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8. I soggetti dell’impresa I processi e la struttura decisionale Organizzazione e gestione personale

MODULO 2 : ELEMENTI DI ECONOMIA AZIENDALE. 8. I soggetti dell’impresa I processi e la struttura decisionale Organizzazione e gestione personale. Corso di Laurea in Biotecnologie – Sede di Fano Insegnamento: Elementi di Economia Aziendale Prof. Del Baldo Mara Mara.delbaldo@uniurb.it

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8. I soggetti dell’impresa I processi e la struttura decisionale Organizzazione e gestione personale

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  1. MODULO 2: ELEMENTI DI ECONOMIA AZIENDALE 8. I soggetti dell’impresaI processi e la struttura decisionale Organizzazione e gestione personale Corso di Laurea in Biotecnologie – Sede di Fano Insegnamento: Elementi di Economia Aziendale Prof. Del Baldo Mara Mara.delbaldo@uniurb.it Dipartimento di Economia, Società, Politica Facoltà Economia - Urbino

  2. responsabile giuridico dell’attività svolta responsabile delle scelte economiche che muovono l’attività di impresa Distinzione tra soggetto giuridico e soggetto economico All’interno dell’azienda e, nello specifico, dell’IMPRESA, è sempre possibile individuare 2 SOGGETTI: Il SOGGETTO GIURIDICO Il SOGGETTO EONOMICO • soggetto che: • detiene il supremo potere volitivo (definisce gli indirizzi di fondo) • prende decisioni strategiche • determina gli obiettivi generali • soggetto nel cui nome viene svolta l’attività d’impresa e a cui fanno capo tutti i diritti e i doveri derivanti dall’attività a.a 2010/2011

  3. Persona fisica capacità giuridica Soggetto giuridico Persona giuridica IL SOGGETTO GIURIDICO Il soggetto giuridico consiste nella persona, gruppo di persone o ente nel cui nome l’attività imprenditoriale viene esercitata e a cui fanno capo i diritti e gli obblighi che da questa attività derivano Il soggetto giuridico nell’ordinamento italiano : – una persona fisica; – una persona giuridica. attitudine ad essere titolari di diritti capacità di costituire, modificare, estinguere rapporti giuridici capacità di agire a.a 2010/2011

  4. Alcune persone fisiche sono limitate nella loro capacità di agire: soggetto giuridico: persona fisica Secondo l’art. 1 c.c. una persona fisica acquista la capacità giuridica al momento della nascita. Chiunque è dotato di CAPACITA’ GIURIDICA Secondo l’art. 2 c.c. una persona fisica acquista la CAPACITA’ DI AGIRE al raggiungimento della maggiore età (18 anni). o perché non hanno raggiunto la maggiore età o perché detta capacità è stata limitata successivamente da appositi provvedimenti di un giudice • Minore • Interdetto • Inabilitato • Scomparso • Assente - minore a.a 2010/2011

  5. Appendice normativa al capitolo 5 Il minore: può essere soggetto giuridico ma deve operare tramite un tutore, il quale, può aver bisogno dell’autorizzazione del giudice tutelare e/o del tribunale per il compimento di alcuni specifici atti (art. 374 e 375 del cod. civ. ). L’esercizio di un’impresa commerciale, ad esempio, non può essere effettuato senza l’autorizzazione del tribunale (art. 320 cod. civ Se tuttavia, il minore, contrae matrimonio egli diventa emancipato (artt. da 390 a 397 cod.civ. e, come tale, acquista la capacità di compiere gli atti di ordinaria amministrazione (atti che non intaccano il proprio patrimonio ma si limitano all’utilizzo del reddito aziendale), mentre per quelli di straordinaria amministrazione è comunque richiesto il consenso del curatore e l’autorizzazione del giudice tutelare. Il curatore affianca il minore (mentre il tutore lo sostituisce). Il minore emancipato può inoltre essere autorizzato dal Tribunale ad esercitare un’impresa commerciale, nel qual caso ha piena capacità di agire (art. 397 del cod. civ.). l’interdetto: possono essere interdetti il maggiore di età ed il minore emancipato che si trovino in condizioni di abituale infermità mentale che li rende incapaci di provvedere ai propri interessi (artt. da 414 a 432 cod.civ.). L’interdetto può essere soggetto giuridicoma deve operare per mezzo di un tutore così come accade al minore e, in alcuni casi è necessaria l’autorizzazione del giudice tutelare e del Tribunale. l’inabilitato: può essere inabilitato il maggiore di età la cui infermità di mente non è tale da far luogo all’interdizione (artt. 414 a 432 cod.civ.). Può essere inabilitato colui che fa uso di sostanze alcoliche e stupefacenti esponendo se e la propria famiglia a gravi pregiudizi economici. Possono, inoltre essere inabilitati il sordomuto e il cieco che non abbiano usufruito di una sufficiente educazione a parte i casi cui far ricorso all’art. 414. Anche l’inabilitato può essere soggetto giuridico ma deve operare per mezzo di un curatore. lo scomparso: è la persona di cui non si abbia più notizia perché sparito dal suo luogo di domicilio o residenza. Il Tribunale, su istanza degli interessati o del Pubblico Ministero può nominare un curatore che lo rappresenti anche se il soggetto scomparsa resta titolare di tutti i diritti (art. 48 cod.civ). l’assente: una persona fisica scomparsa da oltre due anni viene dichiarata assente (art. 49 cod.civ.). I suoi beni vengono gestiti sotto il controllo del Tribunale dai presunti successori legittimi e da chiunque ragionevolmente creda di avere diritti sui beni dello scomparso. il morto presunto: passati 10 anni dal giorno in cui si hanno notizie del soggetto, lo stesso può essere dichiarato dal Tribunale, su istanza del Pubblico Ministero, morto presunto (art. 50 cod.civ.)e non può più essere considerato soggetto giuridico. a.a 2010/2011

  6. soggetto giuridico: persona giuridica Le persone giuridiche sono centri di imputazione di diritti e obblighi (soggetti giuridici) sia pubbliche che private. LA CAPACITA’ GIURIDICA SI ACQUISTA IN BASE ALLA LEGGE E IN BASE AD UN PARTICOLARE ITER, DIVERSO IN FUNZIONE DELLE DUE FATTISPECIE Persone giuridiche pubbliche Persone giuridiche private a.a 2010/2011

  7. Persone giuridiche pubbliche • Le persone giuridiche pubbliche nascono in seguito alla manifestazione di volontà di un ente pubblico: - mediante una legge o - un provvedimento speciale. • La procedura di costituzione non segue un iter standardizzato ma si concretizza, in genere, in un atto appositamente stabilito (emanazione di leggi o provvedimenti specifici). • Vengono riconosciute soggetti giuridici, con leggi o usi osservati come diritto pubblico. • I fini che perseguono sono di interesse generale dai quali è, generalmente escluso l’obiettivo del profitto. – Enti pubblici territoriali (Regioni, Province, Comuni); sono aziende che perseguono finalità istituzionali nel rispetto dell’economicità, dell’efficienza e dell’efficacia. – Enti pubblici economici, un tempo numerosi, via via privatizzati (Istituti di credito di diritto pubblico come B.N.L., Banco di Napoli, Banco di Sicilia, Banco di Sardegna, San Paolo di Torino, Monte dei Paschi di Siena, le Casse di Risparmio, Istituti come I.M.I., E.N.I., E.F.I.M., E.N.E.L.); – Enti pubblici non economici o istituzionali (I.N.P.S., I.N.A.I.L., Camere di Commercio, Università, Istituti Tecnici C.O.N.I.). a.a 2010/2011

  8. Persone giuridiche private • Le persone giuridiche private nascono dalla manifestazione di una volontà privata iscritta in un atto pubblico (atto scritto redatto da un Pubblico Ufficiale). • Gli enti che ne derivano sono sottoposti al controllo dei pubblici poteri in quanto non devono essere contrari alla legge, all’ordine pubblico e al buon costume. • Perseguono scopi sostanzialmente privati. Associazioni: complesso di persone che si associano per realizzare finalità private (associazione culturale); Fondazioni: patrimonio fruttifero che, per donazione o testamento, è permanentemente vincolato ad uno scopo predeterminato; Società commerciali con personalità giuridica. Per le associazioni, le fondazioni e le altre istituzioni di carattere privato il riconoscimento avviene mediante iscrizione nell’apposito registro istituito presso le prefetture o presso la Regione, qualora la persona giuridica opera nelle materie attribuite alla competenza delle regioni. a.a 2010/2011

  9. Pubblica Privata Enti pubblici territoriali Enti pubblici economici Enti pubblici istituzionali Associazioni Fondazioni Società commerciali Persona giuridica a.a 2010/2011

  10. In particolare le società commerciali che hanno personalità giuridica previste dal nostro ordinamento sono: – Società per Azioni; – Società a Responsabilità Limitata; – Società in Accomandita per Azioni; – Società Cooperative. Le restanti società (Società Semplice, Società in Nome Collettivo, Società in Accomandita Semplice) non hanno personalità giuridica e i diritti e gli obblighi derivanti dall’attività economica svolta fanno direttamente capo ai soci. • Attività svolta dalle società commerciali (art. 2195 cod. civ.) • Industriale (produzione di beni/servizi) • Intermediaria nella circolazione dei beni • Bancaria o assicurativa • Trasporto (terra, acqua, aria) • Ausiliaria delle precedenti Nascono mediante un contratto di società (art. 2447 c.c.: contratto mediante il quale due o più persone conferiscono beni o servizi per l’esercizio in comune di un’attività economica allo scopo di dividerne gli utili) che si concretizza in un atto costitutivo redatto nella forma di atto pubblico. Il contratto di società assume forma scritta L’atto costitutivo va depositato entro 30 giorni presso la Cancelleria del Tribunale per i controlli di legittimità. controllo positivo (decreto ordinato dal Presidente del Tribunale) iscrizione della società nel Registro delle Imprese acquisizione della personalità giuridica nasce la PERSONA GIURIDICA a.a 2010/2011

  11. Nelle aziende individuali il soggetto giuridico è il proprietario dell’azienda che rappresenta l’unico responsabile degli impegni assunte. Nelle società di persone il soggetto giuridico sono i singoli soci responsabili solidalmente ed illimitatamente delle obbligazioni sociali. Nelle società di capitali il soggetto giuridico è la società stessa. Soggetto giuridico Azienda individuale - proprietario Società di persone – tutti i soci Persona fisica Persona giuridica Società di capitali - società a.a 2010/2011

  12. La scelta della forma giuridica Perché parlare di forma giuridica d’impresa? Forma giuridica: per poter svolgere un’attività imprenditoriale è necessario identificarsi in una delle forme giuridiche previste dalla vigente normativa, tale scelta uno dei momenti fondamentali e va operata sulla base di diverse considerazioni. • Impresa Individuale • Società (di capitali o di persone) • Altre forme di lavoro autonomo (LE ALTRE FORME DI LAVORO AUTONOMO si distinguono dall’attività di impresa perché: nell'attività di lavoro autonomo è prioritario il carattere intellettuale delle prestazioni; es. studi associati o liberi professionisti) La scelta va operata sulla base di diverse considerazioni correlate ad aspetti soggettivi ed oggettivi: • Numero dei promotori • Natura dell’attività esercitata • Dimensione dell’impresa • Disponibilità di capitali • Grado di responsabilità che soci intendono assumere • Possibilità di ricorrere a particolari forme di finanziamento e agevolazioni Ogni forma giuridica presenta in sé aspetti vantaggiosi e controindicazioni: non esiste una forma giuridica ideale, occorre tenere in considerazione le esigenze e le caratteristiche della attività che si andrà a svolgere. a.a 2010/2011

  13. Alcuni criteri per la scelta della forma giuridica a. Attività svolta e redditi personali dei soci Se disponiamo di elevati redditi personali avremo convenienza a costituire una società di capitali, per la quale dovremo dichiarare esclusivamente gli utili che effettivamente abbiamo ricevuto. Se la nostra scelta cadesse invece su una società di persone, ci verrebbe attribuita dalla società una parte di reddito prodotto proporzionale alla quota di partecipazione, indipendentemente dall' effettiva distribuzione dell'utile. b. Responsabilità personale dei soci Per la costituzione di una società di persone, che prevede l'assunzione della responsabilità solidale e illimitata, occorrerà valutare il grado di fiducia nelle persone con le quali abbiamo intenzione di realizzare il progetto di impresa. c. Patrimonio personale dei soci Nel caso in cui disponessimo di un cospicuo patrimonio non avremmo alcuna convenienza a costituire una società di persone con soci che non fossero titolari di beni, poiché, in caso di insolvenza, ci troveremmo a rispondere, per il principio di responsabilità solidale e illimitata dei debiti sociali, anche per gli altri soci. d. Quota di partecipazione sociale L'impiego di un consistente investimento nella costituzione di una società di persone potrà essere realizzato soltanto a condizione di poter svolgere un controllo diretto sulla società e sulle decisioni da assumere per il suo funzionamento. e. Capitale investito/fatturato I presenza di responsabilità illimitata e solidale, il rischio d'impresa aumenta in proporzione ai mezzi necessari per il funzionamento dell'impresa. f. Capitale minimo per la costituzione La misura minima del capitale richiesto per la costituzione delle società di capitali può rappresentare un elemento di ostacolo alla loro costituzione. g. Sistema di tassazione IE' possibile individuare alcuni criteri generali a cui attenersi: il livello di utili previsti della società, oltre il quale sarà conveniente la costituzione di una società di capitali, tenderà a ridursi quando i singoli soci abbiano già dei redditi propri abbastanza consistenti; lo stesso livello di convenienza, per le società di persone, tenderà ad aumentare quando, a parità di altre condizioni, gli utili conseguiti verranno distribuiti quasi integralmente ai soci: nella società di persone il socio è comunque soggetto alla tassazione dell'intero utile sia nel caso che venga distribuito che accantonato; nelle società di capitali il socio è invece sottoposto a tassazione solo sulla parte di utili effettivamente distribuiti. h. Trasferibilità della quota Il trasferimento di azioni e di quote di s.r.l. appare più semplice del trasferimento di quote di società di persone. A causa della responsabilità solidale e illimitata l'identità personale dei soci assume, infatti, nelle società di persone, un rilievo di assoluta importanza, tanto da richiedere la modifica dell'atto costitutivo con le stesse formalità previste per la costituzione della società. a.a 2010/2011

  14. Il SOGGETTO ECONOMICO Il soggetto economico è la persona o il gruppo di persone che di fatto: 1) detiene il supremo potere volitivo in azienda e determina gli indirizzi di fondo della gestione; 2) prende le decisioni strategiche; 3) determina gli obiettivi generali. Sovraintende il comportamento aziendale e il processo decisionale (decisioni strategiche tattiche operative) Per far ciò il soggetto economico deve: • avere la volontà di governare l’azienda; • avere le competenze specifiche: manageriali (capacità di programmazione, organizzazione, controllo, leadership); • disporre del potere sufficiente (maggioranza dei voti) per imporre la propria volontà. a.a 2010/2011

  15. Quando coincidono soggetto giuridico e soggetto economico? Nell’azienda individuale SI Negli altri casi …. NO • Nelle imprese individuali il ruolo di soggetto economico è ricoperto dal proprietario dell’impresa stessa. • Nelle società di persone, il soggetto giuridico è rappresentato dall’insieme di tutti i soci, mentre ilsoggetto economico dal solo socio/i di maggioranza. • Nelle società di capitaliil soggetto giuridico è la società stessa, mentre il soggetto economico dal solo socio/i di maggioranza. • Nelle società di capitali di grandi dimensioni (public company), il soggetto giuridico è la società stessa, mentre non sempre il soggetto economico aziendale è rappresentato dai soci di maggioranza perché: • non tutti i soci si interessano alla gestione di azienda e, quindi, è sufficiente detenere un pacchetto azionario minore per poter prendere decisioni; • il potere decisionale potrebbe essere delegato dall’assemblea degli azionisti a manager competenti che, anche senza possedere il capitale azionario, governano e dirigono l’impresa: al vertice dell’azienda non si pone il titolare o i soci ma il gruppo di manager (management) legato all’impresa da un vincolo di subordinazione. a.a 2010/2011

  16. IL CONTROLLO DEL SOGGETTO ECONOMICO ESISTONO DEI CASI IN CUI L’ESISTENZA DEL SOGGETTO ECONOMICOPRESCINDE DAL POSSESSO DELLA MAGGIORANZA DEI VOTI IN ASSEMBLEA tre situazioni relative in particolare alle S.P.A. CONTROLLO CON ALIQUOTA DI CAPITALE INFERIORE AL 50% A CONTROLLO SENZA INVESTIMENTI DI CAPITALE C CONTROLLO SENZA INVESTIMENTI DIRETTI DI CAPITALE B a.a 2010/2011

  17. 1) Presenza di azioni che non hanno diritto di voto in assemblea AZIONI= quote in cui è diviso il capitale sociale di una società, di uguale valore e che conferiscono uguali diritti (economici e sociali): - partecipazione agli utili - diritto di voto È tuttavia ammesso (art. 2348 e art 2351cod.civ.) che esistano categorie di azioni fornite di diversi diritti. I possessori di queste azioni possono avere un diverso trattamento per l’attribuzione dei dividenti e per l’incidenza delle perdite, ma limitati nell’esercizio del voto. In sede di assemblea ordinaria, è sufficiente una percentuale di possesso del capitale inferiore a quella del 50% per imporre la propria volontà Appendice normativa Capitolo 4 a.a 2010/2011

  18. Art. 2351. Diritto di voto. Salvo quanto previsto dalle leggi speciali, lo statuto può prevedere la creazione di azioni senza diritto di voto, con diritto di voto limitato a particolari argomenti,con diritto di voto subordinato al verificarsi di particolari condizioni non meramente potestative. Il valore di tali azioni non può complessivamente superare la metà del capitale sociale. Lo statuto delle società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio può prevedere che, in relazione alla quantità di azioni possedute da uno stesso soggetto, il diritto di voto sia limitato ad una misura massima o disporne scaglionamenti. Non possono emettersi azioni a voto plurimo. Gli strumenti finanziari di cui agli articoli 2346, sesto comma, e 2349, secondo comma, possono essere dotati del diritto di voto su argomenti specificamente indicati e in particolare può essere ad essi riservata, secondo modalità stabilite dallo statuto, la nomina di un componente indipendente del consiglio di amministrazione o del consiglio di sorveglianza o di un sindaco. Alle persone così nominate si applicano le medesime norme previste per gli altri componenti dell'organo cui partecipano. a.a 2010/2011

  19. L’assemblea ordinaria viene convocata almeno una volta l’anno e decide sulle seguenti materie: – approvazione del bilancio; – nomina degli amministratori, dei sindaci e dei presidenti dei sindaci; – delibera i compensi; – delibera sulle materie ad essa riservate dall’Atto Costitutivo o sottoposte alla sua attenzione dagli amministratori e dai sindaci. L’assemblea straordinaria tratta le seguenti materie: – modifiche dell’Atto Costitutivo; – emissione di obbligazioni; – nomina i liquidatori e ne fissa i poteri. a.a 2010/2011

  20. 2) Integrazione della quota azionaria e regole di funzionamento delle assemblee Un socio o un gruppo di soci possono acquisire il potere decisionale in assemblea integrando la quota di capitale posseduta mediante deleghe, esercitando in tal modo anche il diritto di voto di azioni possedute da altri (art. 2372 cod .civ.) • gratuite; • a titolo oneroso (pegno, usufrutto, riporto) • per iscritto; • mai “in bianco” Non concedibili ad amministratori, organi di controllo, dipendenti dell’azienda, dipendenti delle società da questa controllate • Nelle società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio ogni persona può rappresentare non più di 20 soci • Nelle società quotate la stessa persona non può rappresentare: più di 50 (capitale < 5 mil euro) più di 100 (capitale < 25 mil euro) più di 200 (capitale > 25 milioni di euro) a.a 2010/2011

  21. B) CONTROLLO SENZA INVESTIMENTO DIRETTO DI CAPITALI Si verifica nell’ambito dei gruppi industriali nei quali una società, detta holding, ne controlla in varia misura altre. All’interno di un gruppo ogni società è un soggetto giuridico distinto mentre il soggetto economico è uno solo ed è rappresentato da coloro che detengono il controllo della società capogruppo (holding). Si verifica nell’ambito dei gruppi industriali nei quali una società, detta holding, ne controlla in varia misura altre. All’interno di un gruppo ogni società è un soggetto giuridico distinto mentre il soggetto economico è uno solo ed è rappresentato da coloro che detengono il controllo della società capogruppo (holding). Lo S.P. contiene solo voci di natura finanziaria (cassa, banca, crediti, ecc.) detengono solo partecipazioni e attività finanziarie e non svolgono alcuna attività operativa PURE MISTE viene svolta un’attività operativa cui si affianca la gestione delle attività finanziarie per il controllo delle altre società del gruppo. Lo S.P. presenta anche voci indicative dell’attività operativa (merci, materie, prodotti, ecc.) a.a 2010/2011

  22. controllo diretto la società controllante possiede la maggioranza del capitale (o comunque una quota di capitale sufficiente a garantirle il controllo) della controllata. controllo indiretto la società controllante esercita il suo potere sulla controllata tramite un’altra società di cui invece ha il controllo diretto. a.a 2010/2011

  23. ampliamento delle dimensioni aziendali attuata verso l’esterno mediante la creazione o l’acquisto di nuove società. GRUPPO AZIENDALE Perché la costituzione di un gruppo? motivazioni 1) Forze di tipo economico / finanziario / produttivo finalizzate alla ricerca dei vantaggi associati alla grande dimensione produttiva o dei vantaggi specifici del gruppo d’imprese. 2) Motivazioni personali degli agenti decisionali che conducono ad aggregare attività economiche: orientamento al dominio del soggetto economico; avversione alla pressione competitiva. 3) Caratteristiche istituzionali dei mercati: normativa civilistica e amministrativa; legislazione fiscale. 4) Efficienza delle infrastrutture di supporto, delle reti di comunicazione e del sistema di trasporti (sotto forma di maggiori o minori costi). 5) Finalità speculative, poste in essere per ottenere puri benefici finanziari (trading di partecipazioni) tre strategie di sviluppo: 1) sviluppo verticale; 2) sviluppo orizzontale; 3) sviluppo diversificato. a.a 2010/2011

  24. SVILUPPO VERTICALE Il modello prevede la costituzione e/o l’acquisizione di altre società per il controllo dei mercati di approvvigionamento o di vendita. Si accentrano sotto il controllo di un’unica società varie fasi del processo produttivo di un bene. Y La società Y produce ghisa Sviluppo a monte La società capogruppo produce acciaio HOLDING Sviluppo a valle La società Z produce laminati Z a.a 2010/2011

  25. SVILUPPO ORIZZONTALE Costituzione o acquisizione di altre società che realizzano lo stesso tipo di produzione. Si persegue un’attenuazione della concorrenza, l’acquisizione di una posizione monopolistica e la copertura di varie aree di mercato mediante marche differenti. Y Z HOLDING La società Y produce orologi La società Z produce orologi La società capogruppo produce orologi a.a 2010/2011

  26. Impresa a mercato internazionale: a) produce in un paese ma distribuisce nel paese dove produce e anche all’estero attraverso una rete distributiva non di proprietà. Impresa internazionale: a) + b) produce direttamente in un paese e indirettamente all’estero attraverso cessioni di licenze, brevetti e know-how. La distribuzione avviene sia all’interno del proprio paese che all’estero. Impresa multinazionale: - produce e vende sia nel proprio paese che all’estero. SVILUPPO DIVERSIFICATO e strategie di internazionalizzazione La costituzione e/o l’acquisizione riguarda società operanti in settori nuovi o comunque differenti rispetto a quello tradizionalmente occupato. SVILUPPO CONGLOMERALE Tecnologie (no) Marketing (no) Z La società Z produce automobili HOLDING SVILUPPO LATERALE Tecnologie (si) Marketing (no) Y La società capogruppo produce carta da imballo La società Y produce carta da lettere a.a 2010/2011

  27. C) CONTROLLO SENZA INVESTIMENTI DI CAPITALI 1) INFLUENZA DOMINANTE in virtù delle azioni o quote possedute o in virtù di particolari vincoli contrattuali 2) IMPRESA PUBBLICA dove il soggetto economico è un ente pubblico rappresentato da un amministratore competente 3) IMPRESA MATURA dove il soggetto economico è il manager a.a 2010/2011

  28. 1) INFLUENZA DOMINANTE SOCIETA’ CONTROLLATE • Art. 2359 cod.civ: controllo: • in virtù delle azioni o quote del capitale possedute o • in virtù di particolari vincoli contrattuali (caso di una società che ha il potere di determinare le scelte gestionali di un’altra società in quanto unica acquirente dei prodotti di quest’ultima). SOCIETA’ COLLEGATE Art. 2359 cod.civ. presume l’esistenza di un’influenza notevole (che una società subisce da parte di altre società) quando nell’assemblea ordinaria può essere esercitato un quinto dei voti ovvero un decimo se la società ha azioni quotate in borsa. no controllo diretto si potere di influenza delle decisioni assunte in assemblea a.a 2010/2011

  29. 2) IMPRESA PUBBLICA In una società di proprietà pubblica il soggetto economico è un ente pubblico (Stato, Regione, ecc.) il quale è rappresentato da amministratori da esso nominati che: – governano senza capitale; – dovrebbero avere competenze professionali adeguate; – dovrebbero essere reclutati e promossi in base alle loro competenze professionali; – dovrebbero essere controllati dall’ente stesso che li nomina. In realtà … • la vigilanza su questi pubblici amministratori risulta difficile: • per l’inadeguatezza delle tecniche di controllo usate; • perché spesso l’inefficienza e i costi che ne conseguono vengono considerati come oneri impropri cioè necessari per la realizzazione di finalità sociali o legati a politiche estranee all’impresa. a.a 2010/2011

  30. 3) IMPRESA MATURA (slittamento di potere) Fenomeno maturato nel corso dei secoli Consiste nello slittamento del potere di governo dai capitalisti a coloro che posseggono le competenze specialistiche per la conduzione di un’impresa (manager). – Fino alla metà del XVIII secolo: il fattore strategico principale è rappresentato dalla terra: scarsa, difficilmente sostituibile, permetteva a chi ne possedeva di acquisire più agevolmente tutti gli altri fattori produttivi. – Con l’evolversi della tecnologia, delle scoperte geografiche e, con esse, del commercio, il fattore strategico diviene il capitale. – Oggi, il progresso tecnologico, il dinamismo dei mercati e l’approccio professionale al governo delle imprese hanno determinato una crescita di importanza delle conoscenze tecniche e manageriali come fattori strategici. a.a 2010/2011

  31. Approfondimento bibliografico: La struttura di governo delle società La riforma societaria (D.Lgs. n. 6/2003) ha introdotto, nel nostro paese, nuovi modelli di governance per le società per azioni, nonché nuove regole di amministrazione e controllo anche per le società a responsabilità limitata, che ineriscono la suddivisione delle competenze fra gli organi sociali. La nuova disciplina consente alle società per azioni di scegliere fra tre modelli di governance: •    il modello tradizionale •    il modello monistico; •    il modello dualistico. • organo a cui è affidata la gestione • organo di controllo, amministrativo e contabile Quali DIFFERENZE ? a.a 2010/2011

  32. Assemblea dei soci Collegio sindacale (organo di controllo) Consiglio di amministrazione (organo amministrativo) Revisore contabile o società di revisione (funzione di controllo contabile) MODELLO TRADIZIONALE ART. 2380 C.C. Organi sociali nella Spa: Assemblea degli azionisti, che nomina l’organo amministrativo e il collegio sindacale e conferisce l’incarico al revisore/società di revisione, per l’adempimento della funzione di controllo contabile; Organo amministrativo, eletto dall’assemblea ordinaria, al quale spetta la gestione dell’impresa e l’attuazione dell’oggetto sociale; Collegio sindacale con il compito del controllo amministrativo sulla gestione. Il controllo contabile è affidato, invece, ad un organo esterno (revisore o società di revisione). a.a 2010/2011

  33. Struttura di governo tradizionale Alle dirette dipendenze del Direttore Generale stanno i Direttori dei diversi settori in cui è distribuita l’attività produttiva a.a 2010/2011

  34. Proposta della V Direttiva CEE AZIONISTI LAVORATORI ORGANO DI VIGILANZA ORGANO DI DIREZIONE • Progetto di riforma della struttura di governo delle società per azioni elaborato in seno alla Comunità Europea. • Relazione di dipendenza dell’organo di direzione dall’organo di vigilanza. L’organo societario con il supremo potere volitivo resta l’Assemblea generale. • Nelle Società per azioni aventi un numero di dipendenti uguale o superiore ad un determinato limite (fissato da ciascun stato membro, ma in ogni caso non superiore a 1000), la partecipazione dei lavoratori mediante una forma di cogestione (elezione di propri rappresentanti in seno all’organo di vigilanza, in posizione minoritaria ma con gli stessi diritti e doveri dei rappresentanti eletti dall’Assemblea generale). • Modello già applicato in Germania, in Danimarca ed in altri paesi del Nord Europa che conferisce potere e partecipazione attiva ai lavoratori, controllo continuo della gestione e veto sugli atti più rilevanti della vita societaria. a.a 2010/2011

  35. Assemblea dei soci Consiglio di Amministrazione (organo amministrativo) Comitato per il controllo (organo di controllo) Revisore o società di revisione (funzione di controllo contabile) MODELLO MONISTICO ART. 2409 – SEXIESDECIES C.C. L’amministrazione della società è affidata ad un consiglio di amministrazione collegiale La funzione di controllo sulla gestione è di competenza di un comitato, costituito ed eletto all’interno del consiglio di amministrazione (comitato per il controllo sulla gestione). Il controllo contabile è affidato ad un revisore o società di revisione. a.a 2010/2011

  36. Assemblea dei soci Consiglio di sorveglianza (organo di controllo) Consiglio di gestione (organo amministrativo) Revisore o società di revisione (funzione di controllo contabile) MODELLO DUALISTICO ART. 2409 – OCTIES C.C. organo amministrativo: il consiglio di gestione (numero componenti, anche non soci, non inferiore a due, in carica per non oltre tre esercizi), i cui membri sono nominati dal consiglio di sorveglianza, preposto al controllo amministrativo della società. Il controllo contabile è affidato ad un revisore o società di revisione. a.a 2010/2011

  37. LA STRUTTURA DECISIONALE DELL’IMPRESA • La gestione dell’azienda è l’insieme delle operazioni simultanee e successive volte ad assicurare il raggiungimento dei fini dell’impresa (Onida) • E’ caratterizzata da due elementi: • operazioni: attività che hanno ad oggetto i fattori produttivi • soggetto decisore: soggetto/i che opera in azienda e che decide quali operazioni intraprendere (effettua le scelte) OGGETTI DELLE OPERAZIONI CAUSE DELLE OPERAZIONI RISULTATI DELLE OPERAZIONI Insieme delle scelte/decisioni dei soggetti che operano in azienda Modificazioni qualitative e quantitative sui fattori produttivi, sulle forze interne e sulle forze esterne Fattori produttivi Relazioni causa-effetto tra operazioni a.a 2010/2011

  38. Le fasi del comportamento aziendale: • Processo di • DECISIONE • ES. • Programmazione • Individuazione delproblema (es. calo utile o obiettivo di vendita: 100 euro) • Definizione del problema • Sviluppo soluzioni alternative • Individuazione conseguenze • Scelta dell’alternativa più conveniente • Processo di ESECUZIONE • Azione • Esecuzione di operazioni (tecniche, finanziarie, di scambio, ecc…) • Rilevazione delle azioni (fatturato 70 euro) • Processo di CONTROLLO • Controllo • Confronto fra decisione e azione • Calcolo scostamento (100-70= 30 euro) • Analisi delle cause degli scostamenti • Suggerimento di eventuali provvedimenti correttivi INFORMAAZIONI Meccanismo di feed-back (correzione) Il processo di decisione e controllo a.a 2010/2011

  39. L’azienda come sistema e le interrelazioni tra azienda e mercati e con l’ambiente socio-economico interrelazioni con l’ambiente (interno ed esterno) e problemi di dinamicità necessità di fronteggiare le influenze ambientali ESTERNE INTERNE attraverso lo sviluppo delle conoscenze di marketing, industriali, finanziarie; quelle interne mediante il ricorso alle funzioni manageriali della programmazione, controllo, organizzazione e leadership. programmazione a.a 2010/2011

  40. I MOMENTI DELLA PROGRAMMAZIONE E’ la fase che permette l’efficace svolgimento delle fasi successive, in particolare del controllo. Consiste nella preordinazione dell’attività dell’impresa in termini di risultati quantitativi e qualitativi Informazione/Previsione: raccolta delle notizie utili (interne/esterne) per la futura azione aziendale e formulazione delle ipotesi fondamentali (sul mercato, la concorrenza, l’ambiente in cui è inserita l’impresa) Redazione di un piano: sulla base di quanto appurato nella fase precedente, si definiscono gli obiettivi generali in termini di quantità Definizione delle politiche: si individuano gli strumenti più adatti a perseguire gli obiettivi contenuti nei piani (prodotto, prezzo, marchio, pubblicità, rete di vendita, confezione, assistenza,…) Redazione del Budget: si traducono i risultati sperati in termini finanziari (entrate/uscite) ed economici (costi/ricavi) Il successivo confronto delle previsioni con i risultati ottenuti e l’informazione di ritorno che ne consegue (feed-back) porta infine alla revisione ed alla modifica delle politiche o addirittura dei piani che hanno determinato l’azione. a.a 2010/2011

  41. Come si distribuiscono i livelli decisionali nella struttura organizzativa? • Due modelli estremi: –Struttura decisionale burocratica Processo decisionale interamente concentrato nelle mani del vertice aziendale (organo volitivo) che ha competenza su tutto (Max Weber e modello prussiano) Gli ordini emanati dall’alto devono essere attuati dagli organi di grado Inferiore. L’autorità deve essere tradizionale, carismatica, razionale. Limiti del modello: basso livello tecnologico, massime conoscenze tecniche del vertice, ambiente statico, persone disposte ad essere guidate con autorità) –Struttura decisionale pluralistica (organicamente integrata) Esistono più centri decisori in virtù delle diverse conoscenze e competenze e diversi tipi di decisioni (strategiche, tattiche, operative) L’influenza tra gli organi che partecipano alle decisioni sono reciproche (anche se il ruolo strategico è del soggetto economico). E’ possibile stabilire una gerarchia di obiettivi, decisioni, ruoli correlati Possibilità di organizzazione del processo decisionale a.a 2010/2011

  42. STRUTTURA DECISIONALE BUROCRATICA • ORGANI VOLITIVI • Devono avere competenza professionale • Prendono tutte le decisioni • Emanano ordini per iscritto • ORGANI DIRETTIVI • Non prendono decisioni • Sono passa-ordini • Sono controllori • ORGANI ESECUTIVI • Eseguono ordini a.a 2010/2011

  43. STRUTTURA DECISIONALE PLURALISTICA ORGANICAMENTE INTEGRATA progresso tecnologico dinamismo ambientale turbolenza interna “nuove” dinamiche: conoscenze specialistiche nei settori della produzione, del marketing, della finanza, del personale ecc. Necessità di diffondere tali conoscenze tra i diversi organi dislocati nel quadro organizzativo (no accentramento ai vertici) “nuove esigenze” • esistono molti centri decisori; • esiste una gerarchia di obiettivi, decisioni, ruoli; • le decisioni importanti vengono assunte con il concorso di più persone; • le influenze tra gli organi che partecipano alle decisioni sono reciproche (alto-basso, basso-alto, trasversali); • le influenze, sebbene reciproche, hanno un diverso grado di condizionamento (l’influenza esercitata dal vertice è più forte); • il soggetto economico rappresenta l’unità centrale di direzione (ruolo strategico) comportamento dell’impresa di tipo organico dipende dal contributo decisionale di molte persone a diversi livelli gerarchici. a.a 2010/2011

  44. STRUTTURA DEGLI OBIETTIVI, DELLE DECISIONI E DEI RUOLI SOGGETTO ECONOMICO OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI OBIETTIVI OBIETTIVI SETTORIALI SETTORIALI SETTORIALI Dir.Produzione Dir.Vendite Dir.Approvvig. OBIETTIVI OBIETTIVI OBIETTIVI OBIETTIVI SUBSETT SUBSETT SUBSETT SUBSETT Decis.strategiche Decis. tattiche Decis.operative a.a 2010/2011

  45. ORGANIZZAZIONE E DIREZIONE DEL PERSONALE Spetta al soggetto economico e al management aziendale definire e orientare al fine aziendale gli obiettivi dell’organizzazione, che si sostituiscono a quelli personali. RAZIONALIZZAZIONE DEL COMPORTAMENTO DEI SOGGETTI • DEFINIZIONE DEL QUADRO ORGANIZZATIVO GENERALE • DETERMINAZIONE DEGLI OBIETTIVI SETTORIALI • CREAZIONE DI UN SISTEMA INFORMATIVO • SELEZIONE E ADDESTRAMENTO PERSONALE • SISTEMA DI DIREZIONE E STILE DI LEADERSHIP specificazione compiti; definizione linee autorità ed influenza che collegano i membri della struttura organizzativa tempi e norme di funzionamento a supporto delle decisioni/del controllo affinché sia idoneo ai ruoli organizzativi previsti che soddisfi esigenze personali, aziendali, ambientali a.a 2010/2011

  46. sistema coordinato di persone, operanti all’interno dell’azienda, preposte e specializzate alla realizzazione di determinati ruoli e compiti. • complesso di ruoli e linee di influenza rappresentati graficamente dall’organigramma. ORGANIZZAZIONE Attraverso la creazione della struttura organizzativa si tende a delineare il comportamento che ci si attende da ogni posizione organizzativa ed il tipo di rapporto che si vuole istaurare tra tali posizioni. • FASI del processo organizzativo • individuazione degli obiettivi da raggiungere; • determinazione delle funzioni per raggiungere gli obiettivi; • creazione di ruoli da assegnare alle persone; • specificazione scritta di ruoli, compiti e responsabilità e poteri; • definizione delle linee di influenza. a.a 2010/2011

  47. le diverse strutture organizzative si differenziano per il tipo di rapporti intercorrenti tra i soggetti posti a differenti livelli gerarchici. Struttura organizzativa dell’azienda Modello ispiratore L’autorità formale rappresenta lo strumento principale per la razionalizzazione dei comportamenti dei soggetti operanti in un’azienda consiste nel diritto, ufficialmente riconosciuto dall'organizzazione, di comandare, e cioè di elaborare decisioni tese a indirizzare l'attività dei subordinati, e nell'obbligo imposto a questi ultimi di accettare quelle decisioni come premessa della pro­pria condotta, senza poterle analizzare e criticare nel merito. potere capacità di influenzare il comportamento altrui a.a 2010/2011

  48. L’AUTORITA’ FORMALE L’ORGANIZZAZIONE SI INNESTA SU UNA GERARCHIA DI OBIETTIVI CHE INDIVIDUA: • OBIETTIVI SUBSETTORIALI (DECISIONI DI TERZO GRADO) • OBIETTIVI SETTORIALI (DECISIONI DI SECONDO GRADO) • OBIETTIVI GENERALI (DECISIONI DI PRIMO GRADO) IN CORRISPONDENZA DEGLI OBIETTIVI E DELLE RELATIVE DECISIONI, IL PROCESSO DI ORGANIZZAZIONE STABILISCE: RUOLI LINEE DI INFLUENZA comportamenti attesi da chi ricopre una particolare posizione canali di flusso degli ordini e delle informazioni tra un ruolo e l’altro autoritarie non autoritarie a.a 2010/2011

  49. Come interpretare il rapporto tra autorità formale e potere? Rapporto automatico e diretto aumento rapporto autorità aumento livello di potere a.a 2010/2011

  50. (V. Likert, Mc Gregor, Tannembaum) Relazione inversa aumento livello di autorità diminuzione del livello di potere (i dipendenti non ritengono in pericolo il posto di lavoro) (i bisogni di ordine inferiore sono soddisfatti) • Il livello di potere è condizionato dall’accettazione dell’autorità che il • superiore ottiene se: • competente • agisce giustamente • si adopera per i subordinati • favorisce la partecipazione alle decisioni Why? a.a 2010/2011

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