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Il Mercato Comunitario Distretto industriale e “mercato comunitario” Distretto industriale e opportunismo Distretto industriale e incertezza Distretto industriale e ambiguità di Daniele Giorgetti Luca Caterino. Distretto industriale e “mercato comunitario”
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Il Mercato Comunitario • Distretto industriale e “mercato comunitario” • Distretto industriale e opportunismo • Distretto industriale e incertezza • Distretto industriale e ambiguità • di Daniele Giorgetti • Luca Caterino
Distretto industriale e “mercato comunitario” Peculiarità del distretto industriale (DI) individuate da Alfred Marshall: • Modesta dimensione delle singole imprese • La numerosità delle stesse • Raggruppamento nello stesso ambito geografico
Distretto industriale e “mercato comunitario” I rapporti tra le imprese localizzate nello stesso distretto sono caratterizzati da: • concorrenza: singole imprese localizzate in una singola fase, o funzione, saranno in competizione tra loro sul mercato locale; • cooperazione: operatori localizzati sul medesimo territorio sono spesso accomunati dal contesto culturale, ovvero valori, linguaggi, regole implicite di comportamento comuni (consuetudini) • Laddove è presente una consuetudine di cooperazione estesa ai rapporti economici, è possibile che il processo economico sia organizzato secondo il modello del DI
Distretto industriale e “mercato comunitario” La reciproca integrazione di concorrenza e cooperazione comporta diversi vantaggi: • Cresce la vitalità del distretto favorendo il processo di cambiamento continuo • Efficace coordinamento di attività strettamente complementari, ovvero per tutte le transazioni relative ai semilavorati di fasi distinte, ma tra loro strettamente collegate • Abbassamento dei costi di produzione delle imprese del distretto, conseguenza delle economie esterne connesse alla dimensione complessiva del medesimo
Distretto industriale e “mercato comunitario” Meccanismi di governo delle transazioni: • i mercati, che attraverso i prezzi consentono di valutare le transazioni • le gerarchie, o burocrazie, che si avvalgono di regole applicate da soggetti dotati del necessario potere discrezionale • le comunità, che hanno come base informativa un codice di comportamento implicito, interiorizzato attraverso la socializzazione
Distretto industriale e “mercato comunitario” Distretto Industriale Mercato Comunità La concorrenza dei mercati incentiva l’iniziativa dei soggetti La cooperazione consente ai soggetti di ritenere che la regola di reciprocità sia rispettata • L’elemento comunitario permette un notevole abbassamento dei costi di transazione poiché, in questo caso, il bisogno di esigere reciprocità viene garantito da meccanismi sociali piuttosto che da costosi meccanismi contrattuali
Distretto industriale e opportunismo Definiamo l’opportunismo come lo “sforzo di realizzare vantaggi individuali attraverso la mancanza di franchezza o lealtà nelle transazioni” (Williamson, Wachter e Harris, 1975) • L’opportunismo aumenta i costi di transazione Nel DI la consuetudine di cooperazione reciproca dovrebbe scoraggiare eventuali comportamenti opportunistici; vi sono tuttavia casi in cui l’adottare tali comportamenti risulta molto profittevole: • Asimmetria informativa • Asimmetria rispetto alla sostituibilità • Asimmetria rispetto alla spesa per investimenti specifici
Distretto industriale e opportunismo • Nel DI vi è sostanziale simmetria informativa tra contraenti generata dalla trasparenza delle informazioni • Nel DI le imprese sono numerose e raggruppate spazialmente: ciò abbassa notevolmente il costo dell’eventuale sostituzione; inoltre, i rapporti tra le singole unità tendono ad essere più di interdipendenza reciproca che non di dominanza/dipendenza • Caricando i costi per investimenti sul contraente più forte, gli si rende più costosa un’eventuale defezione. Ma nel DI i costi degli investimenti sono ben distribuiti tra gli operatori e, visto che le imprese sono numerose in ogni fase del processo economico, gli investimenti sono facilmente “riciclabili” presso altri operatori locali • Tutti questi elementi sembrano scoraggiare l’eventualità che si verifichino comportamenti opportunistici all’interno del DI
Distretto industriale e opportunismo • L’opportunismo è scoraggiato dalla longevità dei rapporti economici: di fatti, nel medio/lungo periodo, è più facile scoprire slealtà • Nel DI, le transazioni sono di solito brevi e poco formalizzate; in teoria ciò dovrebbe favorire l’opportunismo, in pratica i rapporti economici sono sì di breve durata, ma assai frequenti all’interno dello stesso distretto. L’ambiente cooperativo del DI rende quindi relativamente facile scoprire eventuali comportamenti opportunistici, e particolarmente gravosa la loro sanzione economica e sociale
Distretto industriale ed incertezza • Che cosa si intende per incertezza? Si ha una situazione di incertezza quando un operatore è incapace di valutare probabilisticamente il verificarsi di un evento. • L’incertezza è caratteristica di ogni transazione complessa o che ha effetti nel tempo. Infatti essa è collegata sia ad elementi soggettivi quali la tendenza a comportarsi opportunisticamente, che ad elementi oggettivi come il mutare delle circostanze col trascorrere del tempo.
Le performances dei D.I. rispetto al problema dell’incertezza • Si ritiene che i distretti industriali siano particolarmente efficaci nel fronteggiare situazioni di diffusa incertezza, in quanto capaci di ridurre i costi di quest’ultima. Ma come vi riescono? 1) Flessibilità organizzativa 2) Capacità innovativa
1) La flessibilità organizzativa • Le imprese ed il distretto industriale nel suo insieme hanno una forte capacità di adattamento all’evoluzione dei mercati e delle tecniche. Le limitate dimensioni delle imprese agevolano la riconversione delle singole unità al cambiare delle prospettive di rendimento. • Da cosa dipende l’elevata flessibilità organizzativa dei distretti industriali? • Adattabilità del lavoro. • Consuetudine di cooperazione reciproca.
L’adattabilità del lavoro • Si può parlare di adattabilità del lavoro solo nel caso in cui i soggetti interessati sono disposti ad accettare il cambiamento continuo. Ciò avviene quando l’offerta di manodopera possiede i seguenti requisiti: A) Qualificazione professionale specializzata, ma non parcellizzata (versatilità). B) Capacità di iniziativa (capacità di rispondere autonomamente a situazioni impreviste). > Chi ha lavorato per un certo periodo nel distretto dovrebbe possedere tali requisiti.
Consuetudine di cooperazione reciproca • Tale consuetudine è utile per arginare la concorrenza in quanto implica la fiducia dei soggetti che vivono e lavorano nel distretto di riuscire comunque a trovare un posto nel sistema locale a cui appartengono nel caso di improvvisi cambiamenti nella domanda di mercato. • Consente almeno in parte di distribuire i rischi connessi alla perdita di valore del lavoro di fronte all’incertezza del mercato.
Come viene garantito il rispetto della consuetudine di cooperazione reciproca? Dall’esistenza di istituzioni formali esistenti nel distretto quali: • Le associazioni di categoria, che ad esempio possono concordare tra loro periodicamente le tariffe normali delle singole lavorazioni. • Le imprese familiari che garantiscono la trasmissione della consuetudine di cooperazione reciproca e sono la sede della socializzazione al lavoro dei soggetti.
2) Processo innovativo • È questo un processo fondamentale per la competitività del distretto industriale.Esso avviene prevalentemente in modo frazionato (“innovazione collettiva”) così da ridurre i rischi dell’incertezza: Un qualche operatore ha un intuizione ma non dispone di tutte la competenze necessarie per mettere in pratica la propria idea. Si rivolge dunque ad altre imprese locali dotate delle specializzazioni necessarie. I rapporti di cooperazione tra le imprese rendono dunque possibile la realizzazione del progetto. La capacità d’innovazione dei distretti tende dunque a specificare e diversificare la domanda finale, piuttosto che a standardizzarla.
Distretto industriale ed ambiguità • Cosa si intende per ambiguità? L’ambiguità è la difficoltà di valutare o interpretare correttamente il contenuto delle transazioni. • Essa costituisce un problema in quanto rende costoso stabilire compensi adeguati alle prestazioni lavorative e risolvere le controversie relative all’interpretazione dell’accordo tra le parti. • Il particolare meccanismo di governo delle transazioni tipico dei D.I. è in grado di ridurre i problemi derivanti dall’ambiguità.
Da cosa dipende l’ambiguità? • Limiti linguistici (difficoltà interpretative). • Interdipendenza economica o inseparabilità tecnica • Mancanza o difficoltà di confronto che caratterizza tutte le transazioni innovative • Incertezza associata ad attività il cui valore può essere stabilito solo nel tempo.
L’ambiguità delle prestazioni lavorative Comeviene affrontata l’ambiguità a livello della produzione? • Nei D.I. le forme più efficaci di controllo sono l’autocontrollo ed il controllo diretto dell’imprenditore, capace di distribuire consensi che incentivano l’efficienza dei lavoratori. Il controllo gerarchico è invece troppo costoso (spesso l’imprenditore-controllore è più un compagno di lavoro che non un superiore gerarchico). La ridotta dimensione delle singole imprese permette dunque di contrastare l’ambiguità con la possibilità di stabilire incentivi equi (così da assicurare prestazioni efficienti) e prestazioni non standardizzate. • Ma la ridotta dimensione delle imprese permette di fronteggiare l’ambiguità anche perché rende possibile l’organizzazione interna informale di tali imprese, favorendo così una formazione professionale ed una socializzazione adatte al funzionamento del D.I.
L’ambiguità nell’orientamento dell’attività produttiva • Non sempre la piccola impresa è capace di decidere cosa e quanto produrre, e spesso è inadeguata ad orientare la produzione verso i mercati di sbocco. • L’orientamento della produzione avviene infatti tramite operatori specializzati nella commercializzazione (acquisto di input e vendita dei prodotti del distretto). • Il particolare meccanismo di governo delle transazioni presente nei distretti permette a questi operatori di coordinare le attività, evitando però che questi approfittino di una loro eventuale posizione di vantaggio.
Conclusioni Il Distretto industriale si differenzia dalla grande impresa verticalmente integrata a causa dei seguenti motivi: 1)Modo in cui vengono affrontati i problemi relativi alle transazioni. • L’opportunismo è disincentivato senza bisogno di ricorrere a costosi controlli o a contratti molto complessi. • L’incertezza viene contrastata con la flessibilità e l’innovazione tendente a diversificare la domanda finale. • L’ambiguità è contrastata con la scomposizione del processo economico ed il frazionamento della stessa funzione imprenditoriale (ma non con regole burocratiche e con il controllo gerarchico). 2) Tipo di relazioni intersoggettive (che sono di tipo simmetrico anziché asimmetrico).