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Di che cosa si occupa la macroeconomia?

Di che cosa si occupa la macroeconomia?. La macroeconomia si occupa dello studio della struttura e del funzionamento del sistema economico aggregato , nonché delle politiche che i governi utilizzano per cercare di influenzare i risultati economici aggregati

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Di che cosa si occupa la macroeconomia?

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Presentation Transcript


  1. Di che cosa si occupa la macroeconomia? • La macroeconomia si occupa dello studio della struttura e del funzionamento del sistema economico aggregato, nonché delle politiche che i governi utilizzano per cercare di influenzare i risultati economici aggregati • mentre la microeconomia studia il comportamento dei singoli mercati la macroeconomia analizza il comportamento dell’economia nel suo insieme • per fare questo utilizza variabili aggregate ossia aggregazioni di singole variabili microeconomiche • si studiano i movimenti aggregati della produzione (di tutti i beni), della disoccupazione (nell’economia considerata nel suo insieme) e dei prezzi (non di un singolo bene ma di tutti i beni presi insieme, ossia il livello generale dei prezzi e la sua dinamica: l’inflazione) • gli attori non sono più singoli individui o singole imprese bensì gruppi di individui che hanno comportamenti comuni come i consumatori che decidono il livello dei consumi o le imprese che decidono il livello complessivo della produzione, gli investimenti e la domanda di lavoro

  2. Instabilità delle economie di mercato • sebbene le economie sviluppate siano caratterizzate dalla continua crescita del prodotto nel corso del tempo, tale crescita è tutt’altro che uniforme: fasi espansive (espansioni, fasi di crescita), fasi di • stagnazione (crescita nulla) e fasi recessive (recessioni, fasi di crescita negativa) si alternano nel tempo, associate a variazioni della disoccupazione e dell’inflazione • occasionalmente le recessioni si trasformano in vere e proprie depressioni, a volte accompagnate da deflazione(inflazione negativa, declino del livello dei prezzi), come la Grande Depressione degli anni ’30 (o la recente depressione che ha colpito l’economia del Giappone). • scopo principale della macroeconomia è spiegare questi movimenti del livello dell’attività economica, della disoccupazione e dei prezzi al fine di offrire strumenti di intervento in grado di controllarne l’andamento e attenuarne le oscillazioni

  3. Le oscillazioni dell’economia Y tempo

  4. Italia: tasso di crescita del prodotto nazionale La sostanziale stabilità della crescita nel lungo periodo nasconde una forte variabilità nel breve. = tasso di crescita medio nel periodo 1971-2005

  5. Tasso di disoccupazione • tasso di disoccupazione = disoccupati/ forza lavoro • forza lavoro = occupati + disoccupati • Tasso di disoccupazione = • In Italia nel 1991 • Tasso di disoccupazione = disoccupati occupati + disoccupati 2.653.000 = 10,9% 21.592.000 + 2.653.000

  6. Indice dei prezzi al consumo (IPC) viene calcolato a partire da un paniere di beni e servizi rappresentativo dei consumi della popolazione prezzo pane tempo t x 100 x quota pane + IPC(t) = prezzo pane tempo 0 prezzo carne t x 100 x quota carne + var. ponderate altri prezzi + prezzo carne 0 Anno base (0) = 2006 = 100 Anno corrente (t) = 2007 IPC (2003) = 3,1/3 x 100 x 0,4 + 8,2/8 x 100 x 0,6 = 102,8

  7. Tasso di inflazione IPC(t)-IPC(t-1) 102,8 - 100 Tasso di inflazione = x 100 = = 2,8% IPC(t-1) 100

  8. problemi nel calcolo dell’IPC • se i prezzi relativi cambiano i consumatori sostituiscono i beni più cari con altri, il paniere cambia ma il metodo di calcolo non ne tiene conto • se nel mercato vengono introdotti nuovi beni (es. televisori al plasma), le possibilità di scelta aumentano. A parità di reddito monetario il consumatore sta meglio, ma non se ne tiene conto • la qualità dei beni può migliorare o peggiorare. Nel primo caso, a parità di reddito, il consumatore sta meglio, nel secondo sta peggio ma anche questi cambiamenti non vengono considerati

  9. Deflatore del PIL (prodotto interno lordo) 2004 2005 prezzo quantità prezzo quantità CD 10 1000 11 1100 DVD 20 1200 22 1300 PIL nominale 2004 = 10 x 1000 + 20 x 1200 = 34000 PIL nominale 2005 = 11 x 1100 + 22 x 1300 = 40700 PIL reale 2005 = 10 x 1100 + 20 x 1300 = 37000 Deflatore = PIL nominale/ PIL reale = 40700/37000 = 1,1 oppure 49000/37000 x 100 = 110

  10. Tasso di crescita del PIL reale • differenze fra IPC e deflatore del PIL • il deflatore del PIL misura i prezzi dei beni prodotti all’interno dell’economia, l’IPC quelli di tutti i beni acquistati dai consumatori compresi quelli importati • il paniere è costante nel calcolo dell’IPC ma varia nel calcolo del deflatore

  11. variabili reali e nominali • ciò che è importante non è il valore monetario (nominale) del reddito ma la quantità di beni che con quel redito si possono acquistare (valore reale) • se una obbligazione rende il 5% (rendimento nominale) ma il tasso di inflazione è pari al 2% il rendimento reale è 5% - 2% = 3% • il tasso di interesse nominale è il tasso di interesse che la banca paga sui depositi, ma quello che ci interessa è il tasso reale, • oggi il tasso reale è negativo • tasso nominale = 0,5% • tasso di inflazione = 2% • tasso reale = 0,5% - 2% = -1,5%

  12. Misurazione del PNL (prodotto nazionale lordo) • metodo dei beni finali • C = beni di consumo • I = beni di investimento • G = beni di consumo pubblici + beni di investimento pubblici • X = esportazioni • M = importazioni • PNL = C + I + G + X - M • metodo del valore aggiunto • PNL = valore aggiunto = beni totali prodotti - beni intermedi • valore aggiunto di un’impresa = ricavi - acquisti da altre imprese • valore aggiunto complessivo = somma dei ricavi di tutte le imprese -somma di tutti gli acquisti delle imprese le une dalle altre

  13. Valore aggiunto nella produzione del pane

  14. Misurazione del PNL (prodotto nazionale lordo) • metodo dei redditi • ricavi di un’impresa = profitti + salari + pagamenti di interessi + imposte + acquisti da altre imprese (costo dei beni intermedi) • ricavi di un’impresa - acquisti da altre imprese = profitti + salari + pagamenti di interessi + imposte = valore aggiunto • profitti + salari + pagamenti di interessi + imposte di tutte le imprese = valore aggiunto nazionale = PNL • Prodotto aggregato = reddito aggregato • prodotto nazionale netto (PNN) = PNL - ammortamenti • prodotto nazionale al costo dei fattori (PNCF) = PNL - imposte dirette • prodotto interno lordo (PIL) = PNL - redditi dei cittadini italiani residenti all’estero

  15. Calcolo del PIL in un’economia costituita da tre imprese PIL come valore dei beni finali 1000+200 = 1200 PIL come Valore Aggiunto (400-0)+(200-0)+(1000-400) = 1200 PIL come somma dei redditi (340+60) + (160+40) + (500+100) = 1200

  16. Non di solo PIL vive l’uomo 35000 30000 PIL 25000 20000 15000 GPI: Genuine Progress Indicator 10000 5000 1950 55 60 65 70 75 80 85 90 95 00 L'associazione Redefining Progress calcola il Genuine Progress indicator chemisura l’aumento del reddito nel tempo con una serie di aggiustamenti come: sottrarre i costi sociali dovuti alla criminalità, all'inquinamento e al deterioramento delle risorse naturali; aggiungere al PIL il valore del lavoro svolto all'interno della famiglia e del volontariato; tener conto dell'equità distributiva, delle infrastrutture, della disponibilità di tempo libero e altre cose.

  17. Circuito macroeconomico della spesa Stato famiglie resto del mondo importazioni (M) mercato finanziario mercato del lavoro mercato dei beni e servizi imprese

  18. La crescita dell’economia nel lungo periodo • Perché un’economia cresca è necessario che aumentino i fattori produttivi e le risorse impiegati nella produzione • oppure che l’efficienza produttiva dei fattori aumenti • oppure entrambe le cose • i fattori produttivi possono aumentare per motivi non economici (popolazione) o perché l’economia destina risorse alla loro accumulazione (capitale) • l’efficienza dipende dal progresso tecnico • dopo il 1500 la popolazione cresce a causa della fine delle pestilenze • la produttività cresce ancora di più e risorse in eccesso possono essere destinate all’investimento • i progressi della scienza fanno aumentare il tasso di progresso tecnico

  19. I fatti della crescita • Dopo le guerre napoleoniche Europa e USA entrano in un periodo di rapida crescita che continua fino a oggi • tasso di crescita medio 1820-1995 = 2.7% = otto volte quello del periodo protocapitalistico • la produttività del lavoro cresce a un tasso crescente • 1780-1820: UK 0,5% • 1820-1890: UK 1,4% • 1890-1970: USA 2,3% • Tra il 50 e il 73 tassi più alti (golden age) • Italia: 5.0% • Giappone: 8.0% • la crescita si riduce dopo il 73 nei paesi industrializzati ma aumenta nei paesi asiatici (Corea, Singapore, Cina,India ecc.)

  20. Fattori che influenzano la crescita • ASPETTI ISTITUZIONALI: • fiducia nella capacità dell'uomo di controllare la natura e piegarla ai propri bisogni grazie alla scienza e tecnologia • cadono i vincoli feudali all'acquisto e vendita della proprietà, diritti di proprietà protetti • sistema fiscale meno arbitrario e più prevedibile • sviluppo di istituzioni finanziarie e assicurative che garantiscono il credito e attenuano il rischio • nascita degli stati nazionali e ampliamento dei mercati, interscambio non solo commerciale ma anche intellettuale, quindi maggiore competizione e innovazione.

  21. RISORSE NATURALI: più importanti nell'800 meno oggi perché le risorse esauribili vengono sostituite con altre più produttive (carbone con petrolio, energia elettrica etc.) • POPOLAZIONE: comincia a crescere nel 600 esplode dall'inizio dell'800. Effetti: • cresce la forza lavoro • cresce il mercato dei consumatori • una crescita eccessiva riduce l'accumulazione di capitale • CAPITALE UMANO: i livelli di istruzione crescono da 2 anni a 11 tra il 1820 e oggi. Effetti: • stimola la crescita delle conoscenze e delle invenzioni • rende possibile l'utilizzo delle innovazioni tecnologiche. • CAPITALE FISICO: l'aumento del reddito pro-capite consente un maggiore risparmio. Il risparmio viene utilizzato per finanziare gli investimenti. L'accumulazione del capitale consente l'introduzione di nuove tecnologie

  22. PROGRESSO TECNICO: accresce la produttività delle risorse naturali, del capitale umano introduce nuovi prodotti trasforma i processi produttivi • CAMBIAMENTO STRUTTURALE: la struttura della produzione si trasforma cresce il peso di settori più produttivi (industria) diminuisce quello dei settori meno produttivi (agricoltura) • COMMERCIO INTERNAZIONALE: fino all'ottocento qualcuno guadagna qualcuno perde. Dal 1820 il commercio è cresciuto più della produzione migliorando l'allocazione delle risorse, la produttività grazie alla specializzazione ed economie di scala.

  23. Esistono limiti alla crescita? equilibrio di sussistenza Le

  24. Progresso tecnico Q P1 P2 P3 investimentisostituzione K

  25. reddito pro capite in dollari e in PPP

  26. Convergenza fra stati U.S.A.

  27. Convergenza fra paesi industrializzati

  28. Convergenza nel mondo

  29. Trappola della povertà

  30. mercato finanziario mercato dei fattori mercato finanziario famiglie imprese Stato mercato dei beni e servizi

  31. Mercati finanziari • Mercati finanziari: sono le istituzioni finanziarie attraverso le quali i risparmiatori possono finanziare direttamente gli investitori • Il mercato obbligazionario • L’obbligazione è un titolo di credito che da diritto al possessore alla restituzione del valore nominale del titolo dopo un certo periodo di tempo e al pagamento periodico di un interesse • Il mercato azionarioLe azioni rappresentano quote di proprietà di una azienda e danno diritto a partecipare alla suddivisione dei profitti realizzati.Le azioni rappresentano un finanziamento con capitale di rischioLe obbligazioni sono un finanziamento mediante indebitamento

  32. Le funzioni fondamentali dei mercati finanziari • Ridurre i costi di transazione • Ridurre il rischio • Fornire liquidità

  33. Intermediari finanziari • Le bancheLe banche raccolgono i depositi dei risparmiatori e li impiegano per concedere prestiti agli investitori.Le banche corrispondono un interesse al depositante (interesse passivo) e richiedono ai propri debitori un interesse sui prestiti concessi (interesse attivo)Le banche oltre a essere intermediari finanziari facilitano lo scambio di beni e servizi permettendo ai titolari di depositi bancari di emettere assegni (mezzi di pagamento) • I fondi comuni di investimentoSono istituzioni che vendono al pubblico proprie quote di partecipazione e con il ricavato acquistano una selezione, detta portafoglio, di titoli azionari e obbligazionari • Una delle funzioni fondamentali dei fondi comuni è di consentire una diversificazione del rischio

  34. Il mercato dei fondi mutuabili • Per l’economia nel suo complesso il risparmio deve essere uguale all’investimento. Grazie al funzionamento del sistema finanziario (mercato obbligazionario, azionario, fondi comuni di investimento, banche che insieme costituiscono il mercato dei fondi mutuabili) il risparmio viene trasformato in investimento e si raggiunge l’equilibrio • In questo mercato operano: • tutti i risparmiatori (sia privati che pubblici) che vogliono impiegare i propri risparmi: offerta di fondi mutuabili • tutti i prenditori che desiderano ottenere prestiti per i propri investimenti: domanda di fondi mutuabili • Il prezzo nel mercato dei fondi mutuabili è dato dal tasso di interesse, che rappresenta il costo dell’investimento per i prenditori e il rendimento del risparmio per i risparmiatori. Pertanto sia l’offerta che la domanda di fondi mutuabili dipendono dal tasso di interesse che rappresenta il prezzo dei prestiti

  35. Domanda e offerta di fondi mutuabili • Come ogni altro mercato, il mercato dei fondi mutuabili è governato dalla domanda e dall’offerta. • Curva di offerta di fondi mutuabili (o risparmio): proviene da chi ha un reddito che eccede le proprie necessità di consumo e risparmia, rendendo disponibili i propri risparmi per prestiti.Un elevato tasso di interesse rende il risparmio più redditizio, quindi al crescere del tasso di interesse la quantità di fondi mutuabili offerta aumenta: la curva di offerta è inclinata positivamente. • Curva di domanda di fondi mutuabili (o investimento): proviene da imprese e individui che desiderano farsi finanziare un investimento.Al crescere del tasso di interesse i prestiti diventano più costosi, quindi la quantità domandata diminuisce: la curva di domanda è inclinata negativamente.

  36. Domanda e offerta di fondi mutuabili Domanda Offerta i i O i1 D F1 F F Rendimento di un investimento ricavi dell’investimento – costi dell’investimento x 100 Tasso di rendimento = costi dell’investimento

  37. Le scelte intertemporali • Le decisioni di risparmio e di investimento implicano una scelta fra benefici/costi che si realizzano nel momento in cui la decisione viene presa e benefici/costi che si manifesteranno in un momento futuro. • Un risparmiatore che decide di prestare i propri risparmi rinuncia a consumare oggi beni e servizi per poterne consumare di più in un momento futuro. • Allo stesso modo un imprenditore che decide di effettuare un investimento sta sopportando oggi un costo per ottenere profitti in un momento futuro. • Come si fa a stabilire se è conveniente scambiare una certa somma che si possiede oggi con un’altra che si potrà avere in un momento futuro?

  38. Somme attuali e future • Rinunciare al consumo oggi per consumare domani comporta un sacrificio che viene remunerato dal mercato. Se si presta denaro la somma che verrà restituita è superiore a quella prestata. La differenza è data dall’interesse che il debitore è tenuto a pagare. • La valutazione che il mercato da della somma di 1000 euro disponibili oggi è quindi diversa da quella di 1000 euro disponibili fra un anno. La prima è valutata più della seconda. Questo accade perché chiunque presti 1000 euro oggi a una banca riceverà indietro fra un anno 1000 euro aumentati dell’interesse. • Per valutare la convenienza di un prestito un risparmiatore deve confrontare quanto presta oggi (somma attuale) con quanto riceverà al momento della restituzione (somma futura).

  39. Valore attuale • Ciò equivale a domandarsi: quale è la somma massima che sarei disposto a prestare oggi per riavere indietro 1100 euro fra un anno? • La risposta dipende da quanto il mercato remunera il sacrificio del consumo, cioé dal tasso di interesse. • Sarei disposto a prestare quella somma che, aumentata degli interessi, mi consente di avere 1100 euro fra un anno. • Se il tasso di interesse corrente sul mercato è il 10% la somma in questione equivale a: • S + S x 10% = 1100 • S (1+0.1) = 1100 • S = 1100/(1.1) = 1000 • Se scambio oggi 1000 euro contro 1100 euro fra un anno significa che 1000 è quanto valuto oggi una somma di 1100 euro che sarà disponibile fra un anno se il tasso di interese è il 10%, ossia è il suo valore attuale. • L’operazione di calcolo del valore attuale è detta operazione di sconto.

  40. Se il prestito dura 2 anni • Ipotizziamo che dopo due anni la somma restituita sia pari a 1210 euro. • Sarei disposto a prestare quella somma che, aumentata degli interessi ogni anno, mi consente di avere 1210 euro fra due anni. • Se il tasso di interesse corrente sul mercato è il 10% alla fine del primo anno la somma diventerà: • S + S x 10% = S (1+0.1) • Per prolungare il prestito di un altro anno la somma maturata alla fine del primo anno aumentata degli interessi dovrà essere uguale alla somma restituita ossia: • S (1+0.1) + S (1+0.1) x 0.1 = 1210 • S (1+0.1)x (1+0.1) = 1210 • S (1+0.1)2 = 1210 • S = 1210/ (1.21) = 1000 • Se il prestito dura n anni avremo in generale • VA = SF/(1+i)n

  41. Rendimento di un investimento • Posso pormi il problema anche in un altro modo: • se acquisto un’obbligazione al prezzo di 1000 euro sapendo che alla scadenza, fra un anno, mi verrà restituita la somma di 1050 euro quanto rende l’obbligazione? • somma attuale + rendimento = somma futura restituita • 1000 + 1000 x r = 1050 • 1000 x r = 1050 -1000 • r = 50/1000 = 5% • Possiamo anche scrivere • SA + SA x r = SF • SA x (1+r) = SF • SA = SF/(1+r) • In caso di scadenza fra due anni diventa: SA = SF/(1+r)2 • In generale per n anni avremo: SA = SF/(1+r)n

  42. Valore attuale tasso di interesse (sconto) e rendimento sono collegati fra loro • SA = SF/(1+r)n • VA = SF/(1+i)n • Pertanto • se SA=VA allora i = r • se SA>VA allora i > r • se SA<VA allora i < r

  43. Come valutare la convenienza ad investire in borsa? • Investire in borsa significa scambiare una somma attuale con una somma futura o un flusso di somme future. • In generale è conveniente acquistare un titolo se il valore attuale della somma futura che esso ci garantisce è superiore al prezzo di acquisto oppure se il suo rendimento è superiore al tasso di interesse di mercato. • Nel caso delle obbligazioni il calcolo del valore attuale è relativamente più semplice perché la somma che verrà restituita è stabilita inizialmente. Questo è vero se il titolo viene portato a scadenza, in caso contrario è difficile prevedere la quotazione al momento in cui si deciderà di venderlo. • Nel caso delle azioni la valutazione è molto più difficile perchè bisogna prevedere quali saranno i profitti dell’impresa negli anni futuri. • Le azioni sono quindi più rischiose e, per questo motivo, hanno in genere un rendimento maggiore.

  44. Il mercato dei titoli • Se un singolo risparmiatore dovesse fare da solo queste valutazioni non avrebbe gli strumenti nè le risorse necessarie per farle. • Sul mercato esistono società e individui specializzati in queste analisi che ogni giorno valutano i titoli e che maturano opinioni diverse. • Coloro che ritengono che il prezzo di un titolo sia minore del suo valore attuale decideranno di acquistarlo, chi fa una valutazione opposta preferirà vendere. Ci sarà quindi una domanda e un’offerta, il prezzo di un titolo è determinato dal loro incontro. • Il prezzo di un titolo è quindi il risultato di decisioni che riflettono tutte le informazioni raccolte dai diversi operatori sul loro valore. • Esso riflette quindi la migliore valutazione possibile di quel titolo (ipotesi dei mercati efficienti)

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