è povero il 57,9% dei nuclei familiari Analisi ESAM II : “ 53,9% ha evidenziato che: il 65% delle famiglie si considerano povere, il 23% estremamente povere, ed il 64% ritiene che la povertà è aumentata nel corso degli ultimi cinque anni. La povertà è localizzata maggiormente nelle zone rurali. Infatti, l’incidenza della povertà nelle zone rurali varia fra il 72% e l’88%, mentre nelle zone urbane varia fra il 44% ed il 59%.

  8. La povertà è correlata : dimensione nucleo familiare, livello di istruzione capofamiglia sesso capofamiglia

  9. ASPETTI e MANIFESTAZIONE DELLA POVERTA’ Lo stato di povertà ha prodotto la crescita di: § violenza e delinquenza § mendicità §prostituzione §lavoro minorile §degrado ambientale Se la povertà è stata determinata da fattori naturali, vanno aggiunti anche fattori antropologici : Øpratiche usuraie e divorzi, Øconflitti, Øriduzione del traffico effettuata dalla Società Nazionale dei Trasporti Ferroviari che ha soppresso le molteplici attività nei pressi delle stazioni, Ømancanza di politiche strutturali, Øcorruzione. impari ripartizione delle risorse : ha impedito il miglioramento del reddito pro-capite nonostante la diminuzione del tasso di crescita demografica. L’indice di Gini (indicatore che misura l’ineguaglianza) era di 0,50 a Dakar nel 1996, dato che evidenzia una elevata ineguaglianza. A LIVELLO NAZIONALE, la stima è dello 0,30.

  10. ISTRUZIONE per le elementari il tasso di scolarizzazione è del 73,9% (ragazzi) e del 58,88% (ragazze) l’analfabetismo degli adulti è di circa il 65% Il settore risente della bassa qualità dell’insegnamento, dello scarso livello degli insegnanti, della demotivazione del personale, dell’assenza di rigore nelle ispezioni.

  11. SANITA’ 50,4% delle famiglie hanno accesso a un dispensario a meno di 1 km. 39,0% hanno accesso alla maternità 31,8% hanno accesso a una “case de santé” La malnutrizione dei bambini al disotto dei 5 anni costituisce un serio problema per la sanità pubblica. Mortalità infantile : 60 su mille, in ribasso in rapporto al periodo 92-93. Mortalità giovanile : 98 su mille, in rialzo sempre rispetto allo stesso periodo, causa malattie diarroiche, carenza di programma vaccinazioni, malnutrizione e malaria (prima causa di morbilità con il 25%).

  12. ACCESSO ALL’ACQUA POTABILE I risultati del QUID hanno evidenziato che il 70% delle famiglie accedono all’acqua potabile entro i 15 minuti. Nelle città, i poveri pagano l’acqua più cara dei ricchi. I POVERI SI RIFORNISCONO ALLE FONTANE PUBBLICHE: il prezzo è tre/quattro volte maggiore di quello pagato dalle famiglie che dispongono dell’allaccio privato a domicilio.

  13. Nelle zone rurali, le famiglie povere si riforniscono a fonti non protette (parassiti intestinali – mortalità infantile)

  14. La disponibilità attuale è di 28 LITRI PER ABITANTE / GIORNO

  15. AMBIENTE Solo il 13% della popolazione urbana ha accesso alle fognature. Solo 5 città sono dotate di una rete di scolo, che, comunque, non copre la totalità del perimetro e : vsolo l’8% dei nuclei familiari evacuano le acque domestiche attraverso la rete fognaria, che è completamente inesistente nelle zone rurali; vsolo il 37% delle famiglie ha accesso al gabinetto entro i 100 metri. Il sistema di evacuazione delle acque pluviali è quasi inesistente nelle zone urbane: frequenti inondazioni con ristagno delle acque.

  16. Varie cause hanno determinato il degrado ambientale: vla crescita demografica, vla siccità - fra cui la più disastrosa quella del 1973, vl’erosione costiera e la salinità del suolo, vcalamità naturali quali incendi ed inondazioni, vla distruzione delle colture per opera dei parassiti (cavalletta migratoria), ve, non meno determinante, la povertà. Nei centri rurali la bassa condizione di vita, induce la popolazione ad aggrapparsi alle risorse naturali incrementando il ritmo veloce della deforestazione.

  17. OBIETTIVI e STRATEGIE Il PRSP, confermando gli orientamenti strategici del NEPAD, si pone l’obiettivo di : vraddoppiare il reddito pro-capite entro il 2015 nel quadro di una crescita equilibrata e meglio ripartita vgeneralizzare l’accesso ai servizi sociali essenziali potenziando le infrastrutture di base vsradicare le forme di esclusione entro il 2015 instaurando l’uguaglianza dei sessi nel campo dell’istruzione primaria e secondaria. La STRATEGIA DI RIDUZIONE DELLA POVERTÀ è ispirata a un processo partecipativo, e si sviluppa su quattro livelli : Øla creazione di reddito, Øil rafforzamento delle capacità locali e la promozione di servizi sociali di base, Øil miglioramento delle condizioni di vita dei gruppi vulnerabili, Øun approccio partecipativo allo sviluppo.

  18. Il rapporto annuale 2001 “Transparency International”, ha classificato il Senegal al 65° posto fra i 91 paesi considerati maggiormente corrotti. L’Assemblea Nazionale ha approvato apposita legge che ha istituito una Commissione di lotta alla non trasparenza, alla corruzione ed alla concussione. Il Governo, ha adottato, nel 2002, il “Programme national de Bonne Gouvernance – PNBG. 2003 : PIL 6,3% (stime FM) APIX : Agenzia Pubblica di Promozione degli Investimenti e delle Grandi Opere, si pone l’obiettivo di proporre e favorire interventi governativi volti a promuovere l’afflusso di capitali stranieri. OBIETTIVO : UN TASSO DI CRESCITA ANNUA DEL PIL DEL 7% per un periodo di dieci anni, associato ad un tasso di investimento annuo del 30% del PIL.

  19. AIUTO PUBBLICO ALLO SVILUPPO Il Senegal è fra i Paesi africani ritenuto più affidabile. L’APS costituisce un apporto importante nella realizzazione degli obiettivi di sviluppo. In questi ultimi anni, è stato mirato soprattutto: Øal miglioramento della competitività, Øalla promozione del commercio estero Øalle attività con impatto diretto sulla popolazione (salute, istruzione, settore rurale e sviluppo regionale). 55,5% cooperazione bilaterale 44,5 cooperazione multilaterale

  20. COMUNITÀ EUROPEA 23 giugno 2000 : è stato firmato il Nuovo accordo di partenariato tra la Comunità Europea ed i paesi degli Stati ACP. 13 maggio 2003: è stato firmato il “Country Strategy Paper”: la CE ha messo a disposizione del Senegal per il periodo 2002-2007 - l’ammontare di 178 milioni di euro del 9° FES, da concentrarsi nei settori: macroeconomico governance trasporti ambiente FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE Il PRGF - “Poverty Reduction and Growth Facility” - programma triennale è stato avviato, nel2003, in appoggio ad un programma di riforme economiche messe a punto dal Governo senegalese. In occasione della seconda Missione di Controllo – novembre 2004 – è stato suggerito al Governo senegalese di accelerare la privatizzazione della SONACOS (privatizzata in dicembre 2004), della SENELEC, e della POSTE.

  21. BANCA MONDIALE La strategia della BM è stata elaborata in modo partecipativo con la concertazione dei rappresentanti del Governo, del settore privato, delle ONG e associazioni locali, sindacati, associazioni femminili per sostenere la lotta Øalla povertà, Øalla disoccupazione giovanile, Øalla disuguaglianza sociale. Il 5 marzo 2003, la BM ha approvato il “Country Assistance Strategy”, che prevede interventi in diversi settori. In particolare: Øinfrastrutture di base specialmente fra i più poveri (trasporti, sviluppo urbano, acqua/ambiente); Øsociale (istruzione, salute/nutrizione); Øsviluppo rurale e gestione delle risorse naturali. Attualmente sono in corso 16 progetti per un impegno complessivo di 630 milioni di $USA.

  22. VALUTAZIONE Ad oggi, la crescita realizzata non è ancora di qualità. L’agricoltura rappresenta ancora il 10% del PIL ed occupa il 50% della popolazione attiva, preminentemente analfabeta. L’insufficienza e la mediocre qualità delle infrastrutture stradali e portuali gravano sul costo dei trasporti. Le strade asfaltate rappresentano il 29% del totale. Restano impellenti – come segnalato dal FMI – maggiori riforme strutturali e l’elaborazione di una strategia di sviluppo per l’agricoltura. Nell’aprile 2004, il Senegal, ha raggiunto il completion point dell’iniziativa HIPC – Heavily Indebted Poor Countries - per l’alleggerimento del debito estero. I Paesi creditori dovrebbero cancellare crediti per un totale di 430 milioni di dollari, di cui 336 rappresentano crediti aggiuntivi concessi per l’attuazione del PRSP (94 sono già stati cancellati). Gli IFI, con l’appoggio dell’UE ed alcuni paesi donatori, hanno concordato due piani di azione, con l’obiettivo di accrescere la trasparenza e l’efficienza della spesa pubblica.

  23. Il rapporto UNDP 2003, ha evidenziato le azioni messe in campo dal Senegal nei settori: ISTRUZIONE Il Governo ha condotto diverse campagne per informare e sensibilizzare la popolazione nei progetti di istruzione. La prima, risale al 1998, un programma decennale, PDEF – Programme Décennal de l’Education e de la Formation, con lo scopo di diffondere la scolarizzazione. Obiettivi : Øgarantire a tutti l’accesso alla scuola primaria entro il 2010, Øassegnare il 49% del bilancio dell’istruzione all’insegnamento elementare, Øpromuovere l’uguaglianza dei sessi, Øeliminare la disparità fra i sessi nell’istruzione primaria e secondaria entro il 2005 e a tutti i livelli entro il 2015.

  24. SANITA’ • Il Piano Nazionale di Sviluppo sanitario intende promuovere l’accesso ai servizi socio-sanitari della popolazione povera. • L’obiettivo di ridurre, entro il 2015, di due terzi il tasso di mortalità dei bambini al di sotto dei 5 anni, presenta alcuni punti deboli : • vdifficoltà di accesso ai servizi sanitari, • vla persistenza di malattie diarroiche, intestinali e quelle previste dal programma di vaccinazioni, • vil basso livello delle attrezzature sanitarie, particolarmente nelle zone rurali, • vil deficit della mobilitazione sociale sulla salute della mamma e del bambino. • L’impegno del Governo : • Programme de Développement Intégré de la Santè (PDIS) • introduzione dell’educazione sanitaria fra le materie di studio.

  25. ACCESSO ALL’ACQUA POTABILE Le autorità si sono impegnate per un accesso all’acqua potabile di 35 litri pro-capite, raccomandato dall’OMS, entro il 2010, con un programma di trivellazione da realizzare nei villaggi di oltre 1000 abitanti. Punti deboli : vdifficoltà legate alla privatizzazione di una parte della società nazionale di distribuzione dell’acqua vle difficoltà finanziarie della collettività locale a sostenere i costi per l’accesso all’acqua potabile. Il Governo ha in corso un “Programme Sectoriel Eau”, in partecipazione con il settore privato e le autorità locali per portare il tasso di accesso all’acqua potabile entro i 15 minuti al 100% della popolazione.

  26. AMBIENTE • Le autorità sono impegnate nella lotta contro la povertà con la riduzione della pressione esercitata sulle risorse naturali. • Per invertire la tendenza - entro il 2015 - è stato elaborato il Piano Nazionale di Azione per l’Ambiente per sostenere: • vla salvaguardia dell’ambiente e la lotta contro la desertificazione • vil miglioramento delle condizioni di vita in ambito urbano e rurale • vl’accesso della popolazione povera a energie sostitutive • l’ottimizzazione degli interventi dello Stato, in conformità al Codice dell’Ambiente. • Il progetto di risanamento e promozione dell’igiene sanitaria copre 150 località. • MONITORAGGIO DEGLI OBIETTIVI : • Istituto Nazionale di Statistica. • istituito nel 2001 per rafforzare l’affidabilità e l’imparzialità dei dati.

  27. Quinta città del Senegal è MBOUR, città costiera a pochi chilometri dalla “pétite côte”.

  28. Caratteristiche sociali e ambientali L’evoluzione della popolazione di Mbour è il risultato della grande evoluzione la cui origine risale al periodo coloniale. Contava meno di 20.000 abitanti negli anni dell’indipendenza, è passata a 60.000 abitanti nel 1980 e a 100.000 nel 1990; attualmente si stimano oltre 250.000 abitanti. PROBLEMATICHE : crescita rapida della popolazione inadeguatezza della Municipalità nella gestione urbana. Ciò, non ha mancato di creare uno stato di totale indigenza specialmente nel campo delle strutture sociali dei quartieri periferici,sorti spontaneamente. Tali quartieri presentano tutte le condizioni di emergenza e di proliferazione di malattie legate all’insalubrità. Davanti a queste gravi difficoltà, dobbiamo constatare il consolidamento dei legami familiari attraverso la ricostruzione della famiglia allargata. A livello di quartiere, la rete di solidarietà si esprime attraverso movimenti associativi sotto forma di raggruppamenti, allo scopo di realizzare progetti di sviluppo locale ed il miglioramento delle condizioni di vita del quartiere. E’ da evidenziare la mancanza totale di rete fognaria e di raccolta dei rifiuti.

  29. La città è costituita da 16 quartieri; si stimano circa 30.000 nuclei familiari. I dati forniti dal Dipartimento d’Igiene del Comune, calcolati sul semestre gennaio/luglio 2001, evidenziano : RIFIUTI DOMESTICI totale rifiuti domestici prodotti : 42,36 tonn/giorno nuclei familiari dotati di cassonetti : 18.347 nuclei familiari che evacuano i rifiuti domestici sulla terra : 5.431 ACQUE DI RIFIUTO totale acque di rifiuto prodotta : 7.582.500 litri/ giorno nuclei familiari dotati di fossa settica : 218 nuclei familiari che riversano le acque di rifiuto nella strade : 23.798

  30. Ogni giorno 5.884.273 litri di acque di rifiuto sono riversati nelle strade pubbliche

  31. 6.222 nuclei familiari evacuano i rifiuti A MEZZO CARRETTO

  32. ma . . . i rifiuti raccolti nel quartiere sono riversati nelle aree limitrofe del villaggio! Ed anche Mbour, come tutte le città senegalesi è invasa da rifiuti sparsi ovunque, soprattutto nelle aree di ingresso della città

  33. Sulla scorta di quanto evidenziato (o da noi interpretato) dai docenti nel corso delle lezioni, abbiamo elaborato la proposta di progetto di Risanamento Ambientale della città, tenendo presente l’evoluzione della Cooperazione Decentrata. Abbiamo ipotizzato che, la Regione Campania “mettendo a sistema” le diverse competenze e capacità dei soggetti del territorio, avvii un percorso che permetta a diversi soggetti della società campana di dotarsi di strumenti comuni, ma soprattutto che costituisca una occasione non sporadica di confronto su contenuti, prospettive e natura della CD.

  34. Si è, quindi, ipotizzato • un PARTENARIATO della REGIONE CAMPANIA con : • il COMUNE di RAVELLO (noto paese turistico della Costiera Amalfitana, che ha già espresso, positivamente, la sua capacità di organizzare la propria crescita integrata in un processo di internazionalizzazione) • il COMUNE di MBOUR (le cui caratteristiche sociali ed ambientali sono state innanzi evidenziate) • la ONG C P S – COMUNITÀ PROMOZIONE e SVILUPPO – di Castellammare di Stabia. La CPS, è geograficamente presente a Mbour da circa 30 anni, concretizzando azioni e progetti specifici. E tutt’ora vi opera con progetti di sviluppo locale e, una vasta campagna di “sostegno a distanza” nell’ottica che la salute e l’istruzione costituiscano il presupposto per vincere la lotta alla povertà. a GESTIONE INDIRETTA : complementarietà fra istituzioni ed ONG; alla C P S, quale soggetto sociale portatore di storie e competenze, è affidata la realizzazione del progetto.

  35. Il progetto elaborato, si inquadra nel piano di sviluppo locale di Mbour, complementare alle strategie di riduzione della povertà. Gli obiettivi di “Riduzione dei Rischi per la salute di animali e persone” e di “Riduzione del degrado urbano” mirano al Risanamento ambientale: ümigliorare i sistemi di accesso per l’ evacuazione degli escrementi, ümigliorare l’accesso a sistemi adeguati per l’ evacuazione delle acque usate e dei rifiuti domestici, ücambiare positivamente i comportamenti della popolazione beneficiaria, ücostruire gabinetti per famiglie dei quartieri rurali, ürealizzare opere per le evacuazioni delle acque usate e promuovere impianti di compostaggio dei rifiuti domestici, üsviluppare sistemi adeguati per la gestione dei rifiuti solidi in ambito urbano.

  36. Con il Comune di Mbour si darà luogo ad un partenariato sia economico che istituzionale, nell’ottica di orientare i soggetti responsabili della gestione dei rifiuti verso una strategia condivisa da tutti i soggetti coinvolti. La condivisione di strategie si concretizza con l’ appoggio alle istituzioni nella governance per lo sviluppo locale, ed il contributo per l’elevazione del livello culturale della collettività, secondo la metodologia della sussidiarietà verticale e “governance orizzontale”. Con le comunità locali, dopo un primo approccio per progetti, si darà luogo ad una strategia e programmazione di medio/lungo termine per valorizzare le risorse locali e rafforzare le capacità delle istituzioni.  L’ownership è fra le precondizioni : una partecipazione consapevole e l’appropriazione del progetto.

  37. FORUM PUBBLICI per: mobilitare,

  38. ed arricchire

  39. le risorse del territorio!

  40. Gravi rischi per la salute di persone ed animali Dispersio ne dei rifiuti solidi urbani Comportamenti individuali rischiosi Carenza pianifica zione comunale Raccolta rifiuti inade guata Carenza di mezzi ed equipe e punti di raccolta Mancanza di tradizio ne in gestione rifiuti Scarsa educazionambien tale Carenza di igiene domestica Progetto per il Risanamento Ambientale della città di MBOUR – Senegal“RISANAMENTO AMBIENTALE – RACCOLTA E GESTIONE RIFIUTI”ALBERO DEI PROBLEMI Accumuli di rifiuti negli spazi di quartiere Mancanza di tradizione in gestione rifiuti Basso reddito familiare Mancanza di sistema di scolo nel quartiere

  41. Riduzione dei rischi per la salu te di perso ne ed ani mali Modifica dei comportamenti individuali rischiosi Riduzione degrado urbano Bonifica degli spazi di quartiere Sviluppo della consapevolezza ambienta le Migliora mento dell’igiene domestica Pianificazione comunale Organizzazione raccolta rifiuti Incremen to mezzi, equipe e punti raccolta rifiuti Educazio ne alla gestione dei rifiuti Educazio ne alla gestione dei rifiuti Incremen to reddito familiare Pianificazione sistema di scolo nel quartiere Progetto per il Risanamento Ambientale della città di MBOUR – Senegal“RISANAMENTO AMBIENTALE – RACCOLTA e GESTIONE RIFIUTI”ALBERO DEGLI OBIETTIVI

  42. ANALISI SWOT 1/2

  43. ANALISI SWOT 2/2

  44. QUADRO LOGICO 1\2 * Fonte: Brigade Dèpartmentale de l’Hygiène de Mbour – agosto 2001 et SDE - Mbour

  45. QUADRO LOGICO 2\2

  46. Le tematiche trasversali del progetto si inquadrano nelle azioni previste dal PRSP, nei settori: Sanità Ambiente Infanzia La strategia per il raggiungimento degli obiettivi prevede, inoltre, la Razionalizzazione e decentramento dello sviluppo locale.  Il valore aggiunto è rappresentato dalle opportunità di lavoro nascenti nell’ambito del progetto ed attività collaterali.  Sono previste valutazioni in itinere ed ex post, mentre l’impatto e l’efficacia del progetto saranno valutati secondo gli indici dell’Istituto Nazionale di Statistica.

  47. L’evoluzione storica del concetto Cooperazione Decentrata • è legata alle trasformazioni culturali, sociali e politiche di quest’ultimi decenni: • la crisi della cooperazione, • il progressivo indebolimento dello Stato nazionale, • l’emergere di localismi. • E’ auspicabile che i Governi Regionali realizzino un incontro di Comunità , del Nord e del Sud, in un processo fondato • sull’instaurazione di relazioni di partenariato internazionale, • in un’ottica di reciprocità tra territori e comunità locali. • Si avvii, cioè, un nuovo modo di partecipare allo sviluppo, superando ed integrando due visioni : • quella del dono : “cosa posso fare io per te” • quella dell’interesse : “cosa posso ricavare dal rapporto con • te”. • E’ importante recuperare contenuti del termine “cooperazione”, che presuppone un lavoro ed un vantaggio vicendevole, dove soggetti diversi operano insieme per obiettivi integrati e condivisi.

  48. Il Progetto è stato formulato da : • Ida MANSI Dirigente Aziendale – Volontaria ONG • tel. 089. 223591 - cell. 338. 3015480 • mansida@interfree.it • In collaborazione con • Alfredo BARRA Regione Campania • Massimo CRUCILLA’ Provincia di Roma • Giuseppina MARRA Regione Campania • Lucia PAGNOZZO Regione Campania • Domenico POLICASTRO Regione Campania

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