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Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia

Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia. Corso di Economia Aziendale Istituzioni CAPITOLO 3 L’investimento e le sue leggi Titolari : Prof. Piero Mella [A/K] - Prof.ssa Anna Moisello [L/Z] Lecturers : Dott. Luigi Guardamagna Dott.ssa Michela Pellicelli

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Presentation Transcript


  1. Università degli Studi di PaviaFacoltà di Economia Corso di Economia AziendaleIstituzioni CAPITOLO 3 L’investimento e le sue leggi Titolari: Prof. Piero Mella [A/K]-Prof.ssa Anna Moisello [L/Z] Lecturers: Dott. LuigiGuardamagna Dott.ssa Michela Pellicelli Dott.ssa Nicoletta Spagnolo Tutor:Dott.ssa Chiara Demartini ATTENZIONE Questa è l’aula per gli Studenti A/K Anno Accademico 2005/2006 -

  2. 3.1 L’nvestimento, in generale • Un capitale monetario: CI(t0) = K(t0) • viene messo in rischio (diventa: capitale investito) in qualche operazione economica per un periodo T = (t0, t1), e viene trasformato in un capitale: CI’(t1) = K’(t1) • consentendo di ottenere un risultato:R(T) = CI(t1) - CI(t0) = K’(t1) – K(t0), che denominiamo risultato operativo dell’investimento. • E’ un trasformatore efficiente di capitale. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  3. Processi che producono rischio CI(t0)=K(t0) CI(t1)=K’(t1) ROI R(T) Il rendimento dell’investimento • Per valutare la performance dell’investimento si può calcolare il rendimento: ROI = R(T) / CI(t0) • L’investimento quale trasformatore può essere rappresentato con il modello: Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  4. Le tre forme dell’investimento • Tre sono le forme dell'investimento (supponiamolo monetario): 1 - economico reale: è formato da due scambi contrapposti dello stesso bene a t diverse 2 - economico produttivo: si acquisiscono fattori di produzione e si cedono le produzioni ottenute da processi produttivi intermedi. 3 - finanziario: si cede un capitale contro un capitale futuro, lasciandone ad altri l’investimento economico. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  5. 3.2 L’investimento economico reale • Un capitale CI(t0) = K(t0) viene investito per acquistare un bene Bin quantità QB(t0) ai prezzipB(t0). • Al termine di T lo stesso bene viene venduto ai prezzipB(t1)e si recupera il capitaleCI(t1) = K(t1). • Se maggiore di quello investito, si quantifica un utile; se inferiore, una perdita. + QB(t0) - QB(t1) ——————————————————— - K(t0) + K(t1) Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  6. QB(t1) pB(t1) QB(t0) pB(t0) Processi che producono rischio Costo = CB(t0) Ricavo = RB(t1) CASSA che muove il capitale K’(t1) = CI’(t1) K(t0) = CI(t0) RO(T) ROI ROI= RO / CI(t0) [3.4] Nuovo modello • Il modello precedente può essere sostituito dal seguente che evidenzia i flussi anziché i segni: Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  7. Conto del risultato operativo dell’Inv. Il risultato operativo • Per le definizioni precedenti scriviamo: RO(T) = Ricavo – Costo = RB(t1) - CB(t0) = QB(t1) pB(t1) - QB(t0) pB(t0)[3.1] ROI = RO(T) / CI(t0) [3.4] Costo = QB(t0) pB(t0) Ricavo = QB(t1) pB(t1) Risultato Operativo = RO(T) Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  8. Il risultato operativo e i rischi • Se QB(t1) = QB(t0) allora risulta: RO(T) = QB(t1) [ pB(t1) - pB(t0) ]. [3.2] • Ecco i due rischi dell’investimento reale: • rischiotecnico di conservazione di B; • rischioeconomico di mercato: l’investimento ottiene un utile se i prezzi aumentano in T. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  9. L’economicità • Possiamo testare la performance economica tramite l’economicità:E(T) = RB(t1) / CB(t0) [3.3] • Si ottiene immediatamente:QB(t1) * pB(t1)E(T) = --------------------------QB(t0) * pB(t0). • Il rapporto[QB(t1) / QB(t0)]  1testa l’efficienza tecnica– cioè la capacità di tenere sotto controllo il rischio tecnico; • Ilrapporto[pB(t1) / pB(t0)]  > 1testal’efficienzadi mercato, cioè la capacità del management dell’investimento di vincere il rischio economico dell’apprezzamento. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  10. 3.2 L’investimento economico produttivo • In capitale CI(t0) viene investito per acquistare fattori di produzione Fin quantità QF(t0) ai prezzipF(t0). • Le QF(t0) sonotrasformate in QP(t1) nel periodo T. • Al termine di T le QP(t1) vengono vendute ai prezzi pP(t1)e si recupera il capitale CI(t1). • Se maggiore di quello investito, produce un utile; se inferiore, una perdita. + QF(t0) - QF = +QP - QP(t1) —————————————————————— - K(t0) trasformazione + K(t1) Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  11. QP(t1) pP(t1) QF(t0) pF(t0) Processi che producono rischio CASSA che muove il capitale K(t0) K’(t1) RO(T) ROI Nuovo modello • Il modello precedente può essere sostituito dal seguente che evidenzia i flussi anziché i segni: • I processi che producono il rischio sono processi di trasformazione produttiva. Costo degli F Ricavo dei P Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  12. Le 4 classi di fattori • In qualsivoglia investimento produttivo vi sono solo 4 classi di fattori di produzione: • materie, indicati con M, in quantità QM ai prezzi pM, • servizi, indicati con S, in quantità QS ai prezzi pS, • lavoro indicati con L, in quantità QL ai prezzi pL, • impianto o fattori di struttura, I, o di capacità, in quantità NI = QI/KIai prezzi pI. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  13. QM(t0) pM(t0) = CM QS(t0) pS(t0) = CS QL(t0) pL(t0) = CL NI(t0) pI(t0) = CI Processi che producono rischio Trasformazione produttiva QP(t1) pP(t1) Ricavo dei P CASSA che muove il capitale K(t0) K’(t1) RO(T) ROI Nuovo modello • Tendo conto della tipologia di fattori, il modello precedente può essere ampliato: In questo modello il business è un trasformatore produttivo mi-so Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  14. Il business • Un investimento produttivo del quale siano specificati: • il prodottoP • i processi produttivi e la tecnologia per ottenerlo, • i fattoriF impiegati, • i prezzi di vendita, • i mercati, i consumatori, e i canali di distribuzione, • i capitali necessari per l’investimento, • può essere denominato business produttivo. • Nel business produttivo si produce per vendere ed ottenere un aumento del capitale investito, cioè del RO. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  15. Tipologia di business • A seconda delle trasformazioni economiche distinguiamo tra business reale e produttivo. • L’investimento economico reale è una particolare classe di investimento produttivo. • A seconda della durata distinguiamo tra: • business progetto, se T è definito; • business processo se T non è limitato a priori; il business continua finché vi è soddisfacente performance. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  16. I fattori operativi e di capacità • Materie, Servizi, e Lavoro sono fattori di processo od operativi, in quanto acquistabili ed utilizzabili per singola unità. Di fatto risulta: QM(t0) = qM QP, essendo qM il fabbisogno unitario di M QS(t0) = qS QP, essendo qS il fabbisogno unitario di S QL(t0) = qL QP, essendo qL il fabbisogno unitario di L. • l’Impianto è formato dai fattori di struttura, che sono fattori di capacità in quanto hanno una capacità produttiva minima, KI, che deve essere acquistata interamente e non è divisibile. • Se QI = qIQP, essendo qI il fabbisogno unitario di I è l’ammontare dei servizi di struttura e KIla capacità dell’impianto che li eroga, allora occorre acquistare NI = QI/KI. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  17. Costi diretti ed indiretti • Appare evidente che i costi dei fattori in input dipendono direttamente od indirettamente dai volumi produttivi. • I costi dei fattori M, S e L, che sono fattori operativi, sono costi diretti o variabili perché sono funzione diretta (lineare nelle nostre ipotesi) di QP. • I costi dell’impianto produttivo, che rappresenta il fattore di struttura, sono indiretti o fissi perché dipendono anche dalla capacità produttiva dei fattori disponibili, cioè da KI. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  18. Il risultato operativo • La performanceeconomica si misura con: RO(T) = Ricavo – Costi dei fattori = RP(t1) - CF(t0)= = QP(t1) pP(t1) - QF(t0) pF(t0)[3.5] • Scrivendo analiticamente, ed omettendo i riferimenti temporali, la [3.5] diventa: RO(T) = [QP pP] - [(QM pM) + (QS pS) + (QL pL) + (NI pI)] [3.7] • La somma dei costi dei fattori rappresenta un unico input derivante dalla omogeneizzazione dei volumi fisici dei fattori ad opera dei prezzi e rappresenta il valore di produzione di QP e si definisce: Costo di produzione dei P = CP(T) Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  19. Costo di produzione: CP(T) • Costo di produzione Somma dei costi dei fattori produttivamente consumati per ottenere i volumi complessivi QPin T: CP(T)= GFM, S, L, I = nCFM, S, L, I = = (QM pM) + (QS pS) + (QL pL) + (NI pI) NI pI CP(T)= QP[ qM pM + qS pS + qL pL + ——— ] QP NI pI = QP[ cM + cS + cL + ———] QP • Costo unitario medio Costo sostenuto in media per un’unità di produzione in T: cP(T)= CP(T) / QP[3.8] Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  20. Risultato operativo (analitico) • Sulla base della [3.7] e della [3.8] possiamo riscrivere la [3.5] nella forma: RO(T) = Ricavo – Costo = RP(t1) - CF(t0)= = QP(t1) pP(t1) - QP(T) cP(T). • Essendo: QP(t1)   QP(T) risulta: RO(T) = QP [ pP – cP ]. [3.9] • Abbiamo ottenuto una semplice espressione analoga alla [3.2] per testare la performance economica tramite risultato. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  21. Business Plan e Bilancio • Il conto del risultato e il conto del cash flow devono essere predisposti ex ante, per decidere se il business risulta conveniente. • I due documenti formano il Business Plan (insieme ad altri documenti di dettaglio). • I due conti devono essere anche predisposti ex post, per verificare se il business è risultato conveniente. • In questo caso i due documenti formano il Bilancio dell’investimento. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  22. L’economicità • Possiamo testare la performanceeconomica anche tramite economicità: RP pP E(T) = ——— = ——— [3.11] CP cP che dimostra la capacità dell’investimento produttivo di trasformare costi in prezzi, cioè di trasformare il valore dei fattori consumati in un più elevato valore dei prodotti ottenuti.  cP max divario  pP  • L’investimento produttivo è trasformatore economico-produttivo che deve produrre il massimoapprezzamento della ricchezzaottenuta rispetto a quella impiegata. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  23. Il ROI • Per valutare la performance dell’investimento produttivo nella creazione di valore è utile calcolare il rendimento del capitale investito: RO(T) ROI(T) = ———[3.12] CI(t0) • Essendo ROIdirettamente proporzionale a RO e inversamente a CI ci chiediamo: • Come è possibile aumentare RO(T)? • Come è possibile ridurre CI? Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  24. Nuova significativaespressione del RO [continua] • Riscriviamo la [3.9] : RO(T) = QP [ pP – cP ], • sostituendo l’espressione di calcolo del costo di produzione: NI pI CP(T)= QP[ qM pM + qS pS + qL pL + ——— ] QP • otteniamo: NI pI RO(T) = QP pP – [qM pM + qS pS + qL pL + ——— ] QP [3.10 bis] Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  25. Le quattro leve manageriali • La [3.10bis] evidenzia le quattro principali leve manageriali per controllare il RO(T): • Espandere i volumi di produzione (funzione commerciale) QP • Espandere i prezzi di vendita(funzione di marketing)  pF max divario  pP  • Ridurre i fabbisogni unitari di fattori(funzione produzione)  qF min • Contrarre i prezzi medi d’approvvigionamento(funzione approvvigionamento)  pF min Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  26. Margine unitario e ROC • La differenza: mP = pP – cP = roP rappresenta il margine unitario di negoziazione. MP = mP QP è il margine complessivo che in genere corrisponde al RO. • Il rapporto: roc = mP / cP rappresenta il return on cost o ricarico o markup. roc= RO / CP è il ricarico calcolato su valori complessivi. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  27. L’investimento pluriciclico • Un investimento è pluriciclico se l’approvvigionamento dei fattori e la vendita delle produzioni avviene in N cicli consecutivi. • Supponiamo che si possano attuare N cicli uguali, tali che, per 1  n N: ROn = RPn – CPn= RO(t) = RP(t) – CP(t). • Ovviamente: RO(T) = nROn= N RO(t) Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  28. Il Cost Investment Ratio • Il capitale investito necessario per l’intero investimento risulta essere pari all’ammontare dei costi da sostenere nel primo dei cicli: CI(t0)CP(t). • Risulta allora immediatamente che: N = [N CP(t) ]/ CI(t0) = CIR • Il numero N non rappresenta non solo il numero di cicli ma anche la rotazione del capitale nell’intero investimento, cioè ilCIR(Cost Investment Ratio). Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  29. Come ridurre CI. Una quinta leva manageriale • Per ridurre il fabbisogno di CI(t0) è necessario aumentare la rotazione del capitale investito, mantenendo, per ciascun ciclo, lo stesso ricarico sul costo, roc. • Da ciò conseguie un innalzamento del ROI. • Il CIR è la leva che fa innalzare il ROI a parità di efficienza economica (prezzi) e produttiva (costi), quindi di roc: ROI(T) = RO / CI(t0) = roc • CIR = RO CP = ——— ——— [3.13] CP CI(t0) Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  30. pP qF CIR=N QP roc pF RP(T) CP(T) Processi che producono rischio CASSA che muove il capitale K(t) K’(t+1) RO(T) ROI E Le leve del controllo dell’investimento produttivo + + - + - + Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  31. 3.4 L’investimento finanziario • Un capitale CI(t0) viene posto in rischio • per il finanziamento del capitale investito • di un investimento economicoproduttivo o economicoreale • e diventa un capitale finanziario. • Al termine di T si recupera il capitale CI(t1) ed il risultato finanziario. • L’investitore finanziario sopporta un rischio indiretto: quello dell’investimento economico per finanziare il quale il capitale è stato conferito. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  32. Investimento in Equity • Il capitale finanziario può essere investito in due forme: 1) conferimento in rischioassoluto o a titolo di Equity (capitale proprio, capitale netto, ecc,) come partecipazione alla formazione del capitale investito: - K(t0) + K(t1) ———————————————————— + partecipazione - partecipazione L’Equity partecipa ai risultati dell’investimento economico ma guadagna per ultimo e perde per primo. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  33. Investimento in Debt 2) conferimento in rischiorelativo o a titolo di Debt (Debit, prestito, finanziamento netto, credito di finanziamento, ecc,): - K(t0) + K(t1) ———————————————————— + prestito - prestito Il Debt partecipa ai risultati dell’investimento economico ma guadagna per primo e perde per ultimo. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  34. Remunerazioni: Interesse (IP) e Utile netto (RN) • La remunerazione del Debt è in misuranegoziata in anticipo tramite il tasso di interesse i e si denomina Interesse, IP: IP = D i T • La remunerazione dell’Equity è in misura eventuale e residuale in quanto deriva dal RO(T) dell’investimento economico dopo avere detratto gli IP e si denomina risultato (utile o perdita) nettoRN: RN(T) = RO(T) - IP = RO(T) – (D * i * T) Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  35. Performance finanziaria: ROE e ROD • La performance finanziaria si valuta con due indicatori di rendimento: • nell’investimento in Equity, si calcola il Return On Equity: ROE = RN / E • nell’investimento in Debt, si calcola il Return On Debt: ROD = IP / D  i Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  36. Investimento produttivo RN(T) = RO – IPIP(T) = D i T +E(t0) oppure+D(t0) -E(t0) oppure-D(t0) Processi che producono rischio CASSA dell’investitore +K’(t1) -K(t0) Nuovo modello • I modelli precedenti diventano: Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  37. 3.5 Il Capital Investment • Poiché l’investimento economico (reale o produttivo) rifornisce la propria CASSA tramite l’investimento finanziario, • e poiché il finanziario viene remunerato dall’investimento economico, • si possono congiungere i due investimenti • per formare un nuovo investimentofinanziariamente autosufficiente, che denominiamo: capital investmentoinvestimento capitalistico. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  38. L’impresa capitalistica “perfetta”(prima definizione – vedi cap. 4) • Un’organizzazione permanente (cap. 4) nata per sviluppare un capital investment che svolge un business processo o una concatenazione indefinita di businessprogetto, che finanzia con Equity e con Debt il Capitale investito si definisce impresa capitalistica “perfetta”. • L’impresa è mercantile se sviluppa investimenti economico reali. • Altrimenti è di altro tipo (agraria, estrattiva, industriale, ecc.). Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  39. Settore e mercato (prime definizioni) • Si definisce settore l’insieme delle organizzazioni (e in particolare: imprese capitalistiche perfette) che sviluppano un particolare business (vi può essere il riferimento ad una data area geografica). • Si definisce mercato l’insieme degli scambi di un particolare bene tra i produttori ed i consumatori, in un dato periodo e, eventualmente, in un dato luogo o area geografica. • Mercato e settore sono concetti correlati in quanto il settore rappresenta il sistema che sviluppa il processo di produzione che origina gli scambi per i consumi. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  40. Il business finanziario • Il business tecnicamente riguarda l’investimento economico. Lo definiamo business economico (industry). • Vi sono organizzazioni che tuttavia sono specializzate nella raccolta di capitale finanziario che destinano ai business economici. Il loro risultato economico deriva da intereressi da Debt o da utili da Equity. • Tali organizzazioni si definiscono imprese finanziarie e il loro è un business finanziario (finance). Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  41. I capitali e le remunerazioni • L’investimento finanziario forma il capitale investito nell’investimento produttivo: CI = D+E. • L’investimento produttivo è strumentale per remunerare il finanziario: RO = IP+RN. Capitale investitodall’investimento o ancheCapitale necessario per l’investimento Capitale investitonell’investimentoo ancheCapitale reperito dall’investimento Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  42. Esercizi in aula Il modello di capital investment Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  43. Legge generale dell’investimento • Legge Generale dell’investimento: l’investimento produttivo e l’investimento finanziario non possono esistere separatamente ma devono sempre essere attuati in parallelo per formare un capital investment. • Questa legge ammette alcuni corollari. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  44. Quattro Corollari alla legge generale • 1 - L'investitore che effettua un investimento finanziario (finance) può essere remunerato solo se da’ vita ad un investimento produttivo per generare ricchezza (industry). . • 2 – Il risparmiatore con capitale finanziario deveideare o ricercare qualche investimento produttivo nel quale investire il capitale. • 3 - Non può esistere produzione (industry) senza finanza (finance) e viceversa. • 4 - Tutti i capitali investiti nel capital investment sopportano il rischio dello investimento produttivo. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  45. I soggetti dell’investimento • Il soggetto che • avendo una business idea, • conferisce l’Equity • accetta il rischio assoluto • per dare vita e gestire un business • si definisce imprenditore capitalista. • Il soggetto che conferisce capitale a titolo di Debt ed accetta solo un rischio relativo, si denomina solitamente finanziatore dell’investimento. • I processi di trasformazione economica e di controllo del rischio sono gestiti da un terzo soggetto (o gruppo), che sviluppa il management dell’investimento. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  46. Asimmetria informativa • Solitamente ilmanagementconosce il business meglio dell’investitore. • L’investitore assume le decisioni di investimento sulla base di uno stock più limitato di informazioni. • Per il principio di razionalità, quando è possibile, l’investitore cerca di gestire direttamente il suo investimento. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  47. Il management del business • Quando imprenditore e management sono disgiunti, l’investimento dà vita ad una gestione manageriale del business. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  48. Imprenditore Imprenditore Imprenditore Imprenditore Business idea Business idea Business idea Business idea Management Management Management Management Business Business Business Business governance governance governance governance P P P processi produttivi QF pF QP pP processi finanziari € € € KI(t) KI’(t’) RO = RP - CP ROI = RO/KI(t) Parte alta del modello generale Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  49. Il ruolo del capital investment • Il capital investment rappresenta l’attività economica fondamentale in quanto: • è il motore della produzione, • è artefice della produttività e della qualità, quindi dell’abbondanza e del progresso; • consente la remunerazione del lavoro e del capitale, • incentiva al risparmio, • soddisfa l’aspirazione alla ricchezza. Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

  50. Cinque congetture sui business new • Prima congettura: i business diventano sempre più grandi e la scala degli impianti aumenta (grande è bello). • Seconda congettura: Il marketing assume un ruolo sempre più rilevante (aumentare il mercato). • Terza congettura: si cercano posizioni di monopolio (cartelli, ecc.) per non ridurre i prezzi. • Quarta congettura: la qualità aumenta sempre (per aumentare i volumi di produzione e contrastare la riduzione dei prezzi). • Quinta congettura: il business si localizza dove i prezzi dei fattori sono più convenienti (per ridurre i costi di produzione). G u a r d i a m o c i a t t o r n o!!!! Economia Aziendale – Istituzioni – 2005/2006

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