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Ag. 21 per dare significato al rapporto Ambiente/Salute

Incontro Programmatico Coordinamento Ag 21 Locali- Sicilia Palermo 1 aprile 2009. Ag. 21 per dare significato al rapporto Ambiente/Salute. Paolo Lauriola. Gdl Ag21 e A/S. Obiettivi:

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Ag. 21 per dare significato al rapporto Ambiente/Salute

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Presentation Transcript


  1. Incontro Programmatico Coordinamento Ag 21 Locali- Sicilia Palermo 1 aprile 2009 Ag. 21 per dare significato al rapporto Ambiente/Salute Paolo Lauriola

  2. Gdl Ag21 e A/S Obiettivi: • sollecitare l’attenzione sugli effetti sanitari in relazione alle diversi fattori di rischio ambientale al fine di promuovere una migliore integrazione tra conoscenze, Istituzioni, professioni ambientali e sanitarie; • favorire la diffusione di buone pratiche in tema di integrazione Ambiente e Salute; • promuovere ed esplicitare un migliore approccio metodologico, conoscitivo orientato alla azione

  3. Primi temi su cui concentrare l’attenzione: “tavoli di discussione” • Clima nelle città: valutazione degli effetti ed interventi di mitigazione e adattamento; • Valutazione di Impatto sulla Salute (VIS) come strumento per la conoscenza e la partecipazione; • Conoscenza e partecipazione nella gestione del rischio ambientale: rapporti istituzioni, conoscenza e cittadini; • Osservatorio nazionale sugli studi locali di epidemiologia ambientale; • Comunicazione, Ambiente e Salute.

  4. Clima nelle città: valutazione degli effetti ed interventi di mitigazione e adattamento;

  5. Sistema di allerta nazionale/locale 2006

  6. Linee regionali di intervento dell’estate 2007- Reg E-R • Sistema regionale di previsione del disagio • Organizzazione della gestione socio-sanitaria dell’emergenza Livello regionale: costituzione di un gruppo di coordinametno regionale, composto dal responsabile del Servizio Assistenza distrettuale, Medicina Generale, Pianificazione e sviluppo dei servizi sanitari, responsabile del del servizio Pianificazione e sviluppo dei servizi sociali e socio-sanitari, dal responsabile del Servizio Sanità Pubblica e dal responsabile del Servizio presidi ospedalieri. Livello di zona/distretto: vengono individuati un punto di riferimento congiunto, un responsabile del coordinamento territoriale e un gruppo operativo

  7. Linee regionali di intervento dell’estate 2007- Reg E-R • Mappatura dei soggetti fragili a rischio in ambito distrettuale • Criteri: • Anziani e persone fragili già utenti dei servizi territoriali (assistenza domiciliare, ADI, assegno di cura, centri diurni) e comunque in qualche modo già conosciute dai servizi • Anziani con età ≥ 75 anni, che vivono soli dimessi dagli ospedali a partire dal 14 maggio 2007 • Anziani con età ≥ 85 anni che vivono soli; • Anziani e persone a rischio segnalate da MMG, familiari, volontari associazioni, …

  8. Linee regionali di intervento dell’estate 2007 • Interventi in caso di allerta: • Intervento di sostegno delle persone fragili o a maggior rischio che vivono a domicilio. • Interventi in favore di anziani e disabili ospiti di servizi residenziali e semiresidenziali • Interventi informativi • Interventi per la promozione e la diffusione delle opportunità di incontro e socializzazione • Strumenti per il monitoraggio

  9. La previsione bioclimatica

  10. Gruppo di lavoro “Ambiente, salute e Agenda 21” TAVOLO DI DISCUSSIONE“Comunicazione, ambiente e salute” Coordinatore: Dott. Giuseppe Fattori AUSL Modena www.marketingsociale.net Per partecipare al tavolo di discussione: g.fattori@ausl.mo.it

  11. DETERMINANTI DI SALUTE 1,5%

  12. Tavolo di discussione “Comunicazione, ambiente e salute”INTEGRAZIONE AMBIENTE - SALUTE 1- Integrazione tra livelli di programmazione 2- Integrazione nella comunicazione 3- Integrazione nella formazione 4- Integrazione nel marketing sociale (ricerca) 5-Integrazione delle attività (setting)

  13. www.marketingsociale.net Speciale Ambiente

  14. Ambiente sociale Ambiente fisico SALUTE Buone pratiche per una migliore gestione dell’AMBIENTE IL CONTRIBUTO DELLA VIS NELLA DEFINIZIONE DI POLITICHE SOSTENIBILI Agenda 21 - Tavolo VIS

  15. SCELTE STRATEGICHE: ESEMPIO DAL PIANO DI GESTIONE RIFIUTI LA VIS: strumento adeguato per discutere su scelte strategiche e programmatiche, poiché costruisce una base di evidenze a partire da informazioni specificamente focalizzate alla salute. • Percorso formalizzato per una integrazione di informazioni medico-scientifiche (evidenze quantitative) con una specifica analisi dei determinanti di salute nel contesto del territorio (inclusione di evidenze di natura sociale)

  16. L’attuale approccio metodologico alla VIS supera quello unicamente o prevalentemente basato su discipline mediche, epidemiologiche o di valutazione del rischio focalizzato all’outcome di salute e si orienta alla ricerca del giusto rapporto tra: • identificazione dell’effetto sanitario, • definizione della distribuzione degli effetti sulla popolazione, • valutazione dei determinanti socio-economici coinvolti. • La salute, modernamente intesa come complessa rete di fattori determinanti (olistica), può essere tutelata agendo sui meccanismi che governano l’insieme di fattori. La prima priorità condivisa, quando si pensa ad una valutazione degli impatti sulla salute, è allora la sostenibilità. Nuovi valori assumono vitale rilevanza equità, giustizia, accessibilità, trasparenza, allontanando il dualismo tra principio di precauzione e interesse economico.

  17. Definizione di un corretto sistema di gestione dei rifiuti territoriale QUESITO: QUALE GESTIONE PER I RIFIUTI? La VIS risponde con raccomandazioni tecniche non dissimili da quanto gli indirizzi europei attualmente auspicano, ma aggiunge la consapevolezza che a livello locale la mancanza di questi orientamenti crea inevitabilmente una perdita di fiducia verso chi ha il compito di organizzare la strategia di gestione, aumentando una difficoltà di dialogo. Alcune raccomandazioni dalla VIS sono di aiuto…

  18. Partnership della cittadinanza I criteri che bilanciano le scelte possono essere condivisi e chiariti alla luce dell’esperienza e conoscenza che la comunità ha maturato in un percorso educativo corretto e di sensibilizzazione Massimizzare la razionalità del sistema di gestione Vale un principio di esaurimento di possibili alternative e mezzi che già da sole consentono di chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti. In questa verifica “tecnica” la VIS ha il vantaggio di esplicitare gli interessi in gioco, di chiarire condizioni definite a priori e di consentire di negoziare aspetti che presentano gradi di libertà. Ampliando la rappresentanza al tavolo di discussione aumenta la stabilità delle decisioni. Una sollecitazione è opportuna verso l’uso, ancora sperimentale, di VIS che includano come outcome rilevante del processo anche una valutazione economica delle alternative possibili e dei costi di salute ad esse associati. Valutazione economica

  19. Conoscenza e partecipazione nella gestione del rischio ambientale: rapporti istituzioni, conoscenza, cittadini PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Progetto speciale recupero ambientale ed urbanistico delle aree industriali Azienda provinciale per i Servizi Sanitari Unità operativa di Igiene Pubblica e Prevenzione Ambientale

  20. SITO DI INTERESSE NAZIONALE TRENTO NORD Nel Piano Regolatore Generale è stata creata, nel 1994, un’Area di controllo influenzata dagli impianti industriali già esistenti a Nord della città di Trento. Tale area è individuata in cartografia con apposito perimetro. Gli interventi ammessi alla disciplina di PRG sono subordinati alla presentazione di una relazione idrogeologica corredata da una valutazione certificante la qualità dei suoli e delle acque anche sulla base di apposite analisi chimiche e fisiche. La valutazione andrà espressa in relazione al tipo di interventi edilizio e/o urbanistico indicando puntuali prescrizioni operative sulle modalità di scavo e di smaltimento del materiale e delle acque di risulta. Lo studio dovrà inoltre indicare tutti gli interventi sia preventivi che in corso d’opera necessari a ripristinare la qualità ambientale dell’area. I dati raccolti, a titolo gratuito per il Comune e gestisti con apposito GIS, hanno permesso con altri dati estesi a tutto il fondovalle ( circa 18 x 2 km) di definire il “fondo naturale” per 21 metalli del sottosuolo comunale. Sono stati così anticipati di 14 anni i criteri di gestione delle “terre e rocce da scavo”. Questi dati, assieme ai dati raccolti e riferiti ad altre matrici ambientali, hanno formato l’Atlante dell’Ambiente per Trento: un “Piano Regolatore Ambientale” mutuato da quello del Land di Berlino con il quale si collabora. Sloi Carbochimica

  21. Comune di Levico Terme Valori di concentrazione dei metalli – fondi naturali Lo studio condotto in collaborazione con ISPRA, I.S.S. e con A.P.P.A che ha validato i dati analitici, ha permesso di definire la presenza naturale di alcuni metalli nei terreni del territorio comunale. La norma prevede che qualora si riscontri una concentrazione naturale (cioè non dovuta ad azione umana) di metalli nei suoli superiore ai limiti di Legge; i dati analitici trovati possono diventare i nuovi limiti di riferimento, quando non si rilevino problemi igienico sanitari. E’ stato valutato il reale bioaccumulo dei metalli indagati nell’organismo umano ed i possibili effetti sullo stesso. Lo studio, approvato dalla Giunta provinciale, ha portato a definire i nuovi limiti di qualità dei terreni che hanno comportato dei notevoli risparmi e semplificazioni nella gestione delle “terre e rocce da scavo” relative ai cantieri edili e stradali sia pubblici sia privati.

  22. Monitoraggio Aree produttive nella Provincia Autonoma di Trento E’ stato eseguito il monitoraggio ambientale delle 16 più importanti aree produttive della Provincia in altrettanti Comuni con esecuzione di carotaggi per poter definire la qualità dei suoli, delle acque e dell’aria. Sono state censite le singole attività produttive dentro ogni complesso individuando il cod. ISTAT, gli scarichi delle acque reflue e civili, le immissioni in atmosfera, le reti tecnologiche, la presenza di pozzi e di impianti di trattamento dei reflui. Sono stati individuati i dati urbanistici ed edilizi, la presenza di residenze e di servizi in modo tale da trasmettere poi al Comune interessato uno screening ambientale completo dell’area.

  23. STUDIO ACQUIFERI Sono stati eseguiti gli studi per definire la qualità degli acquiferi dei Comuni di Trento; Rovereto ed Ala con verifica della presenza di tetracloroetilene e tricloroetilene. Sono stati fatti modelli Idraulici degli acquiferi con censimento di pozzi e sorgenti. Verificata la presenza di metalli; definite isocrone a 60 e 365 giorni per calibrare le aree di protezione dei pozzi uso Idropotabile; attivata rete di piezometri con analisi preventive prima del prelievo ed uso potabile dell’acqua di falda. Area con acqua non adatta al consumo umano: tetracloroetilene + tricloretilene >10 mg/l

  24. “Osservatorio nazionale sugli studi locali di epidemiologia ambientale”

  25. Background • In Italia manca una raccolta degli studi di epidemiologia ambientale condotti a livello locale. Solo una piccola parte viene pubblicata. Il risultato è un vuoto di informazione su un duplice fronte: • gli stessi operatori non sono a conoscenza di quello che i colleghi stanno facendo nei diversi ambiti territoriali; • i cittadini, gli enti locali e i decisori politici si vedono privati di strumenti che possono essere importanti nella valutazione di situazioni locali.

  26. Obiettivi • La disseminazione dell’informazione e la trasparenza degli studi di epidemiologia ambientale condotti a livello locale con rigore scientifico. Il modello è l’Osservatorio nazionale sulle sperimentazioni cliniche istituito presso l’AIFA. In particolare ci si propone di: • rendere possibile il dialogo e la collaborazione tra tutti gli attori del settore (SSN, ex APAT, ARPA, ASL, istituti di ricerca, amministrazioni locali, associazioni scientifiche, cittadini); • favorire la produzione di ricerca di qualità nel settore dell’epidemiologia ambientale; • prevenire la duplicazione dei progetti di ricerca e favorire la collaborazione tra enti; • individuare e rispondere a eventuali bisogni formativi; • fornire garanzie ai cittadini migliorando la trasparenza, la credibilità e l’accesso alla ricerca epidemiologica; • divulgare i principi di funzionamento della ricerca nell’ambito dell’epidemiologia ambientale nella prospettiva dell’empowerement dei cittadini

  27. Strumenti • Un sito web che ospiti un registro informatizzato ad accesso differenziato contenente la banca dati degli studi epidemiologici ambientali locali. A tale registro potranno accedere, ciascuno per quanto di competenza, le istituzioni, i ricercatori, gli operatoridell’ambiente e della salute,le amministrazioni locali, i cittadini, i media, le società scientifiche. • Nel registro informatizzato (predisposto in modo da essere compilato e consultato per via telematica) saranno inseriti i dati riguardanti gli studi di epidemiologia ambientale condotti a livello locale suddivisi in tre gruppi: • studi in fase di progetto • studi in corso • studi conclusi. • Il registro dovrà essere consultabile anche secondo: • i soggetti, ovvero le istituzioni di tipo ambientale, sanitario, di ricerca, coinvolte in studi di epidemiologia ambientale; • gli oggetti, ovvero i comparti studiati (cem, inquinamento atmosferico, discariche, inceneritori ecc.); • le aree geografiche, ovvero secondo l’area geografica interessata (città, provincia, regione).

  28. Comunicazione • Le informazioni generate dai dati inseriti dagli operatori del SSN, delle ARPA ecc. (studi, commenti, ecc.) verranno sintetizzate e pubblicate sia su carta sia on-line, per favorire la diffusione dei risultati, per migliorare la qualità degli studi prodotti a livello locale e per aumentare la cultura epidemiologica diffusa. A tal fine le pubblicazioni dovranno sempre essere accompagnate da sezioni didattiche esplicative adatte anche a un pubblico di non esperti. • L’attività editoriale prevede la stesura di un rapporto nazionale a cadenza annuale (sul modello degli Ongoing studies pubblicati a suo tempo dalla IARC) e, se necessario, aggiornamenti periodici. • L’Osservatorio si configurerebbe come una proposta istituzionale innovativa, concepita nell’ottica di armonizzare il difficile rapporto tra regole e cultura, e di fornire al contempo risposte a fondamentali esigenze di conoscenza dei rapporti tra ambiente e salute

  29. “Tavolo di Discussioneper le aree ad alto rischio ambientale e sanitario ” PROPOSTA

  30. Premesse • Tra il ‘70-’90 con la crisi del fordismo si è assistito ad una rivoluzione tecnologica oltre che manageriale, antiburocratica ed epistemologica, • In questi giorni a fronte di questa crisi per molti versi può essere definita strutturale, da più parti (non ultimo negli Stati Uniti di Barak Obama) e sempre più spesso, si ribadisce che occorre accettare e sviluppare una rivoluzione che faccia perno sul concetto di sostenibilità • In particolare scendendo anche al livello locale, occorre mirare ad una “economia in grado di coniugare coesione sociale e competitività e di trarre forza dalle comunità e dai territori”

  31. Ag 21 opportunità per: • inserire il bisogno-diritto di ambiente e salute nelle politiche sociali ed economiche; • favorire maggiore consenso tra le forze sociali (ad es. sindacati) ed imprenditoriali sulla esigenza di indirizzare verso un effettivo sviluppo compatibile l’impegno nelle aree meridionali chiarendo che l’ambiente e la salute producono lavoro e competitività ; • favorire un dialogo e un confronto sulla riorganizzazione dei servizi per la prevenzione ambientale sanitaria tra le forze politiche, sociali e culturali • indurre un maggior protagonismo delle organizzazioni (anche associazioni di volontariato) e delle professionalità impegnate nella tutela della salute e dell’ambiente nel programmazione del territorio; • determinare maggiore consapevolezza delle problematiche che stanno per imporsi nella società meridionale.

  32. Mission del TdD • nell’ambito del Gruppo di lavoro Ambiente e salute di Ag 21 riprenda tali argomenti ed opportunità e indirizzi concretamente con proposte organizzative, legislative (nazionali, regionali e locali) verso una definizione delle strutture e modalità di intervento della prevenzione ambientale e sanitaria finalizzate alla realizzazione di un effettivo sviluppo sostenibile nelle aree ad alto rischio ambientale e per la salute

  33. Obiettivi… • Individuare, indicare e condividere esperienze e proposte che consentano il ripristino un clima di fiducia e collaborazione tra cittadini ed istituzioni laddove occorre mirare all’occupazione accompagnata dalla tutela e promozione del territorio • Individuare le forze economiche e sociali e le istituzioni nazionali e locali che realmente intendono contribuire in termini di idee e di risorse per la realizzazione delle proposte; • Creare le premesse organizzative, strutturali e culturali per la applicazione della VIS e della VAS sia negli aspetti ambientali e sanitari • Determinare concretamente atti organizzativi ed amministrativi per la attivazione delle strutture necessarie per una effettiva prevenzione ambientale e sanitaria;

  34. Obiettivi – 2 • Favorire l’acquisizione nelle aree ad alto rischio ambientale di adeguati strumenti di sostegno, nelle varie fasi decisionali, autorizzative, monitoraggio e di certificazione • diffondere una cultura rispettosa dell’ambiente e della salute che apra opportunità di lavoro nell’ambito della qualità e della sicurezza ed anche ulteriori opportunità alla imprenditoria privata favorendo una maggiore competitività (eco-label etc); • favorire una integrazione tra servizi e culture ambientaliste e sanitarie; • rendere protagonisti tecnici e politici meridionali sui temi dello sviluppo sostenibile nel meridione.

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