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La gestione dei pascoli nel ruolo multifunzionale delle aziende agricole di montagna. Claudio La Ragione – Parco delle Orobie Valtellinesi * * * Mantova, 18 maggio 2011. Zootecnia alpina ed uso del territorio nella storia.
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La gestione dei pascoli nel ruolo multifunzionale delle aziende agricole di montagna Claudio La Ragione – Parco delle Orobie Valtellinesi * * * Mantova, 18 maggio 2011
Zootecnia alpina ed uso del territorio nella storia • Nei comprensori alpini, l’economia zootecnica si è sempre dovuta misurare con un pesante disavanzo alimentare che, oltre ad aver creato dipendenza dal mercato esterno, ha concorso a determinare una storica situazione di debolezza strutturale del sistema. • La ricerca di foraggio è la causa prima degli interventi di deforestazione e dissodamento compiuti in passato su consistenti aree di territorio. • La fascia dei maggenghi di mezza costa e larga parte degli alti pascoli, espressioni, con i prati di fondovalle, tra le più significative del processo di antropizzazione della montagna, nascono proprio dal bisogno di ampliare la base alimentare, rendendo più solida ed economica la gestione della stalla.
E’ a partire dalla metà circa del secolo scorso, ossia in coincidenza con lo sviluppo industriale del dopoguerra, e per tutti i decenni successivi, che la pratica alpicolturale e in generale tutto il comparto zootecnico sono investiti da una grave recessione. • Nell’intero arco alpino italiano, nel quarantennio che va dalla metà del secolo agli inizi degli anni novanta, si stima una riduzione dell’attività pastorale del 50-60%. Nelle Alpi lombarde la recessione segna il picco massimo negli anni sessanta e settanta, in particolare nel quinquennio ’65-’70.
Valore ecologico e culturale dei pascoli alpini • Oltre al valore zootecnico ancora attuale del pascoli alpini (le aree montane del pianeta terra sono molte ed estese; il mantenimento e lo sviluppo di una agricoltura montana sostenibile è un presupposto essenziale nella prospettiva di nutrire adeguatamente la popolazione mondiale) sono evidenti: • il valore ecologico e di biodiversità; • il valore paesagistico e culturale.
Gli habitat seminaturali nella Rete europea Natura 2000 • La Rete europea natura 2000 riconosce il valore fondamentale di alcuni habitat seminaturali per la conservazione di specie animali e vegetali di interesse comunitario. • Gli habitat seminaturali non si conservano senza continuare quelle attività tradizionali che hanno creato e mantenuto in modo sostenibile gli habitat stessi • Nei pascoli alpini troviamo l’habitat di interesse comunitario contraddistinto dal codice 6230* e denominato Formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone montane (e delle zone submontane dell'Europa continentale). Si tratta di un habitat prioritario per la Comunità europea
Il Nardeto • Nel 1955 V. Giacomini e S. Pignatti in “Flora e vegetazione dell’alta Valle del Braulio, con speciale riferimento ai pascoli di altitudine” descrivono l’associazione Nardetum alpigenum osservando: • “Il pascolo che gli armenti vi trovano è tra i più ricchi di tutta l’alpe (per un’ironia del caso questo buon pascolo prende il nome dalla peggiore infestante dei pascoli alpini, il Nardo!), …. e fornisce il fieno più nutriente dei pascoli alpini acidofili”
L'abbandono/riduzione delle attività agro-pastorali sull'arco alpino determina la contrazione di prati e pascoli, cui consegue una generale perdita di biodiversità a tutti i livelli: - FLORISTICO E FAUNISTICO - ECOLOGICO - PAESAGGISTICO Ma anche un impoverimento a livello storico-culturale
Misure comunitarie per l'agricoltura tradizionale • Le politiche comunitarie ed in particolare le direttive che regolano la Rete Natura 2000 prevedono misure di tipo: • - amministrative; • - regolamentari; • - contrattuali. LA COMPENSAZIONE DEI SERVIZI EROGATI A LIVELLO ECOSISTEMICO CON MISURE CONTRATTUALI È LA PIÙ EQUA, E PUÒ DARE I MIGLIORI RISULTATI
I piani di gestione dei Siti di importanza comunitaria (SIC) e delle Zone di protezione speciale (ZPS) • I piani di gestione dei siti della rete Natura 2000 per la regione biogeografica alpina evidenziano la necessità di nuovi strumenti di finanziamento per le pratiche tradizionali, attraverso la specifica di numerose azioni: • interventi attivi IA; • incentivazioni IN; • misure regolamentari RE; • promozione, divulgazione e didattica PD; • monitoraggi e ricerca MR
Sussidiarietà nei pascoli alpini • La sussidiarietà non si declina solamente tra Stato, Regioni ed enti locali, ma soprattutto tra pubblica amministrazione e cittadini. • La multifunzionalità delle aziende agricole di montagna è una chiara forma di sussidiarietà nella quale l’azienda conduttrice del pascolo svolge sia funzioni produttive proprie di una moderna azienda zootecnica, sia compiti di interesse pubblico concordati con le ammnistrazioni. • La publica amministrazione trasferisce all’azienda le risorse occorrenti per svolgere i servizi di interesse collettivo concordati.
I piani di gestione Natura 2000del Parco delle Orobie Valtellinesi • Per valorizzare le potenzialità delle aziende agricole di montagna il Parco ha elaborato piani nei quali gli interventi attivi, le incentivazioni, le proposte di collaborazione nelle attività di promozione del territorio, educazione ambientale, ricerca e monitoraggio prevalgono nettamente sulle norme regolamentari. • I regolamenti, di norma, non riguardano le aziende agricole, e prima di scrivere ciascuna regola ci si è chiesti come proporre il comportamento voluto mediante una misura contrattuale invece che mediante un divieto
Alcuni servizi proposti alle aziende agricoledai piani di gestione Natura 2000 del Parco • conservare gli ambienti aperti esistenti e recupero di aree di recente colonizazone boschiva; • recuperare di habitat potenziali, in fase di abbandono o compromissione (es. storiche pozze di abbeverata) • equilibrato utilizzo delle risorse (es. numero/tipo capi o modalità di taglio/pascolo, letamazione); • conservazione in situ di specie vegetali o faunistiche di interesse (es. stazioni di specie rare); • produzione di fiorume (semi) per recuperi ambientali. • l'estirpazione/taglio di arbusti e specie inappetite (spinose/velenose); • interventi agronomici migliorativi nei pascoli degradati (erpicatura, calcitazione, trasemina tramite protocolli derivanti da prove sperimentali); • l'utilizzo di bestiame bovino di piccola taglia (razze locali tradizionali). • recinzioni elettrificate e forme di gestione controllata, anche per attenuare problematiche nel caso di ritorno dei grandi predatori; • pascolamento anche delle aree più periferiche; • rimozione infestanti meccanica/manuale/con ovi-caprini (gregge di servizio); • incentivi per redazione piano di pascolamento volontario; • attività di spietramento; • collaborazioni in attività di monitoraggio e ricerca.
La multifunzionalitànel settore turistico • L’interesse turistico anche per i territori alpini esterni ai comprensori turistici più noti è una risorse importante per l’azienda agricola di montagna che può sviluppare sia la vendita di prodotti presso l’alpeggio, sia l’offerta di servizi ricettivi, di ristorazione o di conoscenza delle tradizioni agricole e casearie della località.
Non basta pianificare delle strategie per vederle applicate. • La pubblica amministrazione deve facilitarne la comprensione e la condivisione da parte degli imprenditori e degli operatori agricoli di montagna; organizzare occasioni di incontro e di programmazione partecipata. • La multifunzionalità sui pascoli alpini sarà conseguita solo quando gli operatori si approprieranno delle finalità e delle strategie che amministratori e tecnici perseguono con i propri piani.