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Dal punto di vista qualitativo , si distinguono:

mariel
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Dal punto di vista qualitativo , si distinguono:

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Presentation Transcript


  1. “L’emozione è come uno strattone. Qualcuno ti sollecita, ti tira per la manica. A volte è una scossa violenta, un colpo doloroso. Richiede di essere riconosciuta, esige di essere compresa. Le emozioni rappresentano indicatori preziosi dell’importanza di un dato elemento e costituiscono l’occasione per porsi un determinato problema. Come tali sono fra gli aspetti più affascinanti della vita mentale, sia per noi stessi che per coloro che ci stanno a cuore.” (Oatley, 2007, p. 30)

  2. Etimologicamente il termine emozione deriva dal latino ex-movere, muovere, tirar fuori dall’interno del corpo intero, non fa riferimento solo ai processi cerebrali. Dal punto di vista qualitativo, si distinguono: EMOZIONI PRIMARIE (considerate innate e corrispondenti ad espressioni facciali universalmente riconoscibili e a pattern di risposte fisiologiche abbastanza specifici) ed EMOZIONI SECONDARIE (legate all’apprendimento sociale relativo all’esperienza culturale, miste o complesse) EMOZIONI POSITIVE (suscitate da stimoli piacevoli) EMOZIONI NEGATIVE (da stimoli che danno dispiacere) Dal punto di vista quantitativo, le emozioni variano quanto a INTENSITÀ percepita (soggettivamente, da chi le prova, o da un osservatore che si basa sulle manifestazioni espressive)

  3. Dal punto di vista della motivazione e della tendenza all’azione, l’organismo è predisposto a rispondere con l’avvicinamento e l’incorporazione a stimoli che danno PIACERE, a valenza positiva, e suscitano EMOZIONI POSITIVE e con l’evitamento al DISPIACERE (EMOZIONI NEGATIVE) Dimensioni affettive ed esperienza si verifica non si verifica DESIDERABILE GIOIA DISPIACERE INDESIDERABILE STRESS SOLLIEVO

  4. Perché cominciare dall’espressione delle emozioni? La psicologia evoluzionistica accoglie la concezione dell’emozione come costrutto multidimensionale fra corpo e mente I processi emotivi sono mediati da strutture filogeneticamente antiche del sistema nervoso centrale e periferico e importanti per l’autoregolazione dell’ “ambiente interno” Lo sviluppo ontogenetico nella relazione infant-caregiver è alla base della formazione della personalità e all’origine della coscienza (macchina virtuale culturale secondo Dennett, “emergenza” dalla complessità per Edelman e Tononi ecc…) La comunicazione nella relazione è radicata nel biologico e la mentalizzazione dell’esperienza vissuta apre il soggetto all’ambiente sociale e alla cultura Rappresentazione e pensiero nascono dal feedback ripetuto dell’espressione automatica non verbale e verbale, dall’abitudine e dalla memoria, che vengono in parte assoggettate al controllo volontario e permettono al comunicatore responsabile di dire quello che ha progettato… tuttavia lo stile personale del comunicatore efficace rimane anche espressione della sua personalità e dei processi affettivo-cognitivi nel qui ed ora….. E la comunicazione tra psicologo e utente, cliente, paziente? Tra il mito dell’empatia e l’esercizio di role-taking intelligente e di un role-playing da buon attore (che usa il metodo Stanislavslkij dell’Actors studio e non “recita”) …..

  5. Charles Darwin (1809-1892) nella maturità e nella vecchiaia

  6. Opere di C. Darwin 1845 Journal of researches into the natural history and geology of the countries visited during the voyage of H.M.S. Beagle round the world, under the command of captain FizRoy 1859 The origins of species by means of natural selection, or the preservation of favoured races in the struggle for life 1871 The descent of man, and selection in relation to sex 1872 The expression of the emotions in man and animals 1877 A biographical sketch of an infant

  7. Il viaggio del Beagle (1831-1836)

  8. I fringuelli delle Galapagos

  9. Come lavorava Darwin induzione SPIEGAZIONE OSSERVAZIONE (teorizzazione) Raccolta dei dati con metodo indiretto, ricorso a informatori (per lettera, mostrando fotografie e chiedendo conferma in modo suggestivo) Varietà delle fonti, ricerca del perché le espressioni delle emozioni hanno una certa forma

  10. Fonti di Darwin per la teoria dell’evoluzione Ipotesi teorica del nonno Erasmus Darwin sull’evoluzione Saggio sul principio della popolazione di Malthus (1798) 1809 Jean-Baptiste Lamarck formula il principio dell’uso e del non uso Herbert Spencer parla di “sopravvivenza del più adatto” L’articolo di G. Mendel (1886) sui meccanismi dell’incrocio è stato ritrovato intonso nella libreria di Darwin! Solo nel 1889 l’embriologo tedesco August Weismann inizia a chiarire i meccanismi dell’ereditarietà genetica

  11. Caricatura della Descent of man (Darwin, 1871)

  12. Opere sull’espressione delle emozioni prima di Darwin (1872) 1805 sir Charles Bell sulla muscolatura facciale “il muscolo corrugatore del sopracciglio…in modo inspiegabile, ma con molta chiarezza, rivela l’attività della mente”. Darwin sottolineò la frase nella sua copia commentando “E la scimmia? …L’ho visto ben sviluppato nelle scimmie…Sospetto che non abbia mai dissezionato una scimmia.” 1862 Duchenne de Boulogne, neurologo francese, distingue il sorriso spontaneo, che contrae sia il muscolo zigomatico maggiore sia quello orbicolare dell’occhio, dal falso sorriso di circostanza (stiramento delle labbra e degli angoli della bocca verso l’alto) 1865 Conferenze sull’espressione dell’anatomista francese Gratiolet

  13. Volti da Duchenne

  14. Fotografie da L’espressione

  15. TESI PRINCIPALI di Darwin -Universalità dell’espressione, facciale e vocale, come prodotto dell’evoluzione della specie umana (i gesti sono per lo più convenzionali e culturalmente appresi) -Continuità della specie umana con quelle animali contro il creazionismo -Origine dell’uomo MONOFILETICA (progenitori comuni) anziché POLIFILETICA (progenitori differenti)

  16. C. Darwin (1872) L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali -dimostra l'esistenza di ESPRESSIONI FACCIALI UNIVERSALI, presenti anche nei ciechi dalla nascita e simili a quelle degli animali. -formula TRE PRINCIPI generali dell’ evoluzione dei segnali non verbali: • 1) il principio dell' ASSOCIAZIONE UTILITARIA DI ABITUDINI o RITUALIZZAZIONE (un comportamento acquisisce funzione comunicativa perché i conspecifici lo usano come indizio predittivo e questo ha valore di sopravvivenza); • 2) il principio dell'ANTITESI (comportamenti opposti a quello che dà un certo messaggio comunicano il messaggio opposto) • 3) il principio delle RISPOSTE VEGETATIVE DEL SISTEMA NERVOSO AUTONOMO (tremare di paura o arrossire di vergogna sono espressioni di emozioni che vengono riconosciute come tali).

  17. Sottomissione e aggressione nel cane

  18. Fattori dell’oblio dell’Espressione secondo Ekman (1995) • 1) ANTROPOMORFISMO (in contrasto con il behaviorismo prevalente) • 2) DATI ANEDDOTICI non sistematici • 3) EREDITARIETÀ DEI CARATTERI ACQUISITI (prevale nelle edizioni successive sulla mutazione e selezione casuale) • 4) non tratta il VALORE DELL’ESPRESSIONE PER LA COMUNICAZIONE (in quanto argomento finalistico tradizionale a sostegno della tesi creazionista) • 5) BIOLOGISMO INNATISTA (in contrasto con il relativismo ambientalista ritenuto più “democratico”)

  19. Darwin con la figlioletta Annie, morta nel 1851 L’ultima opera di John Bowlby è una biografia di Darwin

  20. I protagonisti della “storia personale del dibattito ” sull’universalità dell’espressione secondo Ekman Lo studio delle basi biologiche ereditarie delle differenze individuali è condannato, negli Stati Uniti del secondo dopoguerra, per ragioni politico-ideologiche, legate al rischio di strumentalizzazione razzista Margaret Mead (1901-1968) antropologa culturalista, nel 1955 scrive una Prefazione critica alla nuova edizione dell’Espressione Gregory Bateson, suo marito, teorico geniale, documentò con una cinepresa il comportamento non verbale dei Balinesi parlando di “segnali” Ray Birdwhistell, protetto della Mead, autore della Kinesics, approccio al movimento del corpo, espressione facciale e postura in chiave di apprendimento Silvan Tomkins, filosofo e psicologo, è autore di una teoria sul volto e le emozioni nello spirito darwiniano

  21. Il contributo di Paul Ekman Nel 1965, da psicologo clinico skinneriano, inizia la ricerca sull’espressione facciale dell’emozione nella relazione psicoterapeuta-paziente Metodologia mostra fotografie di espressioni facciali a soggetti di culture diverse, insieme ad un elenco di termini indicanti le varie emozioni di base tra i quali scegliere Per rispondere alla critica secondo la quale l’universalità dell’espressione nelle culture potrebbe dipendere dall’imitazione di modelli comuni tramite i media, effettua nel 1967-68, due soggiorni in Papua Nuova Guinea per studiare i Fore, tribù primitiva non letterata e isolata dai mezzi di comunicazione Metodologia Legge brevi storie e chiede di indicare, tra fotografie che esprimono le diverse emozioni di base, qual è quella adeguata alla situazione

  22. Universalità e modellamento culturale dell’espressione delle emozioni • PAUL EKMAN ha confermato la tesi darwiniana dell’UNIVERSALITÀ dell’espressione delle EMOZIONI FONDAMENTALI (BASIC EMOTIONS), connesse con i comportamenti funzionali alla sopravvivenza, trovando in 21 paesi concordanza sul riconoscimento soprattutto di FELICITÀ, TRISTEZZA e DISGUSTO, in quasi tutti anche di PAURA e COLLERA, e un po’ meno per la SORPRESA che viene spesso confusa. • La funzione comunicativa del comportamento espressivo è garantita per via innata, mentre il collegamento con gli STIMOLI ELICITANTI varia secondo i principi dell’apprendimento per condizionamento ambientale. • Il CONTROLLO INTENZIONALE dell’espressione emotiva nelle diverse culture non esclude il trapelare (leakeage) della reazione spontanea, che tradisce involontariamente lo stato interno anche al di là della consapevolezza del soggetto e favorisce l’autorivelazione nelle relazioni intime.

  23. Volti da Ekman

  24. Le regole di esibizione • L’espressione delle emozioni varia a causa del controllo relativo richiesto dalla cultura di appartenenza, che socializza il bambino a manifestarle secondo certe modalità, previste dalle REGOLE DI ESIBIZIONE (DISPLAY RULES): • -intensificazione o ACCENTUAZIONE, che esagera la manifestazione, • -deintensificazione o ATTENUAZIONE, che la minimizza, • -neutralizzazione o INIBIZIONE, che sopprime in modo deliberato la manifestazione, • -simulazione o MASCHERAMENTO, che sostituisce la manifestazione, mimando l’espressione di un’emozione che non si sente in quel momento. • Studenti giapponesi che guardano un film emotigeno da soli (visione privata) esprimono, nei vari momenti del film, emozioni strettamente correlate con quelle dei soggetti americani e altrettanto riconoscibili da osservatori delle due culture, ma in presenza di uno sperimentatore in camice bianco, figura autorevole, scattano le regole di esibizione e i giapponesi mostrano l’imperturbabilità orientale, mascherando le proprie emozioni negative con il sorriso (Ekman e Friesen, 1966).

  25. EMOZIONI PRIMARIE E SECONDARIE EMOZIONI PRIMARIE non consapevoli di base: GIOIA, TRISTEZZA, PAURA, RABBIA, SORPRESA, INTERESSE, DISGUSTO Più propriamente, s’intendono come famiglie di emozioni entro le quali si distinguono sfumature o sottigliezze… Emozioni miste: diadi consonanti o conflittuali, dalla tavolozza al caleidoscopio, dimensione temporale e modulazione dell’espressione. EMOZIONI SECONDARIE 1)Emozioni la cui espressione è modellata culturalmente 2)Emozioni primarie condizionate a stimoli elicitanti appresi 3)Emozioni complesse, autoconsapevoli o sociali: vergogna, colpa, imbarazzo, disprezzo, timidezza, orgoglio…...

  26. Dal punto di vista della motivazione e della tendenza all’azione, l’organismo è predisposto a rispondere con l’avvicinamento e l’incorporazione a stimoli che danno PIACERE, a valenza positiva, e suscitano EMOZIONI POSITIVE e con l’evitamento al DISPIACERE (EMOZIONI NEGATIVE) Dimensioni affettive ed esperienza si verifica non si verifica DESIDERABILE GIOIA DISPIACERE INDESIDERABILE STRESS SOLLIEVO

  27. Il condizionamento delle emozioni a stimoli elicitanti appresi • Mentre negli animali inferiori gli stimoli elicitanti hanno il carattere fisso dei releasers dei meccanismi istintivi studiati dagli etologi, nei primati e nell’uomo la maggiore plasticità consente una fase di APPRENDISTATO EMOZIONALE, in cui la risposta rimane invariata (può tutt’al più essere controllata o dissimulata) ma si apprende a produrla in risposta agli stimoli più vari. • Per esempio, la PAURA innata adeguata di fronte ai pericoli (precipizi, rumori improvvisi come di tuono o terremoto, o movimenti bruschi di predatori) viene associata per condizionamento a stimoli neutri, spostata su oggetti e situazioni in realtà innocue e nasce l’ANGOSCIA patologica delle fobie (LeDoux, 1996).

  28. Emozione e teoria dell’evoluzione L’emozione ha una funzione rapida immediata di regolazione corporea (la vasocostrizione della sindrome di attacco-fuga assicura all’animale un’emorragia meno copiosa nel caso sia ferito durante la lotta) ma produce anche un segnale (il soggetto impallidisce di collera fredda o arrossisce di rabbia calda il che comunica minaccia al conspecifico e può farlo desistere dall’aggressione) Secondo Dawkins predatori e prede sono coinvolti in una “corsa evolutiva agli armamenti” che segue il principio della vita/pranzo: il coniglio corre più veloce della volpe perché deve salvarsi la vita, non solo procurarsi il cibo. L’emozione conferisce flessibilità alle risposte istintive e le rende informative per i conspecifici nelle specie sociali. Con la protezione dai predatori assicurata dal gruppo all’animale sociale e all’uomo, tra gli “strumenti protesici” per procurarsi il pranzo si è sviluppata una mente sempre più capace di inganno (dall’inganno per omissione, non faccio vedere all’altro tutto quello che vedo io, all’inganno per commissione, gli faccio credere cose false)!

  29. I PROCESSI AFFETTIVO-MOTIVAZIONALI IN PSICOLOGIA MOTIVAZIONE = il perché dell’azione umana, spinta ad agire di una certa intensità, che nasce dall’interno ed è diretta verso elementi dell’ambiente. Le principali motivazioni di base studiate: fame, sessualità, aggressività. Alcune motivazioni sociali: achievement (successo), sottomissione, dominanza…. EMOZIONE = costrutto multidimensionale relativo alla risposta, veloce dell’organismo a stimoli elicitanti naturali (per le emozioni di base) o socialmente appresi (per le emozioni secondarie o miste).

  30. Secondo Lecroix (2007) l’accento ottimistico sull’azione ha lasciato il posto al ripiegamento (romantico?) sulle sensazioni, ma, a differenza dei sentimenti sfumati coltivati nell’ottocento, oggi siamo alla ricerca di “sensazioni forti” (Elster, 2005). Perché siamo passati dall’epoca della motivazione a quella delle emozioni?

  31. DIFFERENZE FRA MOTIVAZIONE ED EMOZIONE: 1) la motivazione è attivata internamente (squilibrio omeostatico per la fame), mentre l’emozione è indotta dall’esterno; 2) la motivazione è sollecitata da un bisogno specifico, l’emozione da un’ampia varietà di stimoli (tante circostanze possono farci sentire arrabbiati o felici). OBIEZIONI: La vista del cibo può risvegliare la fame; Una grande fame può risvegliare emozioni,ecc.

  32. Componenti dell’emozione • -componente fisiologica (attivazione del sistema nervoso autonomo e del sistema endocrino), • componente cognitiva (valutazione), • -componente espressivo-motoria (non-verbale e verbale), • -componente motivazionale (motore dell’azione) • -componente soggettiva (esperienza o vissuto emozionale).

  33. Le componenti dell’emozione come costrutto multidimensionale corpo • MODIFICAZIONI CORPOREE INTERNE = risposte fisiologiche, in particolare del sistema nervoso autonomo • ESPRESSIONI FACCIALI = contrazioni muscolari che muovono i tratti del viso • RISPOSTE ALL’EMOZIONE = modi di regolare le emozioni reagendo ad esse o affrontando le situazioni che le hanno indotte ************************************************ • VALUTAZIONE COGNITIVA = attribuzione di significato alle circostanze • ESPERIENZA SOGGETTIVA = tono affettivo del vissuto privato • TENDENZE AL PENSIERO E ALL’AZIONE = urgenza a comportarsi in certi modi (motivazione) o a formare rappresentazioni Aspetto fisiologico- comportamentale Aspetto cognitivo e fenomenologico mente

  34. Risposte emotive: 2 Esperienza soggettiva 3 Tendenza al pensiero e all’azione 4 Modificazioni corporee interne 5 Espressione facciale Relazione individuo-ambiente 1 Valutazione cognitiva 6 Risposte alle emozioni Il processo emotivo

  35. Per VALUTAZIONE (appraisal) possiamo intendere l’attribuzione di significato allo stimolo emotigeno Quando avviene la valutazione cognitiva? È necessaria per attivare la risposta emozionale? Soluzione possibile: distinguere una valutazione primaria, grossolana ed automatica, e una valutazione secondaria, frutto di riflessione consapevole

  36. I disturbi mentali come psicopatologia dell’affettività S. Freud (1856-1939) inventò con J. Breuer il metodo catartico, che permette di abreagire le emozioni, come terapia per l’isteria, prima considerata simulazione. La teoria psicoanalitica privilegia la dimensione intrapsichica grazie alla centralità di un costrutto motivazionale, il concetto di PULSIONE, al confine tra biologico e psichico, cui non si applica la distinzione fra coscienza e inconscio che riguarda soltanto le rappresentazioni. La difesa della rimozione può ricacciare nell’inconscio i rappresentanti ideativi della pulsione, i particolare i desideri infantili e conflittuali. Nel saggio metapsicologico “L’inconscio” del 1915 Freud discute se si possa parlare di sentimenti inconsci, sostenendo che un impulso emotivo può essere misconosciuto e la rimozione può inibire lo sviluppo degli affetti, ai quali corrisponde solo una potenzialità che non ha potuto dispiegarsi, mentre esistono nell’inconscio “strutture affettive” che possono diventare coscienti.

  37. L’emozione come ponte tra mondo interno e mondo esterno L’emozione, con la sua duplice funzione di espressione di stati interni, più o meno rappresentabili da parte della coscienza, e di comunicazione interpersonale strutturante la soggettività, collega mondo interno e mondo esterno ed è implicata in tutti i processi di adattamento individuo-ambiente.

  38. EMOZIONE E CULTURA L’emozione che il simile legge sul volto del simile per EMPATIA, questa capacità a base innata di condivisione affettiva dell’emozione espressa con la mimica facciale, svolge un ruolo strutturante la soggettività nella relazione madre-bambino, dove l’adulto risponde al bambino attribuendo un significato al messaggio non verbale, prestando all’infante ciò che non ha, e ciò promuove la consapevolezza che fa emergere il sé Il VISSUTO EMOTIVO, insomma, viene interpretato dal linguaggio e dalla cultura che gli conferiscono significati anche relativistici: così, sentirsi come un bambino dipendente in balia dell’altro è insopportabile per il maschio occidentale mentre è l’amae giapponese, un piacevole affidarsi sottomesso alla benevolenza dell’altro

  39. Emozioni e relativismo Le culture (e gli individui) differiscono fra loro -negli stimoli elicitanti le emozioni di base (lo stesso cibo può essere repellente o piacevole, ma se è repellente suscita disgusto) -nella disponibilità di etichette linguistiche per le emozioni, che facilita il collegamento cosciente con lo stimolo elicitante (a Tahiti non ci sono parole per la tristezza e quando sono respinti da un amante i nativi si comportano in modo triste ma l’attribuiscono a una malattia! Come facciamo noi quando diciamo “sono depresso”?). Per le sfumature cognitive delle emozioni secondarie le varie lingue posseggono espressioni descrittive che suggeriscono nessi fra gli aspetti figurati del linguaggio, il corpo e le emozioni. Se mancano al soggetto “le parole per dirlo”, l’emozione negativa è vissuta come forza oscura psicopatologica, anziché conosciuta e collegata con le circostanze che l’hanno provocata, che ci si può sforzare di evitare, cambiare o vivere in modo meno egodistonico.

  40. L'emozione ieri e oggi Nella PROSPETTIVA FILOSOFICA TRADIZIONALE l’emozione era considerata l’opposto della ragione mentre oggi sappiamo che i processi bassi e caldi della mente, che non si identifica con i processi cognitivi freddi, costituiscono l’appoggio della vera razionalità. Nella PROSPETTIVA EVOLUZIONISTICA della psicologia scientifica, l’emozione è una preparazione rapida dell’organismo all’azione adeguata, funzionale all’adattamento all’ambiente. L'emozione è una risposta, o meglio un pattern, un quadro di risposte veloci e automatiche, a base innata, a STIMOLI ELICITANTI O INNESCHI naturali, appartenenti a sfere di vita essenziali per la sopravvivenza. Le emozioni non sono un lusso ma hanno uno scopo biologico, “servono” (il riferimento è all’ambiente di adattamento evolutivo dell’uomo primitivo) per fronteggiare le minacce e i pericoli esterni con le risposte aggressive o di paura (fuga o immobilizzazione), o per procurarsi, esplorando l'ambiente e avvicinandosi alle novità, cibo non velenoso, partner per la riproduzione, soci per l’azione congiunta, e qui interviene la funzione comunicativa dell’espressione….

  41. Teoria dell’emozione di Oatley (1992) l'emozione è un messaggio non proposizionale, connesso con gli stati del corpo le emozioni fondamentali scattano di fronte a -cinque tipi di individui conspecifici (caregiver, prole, compagni, concorrenti e cooperatori), -due classi di altre specie (prede e predatori) e -quattro categorie di entità del mondo inanimato (territorio, elementi nutritivi e tossici, pericoli). Sistemi Motivazionali Interpersonali (SMI) accudimento attaccamento sessualità competizione cooperazione paritetica

  42. R.B.Zajonc, (Un. Michigan) On the primacy of affect “preferences need no inferences” se non si dà una definizione di emozione che implica come precondizione la valutazione cognitiva, anche non osservata, verificata o documentata (anche inconscia); -spesso basta l’input sensoriale a elicitare la risposta emozionale; -il feedback facciale senza vissuto emozionale provoca l’emozione; -emozione e cognizione corrispondono a strutture neuroanatomiche separate American Psychologist, 1984 R.S.Lazarus, (Un. Berkeley) On the primacy of cognition -occorre delimitare il fenomeno “emozione”, restringendo l’uso del termine al coinvolgimento attivo che non è semplice preferenza sensoriale; -la cognition of meaning è precondizione dell’emozione; -anche la discriminazione automatica senza consapevolezza dipende da significati costruiti mentalmente

  43. Theodor Lipps (1910) Concetto di Einfühlung (trad. di Titchener empathy, empatia) Nasce in ambito estetico per indicare il processo per cui la contemplazione della natura o dell’opera d’arte attiva il soggetto, che trova corrispondenza emotiva in uno stimolo altro da sé. Estensione al rapporto con l’altro essere umano (o animale): immedesimazione nel sentimento manifestato dall’altro, grazie alle qualità espressive (cfr. Cassirer). Ci permette di comprendere lo stato interno dell’altro per analogia con quello che proviamo nel produrre la stessa mimica facciale. La psicologia della Gestalt studia le qualità espressive o fisiognomiche come qualità terziarie, ove il contributo soggettivo è particolarmente rilevante.

  44. La sezione aurea e le proporzioni nella natura

  45. Le qualità terziarie, espressive o fisiognomiche secondo la Gestaltpsychologie Qual è MALUMA e qual è TAKETE?

  46. “Tutti i gabbiani hanno l’aria di chiamarsi Emma (Imme)”

  47. Il salice “piangente”

  48. Claude Monet: Salice piangente

  49. La risonanza affettiva in prospettiva evoluzionistica Già all’inizio della vita l’imitazione precoce permette di ottenere il feedback facciale che rispecchia l’emozione altrui L’empatia automatica consiste nel comprendere l’altro per analogia con lo stato interno corrispondente alla stessa espressione facciale Rizzolatti, Gallese ed altri (1999, 2001) hanno scoperto nella corteccia frontale delle scimmie i cosiddetti “neuroni-specchio”, che “sparano” alla corteccia somatosensitiva quando i soggetti osservano l‘azione di un conspecifico Interpretazione di Damasio (2003) possibile base neurobiologica dell’empatia e dei circuiti corporei “come se”, mediante i quali viene rappresentata, “riconoscendola” o simulandola internamente, l’emozione altrui, quando ci mettiamo “nei panni di un altro””.

  50. EMPATIA (ted. Einfühlung, ingl. empathy) immedesimazione per comprendere CONTAGIO O MIMETISMO AFFETTIVO, IMITAZIONE dell’espressione mimica facciale, base innata della condivisione dell’emozione espressa dall’altro grazie al FEEDBACK FACCIALE • EMPATIA AUTOMATICA E INVOLONTARIA, • per egocentrismo e identificazione-proiezione confusiva • può ostacolare la comprensione dell’altro • EMPATIA DIFFERENZIATA • comprendere il diverso da sé, • con un valore conoscitivo

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